Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: shaolin7272    12/09/2012    2 recensioni
L'uomo colto di sorpresa frenò bruscamente sterzando e fermando la vettura contro il guardrail per evitare la figura vestita con bermuda a fiori e cappellino alla pescatora apparsa all’improvviso in mezzo all'autostrada.
“Ma che diavolo…” Imprecò Fux uscendo e raggiungendo la persona per trascinarla sul bordo della strada.
"Questa fanfiction ha partecipato al contest La notte degli Oscar indetto su Writers Arena Rewind"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 2

Era l'alba di un'altra giornata di fuoco, il caldo non dava tregua. Semir entrò di corsa al distretto cercando un po' di refrigerio; si bloccò davanti alla porta del suo ufficio sorpreso nel vedere André già seduto alla scrivania intento a leggere un rapporto.

“Ti sei incantato?” chiese senza alzare gli occhi dai fogli.

“Sorpreso direi, non ho visto la tua macchina fuori, hai dormito qua?” Domandò andando a sedersi al suo posto.

André si strofinò i chiari capelli corti sbadigliando “Non sarebbe una cattiva idea, anzi, se continua così... Il mio appartamento è un forno, non si riesce a dormire.” Poi gettando il fascicolo che stava leggendo sulla scrivania si alzò, con una smorfia si scostò con due dita la maglia azzurra dal corpo scolpito brontolando “Sono arrivato da dieci minuti e vorrei già infilarmi sotto la doccia.”

“Vedila così, con questo caldo anche i criminali lavorano meno.” Tentò di scherzare Semir.

“Come no, abbiamo un cadavere senza identità e nessun indizio.”

“Nessuna novità sulla donna?”.

Il collega fece un cenno di diniego “No, sappiamo solo che è di sesso femminile. Tra i 30 e i 40 anni, bianca, altezza media, capelli e occhi scuri.”

Gerkhan fischiò “Capirai, sai quante donne corrispondono alla descrizione?”.

“Tante, comunque ho chiesto ad Andrea di fare una ricerca tra le denunce di persone scomparse. Dovrebbero arrivare le foto da fare pubblicare sui giornali e il dottor Popper in mattinata dovrebbe eseguire l'autopsia e saperci dire qualcosa di più su come è morta.”

In quel momento comparve una donna bruna sulla soglia in tailleur bianco e una sigaretta stretta tra le labbra vermiglie “Bene siete mattinieri, state già lavorando sul caso?” Chiese il commissario Engelhardt entrando e sedendosi sull'angolo del tavolo di Gerkhan.

L'ispettore Fux scosse la testa allargando le braccia “C'è poco su cui indagare. Niente abiti, nessun documento, nessuna idea di chi sia la vittima.”

L' Engelhardt annuì “Ho sentito qualche istante fa il commissario Kunze dell'investigativa, mi ha gentilmente informato che non ha nulla in contrario a lasciarci le indagini sul caso.”

“Ma guarda ...” Sussurrò André lanciando un occhiata d’intesa con il partner. Nessuno era sorpreso dalla notizia. La rogna era tutta loro.

“Proprio così è tutta nostra.” Disse il commissario come se avesse letto il pensiero dei suoi collaboratori. Poi si accese la sigaretta soffiando una nuvola di fumo “Signori, voglio risultati al più presto. ”Detto questo si alzò e uscì.

“Per i miracoli ci attrezzeremo.” Commentò ironicamente Fux.

“Da dove iniziamo?” Chiese Semir.

“Da medicina legale, andiamo.”

Il dottor Popper stava coprendo il corpo quando i poliziotti entrarono.

“Spero non vi dia fastidio parlare qui, tra poco devo presenziare una conferenza e ho poco tempo.” Comunicò un po' bruscamente l'uomo corpulento con una barba bianca che lo faceva assomigliare a babbo natale.

“No, va bene, anzi, grazie per averci ricevuto.” Rassicurò Gerkhan “Cosa può dirci?”.

“La donna è morta da meno di 48 ore, approssimativamente tra le otto e la mezzanotte di mercoledì. E' stata probabilmente soffocata con un cuscino e sospetto anche che sia stata drogata. Ma avrò la certezza solo dopo i risultati tossicologici.”

“Ci sono segni di violenza?” Chiese Andrè mentre sollevava il lenzuolo per osservarne il volto.

“Nessun segno di violenza.” Precisò il dottore.

Un gemito strozzato fece girare Semir verso il compagno che aveva lasciato ricadere il telo, il viso contratto, gli occhi sbarrati.

“Che cosa succede?” Lo interrogò.

Lui non rispose, arretrò fino alla porta e uscì di corsa dalla stanza lasciando interdetto Gerkhan.

“Dottor Popper mi può mandare tutta la documentazione al mio ufficio?”.

“Certo sarà fatto”.

“Grazie e scusi.” E facendo un gesto di saluto con la mano Semir corse fuori a cercare André.

