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Autore: REAwhereverIgo    13/09/2012    4 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Emma e Laura agenti segreti

Rea si svegliò con un mal di testa assurdo il pomeriggio dopo. Sì, pomeriggio, visto che erano le due. Si alzò in tutta fretta quando vide l’ora, convinta di essere l’ultima della famiglia, e invece trovò i suoi genitori e le sue sorelle ancora mezzi addormentati. Come ogni anno, sotto l’albero c’erano già i regali di tutti, così che si creava un po’ di magia natalizia e di mistero.

Da piccolo lo chiami Babbo Natale, a diciotto anni lo chiami “a mamma e papà non fa voglia di pensarci la mattina dopo aver preso una sbornia colossale e ci pensano la sera mentre sono ancora lucidi”.

Preparò la moka e mise su il caffè per tutti, così, mentre aspettava, andò a svegliare tutta la famiglia. Come ogni anno, tra parentesi.

Era sempre la prima ad alzarsi, perché le piaceva annusare l’aria natalizia prima di tutti. E, nonostante tutto, anche stavolta non fu diverso.

Si diresse prima dai suoi genitori, che salutò con un gigantesco sorriso, poi andò da Emma. La ragazza sembrava aver fatto esplodere una bomba in camera. I vestiti della sera prima erano sparsi ovunque e non si riusciva a passare senza pestare qualcosa: le calze, il maglioncino, gli scaldamuscoli per non avere freddo, la cravatta… aspetta, come?

Rea prese in mano la cravatta e la guardò trattenendosi dal ridere, poi la passò sul viso della sorella.

Mmmmh, Jason…” sussurrò lei, allungando una mano per prendere quell’affare dalle mani della rossa.

Emma, tesoro mio, se non ti svegli me la rimetto” si divertì lei, parlandole in un orecchio.

Come?” chiese la mora aprendo un occhio. Vide la sorella in piedi di fronte a lei che faceva dondolare a destra e sinistra la cravatta del professore e si tirò su con uno scatto.

Ridammela!” esclamò, arrossendo. A quel punto Rea rise forte.

Oddio, non voglio sapere cosa avete combinato voi due ieri sera” ammise.

Disse colei…” ribatté l’altra, stiracchiandosi.

Non so di che parli” ammise la rossa, guardandola confusa.

Sei scomparsa con Fabio per un tempo interminabile” le ricordò. Lei arrossì.

Io cosa?” esclamò.

Sì, fai la finta tonta. Siete stati via per una cosa tipo due ore” spiegò.

Rea sentì il cuore battere all’impazzata. “Oddio” pensò.

Emma capì che davvero non ricordava e sviò il discorso.

Gli altri sono già svegli?” chiese.

Solo Laura dorme ancora. Sul serio io e Fabio siamo scomparsi?!

Non pensarci, eri ubriaca, non vale ciò che è successo. Andiamo da Laura!” decise, alzandosi e spingendola verso la stanza della bionda.

Entrò facendo rumore e chiamando a gran voce il nome della sorella, che mugolò qualcosa e si coprì la testa con la coperta.

Giù dal letto, principessa” la chiamò, scoprendola.

Fammi dormire!” protestò lei, raggomitolandosi come un cagnolino.

No, è Natale e voglio aprire i regali” le negò la mora.

Lei cercò con le mani una ciabatta da terra e gliela lanciò nello stomaco.

Fammi dormire!” ripeté, arrabbiata. (FATTI REALMENTE AVVENUTI XD)

Mi hai fatto male!” si lamentò Emma, massaggiandosi lo stomaco.

Tu mi disturbi!” si giustificò Laura, rimanendo con gli occhi chiusi.

Ok, smettetela. Forza, mamma e papà sono già in piedi, dobbiamo aprire i regali” la chiamò Rea.

Ma è presto

Tesoro mio, sono le due e mezzo del pomeriggio” le fece presente la rossa. Lei spalancò gli occhi.

Stai scherzando?” le chiese.

No” negò l’altra.

Ma porc…” scese dal letto con velocità supersonica e si diresse verso la porta.

Ehi!” esclamò Rea, sorpresa. Fece per seguirla, ma Emma la fermò.

Andiamo a cambiarci” le disse, sorridendo.

E lei?

Lascia perdere, lo sai che è strana. Tu non preoccuparti, sarà andata a cercare il regalo di Johan, ieri sera ha detto che lo lasciava davanti casa” spiegò.

Oh, ok allora

 

 

“Questi sono da parte nostra per voi” disse il padre, passando loro tre pacchetti rosa.

Cosa sono?” chiese, curiosa, la mora.

“Aprilo e lo scoprirai” le suggerì la madre. Tutte e tre si misero a scartare il regalo, trovando all’interno un cellulare per uno, di quelli ultima generazione.

Oddio!” esclamarono all’unisono.

Sono bellissimi” sussurrò Rea, abbracciando i genitori. Si sentiva così grata nei loro confronti che le vennero quasi le lacrime agli occhi.

Passarono i venti minuti dopo aprendo i regali, e Laura e Emma, naturalmente, ne ebbero uno in più di lei da parte dei loro ragazzi. Sì, naturale. Lei le fissò, sentendosi un po’ malinconica nell’essere sola, ma era una sua scelta. Non ci lamentiamo mai delle scelte che facciamo, altrimenti passano da essere scelte a essere imposizioni.

Sorrise mentre si metteva a tavola, per la cena, ormai, visto che erano le cinque del pomeriggio, e continuò a sorridere mentre le sue sorelle andavano in camera e lei rimaneva a pulire con la madre. Se solo le avesse viste…

 

Dove ha detto che li tiene?” chiese Laura.

