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Autore: imokay    12/09/2012    3 recensioni
Non riuscivo a guardarlo dritto negli occhi. Dopo quello che era successo tutto cambiò.
Mi limito a dire che l’ho amato, l’ho amato veramente come non avrei fatto con nessun’altra persona. Magari appartenevamo a mondi completamente diversi ma lui fu l’unico che mi rapì il cuore e sarà l’unico che lo avrà sempre con sé. Ora, mi sento come se stessi aspettando qualcosa che so che non arriverà mai.
Ti terrò come un segreto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti. 
Allora non vi dico che non ho avuto tempo di scrivere perchè non è vero, semplicemente non volevo scrivere. 
Ho accorciato i tempi della storia, vorrei fire tra tre capitoli o quattro, solo per il fatto che ogni volta che mi metto a scrivere vado nel panico.
Questo capitolo non un granchè ma capitemi, su. 
Ringrazio chi ha letto e continua a leggere le mie oneshot rating rosso, impressionante il successo che hanno avuto. 
Ringrazio inoltre chi continua a seguire la mia storia. 
Detto questo, buona lettura e se volete lasciatemi una recensione :) xx

Su twitter sono @harrysavedmex


do you want to know the truth?



“anello, zaffiro bianco, oro rosa, diciotto carati. 1712 sterline.”
“può farmi un pacchetto carino?”
“certamente.”
Uscii con un sorriso stampato in viso da una delle gioiellerie più famose di  Hatton Garden e mi avviai verso la mia macchina. Dannato traffico londinese, lo odio. Mentre ero in coda mandai un messaggio alla mia ragazza con scritto che stavo per andare da lei per una sorpresa.

-we need to talk liam.-

La sua fredda e orrida risposta. Perché?
Arrivai davanti il vialetto e dopo un profondo sospiro cominciai a camminare veloce per raggiungere la porta d'ingresso. Ero preso dall’ansia e le mani cominciavano a sudarmi.
Entrai e in quella casa c’era sempre un profumo di olio alle rose, lei lo adorava. Posai il giacchetto all’ingresso e mi sentii chiamare dalla sua camera, lei era seduta già sul letto che mi aspettava.
Ero felice di vederla, ma contemporaneamente ero agitato per quello che doveva dirmi. Le diedi il pacchetto e lo aprì, appena vide quell’anello scoppiò in lacrime. Ero perplesso, le piacevano molto i gioielli.
“E’ bellissimo davvero, ma non posso accettarlo.” Disse singhiozzando, riprese passandosi le sue dita sul viso per asciugarsi le lacrime “Liam, non posso accettarlo. Io non sono stata del tutto sincera con te. Quando tu eri in tour ed eri via per mesi io avevo bisogno di sentirmi amata. Si è vero, venivo a trovarti ma per pochi giorni e non mi bastava. Io..”
“Tu cosa?” chiesi, magari sapevo già cosa stava per dirmi ma non volevo crederci. Mi si formò un magone allo stomaco, avevo paura. Paura di soffrire.
“Io sono stata con un ragazzo più volte.”  Disse poggiando una mano sulla mia gamba.
Io lo sapevo che lei mi tradiva, ma chi voglio prendere in giro chi starebbe con me? Ero a pezzi in quel momento, io amavo Danielle, la amavo davvero tanto e pensare solo un attimo che lei era stata tra le possenti braccia di un altro ragazzo mi distruggeva, significava che non le ho dato mai abbastanza.
Mentre pian piano le lacrime rigavano il mio viso con un’espressione ormai delusa ripensai a quello che mi disse Ben al parco quella notte.

“Sei molto più forte di quanto credi, le parole non servono.”

Esattamente, in quel momento nulla serviva. Non serviva chiedere spiegazioni ne tanto meno di dire qualcosa per salvare la nostra relazione. Lei non mi amava.
Tolsi la sua mano da sopra la mia gamba e io tremando mi asciugai le mie lacrime. La guardai indifferente, non provavo ne rabbia ne disprezzo, presi tutte le mie cose e me ne andai.
Era la fine della nostra storia, bella o brutta, mi ha insegnato sicuramente molto ma dovevo rialzarmi in quel momento e pensare ad essere Liam Payne.


#BEN
-we broke up, she doesnt love me.-

Mi arrivò quel testo da parte di Liam, ma non potevo rispondergli e tanto meno stargli vicina per la prima volta. Se non avevo la forza per stare vicina a me stessa non vedo come potevo farlo con lui. Posai il telefono sul letto e ignorai il tutto formando con ledita dei cerchi immaginari attorno al nuovo tatuaggio che ci facemmo io e Harry. 

H.

