[Tratto dal capitolo 40.]
E' il due Gennaio. I ragazzi si stringono nei loro cappotti e affondano il mento nelle loro sciarpe per proteggersi dal gelo.
È fredda Londra, in quei giorni. O forse lo è sempre, solo che ai londinesi non piace pensarlo. Non piove però e questo è già qualcosa, visto che la capitale è stata oscurata da nuvoloni grigi per quasi tutto l'autunno. Adesso però è arrivato l'inverno. Sono arrivate le serate passate sotto le coperte a stringersi contro un corpo caldo o a tremare per un'assenza; sono arrivate le cioccolate fumanti prese al bar sotto casa o all'uscita da scuola a qualsiasi ora del giorno, con gli amici o in compagnia di un libro; sono arrivati i guanti colorati, le sciarpe a righe e i cappelli calati fin sopra l'ultimo capello; ma è arrivato il gelo, prima di tutto, a coprire di brina la città, ad alimentare la freddezza e l'indifferenza nelle persone, a ghiacciare fino in fondo i sentimenti e le emozioni. È arrivato l'inverno, ma quei quattro ragazzi che, trafelati, si stanno recando al concerto di un giovane diciottenne come loro, che ha realizzato il proprio sogno, sembrano non essersene accorti. AU!ZARRY.