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Autore: zenzero    12/09/2012    0 recensioni
Alcuni capitoli del mio romanzo , Vincolo, nei quali però tutti i personaggi hanno cambiato nome e sesso!
"Milo è un ragazzo normale, come tanti. Ma a volte agli adolescenti accadono cose strane e lui, per caso, incontra Kirin e Sara, una principessa e una guerriera di un'altra dimensione. Le due, alte non più di sessanta centimetri, coinvolgono Milo in una storia rocambolesca nel loro mondo, tra stregoni, mostri, prove di iniziazione, nemici letali e incantesimi."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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Si trovava in una stanza ampia. Milo dovette sbattere più volte le palpebre per scacciare la polvere... Il ragazzo avanzò cautamente, finché non udì piangere. Guardò meglio, e capì che era un ragazzina , a piangere. Era seduta ad un lato di un letto e si copriva il volto con le mani, singhiozzando. Di fronte a lei, seduta su una sedia, c’era una donna. Era sulla trentina, vestita elegantemente di una sorta di uniforme, ampia ed elegante. Teneva sciolti i lunghi capelli biondi e aveva un volto raffinato. La donna stava cercando di consolare il ragazzina, scuotendola dolcemente, ma non otteneva risultati. Milo avrebbe dovuto allontanarsi da una situazione simile, ma avvertiva una certa attrazione per quella scena. Ebbe inoltre la strana consapevolezza che la sua presenza non sarebbe stata sgradita, poiché risultava invisibile alle due occupanti della sala. La ragazzina improvvisamente scoprì il volto, e Milo la riconobbe; era Kirin. Ma sembrava appunto, molto più piccola, adolescente ma più vicina all’infanzia che all’età adulta. Si passò una mano sul volto, e parlò, con voce lamentosa.
 - Ecco, le ho detto tutto, Maestra, - gemette rivolta alla donna, - E non ho la minima idea di come fare! Sono incredibilmente preoccupata! Temo che finirà per farsi del male!
La donna annuì, con comprensione.
 - Altezza, - disse con voce calma, - non avete preso in considerazione l’idea di ... sostituirla con una persona più degna?
La Principessa scosse energicamente la testa. - Questo, mai. Sono legata a lei, da un debito d’onore. Inoltre, sono ormai capace di prendermi la responsabilità dell’accaduto...
 - Dunque, qual è il motivo per cui mi avete fatto chiamare?
La giovane prese un ampio respiro. - Lei, Maestra, ha la capacità di intervenire suoi pensieri e sulla memoria. Vorrei quindi che modifichiate la sua.
La maestra parve scettica. - Intendete quindi farmi cancellare l’intero accaduto dalla sua…?
La Principessa scosse la testa. - No, non cancellare... Solo sostituire... con qualcosa di diverso. Avrebbe comunque il ricordo di quel che è accaduto, ma senza che sentisse la responsabilità su di lei.
La maga parve capire. - Certo, potrei farlo… Vi avverto, però, che non sono capace di valutare con esattezza gli esiti futuri di una simile operazione. In futuro, potrebbe ad esempio capitare qualcosa che risveglierebbe i suoi veri ricordi... e in questo caso...
 - Mi assumerò la responsabilità di quello che ho fatto, - affermò la giovane Principessa con decisione, -lo giuro.
La maga annuì, convinta. - Direi allora di cominciare subito...
Ma improvvisamente la luce cominciò ad affievolirsi, i contorni a sfumarsi. Milo riacquistò sempre più lucidità, rendendosi conto che quello a cui aveva assistito non era altro che un sogno...


Si risvegliò finalmente in un letto, di grandezza normale. E già, la cosa era strana; dopotutto non dormiva su coperte e materassi da più di una settimana. Forse, tutte quel che aveva vissuto sinora era stato solamente un sogno? Ma in ogni caso, capì di non trovarsi nella sua camera. Il letto infatti era a baldacchino e ampi tendaggi lo circondavano, impedendogli di capire dove si trovasse. Guardando con attenzione riuscì ad individuare le sagome di un paio di individui, che parlottavano e gesticolavano, ma il ragazzo non riusciva a capire cosa stessero dicendo. Si tolse le coperte di dosso e stava per alzarsi, quando le tende vennero improvvisamente scostate.
- Credo si sia svegliata, - annunciò la persona che le apriva. Milo si spaventò di quel gesto inaspettato e la colpì con uno schiaffo .
Osservando meglio capì infine di aver centrato la Principessa Kirin. C’era anche Sara, che osservava la scena alquanto stupita, e in parte divertita.
