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Autore: Cleofede94    12/09/2012    17 recensioni
E tu, Louis, che mi dicevi sempre che ogni cosa sarebbe andata bene.
Perché mi hai mentito?
Perché non mi hai mai detto che a volte sorridere non basta? Sorridere non serve a niente.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Caro, Louis


Quando ero piccola mi hanno insegnato che tutto ciò che inizia, prima o poi è destinato e finire.
E sai, è buffo da dire. Perché pensavo che tra me e te sarebbe stato davvero infinito.
Pensavo che fosse un qualcosa che andasse oltre, che non facesse parte di questo mondo, un qualcosa fuori dal comune.
Ti sto dicendo tutto questo perché sai, improvvisamente, quanto ti ritrovi da sola, con poche ore di tempo e sai che devi dire addio, la mente viene di colpo sommersa da tutte quelle parole che non ti ho mai detto.
Disordinate e caotiche, non mi fanno neanche capire cosa dovrei scrivere esattamente.
Io non ho mai creduto nei sentimenti e nei rapporti, sai.
Ma il nostro era diverso. Per me era sempre stato una cosa quotidiana, messa lì ad abbellire la mia vita orrenda.
Lo davo per scontato. Era parte del tutto e non sembrava un bell’ornamento o un dono per cui dire grazie.
Quante cose vorrei dire, ma non penso di avere il tempo per farlo.
Il mondo a volte è così ingiusto, ed io scrivo tentando di non piangere perché so che quando finirò di scrivere questa lettere, non avrò il tempo di rileggerla, quindi non devo fare errori.
Adesso mi manca l’aria, non riesco a respirare bene, sai? E pensare che quando ero con te invece mi sembrava di essere invincibile, di essere la tua roccia, di essere quella che sa sempre cosa dire, che sa aiutarti, che sa dirti che la vita può essere migliore se soltanto lo volessi.
E pensare che quel giorno, quando diventasti il mio compagno di banco, chi se lo aspettava che alla fine sarebbe andata a finire così?
Se solo lo avessi saputo non avrei permesso all’insegnante di scaricarmi lì di fianco a te, perché non avresti sofferto.
Ora sono qui. Sto lottando con tutta me stessa per non prendermela con la vita. Eppure non ci riesco.
La colpa è solo sua. Sua per tutte le volte in cui sarebbe dovuta essere dalla mia parte, e invece c’eri tu a dirmi che tutto sarebbe tornato al suo posto, che non ero una sfigata e che Dio non ce l’aveva con me.
Quest’ospedale mi sembra così freddo e cupo e il fatto che l’ultima cosa che vedrò sarà quel soffitto bianco davanti a me, mi fa venire il volta stomaco.
Ricordi quando mi dicesti che io sono forte? Vorrei esserlo adesso. Se fossi abbastanza forte non ti scriverei questa lettera.
Direi addio senza fiatare, perché non avrei paura.
E invece ho paura, Louis. Ho paura da morire.
Vorrei scrivere all’infinito per non lasciarti mai, ma so che prima o poi l’aria che respiro, insieme all’inchiostro di questa penna, finirà.
Mi dispiace così tanto. Io non volevo farti questo. Non volevo andare via.
Vorrei salutare tutti quanti da qui. Se ti va potresti dire ai miei che gli mando un bacio.
L’altra sera mentre il medico mi diceva che mi rimanevano poche ore di vita, ho pianto, da sola.
Non c’è nulla da fare, mi ha detto. E quando mai c’è qualcosa da fare per me?
L’eterna sfigata, ricordi?
Solitamente quando piango voglio stare con qualcuno, perché voglio che sappia che se sto male è perché ci tengo.
Invece questa volta volevo essere sola, Louis. Perché sono debole. Ho paura della vita.
