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Autore: Alyx    12/09/2012    9 recensioni
Al mio raggio di sole, Trich, perchè grazie a lei ho scoperto il meraviglioso mondo di Percy Jackson.
Quando ero più piccola mi ero iscritta a un corso di danza ma ero stata espulsa dopo che, mentre ero da sola nello spogliatoio, uno scomparto di armadietti aveva preso fuoco.
Poi a dodici anni mia mamma mi aveva rivelato la mia vera natura.
Avevo scoperto di essere una Semidea.
(...)
Ero ancora piccola e non presi troppo male il fatto di essere figlia di un Dio Greco.
Ok.
Diciamo che ero passata dalla fase '
Mamma, non credo più alle favole.' a quella 'Ok. Tutto questo è impossibile!', per poi passare a quella di 'Che figata! Sono figlia di un Dio leggendario!'.
  ***
-Oh, scusa. Disturbavo?
Sorrisi ironica mentre dentro di me la mandavo a fare una cosa non anatomicamente possibile.
-No figurati.- risposi, dolce come l'aceto.
Lei mi diede le spalle e tornò a parlare con Louis, mentre sbuffavo sonoramente e incrociavo le braccia al petto.
Alzai gli occhi al cielo, disgustata dalla lunghezza, se così si può ancora definire, della sua minigonna.
Forse Louis se ne accorse perché ridacchiò sotto i baffi.
Non mi sforzai di ascoltare fino a che non sentii qualcosa come -Dolcezza, a presto- e allora mi strozzai con la saliva.
Cominciai a tossire e Louis la scostò per iniziare a darmi delle pacche sulla schiena, mentre la piccola Afrodite mi fulminava con lo sguardo.
-Louis non potremmo andare a parlare da un'altra parte?- chiese acida mentre davo gli ultimi colpi di tosse.
Come se volesse davvero parlare con Louis.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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             Essere unMezzosangue è una faticaccia

                                                         Capitolo 15
                                              Mi incasino la vita





-Allora Camille, tesoro, come vanno le cose al campo? Apollo mi ha detto di Emily. La troverete vero?- chiese Susan con tono agitato versandoci una tazza di te' caldo.
-Signora Crane, stiamo facendo tutto il possibile. Non vorrei mai che succedesse qualcosa ad Emily.- sussurrai con lo sguardo basso, fissando il liquido scuro nella mia tazza.
Lei si sedette sulla sedia di fronte alla mia. -Chiamatemi Susan.
E in quel momento mi chiesi fermamente perchè quella donna fosse stata condannata a una tale vita. Perchè portasse sulle spalle quella orribile maledizione. Perchè proprio lei.
-Sign... Susan- la chiamò Annabeth, il portatile di Dedalo aperto sul tavolo. - il divino Apollo, vi ha detto quando sarebbe venuto a farvi visita?
Gli occhi della donna si illuminarono leggermente, e non ci furono dubbi.
Nonostante stesse cercando di controllarsi e capisse che non c'era futuro per lei e il Dio, quelli erano gli occhi di un'innamorata.
Per un attimo pensai che nessuno mi aveva mai guardata con quel luccichio negli occhi.
-Io e Apollo non parliamo molto di quel che fa, dove va, quanto ci sta e quando  tornerà. Delle volte...- Susan abbassò lo sguardo. -Delle volte temo addirittura che non torni più. Alla fine cosa sono io? Una donna che non è nemmeno capace di essere una madre adatta per sua figlia, non sono men che meno una Dea, non sono affidabile perchè da un momento all'altro l'altra potrebbe prendere il sopravvento. 
Louis le posò la propria mano sopra la sua.
Mi fece quasi male pensare che una volta l'aveva fatto anche a me, che molto probabilmente voleva continuare a farlo e che ero proprio io a tenerlo lontano.
-Susan- la chiamò. La donna alzò il viso, gli occhi vacui, attratta da quella voce come da una calamita e se non avessi conosciuto bene, o almeno abbastanza, Louis avrei scommesso che fosse un figlio di Afrodite. -Susan, non dire così. Non pensare niente di ciò. Sei una donna, una madre, perfetta. E l'altra, l'altra non ti impedisce di esserlo. Non lasciarti andare, Susan, perchè è proprio nei momenti di debolezza che sei più vulnerabile. Sii forte, non perdere mai la speranza.- i suoi occhi su posarono su di me.- E otterrai tutto quel che vuoi. Non importa quanto grandi saranno le difficoltà.
Mentre abbassavo lo sguardo, capii.
Capii che lui non avrebbe rinunciato a me. 
Qualunque cosa fosse accaduta.



