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Autore: Eleonora1D    11/09/2012    5 recensioni
"Un giorno mia madre mi comunicò la notizia che avrebbe portato la fine o l’inizio della mia vita. Mi comunicò che ci saremmo dovute trasferire un piccolo paesino chiamato Wolverhampton".
"Non è per me" era la frase che Cher si ripeteva di più quando doveva affrontare l'argomento AMORE ma qualcosa, nella nuova piccola città, sarebbe cambiata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter three.


La sveglia suonò alle 7.00
Alexie, sdraiata nel letto affianco al mio, si alzò e andò a spegnerla.
-Buon giorno – Le dissi facendomi forza sulle braccia per mettermi seduta sul letto.
-Buon giorno a te – Mi rispose sorridente – Pronta per questo primo giorno di scuola?  -
-Certo, che non lo vedi? Sprizzo gioia da tutti i pori – Dissi ridendo.
Subito dopo mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno. Mi feci una doccia al volo, mi lavai il viso ed uscii pronta per vestirmi.
In quel college da circa un anno era stata inserita una nuova regola, o meglio, il preside fu così gentile da permettere a noi studenti di non indossare più la divisa con lo stemma della scuola stessa, eccetto per le cheerleader che avevano scelto, naturalmente per sottolineare la loro diversità e quindi superiorità, la loro solita divisa: Gonna abbastanza corta con una maglietta a maniche corte o canottiera che lasciava intravedere un piccolo filo della loro pancia piatta, oserei dire quasi perfetta.
Ero contenta di quella nuova regola. Avevo sempre odiato le divise scolastiche. Erano tutte uguali, ed era come se tutte le persone che le indossavano di conseguenza fossero uguali tra loro, ed era come se nessuno avesse una propria personalità, un proprio carattere.
Come primo giorno di scuola decisi di indossare qualcosa che non desse molto nell’occhio, sapevo che sarei stata al centro dell’attenzione per un po’, e quindi volevo mettermi qualcosa di semplice, ma allo stesso tempo di femminile. Presi così dall’armadio dei leggings marroni, una camicetta color panna con delle maniche rigirate che arrivavano a metà braccio, mi misi ai piedi degli stivaletti dello stesso colore dei pantaloni, mi sistemai i capelli nel miglior modo possibile fermando alcune ciocche ribelli con un fermaglio a forma di fiore, presi la borsa marrone 
http://www.polyvore.com/11/set?id=48866425#stream_box  ci misi dentro le cose a me indispensabili, aggiungendo anche l’occorrente per la scuola e infine aspettai che Alexie si fosse preparata per andare nella mensa per mangiare qualcosa per colazione.
Subito dopo essere uscite dalla stanza, mi ricordai del mio ciondolo porta fortuna, quello a forma di delfino. Me l’aveva regalato mio padre alla festa dei miei cinque anni. Lui come me, amava il mare, per noi era un simbolo di libertà, di spensieratezza e quindi aveva deciso di regalarmi proprio quell’animale di modo che io potessi sempre ricordarmi del nostro spirito libero che ci accomunava. Era l’unico ricordo materiale, oltre le foto, che avevo di lui. Lo portavo sempre con me, al collo, ma in quei giorni non lo indossavo perché la catenella si era rotta e quindi nell’attesa di prenderne una nuova, lo portavo nella borsa.
-Spetta devo prendere una cosa importante – Dissi rivolta ad Alexie rientrando in stanza.
Presi la borsa che avevo il giorno precedente, la svuotai completamente ma non lo trovai.
Entrai nel panico.
Cominciai a cercare in tutti i luoghi in cui lo avevo potuto lasciare, ma niente, di quel ciondolo non c’era traccia.
-Merda! – Sbottai sedendomi per terra con le gambe incrociate e il viso tra le mani.
-Che è successo? – Mi chiese la bionda preoccupata.
