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Autore: weitwegvonhier    12/09/2012    2 recensioni
Continuava a sfoggiare quel sorrisino a mezze labbra che, per qualche strano, stupido, irragionevole motivo, mi faceva andare fuori di testa, guardandomi divertito, in attesa della mia prossima stupida, imbarazzante mossa.
- In un caldo giorno d'agosto del 1998 una normale ragazza si scontra con uno sconosciuto per strada e....
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Desrosiers, Nuovo personaggio, Pierre Bouvier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A.S. Buongiornooo! Come va? :) Avete iniziato la scuola? Io sì, e ho con questa riniziato ad odiare tutti <3 Hahah A parte questa piccola cosa, eccomi tornata con un nuovo capitolo che, ci tengo a dirlo, non è stato facile scrivere. Oddio, cioè, entrare nella mente di Pierre, pensare a cosa avrebbe pensato, sentire cosa avrebbe sentito...è difficile. Con Maya è più semplice, è mia, è la mia 'creatura' (ow <3 Haha) ma Pierre...oddio. Ok, la smetto, spero che questo Pierre non vi deluderà e spero che il capitolo vi piaccia e non vi faccia annoiare. Vi anticipo che i prossimi saranno movimentati. Oooooooooooh! Hahaha Si, lo so, devo sempre fare la stupida. Vi lascio alla lettura, come sempre, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate! Soprattutto di questo Pierre, vi piace? Perchè...beh, ci tengo molto a questo Pierre della storia uù E a quello vero, ovvio. La smetto davvero. AAAAAh, scusate, eccolo. :)
(P.s. scusate se è un po' corto, vi prometto che gli altri torneranno più...ehm, lunghi? Si, lunghi. Haha Ciiao :3)



È stato il destino a farci incontrare, a farci capire chi siamo e ad incasinarci l'esistenza.
-Gianluca Menegazzo

Montreal, October7th, 1998
10.04

Mi stavo gustando la mia barretta di metà mattinata quando mi vidi passare davanti Matt, con la sua nuova ragazza, una certa Clair. Non aveva perso tempo: da quando gli avevo detto che non avevo più intenzione di stare al suo gioco –non è il mio gioco, noi due stiamo insieme!- o qualsiasi cosa fosse, neanche un’ora più tardi era già sentimentalmente impegnato con questa ragazza che sembrava uscita da una vetrina.
A pochi metri di distanza, ecco che arriva Michelle, arrabbiata, furiosa, rossa in viso e con l’evidente voglia di picchiare tutto ciò che si trovava sul suo cammino.
Stavo dando l’ultimo morso alla mia barretta quando mi resi conto di essere sul suo cammino.
-Tu!- mi disse, o meglio, mi urlò, puntandomi il dito contro il petto. –Tu, maledetta puttanella, questa me la paghi!- Ha la faccia tosta di dare della puttanella a me, mentre alla festa del suo compleanno si era baciata, e non voglio sapere che altro, con quello che doveva essere il mio ragazzo, mentre stava con Pierre?
Trattenni una risata.
-Scusami, non ti seguo. – Dissi tranquilla, dandole le spalle, per prendere i libri di psicologia nell’armadietto.-
-Tu Pierre non lo avrai, dovesse essere l’ultima cosa che faccio, me lo riprenderò!-
Io la guardai sorridendo. –Guarda che non è un oggetto, ha un cervello- al contrario di qualcuno, qui –ed è in grado di prendere da solo le sue decisioni. Io non ho fatto, né ho intenzione di fare proprio nulla.- Chiusi l’armadietto e me ne andai.

