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Autore: jennij    13/09/2012    3 recensioni
Renesmee arriva a Seattle in una calda serata autunnale, potrà finalmente lavorare al progettodi ricerca sull'alzheimer al Seattle Grace Hospital. Quando prende il taxi per arrivare in albergo conosce l'aiutante Jacob Black che la attrarrà immediatamente. E se fosse un colpo di fulmine?
Dal primo capitolo:
- vuole dare a me il bagaglio, lo carico dietro- . La sua voce era un po’ roca, tremendamente sexy come lui del resto. Vedevo dalla maglia nera a maniche corte uscire due braccia muscolose come del resto il suo fisico che si intravedeva per l’aderenza di quel dannatissimo pezzo di tessuto.
Senza neanche rispondere annuì col capo troppo imbambolata per formulare una frase sensata. Salì velocemente dietro e mi sistemai mentre lui riprendeva il suo posto alla guida del veicolo.
- dove la porto signorina?- gli diedi le indicazioni per giungere al mio albergo e lui partì subito.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leah Clearweater, Seth Clearwater, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Call Me Maybe- 

L'appartamento di Leah non era molto grande, ma in due si poteva vivere benissimo. C'erano due camere da letto con il bagno all'interno, il salottino era decisamente accogliente e la cucina era abbastanza grande da contenere anche un tavolo, in più  c'era uno sgabuzzino in cui erano ammucchiate tutte le scope e l'aspirapolvere insieme a scatole di varia misura.

- Non sarà una reggia ma ti posso assicurare che si vive benissimo- mi disse Leah mentre mi aiutava a trascinare dentro le mie valigie. Io intanto da curiosa subito dopo aver portato dentro il primo trolley avevo incominciato la perlustrazione della mia nuova casa, come una bambina portata in un parco divertimenti.

- Scherzi, la trovo adorabile. Abbiamo anche lo stesso gusto nel mobilio- dissi mentre facevo un giro su me stessa - la trovo veramente accogliente-

- Sono contenta che ti piaccia, ha fatto innamorare subito anche me e Seth, solo che lui ha deciso di andarsene per vivere da solo. Uomini, chi  li capisce- mi scappò una risata, la mia coinquilina era veramente simpatica, sempre di buon umore - Vieni ti mostro la tua camera, anche se l'avrai vista prima- le sorrisi nuovamente. Mi fece strada nel piccolo corridoietto a sinistra che portava ad un'unica porta, Leah la aprì ed entrammo in una camera non molto grande ma accogliente con al centro un grande letto a due piazze a detra una rmadio in legno e dalla parte opposta una piccola scrivania sormantata da una libreria vuota.

- La trovo carinissima- sorrisi, nulla a che vedere con la stanza quasi nobiliare che avevo a New York, questa mi sembrava più umana in un certo senso.

- Inutile dirti che puoi fare quello che ti pare ridipingerla, cambiare i mobili. Ah e quella porta a destra vicino all'armadio porta al bagno. Ora ti aiuto a portare quì le valigie e poi se vuoi ti do una mano a sistemare, hai davvero molta roba- mi sorrise e io ricambiai, era davvero solare.

Passammo il resto del pomeriggio a sistemare la mia nuova camera e decisi che non avrei cambiato nulla, avrei solo comprato dei riquadri in sughero per attaccarci foto e promemoria. Stravolta alle nove passate mi stesi sul letto, dopo essermi fatta una doccia. Leah era nell'altra stanza ad ordinare le pizze, presi il cellulare e mi ricordai improvvisamente di dover chiamare Jake ma quando stavo per cercare il suo numero in rubrica mi arrivò la chiamata di mio padre Edward.

- Pronto papà-

- Ciao tesoro, come stai?- mi chiese il mio dolce genitore, nulla a che vedere con la mia ansiosa madre anzi era stato proprio lui a spingermi fuori dal nido.

- Tutto benissimo papi e voi?-

- Al solito, tua madre è sempre preoccupatissima ma penso ci avrai fatto l'abitudine- sentii una leggara risata.

- Dovresti darle un calmante-

- Agli ordini dottore- mi disse con tono scherzoso.