-Maledizione.- borbottai a mezza voce, poggiandomi con tutte e due le mani al tavolo del soggiorno, china su una cartina del quartiere procuratomi da Susan.
Percy e Annabeth dormivano al piano di sopra, nella stanza accanto a quella della donna, Louis in quella al piano terra, e io stavo studiando il territorio circostante.
Volevo essere pronta, preparata in caso quello sarebbe stato il campo di battaglia.
Ma la debole lampadina che illuminava la scrivania, dopo aver tremato si era spenta con un rumore sordo.
Il soggiorno cadde nella penombra, la sola fioca luce della luna e delle stelle, filtrava dalle enormi finestre dietro il divano.
-Camille.
Quasi non urlai quando la figura avvolta nell'ombra di Louis mi si affiancò.
Mi portai una mano al cuore, che aveva preso a battere furiosamente dapprima per lo spavento, poi per la sua vicinanza.
Era a quasi un metro da me, ma mi sembrava di sentire comunque il calore che il suo corpo emanava. E di certo il fatto che indossasse solo i pantaloni non era d'aiuto.
-Sembra che tu ti diverta a spaventarmi.- sussurrai riappoggiando i palmi sul tavolo.
Louis si avvicinò, rimanendo comunque qualche passo dietro di me. 
Mi voltai leggermente verso destra in modo da riuscire a vederlo completamente. 
Ringraziai il buio, che nascondeva il mio imbarazzo.
-Scusa.- borbottò.
Mi ero aspettata una battuta meschina, provocante.
-Scusa.- ripeté lui. -Non dovevo trattarti in quel modo. Prima, in macchina.
Annuii.
-È che era vero. 
-Cosa era vero?- sussurrai.
-Che stavi dormendo. Che sei bella. E che...- si interruppe. Che volevi baciami?
Rivolsi la mia attenzione alla cartina. -Scuse accettate, Louis.
Lui parve quasi non aver sentito.
-Guarda qui.- continuai allora per finire quella conversazione imbarazzante. -Poco lontano da questa casa c'è un parco. Abbastanza grande per permettere a Pitone di nascondersi lì. Se nei prossimi giorni Apollo dovrebbe presentarsi dobbiamo fare attenzione ai punti nord e ovest dell'abitazione.
Per quanto riguarda a sud, c'è una schiera di case. Il mostro è troppo ingombrante per permettersi di attaccare da lì. Si ritroverebbe alle strette. A est c'è la strada principale. Un ottima via di fuga in caso si ritrovasse un svantaggio ma anche un ottimo campo di battaglia.
Credo, anzi sono quasi sicura, che porterà con sè Emily, ma non fino in fondo.
Secondo me la nasconderà da qualche parte dove potrà tenerla d'occhio, riprendersela in caso di fuga o minaccia. Dovremmo separarci. Alcuni cercheranno Emily, gli altri combatteranno e difend...-
Non riuscii a terminare la frase.
Sentii una mano di Louis afferrarmi per la nuca, l'altra per la vita.
Con uno scatto repentino mi fece voltare e finii schiacciata contro il suo petto nudo. Lui premette le sue labbra contro le mie, baciandole, assaporandole con lentezza, con dolcezza.
Le mie mani andarono istintivamente a poggiarsi vicino alle sue spalle.
Pensai che quello era il mio primo bacio serio. 
Louis si allontanò un po', appena si accorse che era rimasta perfettamente immobile.
Non riuscii a sopportare il suo sguardo ferito, deluso.
Mi alzai sulle punte delle mie Converse, fino a far toccare ancora le nostre bocche.
Ero piuttosto informata in fatto di teoria, i libri, le riviste, tutte le cose che si dicono a scuola, i film, ma in fatto di pratica ero piuttosto inesperta per quanto riguardava i baci.
Perciò mi limitai a sfiorargli le labbra con leggerezza.
Chiusi gli occhi, sentendo scorrere nel mio corpo elettricità pura, concentrata nei punti in cui ci toccavamo.
Come se con il suo semplice tocco, potesse liberare dentro di me, minuscole particelle impazzite di elettroni.
Velocemente Louis si riprese dallo stato di shock iniziale.
La mano dietro la mia schiena si irrigidì e mi portò contro di lui, e quasi mi parve di sentirlo rinascere.
Non si staccò fino a quando non fu necessario riprendere fiato.
Non lo guardai negli occhi, mi limitai a fissare il suo petto difronte a me.
Sentivo il suo respiro caldo e leggermente affaticato sul viso, poco sopra le labbra.
-Questo...- sussurrai col fiato corto. -Questo...- non era autorizzato.
Ma lui mi interruppe. -È stato il bacio più bello della mia vita. 