 - Cosa cavolo ti è preso? - urlò la Principessa inferocita, massaggiandosi la guancia colpita.
 - Scusami, davvero... Ti sei affacciata così velocemente che io…
Ma in quel momento si accorse che c’era qualcosa di diverso, nelle sue compagni di viaggio.  La Principessa, ad esempio, era alta all’incirca quanto lui e aveva...
 - Ti sei tagliata i capelli! - esclamò il ragazzo, stupito.
Kirin avvampò velocemente. Si passò una mano dietro la testa, come se potesse trovarvi ancora la sua lunga treccia, ma poi vi rinunciò.
 - Bè,... non è solo questo! - ribatté, imbarazzata, - Non noti altri cambiamenti nelle nostre persone?
 - Certo, siete enormi! Come... avete fatto a modificare le vostre stature?
La ragazza rise. - Guarda, che qui l’unica che ha cambiato la sua statura sei tu.
Milo trasalì. Dovette ammettere che la Principessa aveva ragione.
La nana che aveva affrontato gli aveva detto di volerlo rendere inoffensivo, la sera prima...  e in effetti ci era riuscita. Ora aveva le dimensioni degli abitanti di quel mondo. Il ragazzo rise, nervosamente. - Ora capisco tutto. E’ stato uno dei nostri avversari, a rimpicciolirmi … ma di certo ci sono degli aspetti positivi. Almeno potrò muovermi agevolmente, senza terrorizzare altra gente, mangiare come si deve... e dormire in un letto decente.
Kirin sorrise. - Cavoli, l’hai presa bene... Ci immaginavamo chissà quale scenata isterica mentre aspettavamo che ti risvegliassi...
 - Siete ...  rimaste in questa stanza? -chiese, con una punta di imbarazzo.
 - Sicuramente non per tutta la notte, - ribatté la Principessa, anche lei piuttosto imbarazzata, - Sai, se stai fermo tu devo rimanervi anch’io...
 - E per portarmi qui?
La Principessa sbuffò. - Non sei certo più così ingombrante...  Sara, per l’esattezza, mi ha riferito che sei leggero come una piuma.
Milo avvampò. - Quindi mi hai...  preso in braccio, - costatò diretto alla guerriera.
Questi annuì e si alzò, e il ragazzo notò che Sara era decisamene imponente… Se ne era accorto anche prima, confrontandola con la Principessa, ma ora che era delle loro dimensioni notò che la guardaspalle lo superava di una spanna abbondante... .Per un istante si sentì stranamente indifeso.
 - Comunque...  adesso, dove ci troviamo? - chiese, per cambiare argomento.
 - Nella villa di mio zio, Teodoro…L’abbiamo raggiunta l’altra sera.
In quel momento la porta si aprì, e Milo vide entrare uno degli uomini più strani che avesse mai visto. Indossava un vestito di un giallo sgargiante pieno di trine e pantaloni aderenti rossi  . Il volto era truccato e incipriato, al punto che non si riusciva a carpirne l’età reale, e i capelli ricci e bianchi lo incorniciavano come una criniera.
 - Ti sei svegliato! - esclamò la strana figura con una voce squillante e acuta. Si diresse al letto e abbracciò il ragazzo con una foga non comune. - Io sono Teodoro,  lo zio di questo giovanotto, - squittì, arruffando i capelli di Kirin.
 - Sì, mi è già stato riferito...  - sussurrò Milo cercando di respirare.
L’uomo continuò a parlottare e a far battutine sulla sua nipotina finché un cameriere non annunciò che la colazione era stata servita. Nell’ampia sala da pranzo lo zio concentrò tutte le sue energie sul ragazzo. Gli offrì qualunque cosa fosse presente nel buffet e  non smise un attimo di parlare.
 - La mia nipotina non mi ha detto nulla, sai? E’ arrivato a notte fonda con te svenuto, dicendomi che mi avrebbe spiegato tutto più tardi, ma non l’ha fatto...
 - Beh... è una lunga storia, quindi...
 - Comunque, tu sei straniero vero? - lo interruppe il signore, mettendogli sul piatto un cioccolatino - dopotutto, hai un’ insolito taglio di capelli, e anche dei tuoi vestiti sono strambi. Però parli bene la nostra lingua, senza accenti buffi.
 - Veramente, ecco...
 - Oh, ma che dico?  Che sciocchezze! Comunque sei celibe .- indagò, schiaffandogli in mano una cialda fumante
 - Sì, ma...
