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Autore: ely_comet    11/09/2012    5 recensioni
Oddio, oddio, oddio. Sto per imbattermi nel primo impegno serio di tutta la mia vita.
Questa fan fiction in sintesi parla di Sana e Akito, di come loro due affronteranno la vita di tutti i giorni, insieme. Ma prima che succeda.. beh.. ci vorrà un pochino di tempo, perché si sa: Sana è la solita zuccona e Akito il solito orgoglioso.
Buona lettura!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                  Capitolo 2. Al diavolo.

 Un raggio di luce insolente inondò completamente il viso di una ragazza che stava dormendo beatamente. Sana mugugnò qualcosa e si mise un cuscino in faccia. Il suono della sveglia nel frattempo aveva cominciato a rimbombare all’interno dell’appartamento di centocinquanta metri che Sana, Fuka, Aya e Hisae condividevano. Infatti in meno di due minuti la ciabatta di Fuka finì contro il letto di Sana.
“ Sana, dannazione! Spegni. Subito. Quella. Maledetta. Sveglia. “ aveva urlato la pacata Hisae. Sana si era alzata e aveva scaraventato la povera sveglia giù dalle scale. Poi era tornata a letto.
“ Sana, alzati. Oggi hai la prima lezione all’università. Non vorrai fare tardi.” eccolo, il quotidiano tono materno di Aya che dava voce ai pensieri della sua coscienza.
“ Va bene, va bene, mi alzo. “ la ragazza provò ad alzarsi, ma ricadde sul letto.” No, non ce la faccio. “
“ Kurata alzati. “ Alla velocità della luce, Fuka tirò sule tapparelle delle finestre, le spalancò e scoprì Sana dalle lenzuola che la avvolgevano come un involtino.
Sana finalmente si alzò e andò in bagno. Quando finalmente uscì, dopo una buona mezz’ora passata a truccarsi, sistemarsi i capelli neanche dovesse andare a un concorso di bellezza, filò in cucina. La ragazza benedì il giorno in cui Aya aveva accettato la proposta di andare ad abitare con loro. Aya puliva, cucinava e faceva la spesa. Non che le altre non ne fossero capaci, ma non avevano quel senso di responsabilità che aveva Aya, ecco tutto. “ Sana, oggi mi vedo con Tsu quindi a pranzo non credo di esserci.. “ disse, mentre versava il latte nella tazza rosa. La rossa sbiancò.
“ Che significa?” Fuka che aveva fatto lo stesso ragionamento di Sana. La prospettiva di lasciare Hisae a casa, da sola, a preparare il pranzo, non era così allettante.  
“ Quindi preparerò tutto io!” esclamò Hisae. “ Volevo giusto provare quella ricetta che mi aveva dato mia madre l’altro giorno… “
“ Ora che ci penso Hisae.. io credo che dovrò fermarmi in ufficio. Sai ultimamente abbiamo così tanto lavoro da fare.. “ disse Fuka, fingendosi pensierosa.
“ D’accordo. Sana allora saremo solo io e te.”
“ Perché invece di pensare a me, non vedi Gomi? Secondo me dovreste uscire a pranzo, tanto siete nella stessa facoltà giusto? Potreste andare a mangiare dopo le lezioni e chiacchierare un po’.. “
“ E tu come farai?”
“ Vedrai che starò benone!” disse Sana, con un sorriso a trentadue denti. “ Oh cavolo sono in ritardo!” La rossa uscì di corsa, mentre le altre scuotevano la testa e pensando che non sarebbe mai cambiata.
Mentre Sana si dirigeva verso la metropolitana, accese il telefono. Le arrivarono subito diversi messaggi e tutti di un unico mittente: Naozumi. Uscivano ormai da mesi ma lei non voleva iniziare una storia con lui. Certo, insieme stavano bene, e si erano anche baciati una o due volte ma non era come baciare Akito.
Akito era diverso e baciava in modo diverso. Se baciare Naozumi era come un giro in mongolfiera, bello, dolce e romantico, baciare Akito era come andare sull’ottovolante e fare un’infinita serie di giravolte. Baciare Akito era sconvolgente. Ed eccitante. E magico. E sempre diverso. E molto più bello di baciare Naozumi.
Sana ripensò all’ultimo bacio con Akito. Era stata la sera prima della loro litigata. Akito e gli altri avevano deciso di andare al cinema per vedere quel nuovo film di cui nessuno si ricordava il nome. Avevano infatti passato mezz’ora alle casse per capire qual era il film che volevano vedere. Alla fine si era rivelata una rottura di scatole pazzesca e così tutti e sette avevano deciso di andare a mangiare una pizza li vicino. Verso mezzanotte Akito aveva accompagnato Sana a casa mentre gli altri erano andati in un nuovo locale in centro. Aveva parcheggiato davanti al condominio di Sana e l’aveva accompagnata alla porta. Ma quando lui le aveva detto che era contento di averla accompagnata a casa e che la serata non gli era dispiaciuta ,Sana gli aveva lanciato un lungo sguardo dolce e Akito allora l’aveva baciata. Non solo Sana non si era staccata, anzi aveva risposto al bacio con molta più foga e passione avesse in corpo. Si erano staccati senza fiato e con una luce diversa negli occhi. La ragazza aveva sussurrato un Buona Notte Akito ed era corsa in casa. Akito invece, era salito in macchina e aveva chiamato subito Tsuyoshi, il quale aveva fatto il suo Balletto della Felicità per circa mezz’ora. Sana ripensando a quel bacio, arrossì. Le mancava. Le mancava Akito. Le mancava uscire con lui o soltanto litigare con lui. Sospirò. Le mancava come amico o era qualcos’altro?
