Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Djibril83    31/03/2007    3 recensioni
Sono passati venticinque anni dal giorno dell'annientamento del gruppo di Inuyasha per mano di Naraku, ma tutti hano giurato di tornare per vendicarsi... non sempre, però, le cose vanno come ci si potrebbe aspettare...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti dei commenti! Ecco il secondo capitolo! Non so se riuscirò a postare il terzo prima di una ventina di giorni, sarò fuori fino al 14 e devo ancora scriverlo. poi 'sto HTML mi sta facendo impazzire!! Spero vi piaccia!

Cap. 2. Il fatidico giorno

-La vera Kagome? Che diavolo vuol dire?! Ti presenti con le sue sembianze, anche se sei solo una mocciosa, e pretendi che basti a farmi bere tutte le cavolate che dici? Mi credi scemo?

Kagome sospirò abbassando la testa sconsolata.

- Non sei cambiato di una virgola, Inuyasha...

-Inu? Ora sono diventato anche un cane?!

Yasha inarcò un sopracciglio non sapendo se cominciare a ridere o arrabbiarsi ancora. Non ci stava capendo più nulla.

-Scusami... tu non puoi ricordare nulla... in effetti mi chiedo come faccia Kikyou a conservare tutte le sue memorie... comunque, non voglio confonderti ancora le idee, ti racconterò tutto!

-E sarà bene anche che ti sbrighi, ho bisogno di dormire io!

Incrociò le braccia sbuffando, cercando di sbattere un piede per poi finalmente accorgersi che si trovavano nel bel mezzo del nulla, in una sorta di piano immateriale. La ragazza annuì e gli si avvicinò per andarsi a sedere sul letto, mentre l’ambiente cambiava di colpo nella sua stanza.

-Forse così ti sentirai più a tuo agio, lo so che è difficile accettare ciò che sto per dirti, ma ti prego di credermi, è tutto vero... dai, siediti, almeno ti farà sembrare quest’esperienza un po’ più... normale...

Yasha annuì non tanto convinto ma si andò a sedere davanti a lei, con il volto teso di chi si preparava ad ascoltare.

-Comincia.

Intimò poi e la ragazza sospirò ancora.

-È cominciato... o meglio, dovrei dire è finito tutto venticinque anni fa, il giorno della nostra morte nell’epoca Sengoku...

-Aspetta un attimo! L'epoca Sengoku non era certo venticinque anni fa! Ti rendi conto in che anno siamo?

-Certo che lo so! Se mi lasci parlare mi spiego subito!

Dopo un cenno stizzito del ragazzo sempre più confuso continuò.

-Effettivamente sono morta in quell’epoca che in realtà era la tua... no, aspetta... credo di non essere stata molto chiara... allora! Tu eri un hanyou dell’epoca Sengoku di nome Inuyasha, io una studentessa della fine del secolo scorso e vivevo in un tempio con un pozzo che collegava entrambe le epoche... Ti è chiaro adesso?

-E ti aspetti che io ci creda?

Le chiese con una faccia scura spaventosa, degna del predecessore Inuyasha. Kagome sospirò per l’ennesima volta, lasciando ciondolare la testa in avanti. Sarebbe stata dura farsi capire come anche farsi credere.

-È la verità... ma penso che sia necessario raccontarti tutta la storia dall’inizio...

 

§§§

 

Yasha era allibito. Aveva ascoltato tutta la storia a bocca aperta, con gli occhi sgranati per lo stupore. Durante tutto il tempo non aveva proferito parola e Kagome non sapeva se aveva creduto o meno al suo racconto inverosimile.

-...E fu così che arrivammo al fatidico giorno dello scontro contro Naraku... non essendo ancora riusciti a colpire il suo cuore non avevamo possibilità contro di lui, ma dovevamo cercare di evitare in tutti i modi che Kohaku gli consegnasse la sua scheggia della sfera per la volontà di Midoriko... invece siamo stati tutti annientati, e nemmeno Kikyou non ha potuto più niente dopo che Naraku è riuscito ad accrescere la sua forza con gli ultimi frammenti di Kouga e Kohaku... il suo corpo fittizio deve essere andato distrutto, ecco perché si è impossessata del mio... il rancore che le permetteva di muoversi era una volta parte della mia anima, dev’essere per questo che le è bastato precedermi prima del momento della mia reincarnazione per rubarmi il corpo... però, in fondo la posso capire, io ero già la sua reincarnazione, nonostante lei fosse tornata in vita non si sarebbe più potuta incarnare ancora... anche se... anche se... NON È GIUSTO! Quello è il mio corpo!