Tu cerca nella scrivania, io guardo nella libreria

Ma perché dobbiamo fare da spie? Noi due?

Non ti lamentare! Se ci sente ci ammazza

In silenzio si misero a cercare i quaderni dove Rea teneva i suoi appunti, svuotando i cassetti e gli scaffali. Ne trovarono sette in tutto.

Ma quanto cacchio scrive questa ragazza?” si stupì la bionda.

Adesso capisco come mai passa tanto tempo chiusa in camera dicendo di studiare e poi prende voti più bassi dei miei

Ma sta’ zitta! Andiamocene prima che ci scopra

Aspetta, il pacchetto?

Ah, sì, giusto. Era fuori, proprio dove aveva promesso che l’avrebbe messo

Allora lasciaglielo sul letto. Adesso possiamo anche andare

 

 

Rea rientrò in camera stanca. Anche se erano solo le nove e si era alzata alle due, le sembrava di essere rimasta sveglia per giorni e giorni. Si buttò sul letto e schiacciò qualcosa con la schiena. Sobbalzò dalla paura e si alzò di scatto.

Ma che ca…” posato sul materasso c’era un piccolo pacchetto, con su scritto il suo nome. “E questo?” si chiese. Lo prese in mano e lo scartò. Un bigliettino cadde sulle sue gambe mentre un quaderno celeste e una penna graziosa con intarsi complicati brillavano alla luce del lampadario.

Sorpresa! Usa questo per i tuoi appunti e magari, se ti capita, pensami. Con affetto non c’erano firme né altro, ma lo capì da sola di chi era. Si guardò intorno per vedere come potesse essere entrato in camera sua, ma la finestra era chiusa. Che ce l’avesse messo la sera  prima? No. Va bene che non si ricordava cosa fosse successo, ma un regalo l’avrebbe ricordato, giusto?

Una volta rientrata a scuola doveva parlare con Fabio, tassativamente.

 

 

Un paio di giorni dopo, mentre Rea stava studiando (sul serio), Emma e Laura uscirono di nascosto da casa. Controllarono che lei non le seguisse e poi corsero verso l’abitazione di Fabio, con in mano una busta piena di quaderni e blocchi notes.

Se lo scopre ci ammazza” commentò la bionda, guardandosi alle spalle.

Esatto, quindi muoviti!” annuì la mora, voltando l’angolo. Si trovarono il ragazzo davanti senza preavviso e si inchiodarono.

Eccovi, finalmente!” esclamò lui, sbuffando.

Non potevamo uscire prima, Rea ci avrebbe viste. Dovevamo aspettare che fosse occupata e non ci prestasse attenzione

Comunque siete in ritardo di mezz’ora” fece presente.

L’importante è che abbiamo questi” disse Laura, mostrando la busta con tutto il materiale. Fabio sorrise soddisfatto.

Bene, venite da me, perché adesso dobbiamo lavorare un po’

Noi dovremmo studiare, veramente” provò a ribattere Emma.

E dai, se anche per un giorno saltiamo non muore nessuno! Tu, poi, che hai il fidanzato professore, figurati se ti devi fare di questi problemi” la sgridò la sorella, esasperata.

Ma ci sono gli esami!

Sì, va bene, ma abbiamo altri dieci giorni per fare i compiti. Quanto stai lontano?

Cinque minuti a piedi. E preparatevi ad avere qualche novità, perché sono sicuro che Rea non vi ha raccontato tutto” sorrise. Le sorelle Stevens si guardarono confuse e lo seguirono.

 

 

Sul serio lei ha detto ciò?

Giuro. Mi ha implorato. Vostra sorella non sta bene, è distrutta emotivamente. Il fatto che non si ami non le fa bene, non riesce più a vivere con sé stessa. E non sa proteggersi, per questo l’ha chiesto a me. Dobbiamo aiutarla” spiegò, portando a tavola un vassoio pieno di biscotti.

Ma perché non ci ha mai detto che è uscita con te?

Non voleva. In realtà è colpa mia, io l’ho ricattata e l’ho costretta a venire qui, poi non le ho restituito in quaderno apposta perché volevo che tornasse. Ci credo che non voleva ricordare” ammise sentendosi un verme.

Non hai fatto male, anzi, una svolta è ciò di cui aveva bisogno” lo consolò Emma.

Magari un po’ meno brusca, ecco” commentò Laura. Tirarono fuori tutti i quaderni e li sparsero sul tavolo.

Temo che ci vorrà un po’” fece presente il ragazzo, prendendo il primo blocco. Tutti loro si divisero il lavoro e si misero a leggere. Ci impiegarono quasi tre ore per finirli tutti e riuscire a mettere gli appunti importanti su un unico quaderno.

Questa ragazza ha il problema della scrittura compulsiva, mi pare” rise la mora.

Comunque penso che ci siamo, no?” chiese Fabio, soddisfatto.

Ci siamo? Abbiamo solo appunti sparsi a destra e sinistra, recuperati come pezzi di puzzle diversi!” esclamò la bionda.

Certo che voi due siete proprio cieche come le talpe!” si irritò Fabio, mettendosi una mano sulla testa.

Ogni tanto mi chiedo se Rea non ti odi perché sei così rompi scatole” lo punzecchiò Emma.

No, mi odia perché io le sto facendo venire fuori tutto ciò da cui è scappata. Per cui, adesso, io farò in modo che lei ritrovi sé stessa. Iniziando dalla festa del trentuno

Perché proprio da lì?

Per questo” spiegò, facendo leggere loro una frase copiata da un quaderno.

Una volta compreso, loro sorrisero e annuirono soddisfatte.

 

  
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