È il giorno del debutto. Oggi si gioca Real Madrid -Malaga. Mi sistemo i capelli prima di uscire di casa e mi guardo allo specchio. Dall'altra parte un paio di occhi azzurri mi restituisce lo sguardo. Provo il mio sorriso migliore e annuisco soddisfatta. Oggi mi sono curata particolarmente perchè vedrò Pablo, l'attaccante della squadra di mio fratello nonché suo migliore amico.
Mi piace da tantissimo tempo e per un po' ci siamo anche visti di nascosto. Ma poi è finita, tant'è che quasi non ci salutiamo neanche più.
Eppure non riesco a dimenticarlo...
Brutta storia l'amore.
Non credo nel destino, ma non penso neanche che le cose succedono per caso.
Sicuramente non avrei mai immaginato che andare a prendere delle patatine fritte al bar durante l'intervallo della partita mi avrebbe cambiato la vita. Alla peggio pensavo a un po' di ciccia in più, invece era qualcosa di mooolto più grande.
Stavo aspettando che il barista Sam, un simpatico uomo di mezz'età, mi allungasse le patatine. Lo saluto con un sorriso e mi giro per tornare alle tribune.
Due occhi azzurrissimi mi fissano a circa 2 cm di distanza.
Lancio un grido e lascio cadere le patatine e gli spiccioli che stavo mettendo nel portafoglio.
-Ehi scusa! Ti ho spaventata?- mi domanda premuroso il possessore degli occhi azzurri.
-MA SEI PAZZO?!?!- è la mia educata risposta. -Ti sembra normale tendere agguati alle persone?-
Noto subito la maglia con lo stemma blaugrana e faccio una smorfia.
-Beh io mi sono solo messo in fila- risponde il ragazzo mentre, imbarazzato, si passa una mano fra i capelli neri. In effetti forse ho alzato un po' troppo la voce perchè tutti i clienti del bar si sono girati ad ossevarci. Sbuffo seccata.
-Non so come funziona a Barcellona ma qui a Madrid c'è molta differenza fra mattersi in fila e spaventare le persone.-
Mi chino a raccogliere le patatine ormai immangiabili e lui mi imita subito.
-Che diavolo stai facendo?!- Sembra una di quelle scene dei film romantici in cui i due si scontrano casualmente e scatta il colpo di fulmine. Nel nostro caso invece gli unici fulmini sono quelli che saettano dai miei occhi.
-Ti sto solo aiutando. Non so come funziona a Madrid ma a Barcellona esiste una cosa chiamata gentilezza - replica facendomi il verso.
Con il fumo che mi esce dalle orecchie come una locomotiva mi alzo e esco dal bar a passo di marcia, lasciandolo da solo inginocchiato sul pavimento a raccogliere patatine fritte.
Mi sto godendo la partita del Real. Al 60' stiamo vincendo 3-0 con una doppietta di Pablo. Quando ecco che si ripresenta di fronte a me il ragazzo del Barça.
-E adesso cosa vuoi?- gli domando esasperata guadagnandomi una gomitata fra le costole da parte della mia amica Bea.
-Ti dovevo delle patatine fritte.- risponde il ragazzo sorridendo e porgendomi una vaschetta.
-Mi è passata la fame.-
-Io mi chiamo Andres. Tu sei la sorella di Pedro, vero? Mi ricordo quando giravi vestita da maschio.-
-Già...-
-Sai, sei molto cambiata... Sei diventata davvero carina.- dice sempre sorridendo.
Questo mi fe davvero cadere la mascella. Non ha il diritto di essere così gentile! Lo avevo anche maltrattato per bene, un normale ragazzo avrebbe girato i tacchi e se ne sarebbe tornato dai suoi amichetti montati sotto uno dei miei peggiori sguardi inceneritori.
Ma lui no.
Quindi mi constringo a fare un sorriso di circostanza.
-Grazie mille. Adesso penso proprio che dovresti tornartene con la tua squadra.- rispondo ammiccando verso i posti occupati da quelli del Barcellona.
-Non mi hai detto come ti chiami.-
Alzo gli occhi al cielo. -Si chiama Maira.- risponde Bea per me.
Andres sorride un'ultima volta poi se ne va soddisfatto.
Io mi limito a sprofondare nel mio seggiolino, non vedendo l'ora di andare a casa.
Note dell'autrice:
Ok! Anche il secondo capitolo è andato ^^
Maira incontra (scontra) Andres e fra i due non è subito rose e fiori.
Prometto che dalla prossima volta i capitoli si allungheranno! Lasciatemi delle recensioni per farmi sapere cosa ne pensate della storia.
Ciao e grazie!