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Autore: Rosmary    13/09/2012    10 recensioni
È la Vigilia di Natale del 1996. Voldemort è sempre più potente e l'Ordine della Fenice deve agire.
Tutti sono coinvolti in questa guerra, anche i più giovani, costretti a vivere immersi in paure, preoccupazioni e compiti gravosi. Eppure vi sarà sempre qualcuno pronto a sorridere e a vivere, e allo stesso tempo vi sarà anche qualcuno pronto a spegnere quei sorrisi e quella vitalità.
Indirizza lo sguardo su Hermione «Ti accompagno a casa?»
«No, papà. Lo faccio io» Tutti si voltano verso Fred.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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«Sprechi energie, Fred»

«Non sono d’accordo»

Le labbra di Hermione s’increspano in una smorfia di disappunto «Non sei mai d’accordo, tu»

«Sprechi energie, Hermione»

«Mi fai il verso?»

Le sorride, annuendo debolmente «Direi di sì»

Sbuffa Hermione, tornando a poggiare la schiena alla parete: è rannicchiata in terra, ginocchia al petto e braccia a circondare le gambe, la testolina cespugliosa aderisce alle fredde mura. Fred, diversamente da lei, studia con estrema attenzione quella piccola cella, cercando un passaggio segreto, un varco, una bacchetta di troppo, insomma, cercando qualsiasi cosa. D’improvviso, però, la porta in ferro della cella scricchiola ed i due giovani si allertano: Hermione si alza in piedi, avvertendo nuovamente la dolenzia alle gambe, Fred si porta dinanzi a Hermione, facendole da scudo.

«Respirano ancora» Afferma un uomo con tono rude e spazientito.

La porta della cella è ormai spalancata, nel buio si riesce a distinguere una figura maschile, dal sorriso maligno. L’uomo tiene puntata la bacchetta contro Hermione e Fred, minacciando ogni loro gesto.

«Chi sei?» Riesce a chiedere Fred, deglutendo.

Ride il mago, ride in modo sguaiato «Fuori, tutti e due»

«Chi sei?» Chiede nuovamente Fred, nascondendo Hermione con il proprio corpo.

«HO DETTO FUORI» Ordina il Mangiamorte, scostandosi dall’uscio.

Le dita di Fred tremano, scosse dalla rabbia. Hermione, spaventata, si porta accanto al ragazzo «Non essere sciocco» Sussurra verso Fred, avviandosi tremante verso l’aguzzino.


****



Un Patronus corporeo trotterella verso Malocchio, immobilizzandosi al suo cospetto. Alastor mette via il bicchierino di Whisky Incendiario offertogli da Molly, volgendo la propria attenzione all’animale etereo.

«Una giornata magnifica per uscire di casa, non trovate?»

In seguito al messaggio, il Patronus svanisce nel nulla. Arthur Weasley, anch’egli presente nella cucina della Tana, incrocia lo sguardo di Malocchio, quest’ultimo, senza troppe cerimonie, si alza in piedi, aiutato dal solito bastone.

«Chiama i ragazzi, Arthur»

«Io continuo a non essere d’accordo» Sono le parole stizzite di Molly, la quale, con nervosismo, continua ad asciugare con uno straccio una pentola, oramai, perfettamente asciutta.

«Sono maggiorenni, Molly» Conclude Arthur, allontanandosi dalla cucina.


****



«Non ci siamo capiti, Mezzosangue» Afferma Dolohov, osservando nauseato Ninfadora «Non hai scelta: rispondimi ora oppure assisti alla lenta e dolorosa morte dei tuoi sporchi amichetti» Il tono strascicato, terribilmente quieto. La bacchetta viene rigirata tra le dita della mano destra con estrema lentezza.

Ninfadora, contrariamente a quanto sperato da Antonin, non emette una sola sillaba. La strega è in terra, le ginocchia ed i palmi delle mani puntellano la pavimentazione, tenta di rimettersi in piedi, seppur con scarso risultato. La Maledizione l’ha indebolita enormemente, non vi è sangue su di lei, non vi è traccia di ematomi, le ferite di Tonks sono invisibili agli occhi, eppure provocano un dolore che rasenta, e forse supera, la soglia dell’umana sopportazione. Hestia, diversamente dall’Auror, pur essendo rinvenuta non muove un solo muscolo.