-Stai cercando di dirmi che Kagome non ha fatto che ingannarmi fino ad oggi...?

Yasha aveva lo sguardo vitreo e fisso nel vuoto, la verità lo aveva sconvolto più di quanto avrebbe potuto immaginare.

-Non la metterei su questo piano, forse lei stava solo cercando di vivere una vita normale...

-Ma smettila! Da quel che dici ha sempre finto con me! Mi si è avvicinata solo perché un tempo stava con quell’Inuyasha, ed anche tu mi stai scocciando per lo stesso motivo! Non me ne frega niente della vostra promessa di rinascere tutti insieme per vendicarvi, né del fatto che in un’altra vita ero un mezzo demone del cavolo! Io sono io e nessun altro! Se devi perseguitare qualcuno fallo con Kagome o Kikyou che si chiami, perché io non ho alcuna intenzione di aiutarti!

Si alzò di scatto con i pugni serrati e per un attimo sembrò emanare un’aura oscura e minacciosa. Kagome si alzò anch’ella con l’aria di chi comprende perfettamente lo stato d’animo dell’altro.

-Per oggi basta così. Ci ho messo venticinque anni per trovare il modo di parlarti senza che Kikyou potesse impedirmelo, un giorno in più non farà molta differenza... hai bisogno di tempo e ti capisco... per oggi, ti auguro la buona notte...

 

§§§

 

La porta della sua stanza si aprì, passi stizziti ravvicinati tra loro si udirono e la finestra si spalancò inondando la stanza di luce.

-Ti vuoi svegliare stupido Yasha?! È già mezzogiorno!

Il ragazzo si contorse nel letto come un vampiro bruciato dalla luce del sole, nascondendo la testa sotto il cuscino ed imprecando bestemmie irripetibili.

-Koujiiii!!! Questa te la faccio pagare! Ti da fastidio sapermi dormire in santa pace?! ‘Stavolta ti ammazzo davvero!!

L’amico cominciò a ridere, poi cessò di colpo e gli diede una pedata che lo fece ruzzolare giù dal letto.

-Mi sta bene che tu sia riuscito a dormire, ma non ti ricordi più che giorno è oggi?

Yasha si rialzò con la testa disastrata come ogni volta che si svegliava, si grattò il mento poi il suo sguardo s’incupì di colpo.

-Già... oggi sono cinque mesi che io e Kagome stiamo insieme... avevamo appuntamento a pranzo al ristorante...

-Cos’è quel tono amaro? Avete litigato? È una settimana che mi rompi con ‘sta storia dell’appuntamento, dove sono finiti tutti i programmini romantici che ti eri fatto?

-Nel cesso.

Rispose Yasha secco e si allontanò senza dire una parola, sotto lo sguardo allibito di Kouji. Dopo aver sentito la porta del bagno che sbatteva violentemente, si decise a seguirlo.

-Yasha! Yasha!! Apri quella dannata porta! Non ci sto capendo più niente!

Cominciò a menar pugni contro la porta finché non udì risposta.

-Cos’è?! Vuoi farmi compagnia mentre piscio?!

Rispose sarcastico l’altro, era di pessimo umore.

-No, ma se me le fai girare ancora ti ficco la testa nel cesso!

Non ebbe quasi il tempo di finire la frase che la porta si aprì rivelando uno Yasha con la faccia più scura della notte.

-Ho deciso di darle buca, qualche problema?

Kouji lo osservò scansarlo e tirare dritto, un po’ incuriosito dalla faccenda ed allo stesso tempo preoccupato. Dopo che il ragazzo fu entrato nella propria stanza lo seguì ancora, deciso a non gettare la spugna.

-D’accordo, se vuoi farle il bidone fa pure, non me ne può fregare di meno, ma a questo punto mi devi una spiegazione, visto che sei stato tu per primo a coinvolgermi nei preparativi.