10.16

Aspettavamo tutti che il professor Roy, il mio insegnante preferito, arrivasse quando, ad un certo punto, eccolo lì.
-Che ci fai qui?-
Lui mi sorrise, ma non disse niente, andandosi a sedere all’ultimo banco, l’unico rimasto libero, mentre Roy entrava in classe.
-Buongiorno a tutti mostriciattoli, oggi si prospetta un’altra giornata impegnativa e piena di sorprese! Vi sentite pronti? Certo che vi sentite pronti, siete miei alunni perdio, vi ho istruito a dovere!-
Era famoso per i suoi monologhi che alle volte duravano dei minuti.
Mi chiedevo di che sorprese parlasse, e perché Pierre fosse seduto al corso di psicologia, quando aveva definito questa materia ‘stupida e sopravvalutata’ il giorno in cui mi permisi di dirgli che era la mia preferita.
-Prima di tutto, sono lieto di presentarvi il nostro nuovo acquisto!- Sorridente e sgargiante, allungò un braccio verso Pierre invitandolo a raggiungerlo alla cattedra. –Ho l’onore quest’oggi, miei cari alunni, di presentarvi questo bel giovanotto che ha deciso, saggia decisione a proposito, di unirsi al nostro corso! Il signor…- A Roy probabilmente sembrava di fare un discorso davanti ad un grande pubblico, mentre nessuno lo stava ascoltando. Io, per conto mio, stavo cercando di chiedere a Pierre che cosa diavolo ci facesse lì, ma lui mi guardava, e continuava a sorridere.
-Bouvier Pierre.- Disse, facendomi l’occhiolino.
Roy mandò a posto Pierre e iniziò a parlare di un progetto che aveva deciso di farci svolgere, a coppie.
-E’ un progetto sulla mente umana, che vi permetterà di interagire tra di voi, allo scopo di aumentare la vostra fiducia sia in voi stessi, che negli altri, e che vi permetterà inoltre di conoscervi molto meglio. Il tutto consiste nel passare una settimana a stretto contatto tra di voi, vale a dire, in una stanza, la quale sarà scelta secondo le vostre preferenze. Dovrete passare insieme almeno 8 ore ogni giorno e fare rapporto su di un foglio, questo ve lo consiglio caldamente, ogni volta. Alla fine della settimana ci ritroveremo tutti in palestra per ultimare questo progetto e dovrete consegnarmi i vostri rapporti, le vostre relazioni, dove descriverete i vostri sentimenti, belli o brutti che siano, le vostre idee e tutto quello che vi passa per la mente stando a stretto contatto con il vostro compagno. Ci siamo capiti?-
Dalla classe si alzò un rassegnato –sììì- mentre il professore prese il suo registro esclamando contento – Bene, e per non sentirmi dire che sono ingiusto, le coppie verranno scelte in ordine alfabetico!-
Un gran vociferare iniziò a riempire la classe: tizio che diceva a tizia che avrebbe voluto stare con lei, peccato che erano lontani. Tizia che diceva a tizio che, oh-mio-dio, con lui non voleva aver niente a che fare, non si permettesse neanche di guardarla, e la mia mente intanto, che facendo due calcoli, continuava a rifiutarsi di accettare l’evidenza.
Il professore iniziò a formare le coppie, e ad ogni nome pronunciato, si sentiva un coro di ‘woo’ formarsi dal fondo della classe.
-Adams Jennifer e Allen Chris.
Aroise Jean e Betruau Camille.-
Ecco, ilmomentodellaverità. Qualsiasi cosa dica, mantieni la calma.
-Bonnet Maya e Brown Mi…- Il mio cuore stava per esplodere. Si muova prof! –Oh, chiedo scusa, quasi mi dimenticavo del nostro nuovo acquisto! Bonnet Maya e Bouvier Pierre.- Se muori adesso è finita, calmati, respira, e andrà tutto bene. Sentivo di non potercela fare, più cercavo di evitarlo più il destino me lo riportava indietro.
Istintivamente mi voltai a guardarlo, mentre il professor Roy continuava a formare le coppie. –Colemhan Andrèe e Campbell Juliett.- Mi sorrideva, come se fosse soddisfatto di tutto questo, come se fosse stato il suo piano fin dall’inizio.
A che gioco stai giocando, Bouvier?
Alzai la mano. –Professore, mi scusi, le coppie sono definitive, non c’è modo di cambiarle? – No, signorina Bonnet, mi sorprende la sua domanda. Ma la mia risposta è no, positivo o negativo voglio un resoconto della vostra settimana insieme, dovesse essere questa passata in odio o in amore.- Misi giù il braccio, rassegnata.
-Quasi mi dimenticavo di dirvi- esordì Roy dopo aver formato tutte le tredici coppie -che il progetto inizia da oggi, quindi, gambe in spalla miei prodi! Voglio dare una bellissima A+ a tutti, quindi, buon lavoro e buona settimana!- Nel momento stesso in cui finì di parlare, la campanella suonò, e tutti uscirono dalla classe.
 
