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Autore: Poisoned_Cherry    12/09/2012    0 recensioni
Può sembrare un po' banale lo so, ma l'ispirazione per questa fan fiction me l'hanno data una canzone di Mina e alcune canzoni dei Blood on the dance floor. In questa storia Gerard dovrà capire cosa prova davvero verso Eliza, la sua attuale ragazza e Fank, l'amico d'infanzia del fratello. Tutto le emozioni e tutti i sentimenti che proverà durante questa storia sono del tutto nuovi per lui e non sarà facile scegliare ciò che è giusto. Descriverò uno strano incontro tra i due protagonisti e come sia nato il loro strano rapporto composto da un'amicizia unica e un pizzico di amore.
I protagonisti sono Gerard e Frank, ma appairanno un po' tutti. Spero non sia una storia trita e ritrita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai con un gran mal di testa, sentivo gli occhi pesanti e percepivo uno strano senso di... tristezza. Credo di aver pianto tutta la notte e di aver preso sonno molto tardi, perché ricordo che dalla finestra riuscì a scorgere i primi raggi di sole.
Mi girai nel letto, cercando Frank, ma mi accorsi che non c’era… chissà che ore sono! Mi alzai di scatto, presi il cellulare e mi accorsi di averlo spento, dannazione! Se lo accendo, arriveranno le chiamate di Mikey che mi minaccia di tornare a casa e non voglio. Non voglio affrontare lui e mia madre ed Eliza. Non voglio affrontarli, senza prima aver passato del tempo con Frank. Ne avevo bisogno… come un tossico ha bisogno della sua dose giornaliera. 
Presi i vestiti che avevo lasciato sulla sedia della scrivania, mi diressi in bagno per rendermi conto del mio stato attuale. Aprì lentamente la porta del bagno, non volevo farmi sentire da Frank, sennò sarebbe salito e volevo rendermi almeno un tantino presentabile. Accesi la luce e mi diressi al lavandino. Feci scorrere l’acqua e intanto mi scrutai allo specchio… avevo gli occhi gonfi e un colorito pallido, molto più del solito. Mi sciacquai la faccia con l’acqua tiepida, mi diedi una pettinata ai capelli, mi lavai i denti e scesi al piano di sotto. Mi recai nel salotto, l’enorme salotto di casa Iero, pieno di trofei vinti da Frank nei vari concorsi di chitarra cui ha partecipato e mi misi a osservarli uno per uno… tutti primo e secondo posto, deve essere davvero bravo!
Mi diressi verso la cucina, nella speranza di trovarlo lì… e così fu. Era lì, che stava armeggiando con le pentole e credo stesse preparando il pranzo, perché riuscivo a sentire odore di pancetta e cipolla.
Stavo attento a non farmi vedere da lui, volevo scrutarlo mentre si dilettava ai fornelli… era ugualmente sexy tutto impastrocchiato.  E riuscivo anche a percepire il suo profumo mescolato a quello del cibo e tutto insieme mi dava alla testa… volevo saltargli addosso e baciarlo con tutta la passione in corpo!
Mi sono deciso! Non appena è perfettamente di spalle, lo colgo di sorpresa e lo abbraccio! – pensai, mentre il mio viso si copriva di un velo di rosso e iniziavo ad avere delle vampate di calore. Mi stavo… mi stavo eccitando!
Si voltò! Sgusciai pian piano nella cucina, portai le mie mani sui suoi occhi e gli sussurrai dolcemente: << Sei davvero un tesoro! Grazie baby! >> e gli schioccai un bel bacio sulla guancia. Intravidi il dolce sorriso di Frank stamparsi sul suo volto. Lo capì perché vidi le sue piccole, splendide fossette, apparire. Quelle fottute fossette… quel suo fottuto sorriso… mi scioglieva il cuore, anche se il mio stato d’animo, in quel giorno, non era dei migliori. Per un attimo nella mia mente, tornarono le immagini della sera precedente. La faccia di mia madre, quella di Mikey e di Eliza. Le mie parole, le loro parole… una fitta al petto. Il mio sguardo si era perso nel vuoto e Frank dovette richiamarmi più volte, per far si che tornassi alla realtà. Mi baciò sulle labbra: << Ehy, che accade? Ripensi a ieri? >>, mi chiese, tornando serio. I suoi occhi puntati nei miei… lo fissai e con un movimento impercettibile del capo, annuì. << Ci sono io adesso. Stai con me e dimenticherai presto tutto questo. Stai con me e riceverai tutto l’amore di cui hai bisogno. >>. Lo strinsi a me… quasi piangevo… nessuno mi aveva mai stretto così, nessuno mi aveva mai detto che era pronto a darmi amore… l’amore di cui ho bisogno. << Io… Frank. Io… beh… >>, non riuscivo a parlare, Frank mi fissava incuriosito, non capiva cosa volessi dirgli. Abbassai lo