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Autore: JCI    11/09/2012    2 recensioni
Sono rimasti fino a tardi in palestra una sera, perfezionando la routine a corpo libero di Payson, ma un piccolo bacio di festeggiamento è stato l'inizio di qualcosa di più.
La loro chimica è innegabile e sono solo le circostanze che li tengono divise.
Direttamente da fanfiction.net una delle storie più amate del fandom MIOBI, pairing Sasha/Payson. La storia parte dall'episodio 8x02
ATTENZIONE: TRADUZIONE MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Payson, Sasha, Un po' tutti
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NJYb10

Niente più Fingere







Kim Keeler era entusiasta che Payson sarebbe andata da Kaylie, e poi alla Rock a prendere Becca. Questo le avrebbe dato la possibilità di chiamare di nuovo Mark e discutere la situazione ancora una volta. Era stato molto difficile farlo per telefono, presentare un fronte unito ai loro figli quando c'era una sola voce a parlare. Questi erano problemi che non si aspettava di trovare quando stava crescendo le sue figlie in Minnesota. Certamente non aveva mai pensato che avrebbe dovuto preoccuparsi per la figlia diciassettenne in una fotografia nel numero dei costumi da bagno di Sports Illustrated. Anche se Payson aveva acquisito maggiore notorietà come ginnasta, Kim non aveva nemmeno preso in considerazione l'idea della fama internazionale, fino a quella mattina, quando il fatto compiuto le si era presentato davanti.

"Mark Keeler," rispose, e Kim si sentì meglio quasi subito, solo a sentire la sua voce all'altro capo della linea.

"Ehi," disse lei, mescolando il riso, ancora in cottura sul fornello.

"Ehi", rispose. "Che c'è?"

"Payson è appena tornata a casa e ho parlato con lei", disse Kim, sperando in una risposta più calma da parte sua questa volta.

"E che cosa ha avuto da dire
nostra figlia su se stessa?"

Kim sospirò: "Mark, ti giuro, era così ragionevole, non riuscivo a discuterne con lei."

Poteva quasi sentire la frustrazione di Mark al telefono, "Kim, è una ragazza di diciassette anni, e quella foto è..completamente...è completamente..."

"Ascoltami per un secondo, Mark. Le ho chiesto anche di questo. Le ho chiesto che cosa vedesse quando guardava la foto e sai cosa ha detto? Ha detto che vedeva se stessa."

"Quella ragazza nella foto, Kim, quella non era la mia bambina," protestò.

"Esattamente," concordò. "Non era la nostra bambina. E' completamente un'altra persona ed è successo senza che noi nemmeno ce ne rendessimo conto. Pensa a ciò che nostra figlia ha passato. Abbiamo sempre detto che era una ragazza incredibilmente matura, ma pensaci
davvero per un minuto. Payson ha vissuto più nei suoi diciassette anni di quanto la maggior parte delle persone ha vissuto nella vita. Ha avuto il mondo ai suoi piedi e ha visto tutto crollare, per poi rimettersi in sesto e fare tutto da capo. Lei non è più solo una ragazza insolitamente matura, Mark. E' un'adulta con le responsabilità e i successi dei veri adulti."

Sentì Mark sbuffare, ovviamente non contento di quello che stava dicendo. "Questo non cambia il fatto che è una ragazza di diciassette anni, Kim. Solo diciassette anni e questa è l'immagine
che sta per essere spedita in tutto il mondo. Non una forte atleta di classe mondiale, solo un'altra ragazza in un costume da bagno."

"Le ho domandato anche di questo," disse Kim, mettendo il coperchio sul riso e abbassando il bruciatore per mantenerlo caldo fino a quando le ragazze fossero tornate a casa.

"E?" chiese con impazienza.

"E lei ha detto di essere orgogliosa di come appare", disse, tralasciando la parte in cui Payson diceva che le faceva piacere che i ragazzi sarebbero stati attratti da lei. C'erano alcune cose che un padre proprio non aveva bisogno di sentire. "Sei mesi fa le stavo chiedendo di abbracciare la sua femminilità, Mark. Sei mesi fa, si sentiva come, oh, come si è definita da sola? 'L'incredibile Hulk'. Capisci che cambiamento sia? E' sicura e a suo agio con se stessa e non ci vede nulla di male. Non so che cosa sia responsabile di questo cambiamento, ma come faccio essere in disaccordo? Non è il tipo di persona che volevamo crescere? "

"Sì, ma," disse Mark.

