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Autore: MaryluckHazza90    13/09/2012    2 recensioni
In un collegio inglese non molto lontano da Londra i ragazzi sono sempre silenziosi e ubbidienti ad eccezione di tre ragazze, le più famose della casa istruttiva.
Giorgia, Victoria ed Angela sono animi ribelli, dal carattere forte e irrequieto, abili nel non farsi scoprire e ingestibili.
C’è poco da fare con loro, i piedi in testa non se li fanno mettere e nessuno può ormai gestirle.
Al centro della capitale inglese, in una mega-villa di due amabili lavoratori, vivono cinque ragazzi, cinque fratelli, i loro nomi sono: Niall, Harry, Zayn, Luois e Liam.
Questi ragazzi hanno un carattere forte e inconsueto, amano le gare, sono scapestrati e naturalmente sono ingestibili.
Nessuno di loro crede nell’amore, nella giustizia e nelle persone che li circondano.
Ma saranno proprio questi pregiudizi che li cambieranno in maniera sconvolgente, anche se questo loro non lo sanno.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Innanzitutto questo capitolo è per il caro Niall il quale oggi compie 19 anni:


Sono sicura che se ne mangerebbe otto di questa portata!!


Tornando a noi:
Dedico questo capitolo a tutte le persone che hanno
letto questa storia che la leggeranno e alle persone che mi seguono,
a quelle persone che hanno messo
la storia tra le preferite, seguite o ricordate.



Visi d’angelo

 

Capitolo 3

“Una semplice parola”

 