E’ un amico ovviamente, si disse Sana.
Certo, infatti a Tsuyoshi che è un amico, gli ficchi la lingua in gola.
No, certo che no. Aya mi ucciderebbe.
Allora come mai ad Akito che è un tuo “amico” ficchi la lingua in gola? Che razza di privilegio dovrebbe avere per meritarsi questo tuo comportamento?
Nessuno! Akito è solo un amico. Un amico a me molto caro. Fine.
Si certo, caro. Con tutte queste bugie ti crescerà il naso.
Sana scese dalla metro e si diresse verso l’università. Era in anticipo, stranamente. Entrò nell’aula dove si sarebbe svolta la lezione, ma i suoi pensieri ora vagavano verso Akito. le sarebbe davvero piaciuto riverderlo e chiarire questa situazione una volta per tutte.
Akito nel frattempo aveva preso la metropolitana ed era entrato anche lui dentro il grande edificio. Immaginava che Sana quella mattina si sarebbe presentata in ritardo e che quindi lui non avrebbe avuto problemi fino all’ora di pranzo. Ma mentre questo pensiero gli attraversava la testa ed entrava nell’aula, la vide. Era seduta in terza fila ed era ancora più bella di come Akito se la ricordava. I capelli rossi erano raccolti in uno chignon disordinato e gli occhi guardavano da destra a sinistra in cerca di chissà cosa. Ma poi il suo sguardo incrociò quello di Akito.
Fu come un tuono scoppiato all’improvviso dentro la classe. E poi un fulmine. E poi l’intero sistema solare cominciò a roteare in maniera estremamente veloce. Akito voleva sedersi accanto a lei e Sana voleva la stessa cosa. Ma l’istinto di entrambi li convinse a stare separati per le due ore che ne seguirono. Akito si sentiva come una calamita e ogni volta che poteva, incrociava lo sguardo della ragazza, mentre Sana aveva una gran voglia di baciarlo. Cosa che la rese nervosa. Molto nervosa. E anche lei cercava disperatamente lo sguardo del ragazzo ogni volta che ne aveva l’occasione. Quando la lezione finì, Sana raccolse i suoi libri e si diresse verso l’uscita. La sua testa continuava a dirle di fare più in fretta ma il suo cuore, quello che batteva all’impazzata sotto il maglioncino di filo, le disse di rallentare. Akito infatti la raggiunse subito e la prese per un braccio, trascinandola in disparte.
“ Hayama.” Disse Sana, cercando di sembrare il più distaccata possibile.
“ Kurata, credo di dovermi scusare, vero?” La ragazza annuì.
“ Mi dispiace per quello che ho detto. Non ci stavo con la testa e ho detto delle cose poco carine su Kamura.. o come vuoi chiamarlo tu, visto che starete insieme..”
“ Non stiamo insieme.. usciamo e basta..” lo corresse Sana e Akito in quel momento desiderò con tutte le sue forze di poter posare le sue labbra su quelle di lei, ma si trattenne.
“ An.. davvero? Comunque mi dispiace.. “ disse infine Akito. La ragazza sorrise dolcemente e lo abbracciò, anche se il suo istinto le urlava di portarlo in un aula e di comportarsi in una maniera che Aya avrebbe definito vergognosa. Ma non lo fece.
Passarono il resto della giornata insieme, passeggiando o rileggendo gli appunti scritti durante la lezione. Naturalmente litigarono diverse volte, precisamente trentadue, Sana le aveva contate, e alla fine della giornata Akito come sempre riportò la ragazza a casa.
Erano davanti all’ingresso che stavano discutendo su quale fosse il gusto preferito per il gelato della rossa.
“ Ti ripeto che è la fragola il mio gusto preferito!”
“ Ma se prendi sempre il cioccolato!”
“ Allora mi osservi?” chiese Sana avvicinandosi al viso di Akito.
“ Sempre.” ghignò lui.
“ Grazie per le scuse e so che ti sono costate molto. E grazie per la giornata, mi ci voleva.”
“ Di nulla.” Disse solo Akito. Era troppo incantato a guardarla con quei suoi occhi così scuri e quelle labbra dolci. Sana sorrise. E Akito si abbandonò al proprio istinto. La spinse contro la porta e la baciò. La baciò con dolcezza, delicatezza e amore. Sana reagì subito. Gli allacciò le braccia al collo e rispose al bacio. Di nuovo. Si staccarono solo per riprendere ossigeno.
“ Grazie ancora.” Sussurrò Sana. Akito la guardava e basta. La ragazza gli rivolse un altro sguardo ed entrò. Uno sguardo che sembrava pieno d’amore, secondo Akito. Scosse la testa e risalì in macchina.
Solo un amico, eh?
“Al diavolo.” Disse Sana ad alta voce salendo le scale.

 




Salvee :) secondo capitolo che a me piace particolarmente :)
almeno i due idioti stavolta qualcosa l'hanno fatta :D
ci vediamo al prossimo, ispirazione permettendo!
adios :D
ele <3
  
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