"Lo so, ma ha diciassette anni, ma Mark, penso che ce l'abbiamo fatta. Io non credo che il nostro compito di genitori sia finito, non su ogni punto, ma credo che quell'obiettivo, di crescere una
giovane donna intelligente ed equilibrata, penso che ce l'abbiamo fatta. Ora tutto quello che possiamo fare è lasciarla fare le proprie scelte, buone o cattive."

"E questa è stata una cattiva", disse brontolando, ma Kim poteva sentirlo cambiare opinione.

"Forse, o forse no, come suoi genitori, pensiamo che non fosse la scelta giusta, ma io non credo che lei la veda in questo modo e penso che vada bene. Non ha ferito se stessa o qualcun altro. Guarda quella fotografia oggettivamente, Mark. E' assolutamente splendida e lei lo sa. "

"Sì, e presto lo sapranno
anche tutti i maschi sul pianeta Terra," mormorò.

"E' questo che ti preoccupa, che non sarai l'unico uomo al mondo a sapere quanto è bella?" Kim rise, "Probabilmente hai ragione, in effetti io so che hai ragione, ma questo non significa che Payson inizierà a dedicare del tempo ai ragazzi. E' concentrata su come andare alle Olimpiadi. Come mi ha sottolineato in modo così chiaro oggi, lei è la migliore ginnasta al mondo e questa non è un'iperbole. Dubito che lascerà che un ragazzo le sia d'intralcio in tutto ciò." Sentì la porta aprirsi e le voci delle sue figlie rovesciarsi in casa. "Senti, Mark, le ragazze sono a casa. Ci sentiamo domani."

"Okay, ma non credo che abbiamo finito con questa conversazione," disse. E poi ammorbidendo il tono, aggiunse, "Ti amo".

"Non me lo sogno nemmeno. Ti amo anch'io, buona notte."

"Buona notte."

"Mamma, accendi la TV!" sentì urlare Becca dal corridoio. Le ragazze stavano correndo verso il salotto invece che in cucina. Kim prese il telecomando e accese la televisione. Becca l'afferrò e rapidamente cambio il canale che voleva. "Abbiamo appena ricevuto una chiamata dalla cugina Elisabetta in Minnesota. Ha detto che avrebbero parlato di Payson su TMZ questa sera ed è in onda proprio ora."

"TMZ?" Kim chiese e guardò Payson la cui carnagione aveva assunto una sfumatura verdastra. "Pay, stai bene?"

Payson annuì e sospirò quando la pubblicità finì e sul canale ricominciarono i programmi.
Fino a quel momento non si era resa conto di quanto non volesse che la foto di Austin Tucker mentre le faceva quello scherzo uscisse di fronte a tutta la nazione. "Sì, voglio solo superare tutto questo," disse.

C'era Harvey Levin con la sua stupida bottiglia d'acqua e uno dei suoi compari stava parlando di Austin Tucker e di come fosse un dono di Dio alle donne. Payson rabbrividì, sapendo cosa sarebbe successo dopo.

"Beh, a quanto pare, non è un dono di Dio alle donne, è il dono di Dio ad una particolare ginnasta campionessa del mondo, che era in città per scattare la sua prima foto per Sports Illustrated Swimsuit."

Levin alzò le sopracciglia, "Payson Keeler? La ragazza che si è rotta la schiena giusto?"

"Sì," concordò
il compare, "e direi che sicuramente ha recuperato in pieno. Voglio dire lei e Austin stavano praticamente amoreggiando insieme in spiaggia. Lei era dannatamente sexy e lui sembrava essere entusiasta di avere le mani addosso a lei."

Improvvisamente, Payson sentì la bile iniziare a salirle in gola. Non stavano parlando di quello stupido
scherzo. Stavano parlando del suo servizio fotografico.