“Quanta acqua hai bevuto Ben?” Mi chiese Gemma entrando nella mia stanza.
“Una bottiglia e mezza, tra poco scoppio.”
“Bene, ho comprato questo, hanno detto che è il migliore.” Disse la mora cercando nella sua borsa quella scatolina che mi avrebbe rovinato la vita.
“Gemma, forse non è una buona idea. Magari è solo un po’ di stress.”
“Fallo.” Mi diede la confezione, era ancora perfetta, immacolata. La presi e la guardai, quella scritta “Easy” colorata di un blu scuro e con accanto uno smile mi terrorizzava. 
“Quindi vado?”
“Vai, prima che torna mio fratello.”
Feci un grande sospiro e andai verso il bagno. Ero presa dal panico, non ce la facevo a fare quel test. Non volevo sapere la verità.
“Coma va?” Chiese Anne alla figlia fuori la porta del bagno.
“Non so è dentro da dieci minuti non so cosa succede.”
“Ben?” bussò Anne senza ricevere alcuna risposta ma loro insistentemente mi chiamavano.
Gemma andò verso l’ingresso perché sentì rientrare Harry e in tutti i modi cercava di fermarlo mentre Anne, premurosa, continuava a chiamarmi e aspettava che io le rispondessi.
“Gemma lasciami!” Disse con tono alto il mio ragazzo, riprese “Che succede a Ben? Perché è in bagno?”
Da lì dentro sentivo tutto, ma non ero capace di reagire, quei minuti passati ad aspettare la verità erano stati interminabili, i 7 minuti più lunghi della mia vita. Due lineette rosse, negativo. Una, positivo.
Cominciavo a intravedere qualcosa di roseo, l’agitazione era tanta e il mio cuore stava per scoppiare. Diedi una botta con la testa alla porta facendomi scivolare a terra.
“Ben! Ben! Apri, sono Harry.” Disse sbattendo i pugni contro la porta.
Mi alzai con forza e aprii la porta, lui appena mi vide in lacrime mi accolse calorosamente tra le sue braccia senza notare cosa avevo in mano. Con i miei occhi pieni di lacrime cercavo gli occhi di Anne in modo che potesse aiutarmi.
“Piccola tranquilla.” Disse lui baciandomi la fronte e accarezzandomi il viso.
“Harry, forse è meglio se vai nella tua stanza.” Disse Anne.
“Vorrei sapere cosa è successo.”
Io singhiozzai ancora di più, non ci credevo. Gemma prese dalle mie mani quel test e vide il risultato.
“Oh mamma.” Disse sorpresa portandosi una delle due mani verso la bocca.
“Cos’è quello Gemma? Cos’è?” La voce di Harry si fece tremolante.
“Niente.” Rispose acida lei.
Alzai lo sguardo verso il riccio e con gli occhi di lacrime presi il coraggio di dire cosa stava succedendo.
Anne e Gemma ci lasciarono soli e io lo portai in camera e mi misi sul letto accanto a lui.

“H-Harry, avevo un ritardo. Volevo solo assicurarmi che tutto andasse bene. Sai, il tour in America, i party, voi, tutti i giri che ho fatto, pensavo fosse soltanto un po’ di innocente stress.”
“E’ stress vero? Dimmi che prima stavi piangendo dalla felicità perché non eri incinta.” Disse spaventato e io di conseguenza chinai la testa e di nuovo le lacrime salate mi rigarono il viso.
“V-vorrei, davvero vorrei dirti una cosa del genere ma, non è così.”
“Perché non mi hai detto di questo ritardo?”
“Non volevo spaventarti.”  Solita frase, ma fondamentalmente chi aveva il coraggio di dire una cosa del genere?

- Harry sono incinta, che bello! Saremo presto in tre! -
No. 

“Ah, non volevi spaventarmi. Invece facendo così non mi hai spaventato è vero, mi hai fatto incazzare.” Urlò alzandosi dal letto cominciando a gesticolare.
“Anche se te lo dicevo, cosa avresti fatto?”
“Avrei chiesto aiuto a mia madre, saremo andati da un medico, qualsiasi cosa ma non questo.”
“Tanto aspetto sempre e comunque un bambino.”
“Io non lo voglio quel bambino.” Disse guardandomi, i suoi occhi verdi si erano ingrossati, era pieno di rabbia e cominciavo ad aver paura. Cosa voleva che gli dicessi? Che avrei abortito? Mah, si così saremo stati felici e contenti.
“Harry non arrivare a conclusioni così affrettate.”
“Ho diciotto anni, ho una carriera favolosa, ho te, sei bellissima ma non voglio diventare padre.”
“Non dire che hai me. Non dirlo per niente.” Replicai acida. Forse stavo accettando quello che era successo, non potevo fare altro, ero incinta di lui e così stavano le cose. Avrei tenuto il bambino comunque, sono contro l’aborto più di qualsiasi altra cosa al mondo.
“Ho te, ti amo ma non voglio un bambino adesso.”
“E’ troppo tardi ormai. E non dire che mi ami, perchè se ami così tanto me dovresti amare anche questo.” dissi indicamndomi la pancia che fortunatamente era piatta.
Lui si mise accanto a me e mi prese per mano, avevo le mani fredde e mi tremavano.
“Ti prego, dimmi che ci penserai.”
“No! Non prendo in considerazione l’aborto. Non vuoi il bambino? Perfetto la finiamo qui.
Lui si alzò e andò via, non so dove. Aprì la porta e si ritrovò davanti Gemma, delusa da lui. Cominciai a piangere disperata tra le braccia della ragazza, non volevo che lui se ne andasse ma allo stesso tempo non volevo togliere la vita a quella innocente creatura.  
   
 
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