sguardo. Giocherellavo con le dita, cercando di evitare il suo sguardo… << Io ti amo! >>, quasi lo urlai e lo vidi sciogliersi nel suo più bel sorriso. Si avvicinò di più a me, con la sua mano destra mi alzò il mento e mi baciò. Iniziò come un solito bacio sulle labbra, ma iniziò a stringermi sempre più forte a sé. Premeva le sue labbra alle mie e iniziò a farsi spazio con la lingua, dentro la mia bocca. Cedetti e iniziò ad avere luogo un lungo, lento e intenso intreccio di lingue. Nel frattempo, le sue mani erano scivolate dal mio collo, fino ai miei fianchi. Le mie stavano ancora strette alla sua vita. Non avevo la forza di muoverle… ero in preda alle vampate di calore e alla voglia matta di essere toccato da lui. Mi tolse la t-shirt, e le sue mani si muovevano lente e vellutate sul mio torace. Poi con la mano sinistra, iniziò a far su e giù lungo la mia schiena, provocandomi piacevoli brividi. Nel frattempo con l’altra mi sbottonò la cintura e anche i calzoni, cercava di tirarmeli giù e lo aiutai. Rimasi in boxer. Mi spinse contro il tavolo della cucina, non smettendo mai di baciarmi. Con una mano scostò violentemente le cose sul tavolo, facendole cadere sul pavimento e mi fece sedere lì sopra. Continuava a baciarmi, strisciandomi sensualmente su di me. Mi decisi a spogliarlo. Prima si scostò come se volesse che fossi solo io la preda, poi si lasciò andare e acconsentì. Rimanemmo entrambi coi boxer. I nostri corpi erano attaccati, quel bacio infinito mi dava alla testa. Si scostò. Mi lasciò prendere fiato da quel bacio e mi fissava con occhi scintillanti e puntati su di me. Mi ripresi e appena Frank lo notò, si avvicino a me e infilò la sua mano dentro ai miei boxer. Era questo ciò che volevo! Sentivo il mio membro umido e caldo… bollente direi! Lui puntò i suoi occhi ai miei, si mordicchiò il labbro, con un gesto violento mi tolse i boxer e si abbassò. Iniziò a leccare il mio membro quasi con egoismo. Come se volesse dire “è mio!” “Lo voglio solo per me!”. Lo mise tutto in bocca e io ansimavo tantissimo. Volevo che quell’istante non finisse mai. Volevo provare a lungo quella sensazione di estremo piacere! Mi trattenni finché potei, poi venni quasi copiosamente nella gola di Frank, che non aveva smesso un attimo di fissarmi negli occhi. Sempre quel ghigno soddisfatto sul suo viso. Scesi dal tavolo e copiai le sue mosse! Volevo fargli capire che lo desidero ardentemente anch’io. Lo desidero con ogni parte del mio corpo. Quando finì, gli mordicchiai il lobo destro e gli sussurrai “Ti amo… con ogni fibra del mio corpo”. Mi schioccò un bacio sulla fronte e sussurrò: << Anch’io ti amo, baby >>. Mi diede una pacca sul sedere, sorrise e si diresse in bagno per farsi una doccia. Misi il brunch in tavola e decorai il tutto con petali di fiori che trovai in balcone. Mi sedetti e aspettai Frank per iniziare a mangiare. 
Arrivò tutto profumato e sorridente, si sedette e mangiammo. Era tutto così buono e gli feci mille complimenti, lui sorrideva e arrossiva sempre di più! Amavo vederlo così.
Lo aiutai a sciacquare i piatti e ritornò il senso di inquietudine… ritornò perché mi tornò in mente quando Mikey aiutava me a lavare le stoviglie in casa e sembravamo una squadra così compatta… vabbè…
Frank notò che il mio volto aveva cambiato espressione, mi schioccò un altro bacio e mi disse di stare tranquillo e che fra poche ore mi avrebbe portato a casa mia, per chiarire definitivamente questa situazione assurda. Io annuì lentamente e mi sforzai di sorridere.
Feci una doccia dopo aver pulito le stoviglie. Cercai di rilassarmi il più possibile, ma ebbi scarsissimi risultati. 
Uscimmo da casa, mano nella mano, ero convinto della mia scelta e non tornerò indietro per nulla al mondo. 
Arrivammo. Un respiro profondo. Un altro. Un terzo. Guardai Frank, che mi sorrise, cercando di confortarmi. Mi schioccò un bacio << è il tuo momento! >>, mi sussurrò sorridendo ancora. Suonai e Mikey venne ad aprire. Mi fissò, arrabbiato e disgustato dal vederci per mano. Non disse nulla. Fece cenno con la testa di entrare e dopo esserci fissati di nuovo, io e Frank entrammo. Sentivo l’aria pesante attorno a me, quasi soffocante. << Chiamo la mamma, è sopra, in camera >>, disse Mikey, avviandosi al piano di sopra. Dopo pochi minuti scese con mia madre, in silenzio attraversarono il salotto, mamma era a testa bassa e Mikey invece aveva gli occhi puntati su di me… il suo sguardo era glaciale. 