Ho paura di morire. Ho paura di lasciare tutto. Ho paura di quello che penserà la gente quando sarò andata via; che l’ho fatto apposta.
E il dolore. Oh, riesco a sentire il dolore acuto di mia madre ancora prima che sappia che ho smesso di respirare.
Già la immagino, stesa a terra col respiro interrotto dai singhiozzi.
Ed io che guardo tutto dall’alto senza poter fare nulla. Com’è difficile fare del male alle persone senza volerlo, senza poterlo impedire.
Se potessi, adesso mi aprirei il petto con le mie stesse mani e mi strapperei i polmoni per mettermene dei nuovi, ma non ce la faccio.
Non ce la faccio a fare nulla. La mano mi trema ed io sto piangendo.
Scusa se ti sto bagnando il foglio, scusami.
Il fatto è che anche se il medico mi ha detto che probabilmente non supererò la notte, non voglio nessuno qui con me. 
Non voglio che mi vedano così.
Voglio che il tuo ultimo ricordo di me sia quello di Giovedì scorso, quando venisti a trovarmi.
Quando ti ho sorriso abbracciandoti, dicendo che prima ancora che te ne accorgessi sarei stata dietro la porta di casa tua a romperti di nuovo i coglioni. Vorrei che fosse vero. Vorrei svegliarmi domani mattina e ritrovarmi nella mia stanza, fare colazione, litigare con mia madre e venirti a chiamare per andare a scuola.
Come prima. Come prima di quel giorno, quando caddi a terra svenuta, ritrovandomi poi qui dentro.
Ma non è possibile.
Niente è possibile in questa cazzo di vita.
Non voglio lasciarti.
Non voglio.
Ora vorrei abbracciarti per un’ultima volta, vorrei stringerti.
Questo tubo orrendo mi sembra sempre più piccolo ad ogni minuto che passa, mi sembra che ci passi sempre meno aria.
Vorrei che mi aiutassi.
Aiutami, Louis.
Sii il mio supereroe, stanotte.
Non lasciarmi credere che mi permetterai di abbandonare tutto e scappare via.
Non vorrai mica che io mi arrenda così?
Io non voglio arrendermi.
Mi dispiace, credetemi.
Tutti quanti, vorrei...vorrei tante cose.
Vorrei smettere di piangere ora, vorrei vivere, davvero.
E tutte quelle cazzo di volte in cui ho detto che la mia vita faceva schifo.
Oh, Dio, mi hai punito per questo, non è vero?
Stronzo.
E tu, Louis, che mi dicevi sempre che ogni cosa sarebbe andata bene. Perché mi hai mentito?
Perché non mi hai mai detto che a volte sorridere non basta? Sorridere non serve a niente.
Che darei ora per rivivere ancora un giorno.
Come quando quella volta in spiaggia caddi dalla sedia a sdraio e tu ridesti fino a stenderti per terra tenendoti la pancia.
Oppure,mamma, mi dispiace per quella volta in cui ti arrabbiasti talmente tanto da sbattere quella tazza a terra e romperla in mille pezzi, mi dispiace. Io non avrei dovuto.
Ero così stupida qualche anno fa. Mi facevo prendere in giro e sbagliavo in continuazione.
E ora, tutti quelli a cui sono sempre stata sul cazzo saranno contenti.
Beh, brutti bastardi, io me ne andrò, ma non vi lascerò mai in pace da lassù.
Non so bene cosa ci sia là in alto, ma spero sia un bel posto, meglio di questo almeno.
Louis, tu eri, sei e sarai, quello di cui ho sempre avuto bisogno.
Le risate sguaiate, le cazzate, le figure di merda insieme, le intere nottate passate a parlare, io e te.
I pianti. Tutte le volte che ho pianto e tu eri lì ad abbracciarmi.
Mentre ora sono sola.
Sola con le mie paure.
Non voglio morire, Louis.
Mi sembra tutto così irreale, non mi sembra vero.
Eppure sto male.
So di stare male, vorrei davvero smettere di soffrire.
