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Autore: Vanessa190    13/09/2012    3 recensioni
-Ti stavo aspettando- disse all’improvviso una voce.
Una voce che conoscevo fin troppo bene, una voce che fino a pochi istanti fa credevo impossibile sentire di nuovo.
-Non avevi promesso che saremo state insieme per sempre , qualsiasi cosa fosse successa?- replicò lei senza perdere il sorriso.
-E’ vero…- mormorai –L’ho promesso- un’ultima lacrima si fece strada sul mio viso.
-Non potrò stare qui per molto- si rammaricò lei –Ma domani tornerò se tu vuoi-
-Si!- gridai quasi –Vediamoci qui- aggiunsi poi più calma –Ogni giorno, al tramonto, al colpo di cannone-
-Promesso?- domandò
-Promesso- affermai riuscendo finalmente a sorridere.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Santana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Io vado Santana- disse Puck sistemandosi il borsone sulle spalle.

-Ti accompagno-

Ero già passata da Quinn quella sera, si preannunciava un temporale.

-Tanto devo già scendere in paese-

 

Lo osservai distrattamente prendere la macchina e allontanarsi mentre chiudevo il cancello del cimitero.

Stavo per aprire il garage dove tenevo la mia macchina quando una folata di vento seguita da uno schianto secco mi fece voltare immediatamente.

Rientrai nel cimitero ,senza preoccuparmi di chiudermi il cancello alle spalle, e mi incamminai verso il luogo da cui era venuto il rumore: era una zona del bosco dove non andava nessuno e che col tempo era diventata incurata.

Mi feci strada tra i rami e i cespugli fino ad arrivare all’origine del rumore:  un grosso ramo secco caduto, probabilmente a causa del vento.

Mi avvicinai di più per controllare i danni quando si alzò una nuova folata di vento.

Un ramo alle mie spalle scricchiolò pericolosamente prima di rompersi con un colpo secco.

Non feci in tempo a spostarmi che mi colpì la nuca.

L’ultima cosa che ricordo fu l’impatto con l’erba fredda.

Poi svenni.

*

 “Forse non è stata una buona idea” pensai mentre l’ennesima ondata si riversava sulla mia barca.

Lanciai uno sguardo alla bussola: l’ago girava impazzito fermandosi prima su Est poi su Nord.

“Bussola fuori uso” appuntai mentalmente.

Un’onda più forte delle altre mi strappò il timone delle mani ma in quel momento il mio problema più grande era la vela: c’era troppo vento, si sarebbe potuta strappare da un momento all’altro.

Mi alzai con l’intenzione di ammainare la vela e procedere a motore ma un’altra onda travolse la barca facendomi perdere l’equilibrio.

Caddi in avanti sbattendo la testa sullo spigolo del tavolino al centro del pozzetto.

“Sto per morire” fu il mio ultimo pensiero mentre l’ennesima onda mi colpiva e tutto attorno a me diventava buio.

*

“Il fronte temporalesco si è ora spostato più a sud, verso la California. E’ la giornata perfetta per un’uscita in barca ma si consiglia caldamente di rientrare in porto prima del tramonto per evitare il mare agitato dalle forti correnti del golf…”

Spensi la radio con un colpo secco; possibile che in quella città le persone non sapessero fare altro che parlare di mare e barche?

Mi passai di nuovo la mano sulla nuca, incontrando il bernoccolo che il ramo mi aveva lasciato.

I ricordi della sera prima erano ancora confusi: ricordavo di essere rimasta svenuta per qualche minuto poi probabilmente ero tornata a casa anche se non avevo idea di come avessi fatto.

Uscii di casa, inspirando una lunga boccata di aria fresca sperando che in qualche modo avrebbe attutito il dolore alla testa, sembrò funzionare.

 

Per un paio d’ore non vidi nessuno, poi scorsi finalmente  Puck, arrivato da qualche minuto.

Probabilmente ora che aveva fatto sbollire il suo senso di colpa si sentiva di nuovo autorizzato ad arrivare in ritardo.

-Di nuovo in ritardo Puckerman?!- gli gridai da lontano –Sapevo che non poteva durare!-

Lui non si girò e rimase piegato sull’aiuola che stava potando, facendo un gesto con la mano come per scacciare una mosca.

Scossi la testa, non sarebbe cambiato mai.

 -Non puoi fare un po’ più piano?- si lamentò una voce quando aprii la bocca per gridare di nuovo.

Brittany era accucciata all’ombra di un abete, teneva la testa tra le mani e sembrava aver visto giorni migliori.

-Scusa- dissi, sorpresa di trovarla li -Tutto bene?-

-Si, credo- rispose in un lamento -Sono solo un po’ acciaccata per l’uscita di ieri- si scostò i capelli dalla fronte scoprendo un lungo taglio, che stava cercando di tamponare con un fazzoletto.

Mi avvicinai di un passo e lo esaminai.

–Sembra brutto- constatai alla fine –Dovresti metterci dei punti-

Brittany gemette –Non voglio andare in ospedale, se Finn scopre cos’ho combinato ieri mi uccide-

Feci una mezza risata, sebbene non avessi idea di chi fosse Finn.

-Non preoccuparti, ho un kit di pronto soccorso a casa mia; ti disinfetto il taglio. Meglio di niente…- le porsi la mano per aiutarla ad alzarsi.

Esitò

-E dai- insistetti –Non avevi detto che non ti spaventavo?-

Brittany esitò di nuovo, solo per un attimo, poi afferrò la mia mano.

Non appena le nostre mani si sfiorarono, un brivido mi attraversò la schiena.

Conoscevo quella sensazione: la provavo ogni volta che toccavo Quinn.

Rimasi un attimo interdetta: Brittany era li di fronte a me, viva.

