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Autore: Niniane_88    12/09/2012    5 recensioni
Niente vampiri. I nostri Cullen sono tutti umani, hanno età diverse, non hanno nessun legame di parentela tra loro e vivono nell'affollata ed eccitante New York del 1920! Cosa succederebbe se il loro mondo ruotasse attorno a un immaginario teatro dell'opera? Tra primedonne irritabili, ballerini talentuosi e direttori d'orchestra in difficoltà, la stagione operistica del White-Flower Opera sta per iniziare... e non mancheranno i corteggiamenti, gli amori improvvisi, le rivalse... Buona lettura!
ATTENZIONE: chi mi conosce già come autrice sa che la mia coppia preferita NON è la classica Bella/Edward!
Disclaimer: i personaggi di questa storia appartengono a Stepheny Meyer
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Jasper
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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L'amore è un Canto


XXIII


   L’indomani, Isabella Swan si alzò molto presto, benché le sue gambe implorassero un po’ di riposo: aspettava Jasper per le dieci e le era impossibile rimanere tranquillamente a letto. Il maestro, ora suo fidanzato, aveva rimandato di tre giorni la sua partenza per Baltimora, in modo da avere il tempo di chiedere la sua mano a Charlie e salutarla con calma. Essendo uno dei più grandi direttori d’orchestra del mondo poteva permettersi di arrivare in ritardo a San Pietroburgo senza nemmeno doversi giustificare. Di solito si faceva un punto d'onore nel rispettare scrupolosamente le scadenze, ma nel loro colloquio della sera precedente aveva dichiarato che un fidanzamento era molto più importante di uno spettacolo e che l’avrebbero aspettato, punto e basta.
   Isabella era sicura del consenso di suo padre. Charlie aveva dimostrato di apprezzare Mr Whitlock in più di un’occasione e poi il maestro era un ottimo partito. A Filadelfia, nessuno dei giovanotti di buona famiglia che avevano tentato di farsi avanti, era riuscito a convincerlo: Isabella ricordava ancora l' imbarazzo che aveva provato, quando Charlie si era rifiutato con veemenza di fidanzarla all’amico d’infanzia Michael Newton, da sempre innamorato di lei. Solo con Mr Whitlock si era comportato in modo diverso, come se provasse per lui addirittura un po’ di soggezione.
   Jasper arrivò puntualissimo e Isabella gli corse incontro, nella hall dell’albergo.
   - Mio tesoro! – esclamò egli, chinandosi a baciarla.
   - Corro a chiamare mio padre! – rispose Isabella, in tono dolce – Sei preoccupato, caro?
   - Un po’. – ammise lui, con un sorriso.
   - Non temere, andrà tutto bene!
   Isabella corse al piano superiore e bussò tre volte alla porta della stanza del padre.
   - Papà, sei sveglio? - chiamò - Corri, presto, c’è qui Mr Whitlock che vuol parlarti di una cosa importante!
   - Arrivo, Bells! – rispose da dentro il colonnello.
   La fanciulla attese con pazienza che il padre uscisse.
   - Ah, ieri sera mi sono davvero stancato, Bells. - furono le prime parole di Charlie. - Non è colpa tua, naturalmente, ma quella permanenza nel bagno non ci voleva proprio. Non ho ancora capito come sia potuto succedere quel guaio alla serratura, mi sembrava che funzionasse…
   Isabella nascose un sorrisetto. Si era divertita un mondo quando Edward e Alice le avevano raccontato del loro piccolo complotto per tenerlo lontano da lei, mentre correva a cercare Jasper. Chissà, forse un giorno avrebbe potuto raccontargli la verità: magari si sarebbe fatto quattro risate anche lui.
   - Che cosa vuole Mr Whitlock? – chiese Charlie, mentre scendevano le scale.
   - Ora lo vedrai.