Mi sto sforzando di tenere gli occhi aperti perché non voglio lasciarti.
Sei l’unica cosa bella che io abbia mai avuto su questa terra, l’unica cosa che mi tiene ancora legata a questo letto di merda.
Non mi basterebbe una vita per scrivere una lettera che parla di noi.
Però ti prego, promettimi che non piangerai domattina.
Domani, quando quella telefonata ti arriverà all’orecchio, non devi piangere.
Credimi, non vorrei mai che succedesse.
Non vorrei che nessuno ti chiamasse per distruggerti la giornata, domani.
Non vorrei mai vedere mia madre cadere in ginocchio quando entrerà e vedrà questo lenzuolo che mi copre fino alla testa.
E io sarò fredda, pallida, morta.
Non sorriderò più, non ti chiederò mai più di abbracciarmi perché ho freddo.
E io voglio sorridere, Louis.
Io lo voglio, credimi.
Voglio sorridere domani quando mi vedrai.
Voglio farlo.
Perdonami.
Scusami se non potrò, non volevo.
Vorrei ridere, vorrei sentirti fare un’altra delle tua battute e invece non sentirò niente.
E tu non devi piangere, ti prego.
Non fare come me adesso.
Perché ora la vista mi si sta appannando ed io mi sento debole.
Non voglio dire addio, ma non riesco a respirare.
E la gente mi ha detto che lassù andrà tutto bene, che non soffrirò più.
Mi sembra solo ieri che sono entrata da quella porta sul fondo. E chi sapeva che non ci sarei mai più uscita?
L’ultima cosa che ho visto è lo schifo di questa stanza triste e spenta. Che bello, no? Già.
E poi farete un funerale.
Dopo, in chiesa, qualcuno dirà qualcosa di carino per me, credendo che serva a qualcosa.
Quando invece, serve soltanto a far stare male gli altri ancora di più.
Credo che sia arrivato il momento, Louis.
Augurami buona fortuna, dai.
Lo sai che sono sempre nervosa quando devo fare una cosa importante, io.
Dimmi “ in bocca al lupo ”.
Perché, ironia della sorte, io ti risponderò “ crepi ”. Che brutta parola da dire adesso, non trovi?
Ora però sono davvero stanca.
Louis, lo sai che sei il mio migliore amico.
Ti amo da morire.
E scusami se te lo dico solo ora, ma non volevo rovinare niente.
Ma non preoccuparti, perché tanto, tutto quello che mi hai già dato è stato perfetto.
Non vorrei avere niente in più.
Gli addii non mi sono mai piaciuti, lo sai.
Perciò ti dirò “ arrivederci ”.
Ho paura, Louis.
Stringimi la mano, perché adesso è pallida e trema, e non riesco nemmeno più a scrivere tanto bene.
Non riesco a sentirla.
Sappi che quando chiuderò gli occhi penserò a te, per sempre.
Ciao, amico mio.


Ehy, devo andare a nanna, scemo.
Domani c’è scuola e io non voglio avere le occhiaie per tutto il giorno.
Però non ti passerò a prendere, quindi non aspettarmi.
Non aspettarmi, Louis.
Vai avanti.
Fai quello che avrei voluto fare io.
Vivi.
 


Tua,
                                                                                                                                               Rose





















 

Ragazzi, sinceramente.
Non so perchè ho scritto questa cosa tristissima.
Volevo scrivere una shoot, ho aperto Word e..beh, avete visto che ho combinato.
Scusatemi, davvero, ç.ç
Ammazzatemi pure!
Vi dico solo che mentre la scrivevo piangevo.
Che cretina, direste voi.
No, in realtà mi sono immedesimata così tanto nel personaggio di Rose che mi pareva di stare davvero per morire, cribbio.
Spero soltanto che vi sia piaciuta.
Sono una povera depressa. T.T




Può sembrare banale, ma lei è Rose.
Ciao. :)

 
   
 
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