 - Oh, certo...  così giovane... e così grazioso... devi venire da una ben nobile famiglia!
Si avvicinò a Milo e abbassò il tono.
 - Ho notato che hai istaurato un buon rapporto, colla mia nipotina, e nel caso questa ti interessasse...
In quel momento la Principessa si intromise fra loro. - Zio, ti prego. Milo è ancora un po’ spaesato. E poi, è meglio che non mangi così tanto, o si rovinerà la linea.
 - Cosa?!- esclamò il ragazzo, ma Kirin gli prese la mano.
 - Dobbiamo andare, adesso. Per... discutere di quella cosa importante che avevamo deciso, ricordi?
Milo rimase un istante interdetto ma poi capì. E si alzò.
 - Oh! – esclamò l’uomo, - me lo porti via? Ma che maliziosa che sei!
 - I miei omaggi zio, - disse la ragazza, e dopo avere eseguito quello che sembrava un sorriso  “malizioso”uscì dalla sala con Milo.
Sara, che per tutto il tempo era rimasto immobile alla parete, fece una sorta d’inchino e li seguì. Kirin lo condusse in quella che sembrava una sorta di magazzino, badando che nessuno li seguisse.
Chiuse la porta tirando un sospiro di sollievo.
 - Finalmente, me ne sono liberato. Non lo reggevo più.
 - Beh, sarei io a doverlo dire, - rispose Milo, - ma mi è parso... come dire... strano.
 - Strano? Direi che come aggettivo è riduttivo...  Fin da quando sono piccola ricordo che si è sempre comportato in modo un po’ insolito, ma è purtroppo peggiorato quando sua moglie è morta di malattia. Inoltre ha avuto diversi battibecchi con mio padre, suo cugino, per via di alcune concessioni territoriali... e gli è rimasto solo questo castello... Non è così ricco come vuole far credere... ...  non ha affrontato bene la morte di sua moglie, e si è quindi ritirato nel suo mondo...
Vedi, era innamorato di lei, ma gli piacciono al tempo stesso anche gli uomini. Non esce quasi mai dalla sua dimora e non riceve quasi mai visite, né notizie dal mondo esterno. Io stessa non lo vedo da mesi. Credo quindi che non sappia che io sia scomparsa dalla corte, ed è meglio non informarlo su questo. Comunque, non è totalmente svampito. La sua personalità è rimasta uguale... con me è stato sempre incredibilmente premuroso, e ovviamente lo è di più ora che sono vicino all’età per le nozze.
Milo sollevò un sopracciglio.
 - Dovresti... sposarti? Ma sei...
 - Troppo giovane? Naturalmente, ma le esigenze di stato vengono prima di tutto... e mia madre è piuttosto malata... Così il mio caro zietto ha pensato che preparando un proficuo matrimonio per la sua pupilla in futuro sicuramente trarrà da questo più di un beneficio...  Ovviamente, la cosa più importante è che il candidato abbia una cospicua dote, e che se lo renda simpatico...
Milo era lievemente disgustato. - Ma io... non sono nobile, eppure mi ha “puntato”
 - Perché non sa ancora niente di te. A proposito, forse è meglio se ci inventiamo qualcosa sul tuo facoltoso padre e sull’immenso regno che andrebbe a unirsi al mio.
 - Ma perché mentire? Non credo nasceranno problemi se gli dirò che sono… ecco... normale...
Kirin scosse la testa. - Hai visto dove ha fatto mettere Sara? Era in piedi, e scommetto che non ha ancora mangiato nulla. Anche i pochi ospiti che riceve, se non appartengono ad una famiglia nobiliare, non possono accedere alla sua tavola...
 - Beh... io non pretendo certo un trattamento di riguardo.
 - Ovviamente. Però, se scoprisse che tu fossi solamente un semplice ragazzo, temo che ti sbatterà fuori, o magari negli alloggi dei servi, a pelare le patate... per non parlare del fatto che ci ha visti insieme, ed è come se l’avessi ingannato su quella faccenda dei fidanzamenti per interessi... si vendicherebbe con ogni mezzo.
 - Cavoli... - riuscì a dire Milo.
 - Dobbiamo inventarci qualcosa, e in fretta...