-Il ciondolo, quello con il delfino, quello di mio padre, non lo trovo –
-Sei sicura di averlo portato? Forse l’hai lasciato da qualche parte –
-Si sono sicurissima, lo porto sempre con me, non esco mai senza –
-Allora dovrà stare sicuramente qui. Oggi pomeriggio quando finiscono le lezioni ci mettiamo a cercarlo, dai, tranquilla adesso – Mi disse con voce dolce e rassicurante.
Le sorrisi.
Quella ragazza si stava dimostrando una vera amica.
Mi alzai da terra ed Alexie fece lo stesso. Avrei dovuto affrontare il primo giorno senza quel ciondolo e la cosa si stava facendo sempre più complicata.
Entrammo nella mensa ed era piena di studenti in fibrillazione per il primo giorno di scuola. Io e la mia amica prendemmo un cornetto con un cappuccino e ci sedemmo ad un tavolo. Poco dopo venimmo raggiunte da due ragazzi.
-Tu sei la studentessa nuova giusto? – Mi chiese una ragazza dai capelli rossi naturali.
-Beh, a quanto pare si, mi conoscono tutti con quel nome ormai. Comunque sono Cher, piacere – Dissi rivolta a lei e al ragazzo al suo fianco.
-Io sono Catherine, lui è Alex, mio fratello – Disse la rossa indicando prima se stessa e poi il biondo cenere accanto a lei.
Mi soffermai per un attimo a guardare il ragazzo accanto a Catherine. Era alto, biondo con gli occhi marroni. Sembrava il tipico ragazzo che fa parte della squadra di basket, ma stranamente non aveva ne la giacca e ne tanto meno sedeva al tavolo di quel gruppo. Sembrava un ragazzo misterioso, ma allo stesso tempo abbastanza spavaldo. (Ecco come me lo immagino 
http://weheartit.com/entry/36449493 ).
Senza neanche chiederci niente, si accomodarono al nostro tavolo. Alexie già li conosceva e rise quando vide la mia espressione un po’ seccata alle parole “nuova studentessa”.
Avevo costantemente la sensazione che qualcuno mi fissasse e infatti notai che quell’Alex da poco conosciuto era più concentrato nel guardare me che il suo caffè di fronte a lui.
-Concentrati su quella tazza che poi il caffè freddo fa schifo! – Dissi con un sorrisino. 
Lui scosse la testa come per riprendersi dalla brutta figura, prese in mano la tazza e riprese a bere la miscela che c’era al suo interno.
Quella sensazione però non voleva cessare. Ero sicura di avere degli occhi fissi su di me. La domanda era: A chi appartenevano?
Girai il capo alla ricerca di questa persona e vidi che Liam, il fratello di Alexie nonché colui con cui mi ero scontrata il giorno precedente, aveva lo sguardo rivolto verso il nostro tavolo. Quando i miei occhi si incrociarono con i suoi, lui si alzò dal tavolo dal quale era seduto, lasciò le sue cheerleader e i suoi compagni parlare tra di loro, e venne verso di noi.
-Ciao Alexie, ciao Cher, ci vediamo a lezione – Disse con un sorrisino da stronzo ignorando Catherine e Alex.
Io non risposi, mi limitai a sorridere. Era un sorriso forzato. Non sopportavo quel ragazzo, con lui avevo parlato una sola volta ma quella mi era bastata per capire di che tipo si trattasse. Era uno dei più popolari e più belli, e lo potei capire anche da come Catherine era andata in iperventilazione dopo quel saluto, per altro rivolto solo a noi. Era uno che usciva spesso e forse quasi sempre con le cheerleader, a cui importava molto l’apparenza e poco la sostanza. Il solito stronzo della solita scuola insomma!
Dopo quella ridicola scena io e Alexie ci alzammo, salutammo Catherine e Alex e ci recammo al piano superiore in attesa del suono della campanella.