«Eccoli, Dolohov» Il tono ghignante di Rockwood.

«Signorina Granger» Ghigna apertamente Antonin «Ѐ un vero piacere rivederla» Mima un inchino, scoppiando in una risata gutturale.

«Cosa? Cosa ci fate qui?» Ninfadora, ritrovando la voce, volta il capo in direzione di Hermione e Fred.

«Allora, Mezzosangue» Sia Tonks che Hermione volgono l’attenzione a Dolohov, quest’ultimo schernisce la più giovane con un’irriverente risata «Non tu, ragazzina. Tu sei persino meno di un Mezzosangue»

«Persino meno» Fa eco Rockwood.

«Sinceramente, non hai mai pensato di suicidarti?»

«BASTA» Fred scatta in avanti, i pugni levati, pronto ad attaccare Dolohov. Peccato che Dolohov sia più lesto ed un semplice gesto della bacchetta pietrifichi Fred ed i suoi nobili intenti.

«Sciocco ragazzo» Il tono asciutto, la bacchetta viene rigirata ancora tra le dita. Rockwood sorride maligno. Hermione e Tonks, invece, paiono paralizzate: la prima dalla paura, la seconda dallo sconcerto.

«Ti dirò ciò che vuoi sapere»

«Molto bene» Lo sguardo assottigliato di Antonin torna a posarsi su Ninfadora.

«T-Tonks… n-no…» Delle lacrime accompagnano le parole tremule di Hermione. Ma nessuno sembra udirle.


****



«Angus, rinchiudi l’ibrido»

Angus Rosier, alle parole di Bellatrix, s’avvicina ad un Remus privo di forze, trascinandolo, con l’ausilio della magia, sino alla cella. Il mago più anziano si guarda intorno circospetto, avanza con lentezza, deglutendo più e più volte, la mano che tiene la bacchetta è malferma; un tremolio scuote il corpo di Angus ed il suo viso appare particolarmente teso.

«Ang…» Tenta Remus, senza troppo successo. Le braccia del licantropo penzolano, il braccio destro, in particolare, par essersi spezzato.

«Zitto» Sentenzia Angus, brusco.

«Ang…» Tenta nuovamente, con un filo di voce. Il dolore alla testa si acuisce sempre più e Remus, se solo potesse, prenderebbe a testate la parete.

«Zitto, Lupin. Zitto»

Angus è ormai giunto nei pressi della cella, ed è all’interno di questa che deposita il corpo inerme di Remus. La cella è vacante, illuminata da pochi mozziconi di candele. Remus si accascia al pavimento, il braccio destro assume una posizione innaturale che fa strillare il Licantropo. Il vecchio mago strizza gli occhi, voglioso di scacciar via quell’immagine. Sosta presso l’uscio Rosier, col volto inclinato verso il nemico.

«An…» Tossisce «Non… male…» Tossisce ancora, avvertendo un gusto dolciastro ed al contempo ferroso pizzicargli le labbra secche «Ora…»

Gli occhietti chiari di Angus osservano la scena, schiude la labbra il vecchio «Mi dispiace, Remus» La mano sinistra viene infilata nella tasca del manto, alla ricerca di qualcosa «Io… non pensavo andasse così» Scuote il capo, come a volersi liberare di un peso troppo grande. La mano, intanto, par aver trovato quel qualcosa, poiché stringe un oggetto non meglio identificato «Ma ormai è fatta» Prosegue col tono basso e tremante «Ed è giunto il momento, Remus. Devo concludere ciò che ho iniziato»

Il capo di Remus trova la forza di inclinarsi verso l’alto, indugiando lo sguardo semichiuso sull’uomo «Sono pronto» Riesce a dire, faticando. Le labbra s’increspano in una strana smorfia, simile ad un sorriso disturbato dal disgusto. 


****



«Cosa ne faccio di questi due?»

«Quello che vuoi, Rockwood»

Un ghigno compare sul volto di Rockwood, il quale osserva con malsano desiderio Hermione e Fred, costretti in ginocchio al suo cospetto. Entrambi sono stati immobilizzati e privati della voce. Gli occhi di Hermione sono arrossati, gonfi ed acquosi. Gli occhi di Fred sono assottigliati e lasciano intuire la rabbia del giovane.