Trattenni istintivamente il respiro mentre un brivido mi percorse la schiena.
Non osavo ancora alzare lo sguardo ed incontrare gli occhi grigi di Louis.
-Camille?- mi chiamò abbassandosi per cercare il mio contatto visivo.
Lo sentii sospirare quando non accennai a fare niente. -Camille, cosa... cosa succede adesso?
Già. Cosa sarebbe successo?
-Camille... ti prego. Rispondimi.- sussurrò al mio orecchio facendomi rabbrividire di piacere.
Le mie mani si mossero quasi di loro iniziativa e corsero ad allacciarsi dietro il collo del figlio di Atena, annullando ancora una volta la distanza tra noi due. Ma questa volta non andai a cercare le sue labbra, bensì la sua spalla, l'incavo del suo collo, l'accoglienza  delle sue braccia attorno al mio busto, il calore delle sue mani sulla mia vita.
-Solo...- sussurrai respirando il suo odore inebriante. -Solo... non lasciarmi sola... ok?
Lo sentii rilassarsi contro il mio corpo.
-Quello mai, Mil.- era la prima volta che mi chiamava in quel modo e se in un altro momento l'avessi trovato ridicolo, in quell'istante lo trovai perfetto. -Quello mai. Dovesse cadere il mondo, il cielo, le stelle. Io sarò sempre con te. 
Ebbi voglia di sciogliermi, ma non lo feci. Lo strinsi di più a me.
-Solo un'altra cosa, Louis...
-Sì?
-Dobbiamo dimenticare tutto questo...
-Cosa?!- sbiancò lui.
-Ascolta! ... Fino a che non salviamo Emily.
-Ma...
-No, Lou. Devo. Devi concentrarmi sulla mia migliore amica, adesso. E anche tu. Ti prometto... - gli posai una mano sulla guancia quando lui abbassò lo sguardo, deluso e abbattuto. -Ti prometto che tutto questo non verrà gettato alle ortiche... che ti permetterò di... di amarmi appena tutto questo sarà finito. Te lo giuro.
-Sai vero che è un discorso senza senso questo, sì?- borbottò triste
-Io sono senza senso, Louis.- sospirai.
Alzò lo sguardo, fondendo il suo grigio nei miei occhi coi miei occhi e la mia mente. -E non cambiare mai. Mai. Perche ti amo così come sei.
Sorrisi infiammandomi. Ti amo così come sei.
Stavo per concedergli un altro bacio ma sobbalzai appena una voce sbottò. -Oh per tutti gli Dèi! Mi farete venire il diabete a mille voi due, se dite un'altra parola!
Sobbalzai e tentai un salto all'indietro ma Louis mi afferrò in tempo e mi strinse a se', mentre sentivo andare a fuoco ogni parte del mio corpo per l'imbarazzo.
A qualche metro lontano da noi, in una nuvola di vapore stava la figura sfocata di Harry Bake, pigramente svaccato su una poltrona verde.
-Harry?- chiamai, la voce troppo acuta per i miei gusti mentre ancora tentavo di liberarmi dalla stretta di Louis, cosa che lui non sembrava propenso lasciarmi fare.
-Perspicace la Piccola Ares Innamorata...
-E tu mi sembri un tantino irascibile, Ladruncolo che non sei altro...- affermai strattonando il figlio di Atena e riuscendo finalmente a sciogliermi dalla sua presa.
Harry alzò i palmi al cielo, stringendosi nelle spalle. -Colpito e affondato. Mi dica... - riprese poi. -... a parte tubare con Mr. Cervello Calcolatrice, la qui presente fa qualcosa di utile per la società?
Harry ricevette un dito medio da Louis e un -Ma sta zitto!- dalla sottoscritta.
Non potevo vederlo benissimo a causa della fioca luce della lampada -quando si era riaccesa?- e dal tremolio continuo del messaggio Iride, ma lo trovai piuttosto pallido e teso. 
-Sei preoccupato, Harry?- domandai accigliandomi e incrociando le braccia al petto.
Sentii la presenza di Louis dietro di me anche prima che lui mi posasse le mani sulla spalle.
-Quella piccola e stressante ragazzina... si sente la sua mancanza al Campo. Comunque, Louis, amico rilassati. Non c'è bisogno che ti atteggi da maschio alfa, ho capito che la Piccola Ares è tua e non avevo comunque intenzione di provarci con lei...
Risi mentre Louis lo mandava al Tartaro.
-Harry...- lo chiami poi quando lui abbassò lo sguardo sospirando. -Sto facendo tutto quello che è in mio potere per salvare Emily. La vedrai di nuovo. Te lo prometto.
-Lo spero per te...- borbottò trai denti passandosi una mano nei capelli agitato. -Non sai quanto sia... frustante pensarla in pericolo e non poter fare assolutamente nulla...
-Harry.- feci un passo verso di lui, o almeno verso la sua proiezione. - Tu hai aiutato in modi che nessun altro poteva fare. Tu le hai dai la speranza. La speranza di essere amata.
Harry annuì sommessamente. -Finché non sarà di nuovo qui, a casa, con me, sappi che non sarò contento.- ci furono alcuni attimi di silenzio. - Ah, non sottovalutare il suo bracciale, Camille.- disse adocchiando il patetico braccialetto di plastica bianca che ancora tenevo al polso. -E direi che sarebbe l'ora di arrendersi all'evidenza e chiedere a papino la reale e figa funzione della tua stupida e normalissima spada-moneta.- mi irrigidii. -Manderò qualche offerta in più a zietto prossimamente. Buonanotte Piccola Ares.- muovendo velocemente la mano attraverso il vapore Harry interruppe la comunicazione.
-Buonanotte.- mi ritrovai a sussurrare al muro.