E quel brivido era stato così breve e debole, solo un pallido eco della sensazione che provavo toccando Quinn, che fu facile per me ignorarlo.

Lasciai subito la mano di Brittany e le feci frettolosamente strada fino a casa mia.

*

-Stai ferma- le intimai.

Brittany era seduta sul tavolo, in modo da avere il viso alla mia altezza, il kit di pronto soccorso era aperto di fianco a lei.

Le scostai delicatamente i capelli dalla fronte; il taglio era meno profondo di quanto avessi pensato.

Sentii Brittany trattenere il fiato quando il cotone le passò sulla ferita.

-Ti ho fatto male?-

-No tranquilla- sorrise.

Solo in quel momento mi resi conto di quanto fossimo vicine.

I nostri visi alla stessa altezza.

Se avessi voluto, mi sarebbe bastato sporgermi leggermente in avanti per toccare le sue labbra.

E Brittany non sembrava per niente a disagio per questo, eppure doveva aver notato anche lei quanto fossimo vicine.

Non si scostò, non mi allontanò, ma rimase ferma a fissarmi negli occhi.

Era vicina… così vicina.

Mi riscossi in tempo, finii di sistemarle il cerotto sulla fronte e mi scostai velocemente.

-Ecco fatto- feci un sorriso tirato mentre lei scendeva dal tavolo con un saltello –Cerca di stare più attenta la prossima volta-

-Contaci- sorrise –E grazie, mi hai praticamente salvato la vita-

-Tranquilla. Ordinaria amministrazione- scherzai –Comunque buona fortuna per la tua regata-

-Grazie-

-È un giro lungo-  mi sentivo una perfetta idiota.

-Già…- annuì –Magari potremmo vederci prima che io parta, così te ne posso parlare con più calma-

Esitai un attimo: anche se avevo smesso di andare a vela dall’incidente di Quinn, le barche mi interessavano ancora molto e la proposta di Brittany era solo quella di farci una chiaccherata innocente, giusto?

-Certo,  che ne dici di venire a cena da me stasera?- proposi alla fine.

Brittany assentì con entusiasmo –A che ora vengo?-

Lanciai un’occhiata agli orari del tramonto: 19:00 quel giorno.

-Alle otto- risposi poi –Ti lascio il cancello aperto-

‘’Solo un’innocente cena fra amiche’’ mi ripetei.

Tuttavia, guardando Brittany allontanarsi, non potei fare a meno di pensare che quella ragazza mi affascinava.

*

-Quinn?- chiamai, mentre la luce del tramonto illuminava la radura deserta.

-Buongiorno- disse una voce alle mie spalle, facendomi sussultare.

Quando mi voltai trovai Quinn che mi guardava sorridente.

-Cos’è quella faccia? Sembra che tu abbia visto un fantasma-

-Ha.ha. Quinn, divertente. Da morire dal ridere- borbottai sarcastica.

Quinn sorrise di nuovo, poi piegò la testa di lato fissandomi in silenzio.

-Cos’hai?- chiese poi.

-Niente, perché?-

-Sei strana stasera…- mi fissò ancora poi scosse la testa –Comunque, che si dice nella terra dei vivi?-

-Niente di che, le solite cose…ah, stasera viene una ragazza a cena da me- le raccontai brevemente quello che era successo con Brittany.

-Fai conquiste Lopez?- ammiccò quando ebbi finito –E’ carina?-

-Oh, molto- la provocai –Alta, bionda, occhi azzurri…- le sventolai davanti al naso il giornale che mi ero portata dietro: in prima pagina c’era un articolo sulla giovane velista che avrebbe affrontato la regata in solitaria, con tanto di foto.

-Brittany Pierce?- lesse strappandomi il giornale di mano –Non c’è che dire, te la sei scelta bene-

-Ho ottimi gusti lo so- scherzai –Basta guardare la mia ragazza…-

Appena finii la frase, il sorriso si spense sul suo volto. –Santana…- cominciò allontanandosi prima che potessi sfiorarla.

-Cosa?!- esclamai subito –Che problema c’è Q.?!-

Perché faceva sempre così?

-Vuoi sapere che problema c’è?- scattò lei –C’è che sono morta! Morta capisci?! Non potrò mai darti la vita che ti meriti! Non potrò mai darti vita!-

-Perché non lasci decidere a me che tipo di vita voglio?-

-Perché tu non sai decidere razionalmente in questa storia! Stai con me perché ti senti in colpa, non perché mi ami!-

Spalancai la bocca incredula.

Non riuscivo a credere a quello che aveva detto, che dopo tutto quello che avevo fatto per stare con lei mettesse ancora in dubbio che l’amassi.

-Sai che ti dico?!- esclamai arrabbiata –Forse hai ragione, sto solo perdendo tempo con te! E si, Brittany è davvero bella; se ci provo magari stasera riesco pure a portarmela a letto!-

Mi pentii delle mie parole un’istante dopo che le avevo pronunciate.

Sia perché avevo sbattuto in faccia a Quinn che consideravo sprecato il tempo che passavo con lei, sia perché avevo descritto Brittany come una ragazza da una botta e via. E non pensavo davvero nessuna delle due cose.

Ma in quel momento ero troppo arrabbiata per scusarmi e rimangiarmi le mie parole.

Così mi limitai a fissarla in silenzio per qualche secondo, poi me ne andai: dopotutto avevo una cena da preparare.

*

Scusate il ritardo: sono nel bel mezzo di un trasloco che coincide con una perfezione svizzera con l’inizio della scuola  e  con un calo di ispirazione.

Probabilmente vi sarete stancati di sentirvelo dire ma lo so che anche questo capitolo sembra uguale alla storia originale…aspettate solo un altro pochino.

  
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