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Autore: Francy_92    12/09/2012    2 recensioni
[Dal capitolo 11]
«Sei una pessima attrice, lo sai?» disse Nicholas ridendo. Era comunque una risata stanca.
«Perché?»
«“Stamattina mi sono svegliata con una brutta tosse”? Non avevi una scusa migliore?»
«Ehi, non prendermi in giro. È la prima cosa che mi è venuta in mente»
«E il colpo di tosse poi. Sei proprio pessima come attrice, lasciatelo dire»
«Grazie mille. Quasi quasi telefono di nuovo e dico che sto meglio»
«No, scherzavo» disse Nicholas uscendo la testa da sotto il cuscino e prendendo Brianna per i fianchi.
«Grazie per aver mentito»
«Figurati. Tutto per te!»
«Ti amo» le disse Nicholas.
Spero che vi abbia incuriosito almeno un pò... Per scoprire il resto... prego... entrate xD
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 21

 
Brianna e Nicholas avevano passato due giorni a cercare casa e la sede della casa di moda.
Quando portarono tutte le loro cose nella nuova casa, Brianna era molto felice. Doveva solo abituarsi all’aria parigina. 
«Ti piace?»aveva chiesto Nicholas a Brianna una volta entrati in casa.
«Si è bellissima. L’adoro»aveva risposto Brianna.
In effetti era davvero una bellissima casa.
Appena si entrava c’era un piccolo corridoio; sulla destra il bagno, a sinistra la stanza dove sia Nicholas che Brianna potevano svolgere il loro lavoro, in fondo c’era la cucina e la camera da letto. Era una casa grande ma piccola allo stesso tempo. Era accogliente ma abbastanza spaziosa. Era come Brianna l’aveva sempre desiderata.
Il giorno prima del debutto nella casa di moda a Parigi, Brianna era stranamente tranquilla, anche se sotto sotto avrebbe voluto mettersi a gridare.
 
«Buongiorno»Nicholas quella mattina si era svegliato molto presto per prepararle la colazione.
«Buongiorno»
«Ti ho preparato la colazione»
«Grazie Nic… non dovevi»
«Si invece. Oggi è il grande giorno!»
«Già… e non so nemmeno cosa mettermi!»
«Troverai qualcosa»
Quando Brianna andò a vestirsi Nicholas l’aspettava seduto sul letto, mentre lei provava nella cabina armadio. Dopo un paio di no da parte di lui e mille da lei, Brianna scelse un paio di pantaloni neri e una maglietta verde che non aveva mai messo in vita sua, perché il colore non le piaceva, ma in quel momento il verde speranza ci stava proprio a pennello. Raccolse i capelli in una coda di cavallo, si truccò e uscì di casa insieme a Nicholas.
Davanti a quell’enorme palazzo Brianna era estremamente intimorita, ma Nicholas la baciò così profondamente che solo davanti a quelle dimostrazioni d’amore valeva la pena sentirsi piccoli piccoli. Quello era solo un lavoro. Cose materiali. L’amore era molto di più. In quel periodo Brianna poteva vivere di loro. Tra qualche giorno avrebbero pure festeggiato il loro primo anno insieme.
«Ce la farai! Sei brava. Adesso vai e fa vedere a tutti chi sei!»
«Va bene, se proprio devo»disse Brianna scherzando.
Si scambiarono un ultimo bacio e lei scese dalla macchina.
 