Fu solo nel pomeriggio, stanco e lievemente stordito del succedersi degli eventi, che Milo cominciò a chiedersi che fine avesse fatto la sua borsa. Non l’aveva trovata,  nella stanza in cui aveva riposato. Non che al momento gli servisse, ma conteneva comunque le oggetti che aveva sempre portato con sé. Il cellulare magari non poteva utilizzarlo, ma al pensiero di non averlo con sé  lo faceva quasi agitare. E nel suo portafoglio teneva tutti i suoi documenti. Non appena riuscì a trovare un momento libero, lasciò la Principessa e suo zio e andò a cercare Sara. La trovò nel corridoio accanto, e le confidò le sue preoccupazioni. Questa sembrò non battere ciglio.
 - La borsa? E’ rimasta nel tempio, naturalmente.
 - Cosa?! - chiese lui, stupito.
 - Pensava che l’avessimo portata con noi? Mi spiace, ma le dimensioni di quell’oggetto sono esagerate... non avevamo modo di trasportarla. Anche perché è decisamente pesante.
Milo capì che aveva ragione; dopotutto le due “piccolette” ci si erano nascoste dentro. Però ne aveva bisogno almeno di assicurarsi che non fosse stata rubata, e avrebbe voluto recuperare almeno qualche oggetto. - Saranno importanti, per quando giungerò a casa.
 - Sempre che riuscirai a tornarci, - si introdusse Kirin apparendo da un corridoio, - Comunque, la vedo difficile.
 - Se andassi personalmente...
La Principessa  scosse la testa. - No, apparirebbe troppo sospetto... E se andassimo insieme, quell’uomo pretenderebbe di venire con noi... Ora che sono venuta a fargli visita, non mi lascerà certo un solo minuto. Tanto vale pensarci più tardi, quando ce ne saremo andati.
Milo sospirò. Sperò che nel frattempo i suoi effetti personali non venissero rubati.
Un domestico corse verso di loro, trafelato. – Mia signora... siete qui, dunque! - disse, riprendendo fiato.
 - Cosa c’è? - chiese la Principessa
 - La cena è stata servita...
 - Ma è ancora pomeriggio, - costatò Kirin.
 - Durerà a lungo, - rispose questi, evidenziando come questo non dipendesse dalla sua volontà. E non lo si poteva evitare.

Cercarono di impiegare più tempo possibile per arrivare tardi, ma non potevano sicuramente saltare del tutto l’incontro, e così vi andarono decisi. Come al solito, Teodoro si sedette accanto a Milo. Sembrava entusiasta. Gli colmò il bicchiere di un denso liquido ambrato che Milo sospettò fosse alcolico.
 - Finalmente la mia piccina si è degnata di parlare, - mormorò, puntando addosso i suoi occhietti vivaci, - mi ha confidato che sei l’erede di un regno lontano!
La notizia spiazzò completamente Milo. La Principessa doveva aver ideato bene il suo falso passato... E a lui, toccava  improvvisare. Così, parlò della città in cui era nato e vissuto come se la possedesse.
 - E poi, sei scappato di casa, - lo interruppe la nobildonna.
Velocemente , lui si adattò a quell’ultima informazione. Però, non gli veniva nulla da dire.
 - E’ così. I suoi genitori volevano obbligarlo a sposare una vecchia rospa, - si introdusse Kirin, salvandolo, - così, si è travestito da donna ed è fuggito da solo su di una nave, approdando nel nostro paese. Io e Sara l’abbiamo sorpreso mentre vagava per i boschi, e…
 - Non si interrompono i discorsi altrui, - lo sgridò il signore, interrompendo il discorso della nipote, -Avanti, Mirco, raccontaci bene quel che è accaduto. Esigo ogni dettaglio,- ordinò, e gli versò altro liquido d’ambra nel bicchiere.
 - Mi... chiamo Milo, signore... Dovete perdonarmi, ma non ho la forza di raccontare ancora il mio orribile passato. Tutto quel che desidero, è trovare il sostegno di qualcuno, una donna forte che mi tenga al suo fianco. E forse, se la trovassi, mio padre si ravvedrebbe  lasciandomi andare. Vostra nipote è stato davvero un barlume di speranza nella mia oscurità!
Teatralmente, Milo lasciò andare un sospiro, e si coprì il volto con le mani, non prima di aver notato un guizzo di soddisfazione nel volto dell’uomo.
 - Perdonatemi, ma temo di non sentirmi molto bene, - gemette, fingendo un singhiozzo, e si alzò da tavola.
 - Milo, caro, - improvvisò Kirin, - avete bisogno d’aiuto?
 - No, Principessa, non seguitemi...  - sospirò lui, e uscì veloce dalla stanza.
 - Non vi allontanate! - esclamò la ragazza, e con quello che sembrava un impeto amoroso seguì Milo fuori.
   
 
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