   Jasper era rimasto fermo esattamente dove Isabella l’aveva lasciato. Appariva serio e compunto e guardandolo, ella si sentì intenerire. Il suo Jasper non aveva paura di apparire davanti a migliaia di persone, ma aveva paura di Charlie! Incredibile.
   - Buongiorno, maestro. – lo salutò affabilmente il colonnello – A cosa debbo questa visita? Ah, naturalmente, complimenti per lo spettacolo di ieri sera. Spero che la mia Bells sia stata all’altezza delle vostre aspettative per quel ruolo… ehm…
   - Lucia di Lammermoor, papà! – brontolò Isabella, un po’ esasperata. Charlie non ce la faceva proprio a ricordarsi il titolo di quell’opera…
   - Naturalmente Miss Swan è stata più che all’altezza delle mie aspettative. – rispose Jasper – non potrei essere più soddisfatto di così, l’opera è stata un trionfo. Ho dato una scorsa agli articoli di stamattina e sono tutti entusiastici. Ma non è per questo che sono venuto, colonnello. C’è un luogo dove possiamo parlare indisturbati?
   Charlie lo guardò interrogativamente e Isabella mormorò: - Di qua.
   Li condusse in un salottino appartato e chiuse la porta. Poi si avvicinò all’uomo che amava e rimase in attesa.
   Jasper le lanciò un’occhiata piena di tenerezza, poi finalmente si rivolse a Mr Swan:
   - Colonnello, sono qui per chiedervi la mano di vostra figlia Isabella.
   Per un istante, nella stanza regnò il silenzio più completo. Charlie sembrava sotto shock e Isabella gli si avvicinò, un po’ preoccupata.
   - Papà? – azzardò.
   - Avete detto, - balbettò il padre, rivolto a Jasper – che volete sposare mia figlia?
   - Sì, signore.
   - E perché? – chiese Charlie, indagatore.
   - Perché ne sono innamorato. – rispose Jasper, sempre serissimo.
   Charlie, appena più calmo, si rivolse alla figlia: - E tu, Bells? Anche tu sei innamorata di Mr Whitlock?
   Isabella non ebbe esitazioni: - Sì, papà. Lo amo con tutto il cuore. Ti prego, di’ di sì. Se non potrò sposare lui, non sposerò nessun altro.
   Lo sguardo del colonnello passò da sua figlia al maestro d’orchestra, poi ancora a sua figlia.
   - Avete per caso qualche malattia? – chiese all’improvviso, in tono decisamente burbero.
   - Papà! – protestò Isabella, arrossendo.
   Jasper invece sorrise, comprensivo: - Nessuna malattia, signore, ve lo assicuro. I Whitlock hanno sempre goduto di buona salute.
   - Bene. Anche Bella è perfettamente sana e fertile.
   - Ma papà! Ti prego… - implorò ancora Isabella.
   - Silenzio, Bells. Prima di darti in sposa devo essere sicuro di alcune cose, fa parte dei miei doveri di padre. Adesso ditemi, Mr Whitlock: dove andreste a vivere, dopo il matrimonio?
   - La mia casa si trova a Baltimora.
   - Ottimo, così lasceremo Filadelfia! Non ne posso più di quel posto… C’è spazio anche per me, in casa vostra?
   - Significa che accettate? – chiese Jasper, confuso.
   Charlie Swan non rispose. Invece disse schiettamente: - Mia figlia non dispone di una dote particolarmente ricca.
   - Il denaro non mi manca. – assicurò Jasper –  Sposerei vostra figlia anche se non avesse un centesimo. E naturalmente in casa mia c’è posto per voi, colonnello. E’ una cosa talmente grande… sarà meraviglioso vederla riempita.
   - Allora sposatevi! – annunciò il colonnello con calore – Mr Whitlock, voi mi siete sempre sembrato una brava persona e mi sento tranquillo nell’affidarvi mia figlia.
   - Oh papà, grazie! – esclamò Isabella, correndo ad abbracciarlo. - Sapevo che avresti compreso!
   Charlie ricambiò la stretta, un po' a disagio e la figlia vide con sorpresa che era commosso:
   - Siate felici, ragazzi. - disse a entrambi.
   Detto ciò, si avvicinò a Jasper e abbracciò anche lui e con quell’abbraccio gli diede il benvenuto in famiglia.


