La vita di una persona innamorata ruota tutta attorno
alla persona cui si ha dato il cuore. Per Harry era esattamente così, e sentire
esattamente le cose che provava provenire dalla canzone che stava sentendo alla
radio babbana, lo fece sentire come se qualcuno
avesse usato la Legilimanzia su di lui.
I guess I should have told you about the other night
I think I really tried to but it never came out
right
He came from out of nowhere it happened very fast
I wouldn’t even go there it’s just a memory from the
past ‘cause baby
You’re the one, who understands the way I’m feeling
You’re the one, the one who never stops believing
Every night who’s the one I come to, the one that I
belong to
So don’t worry ‘bout a thing ’cause you’re the
one
Rimise a posto i fogli con degli schemi di Quidditch che
stava preparando per la squadra. Era solo nella Sala Comune dei Grifondoro, con
il fuoco che crepitava ancora allegro nel caminetto, e la bufera di neve che
ancora imperversava fuori.
Sospirò, chiuse la radio, e si preparò ad andare nel suo
dormitorio, dove i bauli completamente sigillati e pronti per essere portati
via di Ron, Neville, Dean e Seamus gli ricordarono che
tutti sarebbero andati a casa per Natale.
Harry si buttò sotto le coperte calde, rimanendo ancora a
pensare. Non sapeva niente dei programmi di quel Natale di Hermione.
Il cuore gli perse un battito: se non fosse riuscito a
dichiararsi durante quelle vacanze, si disse, si sarebbe volentieri divorato un
intero barattolo dei biscotti fatti in casa di Hagrid.
Remember when we first met you stole my heart away
I will never forget the promises you made
And I think about the way I feel when you’re lying
next to me ‘cause baby
You’re the one, who understands the way I’m feeling
You’re the one, the one who never stops believing
Every night who’s the one I come to, the one that I
belong to
So don’t worry ‘bout a thing ’cause you’re the
one
La mattina seguente, Harry si svegliò al saluto di Ron e
degli altri ragazzi, cui rispose con un grugnito assonnato, e poco dopo, quando
tutti erano usciti, scese in Sala Grande, dove c’erano solo due Tassorosso del
terzo anno e una Corvonero, e, seduta dietro una pila di libri.. Hermione.
Il cuore di Harry ebbe un salto mortale.
“Harry”, il sorriso della sua migliore amica lo fece
sorridere a sua volta.
“Ciao”, lui si sedette di fianco a lei. “Come mai sei
rimasta? Niente vacanza in montagna?”
Hermione arrossì leggermente. “Già, ma ho voluto io
lasciare i miei genitori soli, volevo..” si morse il labbro, diventando ancora
più rossa. Anche Harry arrossì, diventando di un delicato rosso porpora, e
iniziò a strafogarsi di toast. Dio, sembro Ron!, si disse, sentendo lo
sguardo perplesso di Hermione addosso. Come posso fare, per Merlino!,
continuò. “Hermione, io adesso vado a.. *ricerca
parole adatte* al campo da Quidditch a fare un po’ di
giri con la scopa”.
La ragazza annuì. “Io vado in biblioteca, ho una ricerca
di Rune da finire”.
Harry si avviò al campo, con il suo zaino col Mantello
dell’Invisibilità, ma non si mise a volare, come aveva detto a Hermione. Tirò
fuori dalla tasca il regalo che aveva comprato per Hermione, una collana d’oro
bianco con un anello su cui, con un incantesimo, aveva fatto scrivere i loro
nomi. Lo fissò, mordendosi il labbro.
Se, per colpa della sua maledetta timidezza, non fosse
riuscito a darglielo, non ci sarebbe riuscito per il resto della vita, e lui
era anche il Prescelto.
Seduto sulle tribune innevate, con il respiro che
condensava in nuvolette bianche, le mani gelide, si mise a scrivere una
lettera, cercando di provare a tirare fuori i suoi sentimenti.
“Harry?”
Da quanto tempo mi guarda?, si disse, dato che aveva riconosciuto la sua voce.
Buttò tutto il suo lavoro, in fretta e furia, nelle
tasche del suo giubbotto, alzandosi in piedi.
“Cosa fai?”, Hermione, gli occhi nocciola che scrutavano
Harry con aria indagatrice, aveva le guance rosse per il freddo – oppure per
altro – e si mordeva il labbro.
Harry cercò una scusa. “N – niente”, disse, “sto solo
scrivendo una lettera per..” te, avrebbe voluto dire, ma la voce gli
scemò.
Hermione annuì. Pensava che era per Ginny o
qualcun’altra?
Harry sospirò. Era da poco tempo che si era accorto di
essere innamorato della sua migliore amica, e da allora non riusciva a
combinarne una giusta: ogni volta che aveva Hermione vicina, cercava di
guardare un’altra, era addirittura geloso di Ron. Quella storia doveva finire.
“Scusa”, disse dopo qualche minuto di silenzio. “Andiamo
a fare una passeggiata?”.
La ragazza sorrise, tirando su col naso, diventato rosso.