Entrò e andò verso la centralinista. Le chiese dove poteva trovare l’ufficio del capo e quella glielo indicò.
Una volta trovato, fece un respiro profondo e disse fra sé «Ce la posso fare! SI!!» ed entrò.
Si trovò davanti un ragazzo, forse sui venticinque anni, che la fissava. Brianna si chiese che cosa avesse da guardare.
Ad un tratto il ragazzo parlò «Buongiorno, lei deve essere la signorina Tilden»Il suo “capo”, sempre se lo fosse, parlava la sua lingua? Meglio così.
«Si, sono io»
«La stavamo proprio aspettando»Vedendo che Brianna era rimasta alzata davanti l’enorme scrivania, il ragazzo le disse «Prego si accomodi»Si quello era il suo capo. Così giovane?
«Ho ricevuto la lettere di raccomandazione da Milano. Devo supporre che lei sia veramente brava, anzi eccellente nel suo lavoro. È così?»
«Beh, mi piace pensare che il mio lavoro viene apprezzato semplicemente perché lo faccio con il cuore e tutto quello che disegno proviene si dalla mia fantasia, ma anche dal mio cuore. È importante per me»
«Mi piace già signorina Tilden. Vediamo cosa mi ha portato»
Brianna prese il book e glielo porse. Era molto nervosa.
«Molto bene. Sono sorpreso. Devo dire che nonostante la sua giovane età… non per essere scortese, ma le posso chiedere quanti anni ha?»
«Ho vent’anni»
«Ecco infatti… nonostante la sua giovane età è piuttosto brava»
«Ho imparato molto a Milano e spero di poter fare altrettanto qui»
«No lei non ha più niente da imparare. È stupenda così. Non deve cambiare nulla»
Per chissà quale motivo Brianna pensò che il suo capo non si riferisse solo ai suoi disegni o al suo modo di disegnare… Sperava fosse solo una sensazione.
«Grazie signore»
«Ti prego chiamami Christian»
Oh dio… doveva chiamarlo per nome?!
«Ehm… ok Christian»
«Posso chiamarti Brianna?»chiese alzando un sopracciglio lui.
«Si certo»disse Brianna imbarazzata.
Ora quelle sue sensazioni sembravano essere reali. Dannazione. Ci mancava solo che il suo capo la invitasse ad uscire.
«Qui disegnerai i tuoi vestiti. So che il tuo sogno è quello di diventare stilista e di creare una tua linea di moda. Non posso garantirti il pieno successo di questa cosa, ma se farai un ottimo lavoro potrò aiutarti a realizzarla»
«Grazie sign… volevo dire Christian. So che questa è una delle case di moda più importarti in Francia, ma sarei onorata di ricevere il vostro aiuto!»
«Bene, mi fa piacere. Ora la mia segretaria ti porterà nel tuo ufficio. Noi ci vediamo più tardi»
Fantastico, tutto quello di cui aveva bisogno era che il suo sexy capo, perché lo era davvero, la ricevesse in privato. O comunque le facesse visitare tutti i reparti come aveva fatto il suo ex capo a Milano.
«Ok… a dopo»
Brianna uscì accompagnata da una donna sui quarant’anni. Sembrava simpatica, quindi Brianna decise di presentarsi, ma quella donna non la degnò di uno sguardo. A quanto pare non era contenta del suo lavoro lì.
Quando le mostrò il suo ufficio le augurò solo buona fortuna e scomparve dietro la porta.
 
Passò tutta la mattina a disegnare e a dare consigli agli altri stilisti sui tessuti migliori o i colori più adatti.
Quando Nicholas andò a prenderla entrambi erano raggianti dalla felicità. Decisero di andare a pranzo fuori per festeggiare. 
Durante il tragitto Brianna vide che Nicholas non smetteva di sorridere, allora gli chiese «Nicholas, va tutto bene?!»
«Si perché non dovrebbe?» disse lui voltandosi e sorridendole.
«Non lo so. Sembra che hai avuto una paralisi facciale per come sorridi»
Nicholas si mise a ridere e disse «No, niente paralisi facciale. Solo che mio padre mi ha chiesto se posso occuparmi dell’azienda»Vedendo che Brianna faceva fatica a capire Nicholas si spiegò meglio. «La nostra azienda, o meglio, quella di mio padre sta per dividersi. Una va a mio fratello maggiore, l’altra a me. Siccome Sandy è il più piccolo a lui andrà la parte dell’azienda di cui si sta occupando mio padre. Mi ha chiesto se mi sento pronto per prendere le redini e avviare una catena di cosmetici qui a Parigi»
Brianna era felicissima per lui! «Oh mio dio Nicholas, sono felicissima per te… Che gli hai risposto?»
«Gli ho risposto che devo cercare il locale per aprire un nuovo negozio, o comunque devo spargere la voce. Mi ha detto che per la pubblicità e gli sponsor ci pensa lui, ma non so di preciso cosa abbia in mente»
«Che bello, almeno non ti annoi!»
«Oggi che tu non c’eri non mi sono annoiato. Mi sono dato un po’ da fare. Ho fatto una mappa di tutti i locali vicino casa nostra. Supermercati, centri commerciali, pub, discoteche. C’è abbastanza roba»disse lui sorridendo. «Ah, ho fatto la spesa pure»
«Grazie amore, volevo andarci io pomeriggio, ma mi hai anticipato, come sempre»disse Brianna rivolgendogli lo sguardo più dolce che Nicholas avesse mai visto.
 
