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Autore: Meow_    13/09/2012    1 recensioni
Era tardi, avevo sonno, mi bruciavano gli occhi; ero sdraiata sul mio letto e stavo leggendo Harry Potter e La Pietra Filosofale, di J.K. Rowling.
Proprio mentre stava cercando uno scompartimento… Poof. Non mi ricordo più niente, solo un vuoto di qualche ora.
Mi sono risvegliata qui, in una stazione in cui non sono mai stata. Forse l’ho già vista da qualche parte, ma non mi ricordo bene.
-
«SOFIA!!» mi chiama per la quarta volta quella che riconosco essere la voce di Draco Malfoy.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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CAPITOLO 2
Lettera da Hogwarts




    Durante la cena parlo del più e del meno con tutti i Serpeverde, che sono sorpresi quanto me del mio cognome. Draco non sta zitto un attimo, mi fa mille domande una dietro l’altra. Si vede chiaramente che è affascinato dalla mia dinastia, probabilmente il mio sangue è puro quanto il suo. Ma un momento, questo è solo un sogno; i miei genitori sono babbani, lo so benissimo, e quello che sto vivendo ora non è reale. Eppure sto provando una strana sensazione… In genere, quando sogno mi accorgo di stare sognando, anche se con fatica ma me ne accorgo. Stavolta è diverso, è come se stessi vivendo veramente. Devo risolvere questa situazione, perché io non ho la più pallida idea di come ho vissuto quegli undici anni da ‘strega’.
    Ma decido di non pensare alla realtà, non ora. Voglio vivere il mio bellissimo sogno fino in fondo, fino a quando non mi dovrò svegliare domattina e dovrò tornare a scuola, per l’ennesimo noiosissimo anno, maledicendo tutto e tutti perché la mia scuola non è Hogwarts. Ma in quel momento la mia scuola è Hogwarts, quindi devo approfittarne. Poi Draco continua a farmi mille domande, e per quanto possa cercare di ignorarlo, a qualcuna devo pure rispondere.
     «I miei genitori saranno molto felici quando sapranno che sono diventato amico di una come te» afferma Draco.
Oddio, Draco Malfoy che nomina la parola ‘amico’? Questa è bella. Deve essere proprio affascinato dalle mie origini.
     «Eh, già. Se non si diventa amici tra le famiglie come le nostre…» rispondo, non molto convinta.
Lui sembra essere entusiasta della mia risposta, e annuisce con forza.
     «Ben detto, Sofia, ben detto!» mi risponde «Guarda la mezzosangue e i suoi amichetti come ci guardano. Che invidiosi»
Sorrido nervosamente, non so cosa dire. La conversazione sta prendendo una piega che non mi piace per niente.
     «È una vergogna, non trovi? Che gente come loro possa stare nella stessa scuola di gente come noi! Per fortuna a Serpeverde sono quasi tutti Purosangue. Infatti non avevo dubbi sulla Casa in cui sarei stato smistato, tutta la mia famiglia è sempre stata a Serpeverde. Anche la tua, immagino» continua Draco.
      «Sì, infatti…»rispondo io, distratta.
      «Secondo me, la gente come loro non dovrebbe nemmeno mettere piede a Hogwarts» dice Draco, evidentemente ha intenzione di continuare con quel discorso ancora per molto. Non che mi dispiaccia parlare con lui, per carità, ho sempre avuto un, ehm, debole per il caro Malfoy… Ma insomma, io l’ho sentito parlare per 7 anni di queste cose! Le so a memoria! Ma forse lui questo non lo sa… In teoria siamo tutti appena arrivati ad Hogwarts, felicemente.
      Nessuno sa cosa succederà l’anno prossimo, o gli anni dopo ancora, mentre io sì. E lo so a memoria, se vogliamo dirla tutta. È una sensazione orribile, mi sento un po’ come la professoressa Cooman, solo che io il futuro lo so per davvero. Il futuro di tutti quei ragazzi è stato già scritto, è stato letto da milioni di persone, ma loro sono ignari di tutto. Draco non sa che tra soli cinque anni sarà costretto a prendere il Marchio Nero, Harry non sa che tra sei anni dovrà abbandonare Hogwarts in cerca degli Horcrux, Silente non sa che tra cinque anni morirà per mano di Piton, sono tutti così spensierati…
     Era una cosa molto triste, infatti il mio sguardo non passò inosservato. Stavo fissando da un bel po’ il mio piatto, senza nemmeno sentire quello che mi stava dicendo Draco. Al tavolo tutti i Serpeverde avevano riso a crepapelle per qualche battuta, io invece non avevo nemmeno alzato lo sguardo.
     «Che ti succede?» mi chiede Draco.
Io scuoto la testa, sembro cadere dalle nuvole. Gli sorrido.
     «Niente, è solo che sono stanca… E non ho più nemmeno fame» rispondo, fingendo tranquillità.
     «Già, nemmeno io. Però dobbiamo aspettare la fine del banchetto perché i prefetti ci devono far vedere dove sono i dormitori» risponde Draco, con un certo fastidio nel tono della voce.
Sbuffo impaziente. Non ne posso più di stare in mezzo a tutta quella gente, ho bisogno di capire cosa mi sta succedendo. Sono successe troppe cose nel giro di pochissimo tempo. Ma non potevo sognare un giorno bello e libero dagli impegni? No eh? Almeno potevo godermi la bellezza di Hogwarts. Invece dovevo sopportarmi la stanchezza del lungo viaggio, incredibile.
  Che poi, essendo un sogno, non dovrei essere stanca di un viaggio che non ho fatto, no? Strano. Comunque, finalmente la cena finisce e i prefetti ci guidano verso i dormitori. Come so bene, i nostri sono nei sotterranei. Dentro c’è un po’ di umidità, ma è un bellissimo posto. Sicuramente migliore dei dormitori dei Grifondoro, questo è poco ma sicuro.
    Ci sediamo sulle poltrone e sui divani della sala comune, e continuiamo a parlare delle stesse cose di cui stavano parlando a cena. Sono molto stupita del comportamento di Draco, a quanto pare mi considera una sua pari. Penso che non sia interessato a nessun’altro quanto gli interesso io, e non mi dispiace per niente. Sento che potremo diventare molto amici, e magari divertirci a fare scherzi bastardi ai Grifondoro e ai Tassorosso. Potrete pensare che io sia una cattiva persona, ma vorrei dirvi che secondo me è divertente. Insomma, mica è colpa nostra se sono dei mollaccioni, no?
Poi mi rendo conto che sto facendo progetti su una cosa che non succederà mai. Perché me lo sento, quando chiuderò gli occhi tutto quello finirà e io mi ritroverò alla mia solita vita monotona e noiosa. Ma io non voglio che questo finisca; Hogwarts è la mia vera casa! Perché nessuno lo capisce?