 
POV ANGELA
 



Giorgia era appena partita sul suo bolide rosso lucido, Vichi era andata a patteggiare le scommesse e Lucas era a sistemare le altre due macchine, per la nostra gara.
Si disputavano tre gare a botta, perfetto per noi ragazze.
Stavo bevendo un sorso d’acqua da una bottiglietta quando un ragazzo biondo dagli occhi verdi si avvicinò a me, con un sorriso strafottente sulle labbra.
Mi squadrò da capo a piedi e alzò l’angolo della bocca, gli piaceva ciò che vedeva.
Il sorso d’acqua era ancora nella mia bocca, il tappo nella mano destra e la bottiglietta in quella sinistra mentre io lo fissavo con un ciglio alzato.
Non si era accorto del mio sguardo continuava ad ammaliarmi fin quando non arrivò al mio viso fissandomi con quegli occhi prato, scusate ma non mi sarei fatta ammaliare da quei pezzetti di diamante colorato, non ero il tipo.
“Posso fare qualcosa per te?” chiesi sarcastica.
Sarcasmo che purtroppo lui non colse.
“Certo bocconcino dammi il tuo numero” disse quello che chiamavano uomo.
Questo ragazzino non mi conosceva ancora bene, non sapeva che ero io a cercare i ragazzi e non l’incontrario.
Stavo per rispondere quando qualcuno lo fece per me e questo qualcuno non avrebbe avuto vita duratura.
“Senti Jonathan gira a largo, non è del tuo calibro” disse la voce maschile alle mie spalle.
Il ragazzo Julian, Jhonny o come cavolo si chiama, guardò dietro di me con le labbra che gli fremevano e le parole che stavano per uscire da quella lurida bocca, quando si fermò, alzò i tacchi e andò via alzando la mano in segno di saluto.
Neanche lo fissai, mi girai pronta per rispondere a tono, quando, per la prima volta nella mia vita rimasi senza parole.
Aveva degli occhi indescrivibili, bellissimi, i capelli mori erano arruffati , un viso molto bambinesco e un fisico da urlo.
Non avevo parole per questo ragazzo, sinceramente ci avrei passato volentieri la notte insieme sicuramente non sarebbe dispiaciuto neanche alle mie amiche ma chi prima arriva meglio alloggia no?
Naturalmente non potevo rovinarmi la reputazione per un ragazzo e anche se era un figo da urlo, era sempre un ragazzo.
“Scusa non mi sembra di conoscerti e di averti dato il premesso di difendermi, lo so fare anche io” dissi guardandolo con la mia solita aria di superiorità.
Lui mi guardò scoppiando a ridere, io li fissai con sguardo eloquente e con il nervoso a livelli stellari, mi rimangio tutto è uno stupido questo qua.
“Prego bellezza” disse facendomi l’occhiolino.
Come mi ha chiamato questo qua? Adesso lo uccido, veramente però.
Mi avvicinai a lui pericolosamente, con le saette che uscivano dagli occhi e lo presi per una delle bretelle che portava.
“Come mi hai chiamato?” dissi.
Lui prese la mia mano spostandola da lì e tenendomela tra le sue.
Le sue mani ben curate e grandi erano calde, mentre la misera stranamente gelata ma lui la lasciò lì non curandosi del mio sguardo che fissava quel groviglio.
Mi stava osservando, con un sorriso appena accentuato.
“Ti ho chiamato bellezza e non mi dispiace averlo fatto, io sono Louis” disse con il solito sorriso strafottente sulle labbra.
Le mani erano ancora unite e non riuscivo a scollare la mia da lì.
Sembrava che i muscoli non volessero rispondere alle mie azioni, io fissai un’ultima volta quel groviglio e poi lo guardai in viso.
Non so cosa feci ma lascia da parte il mio spirito strafottente per un solo minuto e risposi.
“Io sono Angela è un piacere conoscerti carota” dissi.
Okay, non lo avevo lasciato proprio da parte ma da oggi lui sarebbe stato carota per me.
“Perchè carota?” chiese creando una piccola ruga di espressione sulla sua fronte.
Proprio in quel momento Vichi tornò con in mano dei biglietti.
“Senti Angie io ho preso…” si bloccò vedendo le mani intrecciate, poi mi fissò in viso e fissò lui.
Mi staccai immediatamente da lui indietreggiando come scottata e, in qualche modo, lo ero.
Fissai Louis, o meglio la carota, per alcuni secondi in silenzio mentre lui porse la mano alla mia amica.
Gesto sbagliato caro, propriosbagliato pensai a mente mia.
Victoria fissò la mano tesa con disgusto e poi lo guardò in viso con un cipiglio alzato, mi guardò con un punto interrogativo in viso.
Louis però non si scoraggiò dal gesto della mia amica anzi sorrise mostrando al sua fila di denti bianchi e si presentò, come se non fosse per nulla in imbarazzo di come lo avesse ignorato Victoria.
Si avvicinò alla mia amica e sentii la gelosia salire a livelli troppo alti.
Aspettate, gelosia? Io non sono mai stata gelosa in vita mia, è impossibile.
Ma mai parola mi sembrò più giusta mentre il ragazzo dagli occhi cielo si avvicinava a Vichi, a pochi centimetri dal suo viso si presentò.
“Piacere io sono Louis, scheggia” disse.
L’aveva chiamata scheggia, sentii un pizzicore vicino alle punte degli occhi.
No, era impossibile.
Io non piangevo più da…
Troppo tempo, tanto.
Victoria mi fissò e, non so come, si accorse del mio stato d’animo.
Mi guardò con un modo strano prima di rispondere.
“Uno se mi chiami scheggia un’altra volta ti arriva un cazzotto in pieno viso” disse mentre indicava il numero con la mano “Due io mi chiamo Victoria” disse in secondo luogo “terzo mi dispiace per te ma ancora non ci conosci bene, siamo noi che andiamo a cercare i ragazzi non l’incontrario” prese fiato “ ed infine se ti guardi dietro qualcuno sta venendo a cercarti” disse con uno sguardo di ira pura.
Louis si girò e anch’io cercai di vedere chi c’era dietro di lui, ma mi risultava difficile visto che era piuttosto buio.
Per fortuna o sfortuna, qual si voglia chiamare, un ragazzo moro, con gli occhi color miele, bocca carnosa e un fisico stupendo si avvicinò a noi.
“Lou che fai, vai dalle belle ragazze e non inviti il tuo fratellino?” disse questo ragazzo mettendo un braccio intorno al collo della carota.
“Beh che vuoi fratello, devi essere tu a cercartele come fai sempre no?” disse il dolce e insopportabile Louis.
“Va beh va” rispose l’altro.
“Comunque piacere ragazze io sono Zayn il fratello minore di Louis” continuò porgendoci la mano.
Victoria lo guardò con insolenza mentre io ci presentai.
“Io sono Angela e lei è Victoria” risposi.
Ormai era andata così loro si erano presentati e io mi ero ripresentata a Louis, alla fine non mi importava più di tanto forse non li avremmo più rivisti e beh non penso che ci sarebbe dispiaciuto passare una notte con loro, alla fine sono dei bei ragazzi.
Lui ritirò la mano per niente scosso come il fratello.
“Allora, come avete conosciuto il mondo avvincente della gara?” chiese mentre Louis mi fissava insistente e in silenzio.
“Cazzi nostri” rispose la dolce e garbata Victoria, io la guardai con aria di rimprovero ma lei non ci fece caso.
Prese la bottiglietta che avevo ancora tra le mani e ne bevve un sorso.
“Mmh carattere la ragazza” rispose Zayn.
Oh-oh, frase sbagliata.
Vichi che stava bevendo si interruppe, chiudendo velocemente la bottiglia e dandomela dosso con forza sul petto.
