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Autore: pollama    12/09/2012    2 recensioni
[cit. dal primo capitolo] "Aveva bisogno di qualcosa di fresco, qualcosa che potesse dissetare le sue labbra inaridite".
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Erano passati cinque anni felici dall'ultima volta che Harry e i suoi amici avevano messo piede nella scuola di Hogwarts. Ma qualcosa è cambiato... un evento ha cambiato le loro vite ed è proprio per questo che presto vivranno una nuova avventura.
Storia avvincente e piena di colpi di scena, mistero e amore, suspense e... tanto altro :)
Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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2° capitolo




«Buon lavoro Harry»
«Grazie, ci vediamo per pranzo»
Harry prese la valigetta dei documenti e baciò con delicatezza la fronte di Ginny e con uno scricchiolio si smaterializzò, lasciando il salone di casa.
Il Ministero era stranamente più affollato del solito.
«’Giorno Signor Potter»
«Salve Potter»
La gente continuava a salutare Harry, ma lui ricambiava senza guardare direttamente negli occhi chi gli passava accanto.
Quella mattina era turbato, come se qualcosa di inaspettato potesse succedere da un momento all’altro.
Si diresse all’ascensore e premette il tasto che l’avrebbe portato all’ufficio di Arthur Weasley.
Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani”disse una voce cantilenante.
A quel piano non c’era nessuno, nemmeno i suoni delle tante persone che c’erano prima non si sentivano più.
Bussò lentamente ad una porta di legno scuro.
Quando si aprì Arthur lo abbracciò e lo fece accomodare su di una sedia traballante.
«Harry, che ci fai qui? Non farai tardi al lavoro?»
«Signor Weasley, ero solo venuto a salutarla»
«Ah… sono contento. Ma dimmi la verità cosa c’è che ti turba Harry?»
Oramai, Harry, per Arthur era una libro aperto. Più cercava di nascondere le sue emozioni più falliva nell’intento.
«Io… io volevo chiederle un favore»
«Dimmi tutto, farei questo ed altro per il marito di mia figlia»
«Signore, mi chiedevo se si poteva entrare ancora nell’ufficio misteri, sa è passato tanto tempo dall’ultima…»
«No»
Una risposta secca lo fece zittire facendolo rimanere a bocca aperta.
«Harry, è finita l’epoca delle pazzie. Tutto è cambiato… lo sai»
Quella frase gli fece tornare in mente il sogno della notte prima.
«Io devo trovare una soluzione. Anche lei lo sa» Harry strinse le mani implorante.
«Harry, tu sei un Auror… puoi trovare altri metodi per…»
«Ho provato tutto. Lo giuro! Ma niente, nessuna traccia»
«Pensi che entrando in quella stanza troverai Ron?» Arthur si alzò dalla sedia indicando un punto indefinito della parete alla sua destra.
Harry abbassò lo sguardo appena vide il segno di una ferita chiusa con fatica riaprirsi inaspettatamente.
Arthur si sedette nuovamente e sospirò, buttò lo sguardo su di una vecchia ed impolverata paperella di gomma che, presa in mano, fece uno strano sibilo.
«Harry, è arrivato il momento di pensare solo alla tua vita. Hai passato anni della tua adolescenza a cavartela in situazioni più grandi di te. E’ arrivato il momento di vivere come un mago normale»
«Signor Weasley, in quegli anni me la sono cavata grazie anche a suo figlio. Non posso stare con le mani in mano; lui era pronto a starmi vicino nel momento del bisogno»
Arthur sospirò e distogliendo lo sguardo dalla papera di gomma disse socchiudendo gli occhi pieni di lacrime.
«Harry, io e Molly abbiamo sofferto molto… prima Fred, poi Ron »
«Ron non è morto!» Harry a quel punto non poté trattenere quella piccola e calda lacrima che scivolò sulla guancia e ricadde bagnandogli la mano.
«Anche Molly lo dice sempre»
Si guardarono intensamente negli occhi ed Harry capì che l’avrebbe aiutato.
Arthur gli diede una pacca sulla spalla e lo abbracciò forte. Ma prima di chiudere la porta disse «Ah! Harry, penso sia meglio che dici al tuo capo che ti servono dei giorni di permesso. Non so se lo troverai in un giorno ciò che cerchi»
«Mi inventerò qualcosa» Harry sorrise e si allontanò dal corridoio per riprendere l’ascensore.


Chiese una settimana di ferie e gli fu concessa senza indugio, aver lavorato senza sosta per anni gli è servito a qualcosa.
Pranzò velocemente senza smettere di chiacchierare, tanto che Ginny lo guardava accigliata pensando che chissà che pozione avesse bevuto.
«Harry, cosa… sei diverso oggi» ridacchiò.
«Amore, sono solo euforico, ma non so il motivo, ma penso che sto per fare la cosa giusta»
«Cosa?»
«Non posso dirlo, riguarda me e…» voleva tener nascosto almeno per un po’ ciò che aveva in mente, ma parve che nemmeno con sua moglie riusciva ad essere un libro chiuso.
«Harry, non dirmi che ti sei messo in testa qualcosa di rischioso?»
«Ginny, io…» ma mentre stava per replicare si sentì bussare alla porta.
Ginny lo guardò come per dire “dopo finiamo il discorso”.
Harry l'accompagnò a vedere chi era che bussava insistentemente alla porta e quando l’aprirono videro un Hermione alquanto agitata.
«Her… Hermione»
«Scusate il mio impeto e solo che… volevo farvi vedere una cosa»
Hermione cacciò dalla tasca un foglietto imbrattato di inchiostro e sangue.
«L’ho trovato nel giardino di casa questa mattina»
Harry prese il biglietto in mano e lo lesse “Mi dispiace”
«C’è scritto solo questo. Non credi che…» Hermione non continuò la frase, ma Harry aveva capito cosa stesse pensando la sua amica. Annuì e disse con un filo di voce «Questa sera vieni da noi. Meglio se si sta tutti insieme. Queste macchie di sangue non mi piacciono»
Ginny sembrava contenta di passare nuovamente un po’ di tempo con la sua amica ed eccitata incominciò a fare dei programmi per la serata.
Hermione sembrò sorridere e annuire passivamente ed Harry sapeva che il motivo era la mancanza di Ron.
Guardare le due ragazze sedute sul divano gli fece tornare alla mente una delle tante serate passate insieme.


La neve cadeva soavemente sul terriccio fuori la casa e mentre si iniziava ad addobbare l’albero di Natale si sentivano le solite canzoni natalizie.
«Harry hai comprato il regalo a Hermione e a Ron?» Ginny lo guardava con rimprovero perché sapeva che si era dimenticato.
«Ehm… ora… ora vado» prese la giacca e piombò fuori la porta.
«Harry, Harry aspetta! Ti accompagno, dove devi andare?»
«Ron, non puoi venire anche tu»
«Ma devo!» Ron lo guardava con aria supplichevole quasi si mise in ginocchio.
«Hai dimenticato di comprare il regalo di Natale a tua moglie»
«Si, ma per un buon motivo»
«Quale sarebbe questo motivo?»

«E’ che non so che comprarle, ti prego Harry salvami!»


“Ti prego Harry salvami!” la frase fu ripetuta un'altra volta… ma non andò così quel giorno.
“Harry, ti prego”
Ancora una volta quella voce fuori campo.
Harry scrollò la testa e guardando Ginny ed Hermione disse con il fiato corto «E’ ancora vivo!»


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