    Poi, all’improvviso, succede. Chiudo gli occhi, sprofondo nel sonno. Non capisco più cosa stia succedendo, non riesco a capire se sto dormendo veramente o se sto tornando alla realtà. Sono in casa mia, nella mia camera. Però è diversa da come me la ricordavo… I libri nella libreria sono diversi, i vestiti nell’armadio, tutto è diverso. Poi mi guardo allo specchio, e riesco a malapena a trattenere un grido di terrore. Ho undici anni, di nuovo. O meglio, ancora? Non lo so. Però il mio aspetto è diverso, non ho i capelli dello stesso colore che avevo nel… sogno ad Hogwarts. Sono io, esattamente come ero prima, solo che di diversi anni più piccola. Non vi nascondo che la faccenda mi terrorizza abbastanza. Perché nonostante io sia tornata indietro con gli anni per l’aspetto, il mio cervello è lo stesso di prima. Pensate un po’ voi come reagireste se all’improvviso il vostro corpo tornasse indietro di molti anni. Ecco, io mi sento esattamente così.
    Decido di andare dai miei, che stanno facendo colazione in cucina, li sento. Se non noteranno niente di strano, beh, cercherò di capire che diamine sta succedendo. Se invece grideranno spaventati… questo è un altro problema. Come sospettavo, quando entro in cucina non succede niente di strano. Mi salutano con un ‘Buongiorno’ in tono molto assonnato, e mia mamma mi mette davanti una tazza di latte con i biscotti. Non hanno notato niente di strano, e non penso che siano addormentati a questo punto. Poi mio padre esce a prendere la posta, e rientra lamentandosi delle solite bollette. Poi passa una lettera a mamma, scritta da qualche sua amica. Arriva all’ultima lettera e spalanca gli occhi, in un mix tra spaventato e stupefatto. Fissa la lettera per qualche secondo, poi la fa vedere a mia mamma e anche lei fa la stessa faccia di mio padre. Che cazzo sta succedendo? Cerco di vedere cosa c’è scritto nella lettera, ma mio padre la sposta immediatamente dalla mia visuale.
     «Che succede?»chiedo, cercando di sembrare indifferente.
Se c’è una cosa che mi ha sempre caratterizzata, questa è la curiosità. Io devo sempre sapere tutto, non sopporto quando una persona non vuole dirmi o farmi vedere qualcosa.
Né mio padre né mia madre rispondono, così faccio schioccare le dita e chiedo: «Ehi? Siete vivi?».
Mia mamma mi guarda per qualche secondo, ma poi distoglie lo sguardo immediatamente. Nessuno vuole dirmi cosa sta succedendo e io sto iniziando leggermente ad alterarmi.
     «Allora?»chiedo, impaziente.
Mio padre sembra risvegliarsi da una lunga trance, e mi grida: «Vai in camera tua!»manco avessi combinato qualche guaio.
Mi alzo, facendo finta di obbedire a mio padre; ma quando arrivo alla porta, la chiudo in un attimo a chiave, e nascondo la chiave nella tasca dei miei pantaloni, che fortunatamente è molto stretta e profonda; non sarà facile prendermela con la forza.
Mio padre mi guarda furioso, e dice: «Non hai sentito quello che ho detto?».
    «Ho sentito benissimo, ma forse tu non hai sentito quello che ho detto io prima!»rispondo, nervosa.
    «Non sono affari tuoi!»sbotta.
Quindi mi aveva sentito e stava facendo finta di nulla, simpatico. Ma proprio mentre mi stava gridando contro, inconsapevolmente ha girato la busta dall’altro lato. Non ci vedo benissimo da lontano, ma sono sicura di leggere il mio nome. È scritto con l’inchiostro verde, strano per essere una lettera… Guardo la carta, sembra una vecchia pergamena. Un momento! Quello è il simbolo di Hogwarts, oh Merlino. Il cuore inizia ad accelerare e il respiro viene a mancare.