"Bene andiamo a vedere." Poi mandarono il loro filmato e apparve la spiaggia dove era stata in precedenza quel giorno. Se ne stava lì, a camminare verso le tende, quando Austin entrò in scena, sollevandola
facilmente sulla spalla e portandola verso l'acqua, gettandocela dentro. Lei aveva iniziato a ridere istericamente e l'aveva preso di sorpresa, affrontandolo e facendolo volare all'indietro sott'acqua. Il filmato si fermò di colpo nel momento in cui lui stava per mandarla sott'acqua per rappresaglia, ma siccome avevano fermato il video, sembrava che se la stesse abbracciando intimamente.

"Sembra che stiano diventando abbastanza intimi nell'acqua, probabilmente succedono un sacco di cose là sotto che non possiamo vedere,"
suggerì uno dei compari maschi.

Una delle comari femminili sbuffò, "Credo sia una cosa dolce, voglio dire, sono perfetti l'uno per l'altro. I due migliori ginnasti del mondo. I loro nomi possono persino incastrarsi in un nome da celebrità, Paystin!"

Becca arricciò il naso, "Sasha ti ucciderà quando scoprirà che stai rompendo la regola degli appuntamenti."

"Non abbiamo rotto nessuna regola. Stavamo nuotando." Payson gemette e affondò il viso nel divano. "Questo non sta accadendo". Alzò lo sguardo e vide la madre fissarla.

"Così, quando sei tornata questo pomeriggio, quando hai detto che Austin stava lì in giro, ciò che realmente volevi dire era che hai passato la mattina con lui a palparvi nel Pacifico?"
chiese Kim, ovviamente del tutto convinta la figlia le avesse mentito.

Payson si sedette e sospirò, "Lo giuro, mamma, non era così, stavamo...stavamo giocando Mi ha buttato sott'acqua. Io ho buttato sott'acqua lui. Avevamo lavorato per tre giorni di fila, è stata un tortura assoluta e abbiamo solo allentato la pressione. Sono stata onesta quando ho detto che penso a lui come a un fratello." L'espressione di Kim non aveva vacillato. "Oh, questo è ridicolo,
comunque puoi credere quello che vuoi credere, proprio come il resto del mondo. Io vado a letto. Devo essere alla Rock domani alle cinque ad allenarmi."

Si ritirò nella sua stanza rapidamente, inviando un sms veloce a Kaylie, Non è quello che sembra. Spiego dmn, prometto. Poi uno a Austin, Ti ammazzo, una morte lenta dolorosa. Poi infine uno a Sasha, che probabilmente non aveva visto il filmato, Così felice di essere a casa. C vediamo dmn alle 5. Poi lasciò perdere, chiudendo il telefono e andando dritta a dormire.

***

Sasha si svegliò alle quattro e mezza, la sua sveglia interna puntuale come sempre. Prese subito i suoi Shredded Wheat e si sistemò fuori del rimorchio per fare colazione prima che Payson arrivasse. Afferrò il suo cellulare dal caricabatteria mentre usciva e appena lo  accese, i messaggi iniziarono ad apparire ogni mezzo secondo o giù di lì. Dieci messaggi di testo durante la notte, che poteva significare solo una cosa, era successo qualcosa ad una delle sue ginnaste. Vide il nome Payson sullo schermo, ma il messaggio era abbastanza generico. Gli altri erano molto più specifici, gli amici chiedevano se avesse perso il controllo delle sue ginnaste, se Payson fosse seria sull'allenamento per il 2012, un messaggio da Austin Tucker
in preda al panico insistendo sul fatto che non era quello che sembrava. Cosa diavolo è successo? Era pronto ad andare nell'ufficio palestra e usare il suo computer per scoprire cosa fosse successo, quando l'Audi di Payson entrò nel parcheggio. Payson scese dalla macchina e si diresse determinata verso di lui. Si guardò intorno rapidamente. Vedendo che erano completamente soli all'insana ora delle cinque meno un quarto, gli afferrò la mano e lo trascinò con la forza di nuovo nella roulotte.

"Payson, cosa sta succedendo?" chiese, una volta che furono all'interno.