Ingoiò l’acqua e si avvicinò lentamente a Zayn.
Gli mise un dito sotto il mento per fissarlo negli occhi e poco dopo gli ruggì contro la sua ira.
“Ascoltami bene, tu non mi conosci e non puoi giudicarmi, riprovaci e i tuoi gioielli di famiglia te li stapperò lentamente e li taglierò a cubetti dandoli a mangiare ai leoni” disse con un tono molto aspro tanto che il moro la fissava in silenzio.
O la stavo per rimproverare ma lei mi mise una mano davanti ad indicarmi di stare zitta.
“Eh se mi chiami ancora ragazza o dici di nuovo caratterino, oppure altri vezzeggiativi sei finito, capito bastardo figlio di buona donna?!?!” gridò come una furia verso di lui.
Mentre gli levava il dito dal mento e se lo pulì con le altre dita, girandosi e tornando vicino a me.
“Ehi ehi calma Victoria, non volevo offenderti in qualche modo” disse Zayn tra il terrorizzato e il dispiaciuto.
Vichi lo fissò con un cipiglio alzato come se non credesse a ciò che diceva.
Louis lo guardava come se fosse impazzito, mentre io non sapevo che fare, odiavo quella situazione e quel momento.
Non so come decisi di andar via da lì, andando verso Lucas che stava preparando il mio gioiellino ma prima di arrivare a destinazione mi sentii prendermi per un braccio.
La presa era calda e morbida, mi sentii strattonare e la persona che mi teneva mi fece girare.
I suoi occhi color del mare impastati da tratti azzurri del cielo si confusero con i miei chiari e limpidi coperti da una patina di fittezza che nessuno conosceva a parte le mie due migliori amiche, non so cosa ci lesse e non lo volli mai sapere.
Volevo solo vedere cosa fosse successo nella sua mente ma naturalmente era impossibili mi guardò con un leggero sguardo indagatore prima di farmi la fatidica domanda che gli traballava sulla punta della lingua.
“Perché sei andata via?” mi chiese con un misto di strafottenza e dolcezza.
Guardai dietro di lui e vidi Vichi con Zayl, Zayt o Zayn come cavolo si chiama, litigavano ancora e si punzecchiavano a vicenda.
Ritornai a fissare la persona davanti a me, Louis.
Eravamo vicini al traguardo, non portai molta attenzione a quello che mi succedeva di fianco, non sapevo cosa rispondere.
Eravamo distanti ma la sua mano teneva ancora il braccio, non riuscivo a pensare, troppo intensa la situazione, troppo strano il momento e troppo grande quello che mi accadeva.
Avevo giurato a me stessa che non sarebbe più successa una cosa del genere, che non mi sarei fatta travolgere nuovamente da quel circolo vizioso, no non l’avrei più fatto.
Ma ora mi ritrovavo qui, in questo preciso istante, presa nuovamente da queste emozioni, sono passati minuti, secondi o ore e non me ne sono accorta.
Sono andata avanti senza pensare, senza guardare indietro.
Quel momento così bello ma così orribile per me venne interrotto dalla corsa veloce delle macchine che arrivano il traguardo.
I miei capelli biondi svolazzarono leggiadri tra quel venticello leggero, lui che m stava ancora guardando si girò per vedere chi avesse vinto e quello che vide lo lasciò a bocca aperta.
Mi girai anch’io e dal bolide rosso usci Sweety che andò a stringere la mano a uno di quei ricconi che avevano aperto le gare clandestine, aveva vinto.
Un sorriso mi si sporse sulle labbra mentre vidi un ricciolino dietro che era incredulo, alcuni ragazzi gli si avvicinarono e lo guardarono stupiti.
“Non è possibile” sussurrò Louis quasi riprendendosi dallo stato in cui era sceso e lasciandomi il braccio.
Lo guardai con un sopracciglio alzato.
“Cosa?” dissi.
“Che Harry, mio fratello, abbia perso, non è il tipo, impossibile” quasi gridò.
Io lo guardai mentre una leggera risata si impadronì di me e non trattenendola scoppiai, lui mi fissò con un’espressione indecifrabile sul volto.
“Lo trovi divertente?” chiese.
“Oh certamente caro non ci conosci bene e questo è solo un piccolo assaggino, Sweety non si lascia mettere i piedi in testa facilmente, Vichi ed io non siamo dolci e nessuno ci può battere neanche il primo campione di chissà cosa.” Dissi spiegando velocemente.
“E ora scusami ma devo andare a fare i complimenti alla mia amica” dissi guardandolo.
Lui mi fissò senza sapere come rispondere e si diresse verso il riccio.
Io mi avvicinai alla mia Sweety abbracciandola di slancio.
“Bravissima Sweety” dissi abbracciandola.
“Modestamente non potevo perdere” disse orgogliosa si se stessa.
Cercando di fare la dura anche se lei non lo era mai stata.
“Sia quei due la” dissi indicando Louis e quell’altro. “Hanno provato ad attaccare bottone con me e Vichi ma noi naturalmente abbiamo fatto la stessa scena” dissi mentre la ragazza nominata si avvicinava e abbracciava G.
“Mmh e poi?” chiese la riccia interessata.
Io le sorrisi e continuai.
“Beh tesoro sappi che io me ne sono andata lasciando ciuffo giallo” dissi indicando Zayn “Con Vichi mentre in presenza c’era anche la carota” dissi indicando Louis.
Mentre le mi fissava con un punto interrogativo in faccia per il nome da me usato, io alzai le spalle.
“Stavo andando da Lucas quando Louis (carota) mi si è avvicinato e mi ha chieso perché me ne fossi andata” dissi mentre loro emanavo un coro di  “ooooo” io diedi un pugno scherzosa sulla spalla ad ognuna.
“Dicevo” e le guardai male “Appena hai tagliato il traguardo Louis si è imbambolato con la faccia stupita e ha mormorato che non era possibile che suo fratello, il riccio, avesse perso e io sono scoppiata a ridere mentre lui andava da Harry” finito il racconto ci guardammo in viso con sguardo indagatore e in poco tempo le nostra angeliche risate si dispersero nell’aria creando un’atmosfera leggiadra.
I ragazzi o meglio Louis, Zayn e altri tre ragazzini avvicinarono a noi.
Il riccio quello che doveva essere Harry, si avvicinò a Giorgia porgendole la mano, noi lo fissammo sconcertate mentre Sweety non si preoccupò più di tanto e gliela strinse.
Lo aveva fatto davvero?!?!?Continuavo a pensare ma poi mi resi conto delle parole che disse quel ragazzo.
“Non sono abituato a perdere principessa ma da bravo ragazzo ti faccio i miei complimenti anche se ti propongo una sfida” disse guardandosi intorno.
Giorgia appena sentì la parola sfida, non si accorse neanche di essere stata chiamata principessa è strine la presa forte della mano di quel ragazzo che la guardò leggermente sbalordito per la stretta che gli aveva riservato.
Quelle semplici cinque lettere le facevano perdere la ragione, mandavano in tilt il suo cervello e le facevano accettare immediatamente quello che le era stato proposto, anche se lei non sapeva in realtà su cose si basasse la gara.
Il ragazzo lasciò la presa, si guardò intorno o meglio dietro come a confermare con gli occhi quello che aveva deciso con i ragazzi.
Si girò con un sorriso strafottente sulle labbra e aprì bocca.
Con una luce strana negli occhi, fece uscire dalle sue labbra carnose quelle poche parole che avrebbero composto le frasi della sfida.
Assaporando ogni sillaba con la sua voce cupa.