Dopo i festeggiamenti, decisero di visitare un po’ la città. Sotto la Tour Eiffel Brianna ricordava tutto quello che le aveva spiegato la sua professoressa di storia dell’arte. Era una delle persone che più stimava e che avrebbe conservato nel cuore per sempre.
Era affascinata da tutta quell’altezza, non di meno quando entrarono al Louvre. Nicholas dovette prenderle il braccio per farla camminare, perché Brianna non aveva mai visto così tanta meraviglia tutta in una volta. Aveva lo sguardo fisso su tutte le opere che incontrava e per ogni tela riusciva a dare una breve ma dettagliata descrizione. Ricordava tutto quello che aveva studiato al liceo. Incredibile.
«Potresti lavorare come guida qui dentro, sai?»
«Perché?»
«Ma ti sei sentita nelle ultime tre ore?»
«No, che ho detto?»
«Mi hai spiegato come e perché è stata costruita la Tour Eiffel e perché si trova lì; mi hai descritto dettagliatamente ogni quadro che vedevi. Accidenti, forse nemmeno la guida che sta qui avrebbe potuto fare di meglio»
«Ah, per quello… beh, avevo una discreta conoscenza della storia dell’arte!»
«Discreta? Credo che più che “discreta” sia un’eccellente preparazione sull’argomento»
«Beh grazie, ma ho detto cose che chiunque noterebbe! E poi mica posso ricordare ogni cosa di ogni opera?»disse sorridendo Brianna.
«Si certo come no»disse lui, come se volesse prenderla in giro.
 
Quando tornarono a casa erano passate da poco le otto, così Brianna decise di preparare una cena veloce ma alla stesso tempo buona. Aspettò che Nicholas uscisse dalla doccia.
Dopo cena Brianna andò a fare una doccia veloce, perché aveva voglia di stare con Nicholas. Abbracciata a lui, mentre guardavano la tivù.
«Nic?»  Aveva chiamato lei dalla cucina.
«Dimmi»disse lui dalla camera da letto.
Brianna lo raggiunse e ferma sulla porta gli disse «Ti va di guardare un po’ di tivù insieme o devi lavorare?»
«Dovrei lavorare si, però vieni qui»
«No dai, se devi lavorare ti lascio in pace; vado a sistemare la cucina»
«No dai»
«Tranquillo»disse lei facendogli l’occhiolino e dirigendosi verso la cucina. Cominciò a sistemare tutte le cose che aveva negli scatoloni. Voleva renderla più una “casa” e non un semplice appartamento in affitto. Ad un tratto si senti abbracciare da dietro e si voltò.
«Scusa» le disse Nicholas.
«Per cosa?»chiese lei sorridendogli.
«Per poco fa. Non è che non voglio stare con te, è solo che devo organizzare tutto per l’apertura del negozio»
«Nicholas»disse lei voltandosi verso di lui «Non devi preoccuparti, davvero. Non devi scusarti»concluse e lo baciò.
«Ti amo»le disse lui guardandola negli occhi.
Brianna non era mai stata abituata a quel tipo di sguardi, a quel tipo di cose, e nonostante fosse passato un anno aveva ancora difficoltà ad abituarsi a Nicholas. Non in senso negativo, ma semplicemente era grata di avere un uomo come lui accanto.
Non essendo quindi abituata a quello sguardo, passò a guardare la sua spalla, lo abbracciò e gli sussurrò «Ti amo anche io»
Nicholas cominciò a baciarla, la prese tra le braccia e la portò in camera da letto.
 
Tutto quello che desideravano stava avvenendo senza che se ne rendessero conto; era una di quelle serate in cui non capisci quello che stai facendo, ma lo fai e basta. Non pensi alle conseguenze, a quello che può andare storto. Non importava a nessuno dei due. Volevano vivere quel momento. Era la prima volta che facevano l’amore a Parigi e Brianna se lo sarebbe segnato come data da ricordare. Ovviamente era una cosa sciocca, ma tutto ciò che poteva essere considerato insensato, era per lei importante; anche un avvenimento di poca importanza lei lo segnava nel suo diario perché voleva ricordarlo. Voleva rileggerlo tra qualche anno e riprovare le stesse sensazioni.
Aveva sempre sognato una storia d’amore magica, non come quella nei film, perché lì è tutto calcolato, curato nei minimi dettagli e registrato, ma che le portasse via il respiro, che le facesse battere il cuore all’impazzata. Dalla vita non poteva chiedere di meglio.
Adesso era davvero felice.
Brianna non sentiva la sua migliore amica da un bel po’; non vedeva l’ora di chiamarla per condividere la sua felicità con lei.
Ma in quel momento tutti i pensieri erano spariti; li aveva lasciati fuori dalla camera da letto.
Adesso erano solo lei e Nicholas.
In quel momento anche Nicholas aveva avvertito che Brianna era davvero felice e che volevano stare insieme, perché incrociò le sue mani a quelle di Brianna e le strinse.
Erano innamorati. Solo questo contava.
   
 
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