«Dolohov» Interviene Ninfadora, piccata «Di’ al tuo leccapiedi di lasciare in pace i ragazzi»

«Leccapiedi?» Offeso, Rockwood estrae la bacchetta.

«Fermo» Una voce maschile ed autoritaria interrompe l’azione del Mangiamorte.

Dolohov, come sfiancato dalle varie interruzioni, serra la mascella, indugiando con espressione truce sul neogiunto «Cosa accidenti vuoi, Rowle?»

«Più pacato, amico mio. Più pacato» Rowle sogghigna, sfilando austero all’interno della sala. Al suo seguito vi è anche Angus.

«Porti notizie?» Ѐ la secca domanda di Rockwood.

Hestia, intanto, sembra aver trovato la forza di riaprire gli occhi. Ninfadora, in ginocchio ed immobilizzata al pari di Hermione e Fred, osserva atterrita la scena. Hermione ha ormai il volto bagnato dalle lacrime, Fred è sempre più rabbioso.

«Molte» Afferma Rowle, esibendo un ghigno «Per iniziare…»

«…INCARCERAMUS»

«BOMBARDA»

Un fragore scuote ogni presente in quella sala. Una parte della parete esplode. Dolohov, colto alla sprovvista, viene sbalzato dall’altra parte della stanza, cozzando contro una parete ancora intatta. Rockwood, dal canto suo, combatte con catene invisibili che rischiano di soffocarlo.

«Abbiamo fatto un bel botto!»

«Direi un vero e proprio BOOM!»

«Dateci un taglio» Sentenzia Alastor verso George e Lee.

«Lui?» Chiede Arthur, indicando un Rowle, al momento, del tutto stranito.

«Schiantalo e levagli la bacchetta, non ci serve più»


****



In un asettico lettino vi è disteso un ragazzo molto giovane, dall’aria malaticcia. Accanto al lettino, vi è una donna dall’aria preoccupata e decisamente stanca. La donna carezza la mano del giovane con fare materno, indugiando lo sguardo sulla ferita alla testa, non ancora sanata del tutto.

«Ci vorrà un po’ di tempo, Signora Granger»

Jean, stancamente, sposta lo sguardo sulla Guaritrice «Perché non mi permettete di portarlo in un ospedale normale?» Ma la Guaritrice, anziché rispondere, inarca un sopracciglio, esternando il proprio disappunto «Intendo… un ospedale dove ci sono i nostri dottori. La medicina Babbana è molto avanzata» Conclude Jean, accalorandosi.

«Le abbiamo già spiegato, se non erro» Esordisce la Guaritrice, dopo qualche istante «Il ragazzo ha riportato delle lesioni importanti…»

«…provocate da un violento urto. Non dalla magia!»

«Causate da un violento urto» Riprende la strega, ignorando i commenti di Jean «Ma l’urto è stato causato da un mago. La memoria del ragazzo va modificata e le cure Babbane, Signora Granger, non sono efficaci quanto le nostre»

«Allora perché non è ancora guarito?» Il tono di voce più alto del normale. Jean si è anche alzata in piedi «Perché non si sveglia?»

Anche l’altro sopracciglio s’inarca, la Guaritrice esterna, al momento, vero e proprio sdegno «Perché è un Babbano» Spiega con semplicità, utilizzando un tono vagamente infastidito «Non ha sangue magico, le nostre cure funzionano ovviamente, ma necessitano di più tempo»

«Perdonate l’interruzione»

Una seconda Guaritrice ha richiamato l’attenzione delle due donne, costringendo Jean al silenzio.

«Cosa c’è, Sybil?»

«C’è una Babbana, l’ha portata Zeller. Mi ha detto di farla stare qui»

«Qui c’è già il ragazzo»

Ma prima che la Guaritrice possa obiettare oltre il dire di Sybil, una donna dai corti capelli corvini e l’aria persa s’affaccia all’uscio della camera.

«Deena»

«Jean» Si stringe nel cappotto marroncino la donna «Che posto è? Chi sono questi signori? Dov’è Logan?»

«Non le avevano modificato la memoria?» Sussurra la prima Guaritrice verso la collega, Sybil.

«Io non so niente. Zeller ha solo detto: “una mamma, anche se Babbana, è sempre una mamma”»


****



Il caos s’impossessa della sala delle torture: Dolohov necessita di alcuni istanti per riprendersi dallo scontro frontale con la parete. Rockwood è ancora preda dell’attacco di Lee Jordan. Ninfadora, Fred e Hermione non sono più prigionieri degli incanti che li tenevano legati, Hestia viene aiutata da Alastor, il quale l’obbliga a bere il contenuto verdastro e maleodorante di un’ampollina.