 
 

 
 
 
 
Angolo autrice:
 
Allora stranamente ho pubblicato presto questa volta.
Un regalo di compleanno per Niall e per voi!!!!
Comunque cosa ne pensate?
Chissà quale proposta farà Harry alle ragazze,
dai iniziano le scommesse.
Mi potete dire se vi piace o no?
Sono insicura se continuare questa storia.
Un bacio
A presto
MatyluckHazza90
 

 
 
 Pubblicità
 
Allora cari miei se avete tempo vi chiedere di leggere la mia prima ff:

Il linguaggio delle rose

 
La rosa, quale simbolo più esplicito per indicare l’amore?
Questo fiore immortale ricco di coinvolgimenti passionali, fedeli, teneri e unici. 
Dai colori i petali vivaci brillano, da un ragno tessuti con leggiadra cautela e dal potente profumo
richiamo d’amore, dall’arguto segno del dolore di una morte e dall’immenso passo che ripercuote 
l’addio.
Scendendo per il gambo dal verde color brillano pugnali affilati d’immenso dolor a ricordare sempre agli uomini l’enorme dolore della conseguenza dell’amore, un ciclo continuo come la notte il giorno, come la nascita e la morte ritorna vive le cose ancor più puntigliose.
 
È una storia su Twilight su Bella ed Edward e parla di due ragazzi normali.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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