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Autore: vale563    11/09/2012    2 recensioni
...La mattina seguente mi svegliai ed ero completamente senza fiato. Feci un sogno strano, ma bellissimo. Sognai un volto, un ragazzo bellissimo, con un sorriso che mi scaldava il cuore, riuscivo a distinguere perfettamente le linee del suo volto e i suoi occhi di un azzurro intenso che mi fissavano come se avessero visto un angelo. Ma l’angelo era lui, ne ero sicura. Ma era solo un sogno …
Se diventasse realtà?
In questa ff Bella è una diciassettenne, matura, responsabile e ... ancora vergine! Ma qualcosa in lei cambierà quando andrà a passare le vacanze estive con suo padre dopo 11 anni a New York e conoscerà Edward, ragazzo molto misterioso e soprattutto bellissimo, è più grande di lei e nasconde un misterioso segreto. Ma tutto ciò non la fermerà. Fino a che non dovrà fare una scelta...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Pov Bella.


Quando Edward venne da me a chiedermi scusa ero furiosa. Ma la sua dolcezza spazzò via tutto.

Mi è sembrato un fratello dispiaciuto e molto stanco. Ma soprattutto un ragazzo che è stato costretto a maturare troppo in fretta.

E poi non era vero che non avevo nessun interesse a perdonarlo. Ce l’avevo e come l’interesse …

Ero innamorata di lui.

Ma era già il 3 Agosto, quell’estate stava passando troppo in fretta.

Avevo paura che tutto, una volta tornata in Florida, scomparisse.

Ma non volevo pensarci. Tutto stava andando bene, Avevo fatto pace con Edward, non volevo rovinarmi la giornata con il mio solito pessimismo.

Quella giornata però non l’avrei visto.

Mio padre voleva che andassi a cena con lui e Madison insieme ai suoi amici. Voleva stare un po’ con me, visto che passo la maggior parte del mio tempo a casa Cullen, cioè la casa di Alice e Edward.

Charlie mi ha raccontato che li conosceva bene. Soprattutto i genitori.

Quando sono venuti a mancare è stato il primo ad offrirgli il suo aiuto.

Mi ha detto che i Cullen erano sempre stati una famiglia molto forte e non si è stupito nel vedere il loro figlio maggiore alzarsi le maniche e mettersi a lavorare per mantenere sua sorella.

Anche se sostiene che molte volte non bisogna essere orgogliosi ed è bene accettare l’aiuto di qualcuno che non vuole nient’altro che il tuo bene. “Ma i Cullen sono fatti così.” Disse.

Madison interruppe il corso dei miei pensieri entrando nella mia stanza.

“Posso entrare?”

“Sei già dentro, Madison.” Dissi scherzando.

“Hai ragione.” Sorrise, poi continuò: “Volevo darti questo.” Mi porse uno scatolone largo e piatto.

“Cos’è?” Chiesi.

“Aprilo, credo che ti possa piacere.”

Lo aprii e trovai un vestito stupendo.

“Oh mio Dio, Madison!” Esclamai. “Ma è stupendo!” Continuai.

“Pensavo che potevi metterlo per la cena di questa sera. Faresti un figurone con gli amici di tuo padre. Li farai morire di invidia!” Ridacchiammo.

“Ceto che lo metterò!” Dissi. Poi rinsavii e mi resi conto che quel vestito doveva essergli costato un occhio della testa.

“Ma … Madison. Io non posso accettare. E’ una marca importante questa.” Dissi, guardando il cartellino.

“Sciocca, ma che dici? Ti ho comprato questo vestito perché volevo farlo. L’ho visto in vetrina e ho pensato subito a te. Se non avessi potuto comprarlo non lo avrei fatto, non credi?”

“Dio, grazie Madison. E’ bellissimo.” Dissi. E arrossi pensando a Edward che sbavava vedendomi con quel vestito. Ma il mio sguardo tornò subito triste ricordandomi che non ci saremmo visti.

“Che c’è?” Chiese Madison vedendo la mia espressione cambiare.