- Papà devo andare, Leah, la mia nuova coinquilina non che mia collega mia sta chiamando per dirmi che sono arrivate le pizze, ci sentiamo domani, buona notte-

- Buona notte tesoro, ti voglio bene-

- Anche io- chiusi la chiamata e mi alzai dal letto per raggiungere la cucina dove la mia collega stava sistemando le pizze in due piatti.

Mangiammo tra una chiacchiera ed una ristata e dopo cena ritornai in camera perchè volevo riposarmi, tutt'un tratto mi ricordai di non aver ancora chiamato Jake perciò presi il telefono ed incurante dell'orario cercai il suo numero nella rubrica, una volta trovato spinsi il tasto verde della chiamata.

- Hei Ness, ce ne hai messo- disse con la sua voce roca che mi faceva impazzire.

- Si scusa Jake ma ho fatto una sacco di cose questo pomeriggio, in primis il trasloco da Leah, mia collega che ho saputo essere sorella di Seth-

- Quindi vivi da lei adesso, perfetto. E' veramente una a posto, e poi è sopravvissuta tanti anni tra noi quindi è proprio tosta- rise e io lo seguì a ruota.

- Già me ne sono accorta. Com'è andato a te il lavoro?- mi resi conto che non ne avevamo mai parlato.

- Tutto a posto come sempre, stiamo mettendo a punto una nuova macchina e quindi stiamo facendo un mucchio di test. Ma anche questo mi piace del mio lavoro-

- Uomini e motori, che splendida accoppiata- rise di nuovo.

- Nel mio staff c'è anche una donna, sappilo-

- Dovrei preoccuparmi Signor Black?- oddio stavo apertamente flirtando con lui.

- Forse, ma solo se quando mi incominceranno a piacere le quarantenni sposate con due figli, fino a quel momento puoi stare tranquilla- liberò una risata, era così facile farsi coinvolgere dalla sua spensieratezza che risi nuovamente anche io – Ti andrebbe domani di vederci, una birra nulla di formale-

- Certo! Ritorniamo al Crock?- mi era veramente piaciuto quel locale.

- Veramente ti volevo portare in un posto nuovo, abbiamo tempo per tornare al Crock, ti ci riporterò, non preoccuparti-

- Certo, mi fido di te l’autoctono sei tu!- lui rise ancora una volta e io penso di aver perso nuovamente qualche battito.

- Fai bene a fidarti, scommetto che ti piacerà- sorrisi alla cornetta e sbadigliai involontariamente- Sento che sei stanca, ti lascio così puoi riposarti, buona notte Ness-

- Buona notte Jake, ah comunque io stacco alle cinque- lui rise e chiuse la chiamata, io stanca mi misi sotto le coperte e mi lasciai andare ad un sonno ristoratore.

La mattina seguente mi svegliai al suono della sveglie e feci colazione con Leah, uscimmo di casa insieme e sulla strada dell’ospedale io chiamai i miei genitori e lei sua madre. Isabella Swan in Cullen non perse tempo a farmi il terzo grado su Leah e sull’appartamento, fortunatamente non le avevo detto nulla di Jake altrimenti saremmo potute stare al telefono una settimana intera. Una volta in ospedale prendemmo il caffè con Quil e passammo tutta la mattinata in laboratorio, in pausa pranzo mi comunicarono che la sera successiva avrei avuto il turno di notte in pronto soccorso e poi la giornata libera. Ripresi a lavorare e alle cinque staccai come il giorno precedente trovai il messaggio di Jake ad aspettarmi:

“Buongiorno bellezza, spero tu abbia una buona giornata. Aspetto con ansia di sentirti alle cinque e non chiamarmi, da perfetto gentiluomo lo farò io. A dopo, Jake.”

Sorrisi involontariamente, quel ragazzo mi scatenava una tempesta di sensazioni, che mi stessi realmente innamorando? No, ci conoscevamo da troppo poco, ma stava succedendo qualcosa che non riuscivo a controllare, d’altronde è noto il detto “ al cuor non si comanda”.
Riposi il camice nell’armadietto e presi la borsa, alle 17.15 il cellulare incominciò a squillare, avevo una chiamata in entrata da parte di Jake, riposi eccitata.