-Che cosa hai intenzione di fare?-
Mi guardava fisso negl’occhi, come a volermi dimostrare di poter sostenere il mio sguardo. –Proprio niente, perché me lo chiedi?-
-Hai lasciato Michelle.-
-Hai lasciato Matt.-
-Non stavamo insieme.-
-Non sembrava esattamente così, poco tempo fa.-
-Non sono affari tuoi.-
-Ti ho baciata.-
-Lo so, c’ero anch’io.-
-Quindi?-
-Quindi che? Quindi niente. Quindi sei un’idiota, che si ubriaca e va in giro a baciare le persone non pensando minimamente al fatto che queste potrebbero avere dei sentimenti e che probabilmente, in quel momento, avrebbero preferito non essere baciate.-
-In quel momento?-
-Smettila.-
-Di fare che?- Sorrideva.
-Di comportarti come se tu sapessi tutto di me. Non sai niente, niente della mia vita, non mi conosci, né mi capisci, quindi smettila di fare così perché per qualche strana ragione adesso dovremo passare una settimana insieme, e perché tu lo sappia, non ho alcuna intenzione di prendere un brutto voto a questo compito, quindi preparati e muovi il culo, perché ho bisogno di una buona media e non me la farò rovinare dal tuo stupido egoismo.- Mi alzai e me ne andai, prima di ricordarmi di avvisarlo che –Oggi, alle tre e mezzo, a casa tua.- e andarmene via, a spararmi qualche canzone nel cervello, con la speranza di non esser costretta a pensare a tutto quello che stava succedendo.

15.33

Giorno 1, stanza di Pierre.
1a ora - Maya

Siamo qui da dieci minuti, e tutto quello che ci siamo detti è stato ‘hey’, per poi sederci dalle parti opposte del letto e non rivolgersi la parola. Lui si è appena messo un videogioco, e io non so che cosa fare.
Sono passati dodici minuti e niente è cambiato. Pierre si arrabbia con il videogioco perché non riesce a superare uno stupido livello.
I primi venti minuti sono stati un inferno, non so se resisterò questa settimana così, lui gioca, e io guardo il soffitto.
Mi ha chiesto se avevo voglia di parlare, ma certo, dopo quaranta minuti si accorge che ci sono anche io nella stanza, che continui a giocare al suo stupido videogioco!
Ha cercato di avvicinarsi a me, l’ho respinto. C’è qualcosa che mi impedisce di stargli accanto. Quando posso uscire da questa stanza?

Giorno 1, nella mia stanza..
1a ora - Pierre

 
Ci siamo salutati e poi più niente, avrei voluto dirle qualcosa ma non sapevo da dove iniziare, così, per vincere l’imbarazzo mi sono messo a giocare alla play.
Cavolo! Non riesco a superare neanche il secondo livello, sono nervosissimo, averla nella mia stanza, a così poca distanza da me, mi mette soggezione.
Basta, è inutile continuare a giocare, mi sto innervosendo ancora di più. Provo ad avvicinarla? Ci provo.
Mi ha respinto, lo sapevo. Le ho chiesto se le andava di parlare, mi ha guardato e mi ha detto ‘no, continua pure a giocare, non  preoccuparti per me’. Mi è sembrata offesa, ma io non volevo offenderla.
Ho provato ad avvicinarmi a lei, a sedermi accanto a lei, ma si è alzata ed è andata a sedersi alla scrivania. Non so più che cosa fare, perché ce l’ha con me?
P.S. Oggi è bellissima.

23.01

Giorno 1, stanza di Pierre..
8a ora - Maya

Sto morendo di sonno, questa giornata non ha portato a niente. Odio stare qui senza fare niente, preferirei di gran lunga essere a casa mia a leggere un buon libro.
Continuo a fissare il muro, lui fa lo stesso. La tensione si taglia con il coltello in questa stanza.
Sarà una settimana molto lunga.
Sono stanchissima, i miei occhi non vogliono stare aperti, che ore sono?
 

Giorno 1, nella mia stanza..
8a ora - Pierre

Un giornata è già passata. Ma guardala, sbadiglia ogni tre secondi ma non vuole cedere al sonno. Fissa la parete, e io faccio lo stesso, per non rimanere a fissare lei.
Mi chiedo a cosa stia pensando, così assorta nel contemplare il muro giallastro.
Si è addormentata sul mio letto, alla fine ha ceduto, doveva essere stanchissima. Le ho messo una coperta, nel caso avesse freddo. E’ dolcissima mentre dorme, sembra leggera, sembra che stia bene davvero.
Che cosa starà sognando? Sorride. Adoro il suo sorriso.
La tentazione di salire sul letto e dormire con lei mi sta mangiando vivo, ma non posso farlo. Mi sistemo per terra ed aspetto domani. Spero che andrà meglio, mi preparerò qualcosa da fare. Voglio che stia bene in questa settimana con me.

23.49

Oddio, alla fine mi ero addormentata! E Pierre dormiva sul pavimento. E questa coperta? Mi ha portato la coperta…
Lo guardavo mentre dormiva, sembrava un bambino, sembrava così fragile.
Mi alzai piano dal letto, lo coprii con la coperta che mi aveva messo lui e me ne andai, cercando di non fare nessuna confusione. 

   
 
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