Lei alzò lo sguardo verso Sasha, apparendo più vulnerabile di quanto la vedesse da un po' di tempo. Il giorno prima, era stata l'esatto contrario, la fiducia che praticamente traboccava. "Ti dirò tutto, ma prima, devo..." si interruppe, avvicinandosi e premendo le labbra sulle sue. Sasha si riprese velocemente e avvolse le braccia intorno alla sua vita, attirandola contro di lui e sollevandola dal pavimento della roulotte, compensando la differenza di altezza. C'era una disperazione nel suo bacio che non riusciva a capire, ma se aveva bisogno di lui, lui era lì per lei, rispondendo completamente al suo bacio, per farle capire che la voleva, molto.

Payson si allontanò e sospirò, sembrava che avesse guadagnato la fiducia semplicemente baciandolo. "Payson, non che mi lamenti, ma," fece un vago gesto con la mano e lei capì.

"TMZ, mai sentito parlare?" chiese e Sasha scosse la testa. "E' un programma televisivo, dedicato al gossip." A Sasha non piaceva dove stava andando a parare. Vacci piano, Beloff. Lasciala parlare. "Ieri, al servizio fotografico, dopo che avevamo finito, Austin ha deciso che sarebbe stata una buona idea buttarmi in mare. Avevo finito, stavano solo scegliendo quale foto utilizzare, quindi abbiamo nuotato per un po' per uccidere il tempo, ci siamo spinti sott'acqua a vicenda un paio di volte, solo giocando. Però qualcuno aveva una videocamera e ha mandato il filmato a TMZ. E' andato in onda ieri sera. Ti giuro, Sasha, non è successo niente e nulla potrebbe mai accadere. E' come, non so, un fratello terribilmente fastidioso, nient'altro." Finì e chiuse gli occhi, in attesa della sua reazione.

"Vi hanno dato un nome?" chiese, la sua bocca in una linea dura. "Come hanno fatto con Kaylie e Nicky?" Controllati, Beloff. E' sconvolta e giustamente. Tu le credi, vero?

Payson gemette, "Paystin," disse, aprendo gli occhi e catturando il suo sguardo immediatamente. "Mi dispiace, io non so nemmeno cosa dire."

Si strinse nelle spalle, "Non c'è niente da dire," sospirò pesantemente. "Sono ancora il tuo allenatore e sono infastidito da morire da quello che è successo, ma oltre a questo, Payson, non lo so." Si strofinò le tempie. "Questo è il motivo per cui la palestra ha una regola sulle relazioni, per sradicare completamente la possibilità di qualcosa di simile a questo ed ora eccoci qui." Si appoggiò al tavolino della piccola cucina del rimorchio.

Fece un passo lontano da lui, appoggiato al piano di lavoro, "Lo so. Sta andando fuori controllo, ma non c'è un modo per tornare indietro, vero?
Ora siamo qui e dobbiamo farci i conti." Lui la guardò, stupito. Aveva perfettamente ragione. Questo gioco che avevano iniziato, cercando di combattere la loro attrazione, facendo finta che non esistesse o che sarebbero stati in grado di stare lontano l'uno dall'altro per due anni, era stato proprio questo: un gioco. Un autoinganno che si erano convinti fosse possibile, ma non lo era. Sasha aveva finito di fingere ed aveva finito di giocare.

Si allontanò dal tavolo e fece un passo verso di lei, "Hai ragione. Siamo qui ora e non si può tornare indietro. Tu dici che non è successo niente e ti credo, ma non cambia il fatto che ogni cellula del mio corpo sta combattendo l'impulso di prendere a pugni la sua dannata faccia nel momento in cui lo vedrò," disse, le sue parole che fluivano liberamente adesso. Chiuse la distanza rimanente tra loro e sussurrò: "Non ho intenzione di mentirti, il pensiero delle mani di un altro uomo su di te mi fa male fisicamente."

Payson si sporse in avanti solo una frazione di centimetro, amando il fuoco che vedeva nei suoi occhi e che lei ne fosse la causa. Stava soffrendo per lui, tutto il suo corpo praticamente formicolava in attesa del suo tocco, "Allora fammi dimenticare," sussurrò.