*           *           *



   Jasper Whitlock condusse la fidanzata e il futuro suocero a Baltimora, perché potessero visitare la sua casa. Lorelai non riuscì a credere alle proprie orecchie, quando il suo Jazz le presentò la “nuova padroncina”; poi, quando le ebbero assicurato che era tutto vero, ricoprì Isabella di lodi e attenzioni e la pregò di permetterle di servirla, dopo le nozze, spiegandole che aveva sempre desiderato che Jazz si sposasse con una brava ragazza, proprio come lei. Dopo quella breve sosta, Jasper fece il suo viaggio a San Pietroburgo; nel frattempo, Isabella e Charlie fecero ritorno a Filadelfia, per organizzare il matrimonio, fissato per i primi di settembre.
   Al White-Flower Opera di New York, la notizia del fidanzamento di Mr Whitlock e Miss Swan suscitò molta curiosità ed ebbe alcune conseguenze positive. Miss Hale, infatti, scrisse alla sua rivale una lettera molto affettuosa, nella quale si complimentava con lei per il successo ottenuto in teatro, le comunicava il suo fidanzamento con Mr Mc Carty e le augurava di essere felice per il resto della sua vita. Una lettera molto simile, giunse a Isabella da parte di Esme Platt e Carlisle Cullen.
   L’unica a non mostrarsi molto entusiasta della novità fu Alice Brandon, che senza la sua amica aveva ripreso a sentirsi molto sola. Fu però un malcontento di breve durata, perché Mr Whitlock, di ritorno dalla Russia, si impegnò immediatamente a mantenere la promessa che le aveva fatto. Con una lettera di raccomandazione, presentò Alice a Miss Irina Turova, forse una tra i migliori maestri di ballo al mondo. La fanciulla dovette sottoporsi per sei mesi a una disciplina ferrea e a continue fatiche, ma le lettere che ella scriveva a Isabella divennero ben presto piene di entusiasmo e fiducia nel futuro.
   Il posto di prima ballerina al Flower fu assegnato a Miss Jane Winter, la quale però non ne fu affatto contenta, perché ancora una volta avrebbe voluto essere al posto di Miss Brandon, che si avviava, evidentemente, a una carriera molto più brillante della sua...
   In giugno furono celebrati due matrimoni: quello ricco e sfarzoso di Rosalie Hale ed Emmett Mc Carty e quello più intimo e semplice di Esme Platt e Carlisle Cullen. Furono due sposalizi molto commoventi, come disse a tutti Edward Masen. Le due coppie si stabilirono definitivamente a New York e Rosalie dichiarò che “dopotutto Boston non le mancava poi così tanto”.
   Isabella Swan e Jasper Whitlock invitarono i loro colleghi newyorkesi a Filadelfia per il loro matrimonio e tutti accettarono con entusiasmo, anche Esme e Rosalie, entrambe già in attesa del primo figlio. Lo sposalizio, anche in questo caso, riuscì a commuovere tutti, soprattutto perché i due sposi apparivano più  innamorati che mai. Edward Masen si occupò di risollevare il morale a uno stralunato Charlie Swan, mentre Alice Brandon, strappata miracolosamente per qualche giorno alle grinfie della sua nuova insegnante, fece da damigella d’onore all’amica Isabella.
   Infine giunse il momento dei saluti: Esme, Carlisle, Emmett, Rosalie ed Edward tornarono a New York e al Flower, dove ripresero a lavorare, come avevano sempre fatto. Isabella, Jasper e Charlie se ne andarono a Baltimora, dove la fedele Lorelai li aspettava.
   A dicembre, Alice fu pronta a partire per il suo viaggio in Italia e dato che era sola e senza mezzi, Charlie Swan in persona si offrì di accompagnarla e di restare con lei almeno fin quando non si fosse ambientata. Jasper diede il suo contributo finanziario e Isabella dichiarò che non era mai stata tanto orgogliosa di suo padre in vita sua.
   Charlie Swan scrisse molto spesso ai suoi figlioli per aggiornarli su ciò che accadeva ad Alice e tornò in America nell’aprile del 1921, stanco, ma felice. Dichiarò che non avrebbe mai più fatto un viaggio in vita sua, ma che mai avrebbe rimpianto di aver accompagnato Miss Brandon in Italia. A una sbalordita Isabella rivelò infatti che tra la sua amica e il maestro, Mr Seth Clearwater era stato amore a prima vista e che intendevano sposarsi al più presto.
   Ecco come, da una stagione operistica iniziata malissimo si arrivò a ben quattro matrimoni, diverse carriere brillanti, amicizie destinate a durare una vita intera…
   Tutto era iniziato con canto. Il canto fiero e impeccabile di Rosalie Hale; il canto spontaneo e dolce di Isabella Swan; il canto pieno di energia di Edward Masen e quello discreto, quasi sommesso, di Esme Platt.
   Quel canto era stato diretto e guidato da Carlisle Cullen, da Jasper Whitlock, in un certo senso anche da Emmett Mc Carty e aveva raggiunto perfino Alice Brandon, che di canto non sapeva nulla.
   Il canto, alla fine, aveva unito tutti loro.
   Forse perché, infondo, anche l’amore è un canto.






Aaaaargh,,,
Oh mamma, ragazze, mi commuovo da sola, oggi!
Ebbene questo era l'ultimo capitolo e spero che mi farete sapere cosa ne pensate. Manca l'epilogo, che non sarà privo di sorprese e che arriverà il prima possibile!
Ah che bello, il lieto fine per tutti!
Vi abbraccio tutte, ragazze, ma rimando i ringraziamenti, doverosi e anche un po' lunghi, all'epilogo di questa mia pazza storia!
A presto!

Niniane

   
 
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