    «Dammi… la… lettera»questa volta è un ordine, rivolto a mio padre. Scandisco bene ogni parola, in modo da fargli capire che deve assolutamente fare quello che gli ho chiesto.
Fatemi capire, ho appena scoperto di essere una strega, cosa che desidero da circa… Sempre? Ho ricevuto la mia dannata lettera da Hogwarts e questi due babbani dovrebbero impedirmi di andarci? Oh, no, assolutamente no. Mi ricordano tanto Vernon e Petunia Dursley. Ehi, ma tanto verrà Hagrid a prendermi! Sì, come no, mica sono Harry Potter io. Al diavolo, io leggerò quella lettera!
    «Non se ne parla!»urla mio padre.
    «Sofia, facci uscire, dobbiamo prepararci per andare a lavorare»gli fa coro mia madre.
    «E io voglio quella lettera!»rispondo io.
Mio padre fa una breve risatina. «Oh, andiamo, non crederai che sia vero!»dice.
    «Lo sapete benissimo che è vero! Lo sapete anche voi!»gli urlo in risposta. Mi stanno facendo imbestialire.
    «E come potremmo non saperlo? Ci hai fatto una testa così su questo dannato Harry Potter! Ma devi capire, Sofia, che questa non è la realtà. Questa lettera è sicuramente uno scherzo, fattene una ragione»cerca di persuadermi mia madre.
    «Le ho viste le facce che avete fatto, lo sapete anche voi che è come dico io! Sentiamo, visto che credete che sia uno scherzo, perché non me la fate leggere?»chiedo.
    «Perché non è importante, infatti ora la butterò»risponde mio padre.
    «Non ci provare» lo minaccio io.
Lui ride ancora, evidentemente pensa che una bambina di undici anni come me non possa fare tanto contro due adulti. Ma si sbaglia, dentro di me sento una forza incontrollabile. Sento che se non mi farà leggere quella lettera entro dieci secondi potrei far esplodere la casa.
    «Dammi la lettera!» gli ripeto per l’ultima volta.
Ma invece di darmela, si sta dirigendo al cestino. Non sa quale grave errore sta per compiere. Sto per scoppiare, non riesco nemmeno più a capire cosa mi stia prendendo. Il cestino improvvisamente si alza da terra e diventa sempre più grande, si capovolge e si avvicina pericolosamente a mio padre. Ormai, più che un cestino per le cartacce sembra una gabbia gigantesca. Infatti, due secondi dopo, mio padre viene intrappolato dal cestino-gabbia, e urla terrorizzato. Pure mia madre sta urlando, e sembra intenzionata ad alzarsi per aiutarlo.
    «Non ti muovere»le dico, stranamente lucida. Eppure in una situazione del genere, una persona normale sarebbe tutto fuorché lucida.
    «Dammi la lettera»ormai mio padre non ha più altra scelta, è imprigionato ed è visibilmente terrorizzato da quello che sta succedendo. Scuote la testa, incapace di parlare. Lo guardo con rabbia, e in quel momento succede quello che non avrei mai ritenuto possibile. La lettera vola via dalle sue mani e sfreccia nelle mie, come se l’avessi chiamata con un Incantesimo di Appello. Apro la porta, corro in camera mia e mi chiudo dentro. Nessuno potrà rovinarmi questo momento magico, questo momento che attendo da sempre.
   Sono seduta sul letto, il cuore che mi batte a mille, e sto scartando piano la lettera; ho paura di romperla. Finalmente riesco ad aprirla, e tutti i miei sospetti vengono confermati.