Le sue parole lo fecero scattare in azione. Le loro labbra si unirono in un bacio violento, più una battaglia di volontà che la carezza di un amante. Sasha affondò
immediatamente una mano nei suoi capelli, intrecciando le dita tra le spesse ciocche bionde dando uno strattone non molto gentile. L'altra mano scivolò verso la sua vita, ma rapidamente la abbandonò, cercando più basso, stringendole il sedere e poi afferrandole la coscia, sollevandola e portandola sopra la sua anca. Lui si voltò di scatto, liberando i suoi capelli e passando un braccio contro la pila di oggetti sul tavolo della cucina, mandando alcuni libri, un paio di utensili e un piccolo mucchio di biancheria a schiantarsi a terra. La sollevò sul tavolo, senza rompere il loro bacio e rapidamente si spostò sopra di lei. Le gambe di Payson si avvolsero intorno alla sua vita portando i loro bacini in un contatto doloroso.

"Oh, Dio," mormorò, mentre le labbra di Sasha tracciavano un percorso bruciante che partiva dal loro bacio, fino al collo, mordendo
delicatamente il suo piccolo punto pulsante e poi calmandolo con un piccolo bacio. Le sue labbra viaggiarono più in basso, verso un territorio inesplorato. Si strofinò delicatamente contro la morbida curva del suo seno e portò una mano a coprirlo dolcemente. Il corpo di Payson rispose immediatamente, spingendosi verso la sua mano, mentre gettava la testa all'indietro. Si sentì un'ondata di piacere attraversarla, mise una mano dietro al collo di Sasha, costringendo le sue labbra tornare sulle sue. Le sue mani scesero verso sud, strinse nei pugni la camicia di lui e poi cominciò tirarla verso l'alto. Sasha stava per sollevare le braccia sopra la testa per permetterle di spogliarlo, quando qualcuno cominciò a bussare alla porta della sua roulotte. Si guardarono l'un l'altro in stato di shock per un momento, non proprio sicuri che il suono fosse stato reale.

"Sasha? Sono Austin, senti io non lascerò che Payson si prenda la colpa per questo. Fammi entrare così ti possiamo spiegare insieme,"
gridò appena fuori la porta il vincitore dell'oro olimpico.

Entrambi sospirarono e si guardarono intorno. A parte il pasticcio sul pavimento, non c'era nulla che indicasse che qualcosa di sconveniente fosse successo. Sasha scrollò le spalle nella sua direzione e si mosse verso la porta, "Sì, Austin," disse, mentre Payson cercava
freneticamente di lisciarsi i capelli, sperando che Austin non si accorgesse che aveva l'aspetto di qualcuno che aveva appena fatto sesso selvaggio*. Sasha la guardò e lei gli lanciò uno sguardo impotente. Lui annuì e aprì la porta solo un po' e uscì. "Ehi," lo sentì dire. "Payson mi ha appena spiegato quello che è successo, era piuttosto turbata. Entriamo alla Rock e diamole un minuto, va bene?" disse.

Payson sospirò di sollievo e cominciò di nuovo a cercare di darsi un aspetto presentabile, sistemando il groviglio che erano i suoi capelli e recuperando abbastanza del suo equilibrio per stare in piedi senza tremare, dopo che lui l'aveva trasformata in una massa tremante di lussuria e desiderio. Non era sicura di cosa fosse successo, tutto quello che sapeva era che lui le credeva e che il loro fragile rapporto era diventato più solido e tangibile. Adesso erano davvero coinvolti e lo erano insieme.









Note:
*JCI non dice sesso selvaggio, usa il termine inglese ravished che in italiano si traduce con "stuprata". Mi sembrava un po' troppo forte in italiano, visto che il termine inglese che di solito si usa per stupro è rape, ho pensato che qui avesse più il senso di un rapporto particolarmente intenso piuttosto che di uno non consensuale.

E siamo a 10! E' la prima tappa, ma ancora ne deve passare di acqua sotto i ponti :) Ce ne sono di cose che devono ancora affrontare!
  
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