La bionda mi accompagnò al mio armadietto che per fortuna era proprio accanto al suo. Digitai il codice, aprii lo sportello e presi i libri delle prime due ore di lezione: Matematica.
Driiiiiiiiinnn…
La campanella suonò e i corridoi da pieni di studenti, tutto d’un tratto si svuotarono. Iniziai a cercare la mia classe e quando la trovai entrai dentro sotto gli occhi di tutti puntati su di me. Sorrisi un po’ forzata a tutti i miei nuovi compagni di classe e mi fiondai sull’unico banco completamente libero, proprio al centro della classe. Dopo essermi seduta vidi entrare dalla porta una persona di mia conoscenza: Alex.
Quando mi vide sfoggiò un mega sorriso, mi fece segno con la mano mentre piano piano si avvicinava al mio banco.
-Anche tu qui? – Mi domandò sedendosi al mio fianco.
-A quanto pare si – Dissi forse un po’ troppo fredda.
Non ci fece molto caso poiché subito dopo la mia risposta entrò dalla porta la nostra professoressa di matematica. Doveva avere su per giù quarant’anni, portati anche molto bene, aveva un caschetto di capelli color castano scuro che metteva in evidenza il suo vestito arancione abbastanza acceso.
La professoressa iniziò a fare l’appello e io cercai di stare il più attenta possibile nel memorizzare i nomi che lei stessa chiamava. Arrivata al nome “Liam Payne” si fermò constatando che il ragazzo ancora non era entrato.
-Presente – Disse ridendo il moro entrando dalla porta con aria trionfante.
-Venti minuti di ritardo. Ti sembra il modo di iniziare bene l’anno signor Payne? –
-Prof, ma sono solo venti minuti, non è poi così tanto –
-E posso sapere il motivo di questo tuo ritardo? – Chiese la donna insistente.
-In questo caso mi affido alla privacy – Rispose ridendo.
Camminò per la classe sotto gli occhi di tutti: Delle ragazze che sbavavano dietro ogni suo stupido movimento, e sotto invece di quelli dei ragazzi che cercavano di osservarlo minuziosamente per poi provare a ricopiare i suoi stessi atteggiamenti.
-Dove eri finito? – Chiese il suo amico che dalle parole della professoressa capii che si doveva chiamare Louis.
-Con Jasmine, la cheerleader – Rispose Liam facendo l’occhiolino all’amico.
-Ancora? Ma non avevi chiuso con lei? –
-Infatti non ci sto insieme. Diciamo che si sentiva particolarmente sola e…e in qualità di gentiluomo le ho tenuto un po’ di compagnia. Tutto qui – Disse con un sorriso sulle labbra.
Ridicolo pensai tra me e me.
Come volevasi dimostrare le mie idee su di lui costituivano soltanto la pura realtà.
La mia attenzione però venne catturata dalla voce della professoressa che, una volta finito l’appello, fece il mio nome, invitandomi a raggiungerla alla cattedra per una piccola presentazione alla classe. Quando mi alzai dalla sedia passai vicino al banco dov'erano seduti Liam e Louis e sentii dire da uno dei due una frase: "Però la nuova ha un bel culo"
Raggiunsi la cattedra, feci la mia piccola presentazione e prima di ritornare al mio banco mi fermai davanti a quello dei due cretini.
-Le vostre amichette ad un commento del genere avrebbero ringraziato anche con altri tipi di favori, ma siccome non sono loro, vi dico semplicemente di tenere quegli occhi e quella bocca riservate a loro – Dissi con un misto di acidità e di scontrosità.
Di solito non mi comportavo in quella maniera, ma quei tipi, soprattutto uno, mi dava il nervoso.
-Cart mettiti al tuo posto che devo cominciare la lezione – Mi disse la professoressa alzandosi per andare alla lavagna.
Le due ore tra equazioni e disequazioni sembravano non passare mai, ma invece il “driin” della campanella mi fece ricordare, nonostante a me non sembrasse proprio, che anche in quelle occasioni di totale noia, il tempo scorreva come sempre.