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Albus Silente


(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed.  Internaz. dei Maghi)

    Cara Signorina Gaunt,
    siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie. 
I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.


Con ossequi,
Minerva McGranitt
Vicedirettrice


Rileggo la lettera più volte, non posso crederci, non mi sembra vero. Ci avevo sperato fino in fondo, ed ora era successo davvero. Poi mi torna in mente un terribile pensiero: quello era solo un sogno. Eppure anche quello di Hogwarts era un sogno, ma io non ci stavo più capendo nulla. Sembrava più un ricordo, che un sogno. Dopo aver riletto la lettera per la quindicesima volta, svengo per l’emozione.
   Non capita mica tutti giorni di ricevere la lettera per Hogwarts!
   «Sofia…» chi è che osa disturbare il mio sonno?
   «Sofia…» insiste? Voglio dormire!
   «SOFIA…» ancora? Ma chi diamine è?
   «SOFIA!!» mi chiama per la quarta volta quella che riconosco essere la voce di Draco Malfoy.
Mi sveglio, spaventata da quell’urlo. Mi guardo intorno, sono ancora nella sala comune di Serpeverde. Ora è ufficiale: non ci sto più capendo nulla. Un sogno dentro un sogno? Com’è possibile?
   «Ti sei addormentata qui! È ora di andare nei dormitori» mi spiega Draco.
In effetti, nella sala comune non c’è più nessuno. E lui che ha fatto, tutto quel tempo? Mi ha guardato mentre ronfavo tranquillamente? Che vergogna.
   «Buonanotte» gli dico, e mi dirigo verso i dormitori femminili. Che giornata strana, spero solo di non tornare alla realtà, una volta che mi addormenterò seriamente. Domani inizieranno le lezioni a Hogwarts e io non ho intenzione di perderne nemmeno una!



Dopo due settimane sono riuscita ad aggiornare, yeah. 
Ringrazio infinitamente quelli che hanno recensito lo scorso capitolo e che seguono la storia, grazie davvero ♥ 
Sappiate che sono dubbiosa riguardo questa storia, quindi ditemi cosa ne pensate ^^
Ci sentiamo al prossimo aggiornamento, che non so esattamente quando sarà, ma spero presto. Diciamo che dipende anche da voi uu
Twitter: @MeowSlytherin
 

   
 
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