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Autore: LucyInTheSky_Rory    12/09/2012    1 recensioni
Lauren è una normalissima quindicenne, fin quando il destino non la porta in Italia, facendole incontrare tre ragazze. Ognuna di loro ha un segreto, un dono. Lauren scoprirà presto che il destino ha giocato con loro, rendendole sconvolte. Ma se fossero loro a cambiare il destino? E se il pericolo si rivelasse più vicino e subdolo del previsto?
Degli adolescenti si ritroveranno a fare un viaggio pazzesco, che regalerà a loro mille emozioni.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MI SCUSO PER L'ENORME TRISTEZZA DI QUESTO CAPITOLO, MA SI, ERA NECESSARIO.

PS: NON HO POTUTO RIGUARDARE IL CAP, SCUSATE PER EVENTUALI ERRORI.

 

Capitolo 7

 

Feels like fire.

 

Fiamme.

Era tutto ciò che Adrienne vedeva attorno a lei.

Tante fiamme che avvolgevano la sua casetta in Provenza.

Era terrorizzata, non sapeva che fare, l'unica cosa in cui riusciva era piangere e gridare “aiuto”.

Gli occhi le bruciavano, sentiva il calore delle fiamme sulla sua pelle, lei stessa si sentiva parte del fuoco.

Il panico la stava opprimendo, voleva sentire di nuovo il profumo della lavanda, la tranquillità di quel posto quasi sacro, ma in quel giorno tutta l'atmosfera paradisiaca era svanita nel nulla, o meglio, nelle fiamme.

Era successo tutto troppo in fretta, aveva ancora il body della lezione di danza da cui era appena tornata.

Riuscì a sentire le urla disperate dei genitori provenienti dal piano di sopra, erano in trappola..

 

Adrienne si svegliò urlando.

I suoi capelli biondo cenere erano impregnato di sudore, così come il corpo, coperto solo da un pantaloncino e una canotta.

Avrebbe voluto dire che era stato solo un sogno, ma sarebbe stata solo un’enorme bugia. “Non sono in Francia, sono in Italia, con zia Emma e zio Carlo” pensò rassegnata.

Si alzò, in direzione del bagno. Aprì il getto d’acqua fredda, riempiendosene le mani, si bagnò il viso. L’impatto con l’acqua fredda le fece uno strano effetto, la spense.

Spense la sua mente, e i pensieri che la percorrevano, che la tormentavano, soprattutto uno, da cosa era stato causato quell’incendio? E quanto ci avrebbe messo la Polizia a scoprirlo?

Fissò il suo riflesso nello specchio, notò per l’ennesima volta una stranezza nei suoi occhi, non erano più di quell’irresistibile azzurro ghiaccio, ma si erano tinti di rosso, lo stesso rosso della pietra che portava al collo, trovata nei resti della casa dopo l’incendio, l’incendio che aveva tolto la vita ai suoi genitori.

Si affacciò al balconcino della sua cameretta, la vista la incantò, il vento soffiava sulle sue guance candide.

La luna era piena quella notte, rifletteva in tutto il suo splendore sull'acqua tremula, quasi dello stesso blu del cielo, cosparso di stelle che luccicavano come se fossero diamanti.

Avrebbe voluto restare lì in eterno avendo i brividi sulla pelle al contatto con l'aria fresca, a godersi quella pace che nel giorno a Roma, molto probabilmente una delle città più chiassose per lei, era impossibile percepire.

La porta si aprì e zia Emma, una signora sui quaranta, entrò con un espressione preoccupata sul volto, Adrienne si voltò di scatto.

«Zia, scusa se ti ho svegliata» disse rientrando nella camera.

«Non ti preoccupare» disse la donna mostrando un sorriso comprensivo, poi continuò «Ti ho sentita..» Emma abbassò la testa, non riusciva a sopportare il fatto che la sua nipotina, quella che aveva sempre amato, stesse in quella situazione.

«Sto bene» Adrienne cercò far suonare la frase più vera possibile, troppo difficile.

Nonostante Emma si accorse della falsità della frase fece finta di niente, avrebbe solo complicato le cose.

«Adrienne, vai a letto, cara. Domani ti aspetta il primo giorno alla scuola di danza» Emma accarezzò il viso freddo della giovane ed uscì dalla porta.

Adrienne non esitò a mettersi a letto e a calarsi in uno dei più profondi sonni.

La mattina alle nove e mezza una sveglia la fece alzare. Non ci mise molto a lavarsi vestirsi e prepararsi la borsa, ma quanto vide il suo vecchio body di danza, i ricordi della sua vecchia vita sbocciarono ancora.

Li scacciò bruscamente.

Senza neanche fare colazione uscì di casa e si avviò alla scuola di danza vicino casa, non era l'accademia, ma sarebbe stata sicuro una buona scuola.

Appena arrivata la segretaria le indicò una stanza, dove altre dieci ragazze con un fisico peretto come il suo si allenavano facendo streaching, seguendo un'uomo sulla trentina che, accogendosi della sua presenza si presentò come Paolo e la invitò alla lezione.

Adrienne non esitò un momento, dopotutto era molto sicura sulle sue capacità nella danza.

«Concentratevi, chiudete gli occhi e immaginate di avere una palla in mano» disse Paolo facendo da esempio.

Adrienne si sentì molto in imbarazzo, gli esercizi in accademia si limitavano a sforzi fisici.

Iniziava a sentire caldo, la testa le pulsava. Continuava a dare la colpa al digiuno mattutino.

Ma quando aprì gli occhi, tutto cambiò.

Vide le tende infiammate, come quelle di casa sua il giorno dell'incendio.

Diede uno sguardo allo specchio, i suoi occhi erano rossi.

Fu l'ultima cosa che vide prima di cadere a terra, sconvolta.

   
 
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