“No nulla è che … “ Lasciai la frase a metà. Ho sempre un blocco quando devo parlare dei sentimenti.

“Si tratta di un ragazzo?” Disse con sguardo da volpe.

“Si.” Ammisi, sorridendo appena.

“Oh, capisco. Vorresti che ti vedesse con questo vestito, vero?”.

“Si. Perché è meraviglioso!”

“Chi? Il vestito o il ragazzo?”

Ci pensai su un secondo e poi risposi: “Tutti e due!” E ridemmo.

“Se vuoi puoi invitarlo!” Disse.

L’idea era stupenda ed era venuta anche a me. L’avrei fatto subito se non fosse per il fatto che Madison non sapeva di chi si trattava. Non potevo invitare Edward per due motivi:

1 perché lui era più grande e non sapevo se Charlie avesse accettato il fatto.

2 perché … Edward, non sapeva che io fossi innamorata di lui. Anzi, mi considerava una ragazzina sciocca e immatura. Aveva chiarito subito quel giorno in spiaggia, dopo il bacio. Ciò mi fece capire che non ci sarebbero stati più momenti come quelli perché io non ero adatta per lui. Non provava niente per me ne ero sicura.

Il secondo motivo mi è sembrato quello più valido da raccontare a Madison.

“Ecco non posso. Io non piaccio a lui.”

“Ma scherzi? A quale ragazzo tu non piaceresti, Bella? Ti sei guardata bene allo specchio? Sei bellissima. E non lo dico perché sei la figlia del mio attuale compagno ma perché è la verità!”

“Grazie, Madison.” L’abbracciai.

“Pensaci, ok? Ah, al trucco ci penso io, ok? Ci vediamo dopo!” Disse, schizzando via dalla mia stanza.

Che donna. Sono fiera di mio padre.

Mi venne in mente Renè e decisi di chiamarla.

Dopo tre squilli rispose. “Hei, mamma.” Dissi.

“Tesoro! Come stai?”

“Bene, e tu mamma?”

“Tutto tranquillo, scricciolo. Solo che mi manchi molto.” Disse in tono triste.

“Anche tu mamma.”

“Bhè, manca poco no?” Disse e qualcosa dentro di me mi fece venire voglia di vomitare. L’argomento “Tornare a Casa”, non era proprio tra i miei preferiti ultimamente.

“Già …”

“Qualcosa non va, scricciolo?” Disse. In quel momento mi venne un idea geniale e decisi di parlargliene subito.

“Mamma, hai mai preso in considerazione l’idea di venire a vivere qui … A New York?”

“Cosa?”

“Si insomma, vivere qui. Così starei anche vicino a Charlie e potrei vederlo più spesso … “

Rimase in silenzio. Iniziai a contare i minuti e quel silenzio iniziava ad innervosirmi.

“Mamma?”

“Si, scricciolo. Ora sono … Sono un po’ occupata e … E … Ti richiamo io più tardi, ok? Un bacio, Amore. Ti voglio bene.” Non mi lasciò nemmeno il tempo di replicare. Stava piangendo. Ma perché?

Non le avevo detto niente di che, no? Forse ha frainteso qualcosa.

Ero sempre la solita. Pensa prima di parlare, bella! Pensai.

Non ero mai stata spaventata così tanto del mio futuro come in quel periodo.

Non pensavo che un semplice ragazzo e una migliore amica potessero fare una cosa del genere.

Se fosse stato per me avrei preferito restare per sempre con loro.

Non che non volessi bene a Charlie e Renè, ma sentivo che qualcosa di me apparteneva a quella famiglia, più specificamente ad Alice e Edward. Non riuscivo ancora a capire perché e questo mi disturbava. Mi rendeva insicura, molto insicura. E mi faceva fare stupidaggini come quella di dire a mia madre che volevo trasferirmi. O almeno glielo avevo fatto intendere. E lei aveva capito subito il messaggio.

Erano le sei e per le otto dovevo essere pronta. Avevo bisogno di rilassarmi così andai nel bagno di Charlie, quello che si trovava nella sua stanza che ovviamente condivideva con Madison. Ci andai perché il suo bagno aveva la vasca, in quel momento avevo proprio bisogno di un bagno caldo. La doccia mi avrebbe solo innervosito di più.