Yasha sospirò, aveva ragione. Nell’ultima settimana lo aveva assillato con il programma del giorno, soprattutto di quello che sperava sarebbe successo dopo il pranzo, perché aveva già stabilito che sarebbero andati al cinema, e tutti sanno che una mano sulla spalla durante una scena romantica può dare infinite possibilità di finire la serata nel migliore dei modi... ma ormai non gli importava più.

-Hai ragione ma, sai, quando scopri che la tua ragazza si è fregata il corpo di un’altra e che tu sei la reincarnazione del suo ex dell’epoca Sengoku, ti passa la voglia di vederla!

Yasha terminò con un largo e finto sorriso e Kouji sbarrò gli occhi, capendo sempre meno dell’intera questione.

-Riavvolgi il nastro e rispiegami tutto con calma, prima che m’incazzi e ti spacchi quella testa bacata che ti ritrovi!

Yasha sbuffò, scostando la sedia della sua scrivania per farlo sedere, era una storia lunga.

 

§§§

 

-E tu ci hai creduto?

-Già.

Rispose secco Yasha.

-E come fai a sapere che non fosse uno spirito maligno che ti giocava un brutto tiro? Non puoi fidarti così ciecamente!

Kouji cominciò a gesticolare agitato, Yasha era un credulone se si fidava delle parole dell’ipotetica vera Kagome senza rifletterci bene.

-È inverosimile, lo so, ma una strana sensazione mi dice che è tutto vero... e non è nemmeno una sensazione vaga... ti è mai capitato di essere certo di una cosa al cento per cento? Bhè, è più o meno lo stesso, solo che io non ne ho le prove... e poi, rimuginandoci sopra ho trovato tanti particolari che s’incastrano come i tasselli di un puzzle.

Kouji annuì perplesso e sempre più preoccupato per l’amico.

-Ovvero?

-Ieri Kagome guardava verso un punto fisso alle mie spalle, poi mi ha mandato a prendere dell’acqua e mi era sembrato di sentirla parlare da sola... poi, accanto a lei ho dormito senza problemi e, quando le ho detto scherzando che poteva essere stata la sua presenza, ha detto che poteva essere e poi ha cambiato discorso...

-Magari stava scherzando anche lei...

Yasha aggrottò le sopracciglia.

-Da quando la conosci l’hai mai sentita fare una battuta?!

Kouji fece spallucce.

-Veramente no.

-E nemmeno io.

Asserì irritato Yasha, non aveva dubbi ed anche Kouji stava cominciando a convincersi. 

-Hai notato qualche altro particolare?

Yasha annuì.

-Il più grande di tutti: l’altra Kagome ha detto che questa che in realtà è Kikyou è un agglomerato di rancore e anime di donne morte... ora dimmi che non ti è mai capitato di pensare che lei fosse poco vitale...

-È proprio per questo che non te l’ho portata via!

Sdrammatizzò Kouji e Yasha gli lanciò uno sguardo torvo.

-Infame!

-Andiamo! Kagome è un gran pezzo di ragazza, ma è di una noia mortale! Parla per monosillabi, non ride e non scherza mai, se poi conti che non ci sei mai andato nemmeno a letto, mi chiedo come hai fatto a starci insieme fino ad oggi!

-Sei squallido.

Rispose Yasha disgustato. Kouji non aveva tutti i torti, ma era troppo crudo e sfacciato per i suoi gusti.

-Quando rivedi la ragazzina, chiedile se quell’Inuyasha fosse un santarellino come te! Sarebbe un’ulteriore conferma!

A quel punto Yasha cominciò a vedere rosso e gli si lanciò contro, facendolo sbattere contro la scrivania e cadere dalla sedia; di tutta risposta Kouji lo colpì con un violento pugno in un occhio che gliene costò uno nei denti. Scaricata la tensione i due si alzarono, uno con la mano sull’occhio che cominciava a diventare viola e l’altro con un rivolo di sangue che gli colava dalla bocca.

-Ora sì che ti riconosco!

Esclamò Kouji con un mezzo sorriso soddisfatto mentre si puliva la bocca col dorso della mano. Anche Yasha sorrise visibilmente più disteso.