-Camille, svegliati!
Sbattei debolmente le palpebre, cercando di mettere a fuoco Percy difronte a me. Mi portai subito una mano dietro il collo, dolorante a cause della scomoda posizione in cui avevo dormito.
Adocchiai Annabeth e Susan sedute al tavolo del salotto davanti a due tazze di caffé fumante.
Mi ero addormentata sulla poltrona, con ancora la cartina del quartiere in grembo.
-Dov'è Louis?- chiesi dopo uno sbadiglio non vedendolo da nessuna parte.
-È uscito.- si strinse nelle spalle Percy, lasciandosi cadere sul divano.
-E dove è andato?
-Ha detto qualcosa di un parco... poco lontano da qui.- mi rispose Annabeth senza nemmeno voltarsi nella mia direzione.
Un brivido mi percorse la spina dorsale. Oh no.
-E voi l'avete lasciato andare?! Da solo?!- balzai in piedi di scatto.
-Sì... Non ci sembrava niente di pericoloso... Ha detto che aveva bisogno di una boccata d'aria.- disse accigliata ma calma la figlia di Atena.
-Oh no!- piagnucolai portandomi le mani nei capelli che sfuggivano dalla coda dopo la notte.
-Camille, ci stai facendo preoccupare. Cosa sta succedendo?- si intromise Susan mentre Annabeth balzava in piedi.
-Ieri sera...- spiegai. -... gli ho detto che quel parco potrebbe essere un ottimo nascondiglio per Pitone... Lui... sarà andato a... cercarlo.- tralasciai la parte in cui gli permettevo di amarmi solo dopo la sconfitta del mostro e il salvataggio di Emily. E il piccolo particolare che ci eravamo baciati. E -Oh miei Dèi- dichiarati.
-Cosa?!- sbottò Percy e per un attimo temetti di aver detto quel dichiarati e baciati ad alta voce.
-Vado a cercarlo!- esclamai afferrando al volo Vendetta poggiata sopra il tavolo.
Per un attimo mi vennero in mente le parole di Harry.
E direi che sarebbe l'ora di arrendersi all'evidenza e chiedere a papino la reale e figa funzione della tua stupida e normalissima spada-moneta.
In effetti avevo accettato il dono da mio padre senza una parola. C'era davvero un'altra funziona rinchiusa in quella moneta?
Susan mi posò una mano sul braccio. -Non andare da sola.
-Non ti lascerei mai qui senza nessuno a proteggerti, Susan.- dissi dura affidando silenziosamente la missione a Percy e Annabeth. -Non con un possibile mostro che potrebbe suonare al tuo campanello da un momento all'altro. 
La madre di Emily sembrò sul punto di piangere.
Feci per uscire quando Annabeth urlò. 
Susan si era accasciata su se' stessa.
Pero si precipitò ad aiutarla.  I suoi occhi erano vacui e batteva istericamente le palpebre. Seppi che era successo. Che l'altra aveva preso il sopravvento. 
Con i muscoli che fremevano uscii sbattendo la porta dietro di me, mentre l'immagine di Susan che strillava e si dimenava dai miei compagni si imprimeva nella mente. 