Aprii l’acqua e iniziai a spogliarmi. Misi un dito nella vasca per vedere se l’acqua era calda al punto giusto, poi mi voltai e vidi la mia immagine nuda riflessa nello specchio. Rimasi immobile per un secondo poi con una mano iniziai a percorre tutti i lineamenti del mio corpo. Devo ammettere che non sono proprio niente male. Pensai tra me e me. Scacciai subito quel pensiero e mi immersi nella vasca. Dopo nemmeno dieci minuti ero già rilassatissima e chiudendo gli occhi, vidi il volto di Edward e in un lampo sul mio viso comparve un sorriso ingenuo. Iniziai a far viaggiare la mia mente che iniziò a proiettare delle immagini di me e lui nella vasca insieme. Oddio, cosa mi stava succedendo? Non era da me pensare a certe cose. Ma lui riusciva a farmi quell'effetto. Non era la prima volta che pensavo a Edward in quei termini, ho immaginato anche di peggio. Si, lo ammetto: Molto spesso mi immaginavo a fare sesso con Edward. Fatto sta che ero rilassatissima.. Ma a rovinare tutto fu Charlie che entro in bagno senza bussare.

“Papà!” Urlai e lui schizzò fuori.

Lo sentivo fuori la porta che stava blaterando qualcosa e continuava a chiedermi scusa. Intanto io uscii subito dalla vasca, misi l’accappatoi ed usci furiosa dal bagno e corsi diritta in camera mia.

Feci sbollire la rabbia e dissi a mio padre che non importava. Dovevo avvertirlo che avrei occupato il suo bagno.

Comunque sia, detto fatto. Madison mi trucco. Ed era stata davvero brava. Non era stata eccessiva, un po’ di trucco come piaceva a me. Un po’ di matita, un ombretto che si addiceva alla mia carnagione e un filo di rossetto.

Poi infilai il vestito che mi andava a pennello. Arrivava a metà gambe e mi lasciava scoperte le spalle abbronzate. Madison mi prestò una sua collana che si intonava con il vestito, di un verde smeraldo bellissimo che mi dava delle belle forme, soprattutto al seno, e i tacchi leggermente alti.

Poi mi sistemo i capelli prendendone due ciocche dalle tempie e fermandomele dietro la nuca con un fermacapelli brillantinato.

Una volta che fummo tutti pronti, uscimmo e andammo al ristorante dove ci aspettavano tutti.

Arrivati, tutti sembravano ansiosi di conoscermi perché facevano una faccia entusiasta quando si presentavano a me.

“Oh questa è la tua adorabile figlia! Sai, Bella. Tuo padre parlava in continuazione di te prima che arrivassi! Sono felice di conoscerti!” Disse una signora un po’ bassina, con i capelli raccolti.

“Piacere mio, Signora.” Era la mia solita risposta per tutti.

Una volta seduti a tavola aprirono molti discorsi, fino a che non iniziarono a rivolgermi domande su quale college avevo puntato.

“Ecco, in verità … Io … “ Non sapevo che dire, faceva parte dell’argomento “Futuro”e al momento era la cosa più insicura della mia vita.

“Oh, mia figlia sta ancora valutando le varie possibilità. Non diamole fretta”, disse Charlie scherzando. Mi aveva salvata. Aveva capito che mi trovavo in difficoltà ed è intervenuto. Se non fosse stato mio padre lo avrei sposato senza pensarci due volte.

Tra tutte quelle domande e quelle persone mi iniziò a venire un capogiro, iniziai a vedere poco bene, mi mancava il fiato, come se per tutta la serata non avessi fatto altro che correre.

“Scusate, vado a prendere una boccata d’aria.” Tutti mi guardarono come fossi un’aliena, ma appena mi allontanai li sentì riprendere il discorso che stavano facendo.

Una volta fuori dal ristorante, mi sentii già un po’ meglio. Anche se il lampeggiare snervante del nome del locale, “The Moon”, iniziava davvero ad irritarmi.

