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Autore: _gottabelouis    12/09/2012    0 recensioni
‘’Ecco, siamo arrivati.’’ –disse Harry, quando erano abbastanza vicini da leggere il cartello vicino la porta.
Katy non riuscì a dire altro che un ‘si’.
‘’Bè buona lezione’’
‘’Grazie, anche a te.’’ – rispose con un sorriso Katy, che restò impresso nella mente di Harry per tutta la giornata, e la rese migliore.
‘La rivedrò’ pensò tra se e se, prima di varcare la porta dell’aula di inglese.
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Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘’Mi sono divertita molto con te, ieri sera. –Anne x’’
Stringeva il telefono tra le mani. Non credeva ad una sola parola di quello che stava leggendo. Ma come poteva non crederci? Tutto era scritto così chiaramente, e pensare che non fosse successo niente era solo una follia.
Robert era sotto la doccia, certo lei non avrebbe dovuto leggere un messaggio indirizzato a lui, ma lui non doveva mentirle. Aveva sospettato che c’era qualcosa di strano, ed ora aveva avuto la conferma.
Sentiva l’acqua della doccia scorrere, ma più forte di quel rumore era il suo cuore, che non si dava pace.
‘’Hei ma cosa stai facendo?’’ –disse Robert, che era dietro di lei, in accappatoio.
Si girò e lo guardò negli occhi. Per la prima volta, da quando lo conosceva, si sentì schifata.
‘’Io, eh? E questo cos’è?’’- sibilò facendogli vedere il telefono.
‘’Ti sei divertito?’’- continuò.
‘’Amber, non è come sembra.. posso spiegar..’’
‘’Spiegarmi cosa? Che è stato solo un ‘divertimento’, che volevi solo distrarti? O che non è stata colpa tua, perché eri troppo ubriaco e non ci capivi niente? No, dimmelo. Ma comunque sia, non starò a sentirti. Non mi credi abbastanza e per questo ti fai le altre? Davvero, non ti capisco.’’
Non voleva piangere, ma qualche lacrima era sulle sue guance e non riusciva più a fermarle.
Robert rimase lì immobile, senza spiccicare parola.
‘’Bene, è come pensavo. Mi credevi forse così stupida? Pensavi che non avessi scoperto che avevi il piede in due staffe?’’
‘’Si, sono un coglione.’’
‘’Lo sei, e io di quelli come te non me ne faccio niente. ‘’
‘’Da quanto tempo va avanti questa storia?’’ –chiese dopo qualche minuto.
Silenzio.
‘’Ti ho fatto una domanda!’’-chiese con maggior carica di prima.
‘’Da.. qualche mese.’’- rispose abbassando lo sguardo.
Amber sentì il cuore in gola e con un filo di voce riuscì a dire ‘stronzo’.
‘’Bene, ora divertiti con questa Anne, io me ne vado, per sempre, addio’’ –disse con una voce rotta dal pianto, mentre con uno scatto chiudeva  la porta, lasciando in quella stanza Robert e ciò che era stata fino ad allora.
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Ritornò a casa in fretta con le lacrime che, unite alla pioggia, le rigavano il volto.
‘’Mamma’’ –urlò entrando in casa –‘’voglio andarmene!’’ e dopo di che scoppiò a piangere.
Sua madre era l’unica persona di cui si fidava veramente, perché sapeva che non l’avrebbe mai tradita. Così quella sera le raccontò tutto ciò che qualche momento prima aveva scoperto e che le sue orecchie, ormai, si erano stancate di sentire bugie.
Sua madre aveva capito, infondo anche lei si era trovata nella sua stessa situazione anni prima , quando il padre di sua figlia se n’era andato con un’altra, lasciandola lì, sola.
‘’Credo che la sfortuna incombe su di noi, piccola’’- le disse abbracciandola, e Amber, in quell’abbraccio, aveva trovato tutto ciò che in quel momento desiderava.
‘’Ti voglio bene, mamma.’’
‘’Anch’io piccola, più della mia stessa vita.’’
Così quel venerdì sera, Amber decise di lasciare quella città, quella vita e il suo passato alle spalle.
‘’Partirò domani mattina.. Ho sentito che c’è una bella scuola a Londra, e io, infondo ho solo diciassette anni.. credo che sia la cosa migliore.’’
‘’Fai bene piccola mia, ma sei sicura che c’è ancora qualche posto? Infondo la scuola è iniziata da qualche mese.’’
‘’Si, ce ne dovrebbero essere, ora chiamo e vedo meglio.’’
Un posto c’era, solo uno. Le sembrava strano, era come se quel posto fosse stato destinato a lei.
Dopo aver attaccato il telefono, iniziò a fare le valigie e a prendere tutto il necessario.
La madre il giorno dopo la accompagnò alla stazione e con il volto pieno di lacrime la salutò, infondo era la prima volta che si allontanava da sua figlia.
Finalmente poteva dirsi ‘libera’, tutto ciò che fino a quel momento l’aveva intrappolata non c’era più, e così si sentiva meglio. Stava respirando di nuovo, stava riemergendo dalla superficie, in cui fino ad allora aveva toccato il fondo. E le sembrava strano. Sua madre era ancora lì dietro di lei, che la guardava allontanarsi sempre di più, fino a che non divenne un puntino in lontananza, una persona qualunque in mezzo alla gente.
Lei camminava a passo veloce, e più andava avanti, più sentiva crescere dentro di lei una nuova voglia di vivere e allo stesso tempo anche una strana sensazione di tristezza, soprattutto verso sua madre. Ma doveva crescere e imparare a gestire la vita, e questa era la situazione migliore per iniziare a farlo.
E ora era lì, in quella stazione, con in mano un bagaglio pieno di sogni, speranze e delusioni.
‘’Treno per Londra in partenza tra dieci minuti’’ –disse una voce metallica, che proveniva da un altoparlante.
Amber, si affrettò a raggiungere il binario e, trovato il treno  ci salì sopra.



  
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