«Fred»

«Cos’è quella faccia, George?!»

George, raggiante, si limita a sorridere, osservando il gemello.

«Ehi! Guardate come lo tengo!» S’intromette Lee, indicando Rockwood.

Hermione, frastornata, asciuga le lacrime, restando in disparte.

«Stai bene, Hermione?»

«Sì. Grazie, Tonks»

«George, Lee» Esordisce Arthur Weasley, posando lo sguardo chiaro su Fred «Sapete cosa fare» A queste parole, George fa cenno al gemello di seguirlo e Fred, guidato dall'istinto, agguanta il polso destro di Hermione, avvicinandola a sé, possessivo.

Alastor, congedandosi da Hestia, rivolge un’occhiataccia al vecchio Angus «Ottimo lavoro»

«LUI È UN TRADITORE» Urla Hestia, ripresasi grazie alla poltiglia verdastra. La strega addita Angus, e gli occhi di tutti si posano sulla figura del Licantropo.

«Non esattamente» Afferma seccamente Alastor «Non c’è tempo per le spiegazioni…»

«Invece deve esserci» Interviene Hermione, rinfrancata dalla vicinanza di Fred «Cosa significa questo? Cosa sta succedendo?»



«Albus, hanno preso Hestia Jones»

«Chi l’ha presa, Phineas?»

«Devo fare nomi, mio caro amico?» Chiede, con sarcasmo, il ritratto dell’ex Preside di Hogwarts.

Silente, seduto alla propria scrivania, s’alza in piedi, iniziando a percorrere un piccolo tragitto, facendo su e giù lungo il perimetro dello studio. La mano destra liscia la lunga barba, gesto che evidenzia l’aria assorta e pensosa del Preside.

«Di’ loro di non agire. Di’ loro d’aspettare» Aggiunge, poi, sempre più assorto
«Phineas, trova Remus: che attenda e non parta immediatamente»

«Come vuoi» Riluttante, il vecchio Black, svanisce dalla tela.


«Non ora»

«Alastor ha ragione, Signorina» Commenta lo stesso Angus «Tempo al tempo»

«Remus dov’è?» S’intromette Tonks.

«Da Lei. Questa è sua, Signorina Tonks» Il tono di Angus, finalmente risoluto. Il vecchio mago tende la bacchetta verso Ninfadora, per poi ripetere il medesimo gesto verso Fred, Hermione e Hestia.

«Muoviamoci»

«INTRUSI» Urla una voce sconosciuta «AVADA KEDAVRA»
 

****



«Jean… la magia non esiste. Cos’ha Logan? Perché non parla?»

«Deena, ascoltami, ti prego»

«Come va, Signore?» Un allegro Guaritore fa il suo ingresso nella stanza, attirando l’attenzione di Jean e Deena.

«Male, Dottore»

Esibisce una strana smorfia il Guaritore, indugiando lo sguardo sulle lacrime di Deena «No, Signora Babbana, no!»

«Il mio cognome non è Babbana»

Ma lui la ignora «Io sono Vincent Zeller, responsabile di questo reparto e grande amico di Arthur Weasley» Un sorriso accompagna il tono pacato del mago. Anch’egli par avere non più di quarant’anni: capelli ricci e biondastri, occhi scuri e piccoli, naso pronunciato ed un paio di baffetti sottili.

«Cos’ha mio figlio?»

«Nulla, Signora Babbana! Ha solo bisogno di sua madre, lei gli parli e lui la sentirà»


****



«Bellatrix»

«E tu cosa ci fai qui?» S’allarma Bellatrix, estraendo nell’immediato la bacchetta.

«Cerco vendetta e tu sei morta»

Sogghigna la Mangiamorte, ciondolando il capo verso la propria spalla destra «Non esserne troppo sicuro, Mannaro. Anche quel Cane era troppo sicuro di sé»

Con un rabbioso colpo della bacchetta, Remus scaraventa il corpo di Bellatrix a terra. Peccato che la strega si rialzi in piedi, con un bel ghigno stampato in volto. Non sarà semplice.

 

   
 
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