-Eh già, devo dire che mi sento molto meglio, anche se dovrò mettere gli occhiali da sole per una settimana!

I due scoppiarono a ridere come se nulla fosse successo, poi la risata morì, Kouji fece come per scrollarsi la polvere di dosso ed infilò le mani in tasca.

-Comunque sia, devi accertarti che Kagome sia davvero quella Kikyou di cui parlava la tizia, e poi decidere di conseguenza.

-Credi che non lo sappia?!

Replicò stizzito Yasha.

-Ovvio. Ma dimmi, cosa farai se e quando scoprirai che era tutto vero?

L’espressione di Yasha si fece dura e profonda.

-Ancora non lo so, non ho avuto molto tempo per pensarci... suppongo non sia giusto che Kikyou rimanga nel corpo di Kagome, ma non posso dimenticare che sia stata la mia ragazza, anche se solo perché le ricordavo questo Inuyasha... 

-Un bel dilemma.

-Già.

I due si guardarono, poi alzarono le spalle e piombò il silenzio, squarciato dallo squillare del telefono fisso.

-Suppongo debba rispondere io.

Azzardò Kouji e Yasha fece di sì con la testa.

-Se è lei dille che non ci sono e non sai dove sia andato.

L’amico alzò gli occhi al cielo ma andò a rispondere senza fiatare, quando tornò la sua espressione era alquanto stizzita.

-Spero che l’altra sia un po’ più loquace, perché mi ha attaccato il telefono in faccia senza dire una parola.

-Fin troppo loquace... sono due opposti...

Contemporaneamente andò a cercare il cellulare che aveva lasciato in carica togliendo la suoneria e quasi non gli venne un colpo.

-...Cavolo! Venti chiamate senza risposta! Dev’essere incazzata nera!

-Wow! Vorrei vederla! Qualche messaggio?

Yasha scosse la testa, spegnendo contemporaneamente il telefono.

-No, li odia... in effetti detesta tutte le cose tecnologiche... sarà perché viene dal passato... ogni tanto trovo qualche nuovo collegamento!

Ridacchiò e Kouji annuì serio.

-Non c’è molto da ridere. Cosa farai se verrà a cercarti qui?

-Mi limiterò a non aprirle. E neanche tu dovrai farlo.

-Come vuole, o grande e potente demone cane!

Lo derise Kouji facendogli un inchino.

-Fottiti!

Gli diede uno spintone ed uscì dalla stanza. Una doccia era quello che ci voleva.    


§§§

 

Legò i capelli sgocciolanti con un elastico, poi passò la mano sullo specchio bagnato e guardò la sua immagine riflessa: chissà com’era questo Inuyasha che era stato nella vita passata... doveva somigliarli molto eppure era un hanyou, non un umano come lui... non gli piaceva il fatto che le due ragazze gli si fossero avvicinate per quello che era stato nella vita precedente; se Kikyou avesse rubato il corpo di Kagome per stargli vicino in quanto se stesso sarebbe stato anche diverso, magari si sarebbe sentito lusingato, di certo non sarebbe stato così arrabbiato, ma il sapere che l’aveva fatto per il suo ex, per giunta morto, non lo consolava affatto... Kagome gli aveva vagamente accennato ad una situazione simile nel passato (più che altro perché le aveva tirato fuori le informazioni con una raffica di domande), ma ciò voleva dire solo che il suo predecessore era un grande stupido e che, se stavano ripetendo il suo errore, erano delle stupide anche loro.

Sospirò, coprendosi con un telo da bagno, poi aprì la porta e si diresse verso la cucina, ma proprio in quel momento squillò il campanello. Un brivido gelato gli percorse la schiena; in punta di piedi attraversò il corridoio ed andò a controllare dallo spioncino della porta se fosse davvero la ragazza, poi inalò profondamente e poggiò i palmi delle mani alla porta restando lì immobile senza rilasciare l’aria.