Come se fosse naturale, si tennero a braccetto, e Harry
pregò che i battiti del suo cuore non li sentisse anche Hermione.
Nei successivi due giorni, Harry cercò di stare il più
lontano possibile da Hermione, completando la lettera. Andò anche di soppiatto
a Hogsmeade, comprando anche un libro che avrebbe fatto da confezione al suo
vero regalo, e ogni minuto che passava il suo terrore aumentava: il vero
amore è così per tutti? si domandò, mentre, alla cena della Vigilia, seduti
tutti al tavolo degli insegnanti, guardava di sbieco Hermione seduta poco
distante, che sembrava ferita.
Hermione non capiva perché Harry si comportasse così con
lei. Non aveva mai avuto segreti con lei, e da poco tempo aveva iniziato a
comportarsi in maniera a dir poco bizzarra. Era innamorato, ma di chi? Hermione
era giunta a quella conclusione pochi giorni prima, e allora aveva annullato
tutte le sue vacanze, decisa a restare a Hogwarts. Doveva assolutamente capire
chi era la ragazza, ma anche lei doveva togliersi un peso dallo stomaco. Era
innamorata di Harry da sempre, ma lo aveva realizzato quando il suo migliore
amico aveva rischiato di essere ucciso dal migliore amico di suo padre, e da
allora gli imbarazzi per lei erano aumentati a vista d’occhio.
Era la notte di Natale, e aveva già pronto con sé il
regalo per Harry – un set di guanti, sciarpa e cuffia in lana verde smeraldo –
e anche lui, seduto di fianco a lei, bianco come un cencio, che parlava di cose
banali, aveva un pacco che aveva l’aria di essere l’ennesimo libro.
Mezzanotte arrivò con i rintocchi della pendola della
Sala Comune, e Harry sorrise, nervoso, augurando a Hermione buon Natale, e le
passò il regalo.
Quando aprì il suo, Harry fissò Hermione con tanto di
occhi: “Li hai fatti per me?”
“Certo, sciocchino”, disse lei con un tono dolce,
arrossendo quando capì cosa aveva detto, e si mise a scartare la carta del
pacco di Harry.
Il libro che le aveva comprato era una vecchia edizione
di Jane Eyre, e la ragazza si ritrovò con le lacrime agli occhi: era uno
dei libri che più amava. “Come hai..?”
Harry, che si poteva tranquillamente mimetizzare con la
tappezzeria da quanto era diventato rosso, mormorò qualcosa che sembrava “ho
tirato a indovinare”.
E fu allora che Hermione aprì il libro, trovandovi, nelle
pagine dove Rochester chiede a Jane di sposarlo, una busta pesante. Con mano
tremante, la aprì, guardando di sfuggita gli occhi verdi di Harry.
Cara Hermione,
ti scrivo per dirti una cosa che, mi risulta impossibile
dirti a parole, e il Natale mi sembra un’ottima occasione per rivelarti quello
che provo. È da poco tempo che ho capito cosa provo, ma credo che questi
sentimenti fossero sopiti nel mio cuore nell’attesa del momento giusto per
rivelarsi, e ora lo hanno fatto, causando diverse incomprensioni.
Devo dirti che credo di amarti, Hermione. Non come amica,
non come sorella. Ti amo come Rochester ama Jane, come Romeo ama Giulietta,
come Darcy ama Elizabeth. E come Harry ama Hermione.
Dentro la busta, c’è l’altro regalo, che spero
accetterai. È una collana, con i nostri nomi sopra in un anello, simbolo
dell’infinito. Perché, anche se non mi ami, io ti amerò per sempre, sarò solo,
e urlerò il tuo nome come fa Rochester, finché non tornerai da me.
Se non mi ami, ti capisco, ma sappi che tu sei l’unica
capace di vedere dentro di me, e capire ciò che provo, e questo per me vuol
dire che siamo proprio destinati ad amarci, sperando in una vita felice.
Tu sei l’unica che capisce ciò che provo, e che non ha
mai smesso di credere in me, neanche nei momenti più disperati.
Ti amo, Hermione,
sempre tuo
Harry
Le lacrime le rigavano le guance e le rendevano difficile
leggere. Quando arrivò alla fine della lettera, alzò lo sguardo, sgomenta.
Harry la guardava, trepidante. Gli sorrise. “Tutto questo solo per dirmi che mi
ami?”, disse, la voce impastata.
Harry annuì. “Dovevo dirtelo, dopo che ho ascoltato
quella canzone”, ora era come se si fosse levato un macigno da dieci tonnellate
dalla bocca dello stomaco. Si avvicinò a Hermione, mentre dalla radio babbana uscì della musica di pianoforte che per Harry era
inconfondibile. “È questa, vero?”, domandò Hermione, con un sorriso.
Harry annuì, baciando Hermione, poi finalmente le mise la
collana.
You’re
the one, who understands the way I’m feeling
Che ne pensate? Avevo bisogno di un po’ di romanticherie assurde.
Non denunciatemi per troppo zucchero. La canzone è di Sascha
Dupont e si chiama You’re The One,
spero che commenterete in tanti, e buon inizio scuola a tutti!