Lo trovò appoggiato alla portiera dell'auto che cercava di ricomporsi.

“Che cosa diavolo ti è preso?” Gli chiese tra l'irritato e il preoccupato.

“Greta Hartmann” Sussurrò André

“Chi?”

“La donna si chiamava Greta Hartmann.” Ripeté con voce roca aprendo lo sportello e accasciandosi sul sedile del passeggero.

“La conoscevi?” Semir si accorse di aver fatto una domanda idiota, certo che la conosceva.

Rientrarono in centrale senza più parlare.

L'ispettore Gerkhan andò dal commissario Engelhardt a fare rapporto sulla vicenda lasciando il socio nel suo ufficio. Prima di raggiungere André si fermò da Andrea per chiederle di fare una ricerca su Greta Hartmann. Dalla postazione della segretaria poteva scorgerlo seduto alla sua scrivania a capo chino mentre giocherellava con il cellulare.

“Andrea per favore puoi portare un caffè ad André prima di iniziare la ricerca?” Domandò alla graziosa ragazza dai capelli lunghi e ricci, che avendo notato lo strano comportamento dei due uomini al loro arrivo lanciò uno sguardo preoccupato verso l'altro ufficio “Sta bene?” Chiese.

Semir sospirò senza sapere cosa risponderle. Andrea andò silenziosamente a prendere il caffè per il collega.

La Engelhardt arrivò alle spalle di Gerkhan guardando anche lei l'ispettore Fux.

“Non le ha mai parlato di questa Greta?”

“No. Mi ha parlato di decine di donne ma mai nominato il nome di Greta.” Disse Semir.

Il commissario espirò una nuvola di fumo. “Se non si sente di interrogarlo ci penso io.”

Semir si voltò sorpreso “Non sospetterà che sia coinvolto in qualche modo vero?”.

“Certo che è coinvolto, conosceva la vittima.” Rispose secca sapendo di risultare sgradevole, con questo non riteneva il suo agente colpevole di qualcosa.

Andrea intanto aveva portato il caffè ad André facendogli una lieve carezza prima di tornare al lavoro.

Semir e il commissario entrarono fissando l'ispettore Fux che ricambiò lo sguardo attendendo le domande. Passarono alcuni minuti poi André facendo un sorriso storto al collega iniziò a parlare.

“Ho avuto una relazione con Greta Hartmann molti anni fa. L'ho rivista in un negozio la settimana scorsa dopo tredici anni e le ho lasciato il mio biglietto da visita.”

“Quindi non ha idea se avesse nemici?” Chiese il commissario.

“No. Come ho detto l'ho rivista per pochi minuti.”

“Eppure gli hai lasciato il numero, perché?” Domandò Semir anche se immaginava già la risposta.

L'amico fece spallucce. “Me l'ha chiesto e non avevo un buon motivo per dirle di no.”

“Come mai non ha riconosciuto la donna ieri?” L’interrogò la Engelhardt

“L'abbiamo trovata dentro un sacco. Si vedevano solo le gambe e il braccio.”

“Dovrei toglierla dal caso lo sa?”.

“Non è necessario, non sono coinvolto. Sono rimasto turbato a vederla morta non lo nego, ma, questo non mi impedirà di svolgere al meglio il mio lavoro.” Ribadì convinto l’uomo.

La Engelhardt esitò poi lo sguardo fermo degli occhi grigio verdi del suo sottoposto la convinsero, non voleva rinunciare ad un elemento valido come lui. “Per il momento può rimanere sul caso, tuttavia, se lo riterrò opportuno, la esonererò senza indugio.” Poi volgendosi a Semir “Ha lei la responsabilità sulla gestione dell'indagine. ” Detto questo lasciò la stanza.

Rimasti soli Semir si sedette di fronte al collega “Non hai detto tutto vero?”.

André scosse la testa.

“Dovevo vedermi con Greta mercoledì. Mi aveva lasciato un messaggio dicendomi di vederci al Manhattan alle dieci.”

“Ci sei andato?”.

“No, ho visto il messaggio giovedì mattina. Ho paura che abbia incontrato il suo assassino a causa mia.”

“Ma dai, che dici!”.

“Se fossi andato all'appuntamento forse non dovremmo indagare su un omicidio.” Affermò convinto il compagno.

“Non puoi sapere quello che è successo. Ma perché vedervi al Manhattan?”

“Era il nostro locale, forse voleva ricordare i vecchi tempi” sbuffò, “ non ho idea. Vuoi la verità? Probabilmente non sarei andato.”

In quel momento entrò Andrea con il volto contrariato.

“Non ho trovato nulla su Greta Hartmann, nessun domicilio, nessuna denuncia di scomparsa. Nulla di nulla.” Informò i due uomini.

“Prova a cercare Ruth Hartmann, è la sorella.” Disse André.


 

  
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