Angolo dell'autrice:
Ok, sappiate che sto facendo ottocento cose insieme e che questo capitolo non doveva venire pubblicato fino a domani, credo. 
Ma per vostra (s)fortuna Trich mi ha ricattata e quindi sono stata praticamente obbligata. (Vì è mia.)
Allora sono di fretta quindi... be, questo è il capitolo.
Mi scuso per la lentezza con la quale ho risposto alle recensioni ma senza internet non si va da nessuna parte. :3
Grazie mille, siete state tutte e 10 favolose.  :) Io vi amo. <3
Davvero sono stata contentissima per avere raggiunto quota 10 recensioni. :3
Solo un'ultima cosa poi me ne vado.
Oggi sono andata dal parrucchiere e sono contentissima della mia nuova pettinatura. 
Ahahah, no scherzavo.
Non è questo che volevo dirvi.
Solo che io e Trich (si sempre lei) abbiamo avuto la brillante e ridicola idea (in effetti è un'idea esclusivamente sua) di fare gli account Twitter ai miei personaggi.
Vi lascvio i link, perchè se no Trich mi ammazza. :)
Un bacione a tutte.
Vi voglio bene alla prossima!
Grazie mille ancora di tutto. (:
Alice

Camille
Louis
Harry
Emily
Pitone (?)


 
   
 
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