Dopo circa dieci minuti riconobbi dall’altro lato della strada Edward.

Era vestito in maniera sportiva, come se stesse facendo una corsa, stava parlando con un uomo più grande di età ma più basso di statura e molto, molto grasso. Poi vidi un cosa che non avrei voluto vedere: Edward stava dando una pistola a quell’uomo.

I conti mano a mano stavano tornando. Ecco perché faceva sempre tardi la notte. C'era qualcosa di losco.

Subito mi fu tutto chiaro. Edward era finito in un brutto giro.

Una nausea fortissima mi colpii lo stomaco. No, non poteva essere vero. Il mio Edward …

Dovevo saperne di più.

Vidi che l’uomo si allontanò dandogli una pacca sul braccio mentre Edward rimaneva lì, fermo.

Decisi di chiamarlo.

“Hei, Edward.” Si volto subito verso di me. In un attimo attraversò la strada.

“Bella, che ci fai qui?” Disse, mentre si guardava in torno, con aria circospetta.

Io mi attinsi solo a fissarlo con aria estraniata.

“Sono qui con mio padre e degli amici.” Dissi poi, fredda.

“Ah giusto, la cena. Me lo hai detto.” Disse e iniziò a fissarmi come se solo in quell’istante si fosse reso conto di chi aveva di fronte.

“Sei … Bellissima questa sera.” I suoi occhi brillavano. Era sincero.

Non potei fare a meno di sciogliermi.

“Grazie … “ Dissi imbarazzata.

Continuava a fissarmi con quel sorrisetto divertito, si stava facendo un film mentale …

“Smettila!” Dissi, dandogli un colpetto sulla spalla.

“Scusa.” Disse colpevole e fece il sorriso che adoravo: il suo sorriso sghembo.

In quel momento mi venne da piangere …

“Hei, Bella? Che succede?” Voleva abbracciarmi ma mi spostai.

“Perché?” Gli chiesi.

“Cosa?”

“Perché avevi una pistola, Edward?”

“Abbassa la voce.” Disse, in maniera brusca. Tornò di nuovo il suo sguardo circospetto.

Non capivo perché piangevo, era solo il mio modo di reagire, ma Dio quanto desideravo non essere così stupida ma più forte.

“Bella, non è come pensi, davvero. Devi stare tranquilla. Quella pistola non era vera. E poi non sono cose che ti riguardano.” Disse ridendo. Non erano cose che mi riguardavano? Mi riguardavano eccome.

“Smettila di mentire!” Alzai il tono di voce.

“Hei, che succede?” Intervenne mio padre.

“Charlie, buona sera.” Disse Edward in maniera formale.

“Ciao, figliolo.” Rispose al saluto di Edward, accigliato. “Che succede, Bella?” Disse, rivolgendosi a me.

“Niente, papà. Niente. Sono cose che non mi riguardano.” Dissi, fulminando con lo sguardo Edward.

 

 

Tornammo a casa, e per tutto il resto della serata, dopo il mio incontro con Edward, ero stata apatica.

Mi chiusi subito in camera mia.

Inutile dirlo: Piansi tutta la notte.

Non sapevo nemmeno perché. Credevo che ormai eravamo arrivati ad avere più confidenza. Perché voleva nascondermi qualcosa? Sapevo che ciò che mi nascondeva era qualcosa di brutto, ma io volevo saperlo. Dovevo saperlo. Non volevo si mettesse nei guai. Avevo così paura di perderlo.

Forse … Dovrei solo rassegnarmi. Tanto in un modo o nell’altro lo avrei perso lo stesso. Sarei tornata in Florida.

Si, era questo quello che mi faceva piangere: Lo avrei perso. In qualunque modo.




Angolo autrice: Salve! :D Come va? Visto lo scarso successo del precedente capitolo, spero che almeno questo catturi la vostra attenzione xD Comunque sia grazie a tutte le persone che mi seguono :) Spero che questa storia vi continui a piacere e che non vi delusa :) 
Un bacio, vale. <3

  
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