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Autore: Zarolina__M__    12/09/2012    2 recensioni
-Comunque sia non ho intenzione di rinchiudermi in una casa a passare tutto il giorno a cucire solo perché un ragazzino mi ha detto che non posso entrare nell'esercito. Io ci entrerò, dovessi digiunare quattro giorni e battermi con dei mercenari; io c'è la farò.-
Nel campo ormai calava la sera e i due fratelli dovettero prendere i mantelli dalle loro borse e ravvivare il fuoco per evitare che brividi freddi gli attraversassero la schiena. Scese un silenzio pieno di parole.
Aniram guardò il fratello. Guardò i suoi capelli neri che gli ricadevano ribelli sugli occhi celesti come il cielo primaverile. Guardò il ragazzo che l' aveva trattata come la moneta più preziosa, che l' aveva accolta nella sua famiglia quando lei era stata rifiutata.
Naran guardò la sorella. Guardò i suoi capelli rossi come le fiamme e i suoi occhi verdi come le foglie d' estate. Guardo la ragazza che per tutti quegli anni era stata la sua sorellina, il suo tesoro più grande.
I due giovani si guardavano a vicenda, scrutandosi negli occhi, ricordando i momenti d'infanzia.
-Ce la farà- pensò -Ce la farà anche solo per urlarmelo in faccia, per dirmi che lei può tutto-
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

Naran corse fino al pozzo per impedire alla madre di poter tirar su l' acqua prima di lui. Fece scivolare la corda robusta attraverso la carrucola. Nelle profondità del pozzo si udì un tonfo; il bambino seppe che il secchio si stava riempendo. Fece per tirare a se la corda ma era troppo pesaste per lui e lo lasciò senza fiato. Lasciò la corda e fece una smorfia di disappunto, allora s'arrampicò alla corda come avrebbe fatto salendo sullo sgabello. Nell'aria si diffuse un lieve gemito, Naran non gli badò troppo, impegnato com'era nel sollevare il secchio. Con fatica salì ancora un po' sulla corda ruvida. Qualcosa lo punse alla mano e con un gridolino Naran si lasciò cadere a terra.

Un' altro gemito rimbalzò tra le pareti delle case lì intorno; incuriosito s'alzò da terra e corse in torno al pozzo. A metà della sua corsa si dovette fermare poiché fagotto gli bloccava la strada. Si dondolava da una parte all'altra. In quel momento arrivo una donna che si chinò sul fagotto e lo prese con fare materno. Ella guardò all'interno del fagotto, da esso provenne un gridolino di protesta. Naran guardava quella scena con immenso stupore sorpreso che la madre potesse raccogliere qualcosa con così naturalezza. Ella, nel frattempo guardava la piccola creatura che le stava tra le braccia. Aveva grandi occhi neri e profondi , come pozzi di cui non si vede il fondo; la bocca disegnava una smorfia di disappunto. La donna sorrise nel vedere la piccola cercare di divincolarsi dal suo abbraccio. Si voltò verso il figlio che la guardava con sgomento. Riprese il cammino. “ Naran corri a casa e di a tuo padre di tirare fuori la culla; abbiamo un ospite speciale”. Il piccolo corse , superando la madre. Da quel momento la vita di Naran prese una piega diversa.

  
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