Tutti i miei compagni si catapultarono fuori la classe, in direzione degli armadietti per cambiare libri in base alla materia successiva. Io presi quelli di letteratura e insieme ad Alexie che stavolta avevo come compagna di classe, ci dirigemmo verso la nostra aula.
Le 13.00 fortunatamente arrivarono abbastanza in fretta e insieme ci recammo nella mensa. Come immaginavo qui c’era un vero e proprio caos, peggio della mattina. Tra la fila e la “lotta” per i tavoli migliori, riuscimmo a prenderne uno in una posizione abbastanza favorevole. Dopo mangiato avevo bisogno della mia solita sigaretta, così uscii fuori al giardino. Raggiunsi una panchina vicino al prato, mi sedetti, presi dalla borsa il mio pacchetto di “Chesterfield” e me ne accesi una.
Successivamente vidi in lontananza una sagoma appartenente a qualcuno che già conoscevo: Liam Payne.
-Non lo hai visto il cartello? In questa zona non si può fumare – Mi disse avvicinandosi sempre più.
Mi girai e vidi effettivamente un cartello con su scritto “Vietato fumare”. Come se nulla fosse mi alzai, andai verso quel cartello e lo rigirai in modo che la scritta non si vedesse.
-Adesso non c’è più – Disse sorridendo portandomi la sigaretta alla bocca.
Rise.
-E tu scusa, da quando sei diventato un ragazzo che rispetta le regole?  -
-Perché, che cosa ti fa pensare che io sia uno che non le rispetta?  -
-I tuoi genitori non ti hanno insegnato che ad una domanda non si risponde con un'altra domanda? - 
Rise, ancora.
Non era una di quelle risate rumorose, ma era una di quelle in cui si potevano vedere i denti bianchissimi e perfetti del ragazzo.
-Cart, stasera c’è una festa, in palestra. E’ stata organizzata dalle cheerleader per inizio anno. Che fai, vieni? Con mia sorella ovviamente – Si sbrigò ad aggiungere.
-Non so. Nel caso, come mi devo vestire? Con minigonna e canottiera stile cheerleader? No perchè se è così dimmelo subito che devo provvedere visto che il mio armadio non contiene niente di tutto ciò – Chiesi ironicamente buttando a terra il mozzicone della sigaretta.
-Beh, se proprio vuoi, puoi venire proprio senza niente, risparmi tempo ed energie che useresti per prepararti. – Disse con quel suo sorrisino quasi malizioso stavolta.
-Payne, riprenditi – Gli dissi – Non mi chiamo Jasmine - 
Mi alzai, presi la mia borsa e me ne ritornai in camera alla ricerca del mio ciondolo.
-Allora ti aspetto – Mi disse mentre ero già sulla soglia della porta.
Nonostante io e Alexie rivoltammo la stanza come un calzino, il ciondolo non si decideva ad uscire fuori.
Misi la mia amica al corrente della festa che si sarebbe svolta la sera stessa e senza neanche pensarci su due volte, aprì l’armadio per prendere uno dei suoi vestiti più belli mentre io ero intenta a guardare il suo grande entusiasmo.

 

Tadadadan :) 
Eccomi tornata alla riscossa(?)
Allora..Come state? 
Io dopo domani (Giovedì) reinizio la scuola e al solo pensiero mi viene da piangere.
Non ce la posso fare! AHAHAHAH :')
Voi, l'avete già iniziata? 
CComunque, parliamo di cose più interessanti come il capitolo..
E' diciamo una piccola presentazione, ancora non succede niente di che,ma nel prossimo FORSE....
Che ne pensate di Alex? E della piccola "guerra" che si è creata tra Cher e Liam?
Fatemi sapere tutti i vostri pareri con una
RECENSIONE
Spero che il capitolo vi piaccia. 
Un bacione. 
Ele xx 

  
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