<< Che cosa siete venuti a fare qui? >> - disse mia madre, con tono freddo, distaccato.
<< Mamma… >> - non riuscì a finire la frase, che lei subito mi disse << Non lo sono più! >>. Silenzio. Assordante silenzio. 
<< Okay… ehm si… Volevo chiederti scusa per ieri e… se non ti vanno bene… okay… sparirò dalla tua vita >> - non la guardai, non volevo farmi incantare dal suo viso deluso e amareggiato.
<< La risposta te la sei dato da sola. Sparisci dalla mia vita all’istante. ORA! >>. 
Quell’ “ORA!” tuonò per tutta la casa. Annuì lentamente, volto ancora basso, non guardai nemmeno Mikey, non ne avevo il coraggio. Stavo per salire in camera mia a raccogliere le mie cose, ma una mano sulla mia spalla mi bloccò. << Le tue cose, poster, cd, vestiti e tutto sono già pronti nei borsoni. Prendili e vattene. Ci hai pugnalato. Fottiti frocio! >>, tuonò Mikey. Mi scesero delle lacrime mentre salivo le scale, seguito dal silenzioso Frank. Appena arrivati in camera, aprì la porta e la trovai VUOTA. Come vuota era la mia anima, per adesso. Presi i borsoni, fissai fuori dalla finestra per avere l’ultimo ricordo del paesaggio che vi si scorgeva. Piansi stretto a Frank, che continuava a sussurrarmi che andava tutto bene e che sarebbe passato tutto. Annuì silenziosamente. Fissai ancora una volta le vuote pareti, il letto sfatto, l’armadio e la scrivania vuoti. Scesi e trovai Eliza in salotto in un mare di lacrime. Quando mi vide prese in mano uno scatolone e me lo porse, c’erano tutti i regali che le avevo fatto e… mi addolorava vederla in quello stato.
<< Posso… darti un ultimo abbraccio da amico? >> - le chiesi, con voce tremante. Lei scosse la testa: << No. Mi faresti ancora più male. Sparisci anche dalla mia vita. >> - piangeva e singhiozzava e mentre parlava, teneva lo sguardo puntato su Frank, provando a farlo sentire in colpa. Lui abbassò lo sguardo, tese le mani per prendere quello scatolo, mi fissò e si fece strada tra gli sguardi accusatori dei presenti. 
<< Vorrei abbracciarvi per l’ultima volta, ma avete rifiutato. Sappiate che cacciare un vostro caro, così, dalla vostra vita, è il gesto più stupido che possiate fare. Addio. >> - parlavo lentamente, con voce bassa e a stento trattenevo le lacrime. Mi diressi verso la porta, mi girai verso di loro, per guardarli ancora una volta – l’ultima, purtroppo – e andai via. Fu Mikey a chiudere la porta alle mie spalle e mentre mi allontanavo, fischiò, mi voltai e disse lentamente: << Frocio del cazzo! Ti vorrò ugualmente bene. >>. Fu l’ultima cosa che mi disse, fu l’ultima volta che li vidi. 
Mi trasferì da Frank, vivemmo altri sette mesi in quella casa e poi ci trasferimmo a L.A., lì era tutto stramaledettamente figo e vivemmo la nostra intensa e lunga storia, fino a che morte non ci separò. Frank è morto da poco e adesso nessuno colma il mio vuoto. Quel suo sorriso, quel suo fare da romantico ribelle… mi manca. Sono sicuro che prestissimo lo raggiungerò e anche dopo la morte, continueremo ad amarci. 
Dopo la morte di Frank, cercai notizie sulla mia famiglia. Mia madre era morta da parecchi anni, Mikey stava in una casa di riposo ed Eliza scomparve senza lasciare traccia. 
Portai dei fiori sulla tomba di mia madre, pensai di portare del caffè a Mikey ma cancellai l’idea dalla mia mente. Volevo ricordare mio fratello giovane e allegro, quindi andai sulla tomba di Frank, portai dei fiori anche a lui e mi sedetti lì accanto. Trovai dei fogli e una penna nella mia sacca e buttai giù delle righe. Mi ritrovai a scrivere questa storia e con un filo di nostalgia dei tempi che furono, piansi implorando Dio di portarmi da Frank. Nessuno rispose. La mia ora è vicina, ma non mi schioderò da qui. 
Morirò al suo fianco, come gli avevo promesso molti anni prima. 
   
 
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