- Ehi- avevo usato una voce decisamente squillante

- Dottoressa, come mai così felice?- chiese dolcemente.

- Non so dirle ingegnere- sorrisi al telefono.

- Non sarà che è impaziente di vedermi- disse con tono languido ma scherzoso.

- Può essere ma non si monti troppo la testa- sentì alcune voci al telefono chiamare il suo nome.

- Scusa Ness, mi stanno chiamando, ti passo a prendere da casa di Leah alle otto e mezzo va bene?-

- Certo, buon lavoro-

- Grazie, a dopo-

Chiuse la chiamata e io misi il cellulare nella tasca destra del mio jeans, aspettai che Leah arrivasse e si cambiasse dopo di che ci avviammo verso casa, durante il tragitto ricevetti una chiamata da parte di mia madre, la terza nell’arco della giornata, parlai con lei mentre la mia collega alternava smorfie per farmi ridere a facce divertite per il tono di sopportazione con il quale rispondevo alle domande eccessivamente frequenti di mia madre, quando riuscì a terminare la telefonata ero già in casa e avevo appena riposto la borsa sul divano.

- Mia madre è iperprotettiva- mi lamentai.

- Manno, ti vuole solo bene, sei la sua unica figlia è normale che sia così appiccicosa. Mia madre fece lo stesso quando me ne andai prima io e in seguito Seth, ma poi capì che non poteva proteggerci tutta la vita, anche se infondo è quello che tutti i genitori vorrebbero-

- Spero mia madre lo capisca presto- vidi l’orologio sulla parete, segnava le 17.56. Mancava ancora molto al mio appuntamento.

- Allora come va con Jake?- chiese con tono malizioso, immagino fossimo il suo argomento di gossip preferito.


- Tutto bene, anzi ci vediamo questa sera alle 20.30- dissi tranquillamente.

- Come? E tu me lo dici solo ora? Due ore e mezza sono decisamente troppo poche per renderti perfetta! Forza, sotto la doccia- non mi ero resa conto del mostro che avevo scatenato, avevo tentato invano di convincerla che fosse decisamente troppo presto ma non ci fu storia mi costrinse a fare la doccia e dopo decise di farmi i boccoli con il ferro arricciacapelli. Poi fu il turno del vestito, immagino rimanemmo di fronte all’armadio scartare combinazioni per almeno una trentina di minuti per poi optare per una gonna alta che secondo lei metteva in mostra “le mie belle gambe snelle” e una maglia abbinata, infine mi truccò leggermente con colori caldi perché diceva che a Jake piacevano le ragazze al naturale. Come ultimo tocco mi fece indossare delle scarpe alte che non mi sarei mai sognata di mettere per una serata come quella, in un semplice pub, ma lei insistette minacciandomi di farmi dormire fuori e a quel punto mi arrendetti, Leah incuteva un certo terrore.
Alle 20.30 in punto suonò il citofono e la mia coinquilina andò a rispondere.

- Certo Jake, te la faccio scendere, mi raccomando non sbavare molto, sta sera è uno schianto e tieni i pantaloni chiusi, mi raccomando-

La serata sembrava incominciare proprio nel verso giusto.

Angolo dell’autrice:
mi spiace per l’enorme ritardo, ma preferisco dare precedenza all’altra storia perché questa mi è più facile scriverla e non voglio lasciare indietro anche l’altra!
Detto questo sul capitolo non penso di dover aggiungere altro, mi sembra giusto mostrare spaccati di vita quotidiana di Renesmee anche perché tutta la sua vita non può girare solo attorno a Jake no?
Mi piaceva l’idea di mostrare anche una Leah diversa dal solito, molto più simile ad Alice per certi versi. Nel prossimo capitolo avremo l’appuntamento e chissà che altro ahahahahahah
Volevo ringraziare come al solito tutti coloro che mi seguono e hanno messo la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite e anche i lettori invisibili e non è soprattutto grazie al vostro sostegno se scrivo! Ringrazio anche quelle pazze che mi hanno messo tra gli autori preferiti (occhi a cuoricino) ç__ç
Ultima informazione di servizio molto probabilmente tornerò a postare di giovedì questa e vorrei postare di martedì l’altra! Detto questo passo e chiudo! Alla prossima ! 
  
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