Come al solito non si era sbilanciata nel vestirsi o nel truccarsi, neppure il giorno del loro quinto mese insieme... non era molto, questo lo sapeva, ma lo avrebbero festeggiato solo come pretesto per passare l’intera giornata fuori insieme in modo speciale... dopotutto nel ristorante dove l’avrebbe portata lavorava un amico e non avrebbe speso molto; non era un’occasione ufficiale e non avrebbe potuto esserlo, dato che aveva uno stipendio da barista che a malapena gli permetteva di pagare l’affitto e l’università, ma almeno poteva degnarsi di far finta che lo fosse e mettersi qualcosa di speciale per lui... anche se, a dire il vero, non aveva nemmeno il diritto di parlare dato che non si era nemmeno vestito ed aveva deciso di bidonarla... in ogni caso, si stava perdendo in pensieri inutili ed inconcludenti, ed il fatto che lei fosse lì fuori non cambiava.

Il campanello squillò ancora e Kouji lo raggiunse alla porta.

-È lei, vero?

-Shhhh, facciamo finta che non ci sia nessuno, così se ne andrà.

Bisbigliò Yasha e Kouji annuì, poi squillò anche il telefono ed andò a rispondere, attaccando subito dopo sbattendo la cornetta soffocando un insulto tra i denti.

-Stupido! Dovevo immaginare che fosse lei!

Yasha lo osservò scuotendo la testa non tanto sorpreso.

-Lei invece non è stupida. Che ti ha detto?

-Apri.

-Semplice, preciso e conciso. Bhà, io vado a mangiare qualcosa, fa finta di niente.

Lo lasciò lì solo con un’espressione illeggibile, mentre andava in cucina a prepararsi un sandwich. Kouji guardò un attimo dallo spioncino, poi andò nella sua stanza con un’alzata di spalle, aprì la finestra e si sdraiò sul letto con un libro di testo in mano.

 

§§§

 

Yasha addentò il suo panino con pomodori e insalata, seduto a tavola di spalle alla porta, poi bevve una sorsata dalla lattina di coca cola che aveva aperto e si pulì la bocca con un tovagliolo di carta. Cominciò a dondolarsi sulla sedia prima di ricominciare, molleggiandosi con un ginocchio sul bordo del tavolo; restare composto a tavola non era il suo forte, soprattutto quando era da solo: Kouji aveva già mangiato e studiava in camera sua e Kikyou-Kagome (non aveva ancora deciso come chiamarla) aveva finalmente cessato di suonare il campanello.

Riprese la lattina e ne bevve un’altra sorsata.

-Non dovevamo pranzare insieme?

La bevanda gli andò di traverso e gli finì addosso mentre cadeva all’indietro con le gambe all’aria. La ragazza voltò la testa di lato con lo sguardo severo e le braccia conserte.

-Ricomponiti.

Ordinò e Yasha si alzò in piedi in preda al panico, aggiustandosi l’asciugamano ed asciugandosi il petto con un tovagliolo.

-Come diavolo hai fatto ad entrare?!

Biascicò con la gola ancora irritata dalla bibita, indietreggiando di un passo come se fosse intimorito... ed in un certo senso lo era.

-Ho i miei metodi. Ma non sono io quella qui a dovere delle spiegazioni.

Disse semplicemente e Yasha incominciò ad alterarsi. Avrebbe avuto voglia di ringhiare.

-Non avevo voglia di vederti... né prima né ora. Non hai il diritto di piombare in casa mia senza essere invitata...

Detto questo uscì furioso dalla cucina e piombò in camera di Kouji. Doveva essere stato per forza lui ad aprirle la porta ed avrebbe pagato per quello; ma nella stanza non c’era nessuno.

-Kouji? Dov’è Kouji?

Esclamò guardandosi convulsamente intorno ma, non appena cercò di allontanarsi ancora in cerca dell’amico, Kikyou lo fermò.

-Non mi hai risposto.

Yasha la fulminò con lo sguardo, poi la investì con parole colme d’astio.

-Cosa vuoi che ti dica? Spiega tu invece a me come ho fatto a farmi prendere in giro da te per così tanto tempo, non ho ragione... Kikyou?

La ragazza sembrò stupirsi, poi esplose in una risata forzata coprendosi la bocca con il dorso della mano.

-E così Kagome è riuscita a contattarti... non pensavo ci sarebbe mai riuscita...


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