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Autore: Somebodytolove    15/09/2012    1 recensioni
You're like a strainer. You strain my life-
Sei come un filtro. Filtri la mia vita-
Genere: Erotico, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Becks aprì con difficoltà gli occhi, impreparati dall'invadente luce del sole che filtrava tra le tapparelle non del tutto abbassate. Rimase un po' di tempo immobile nel letto, poi si rigirò un paio di volte e infine provò ad alzarsi. La testa le scoppiava e aveva un buco nello stomaco, ma quel che la premeva di più in quel momento era la sua gola secca: aveva bisogno di acqua, subito. Si catapultò Verso la cucina scolandosi quasi mezza bottiglia d'acqua, era sicura di non aver mai avuto tanta sete in vita sua. Ora che era più lucida di mente, andò in bagno accendendosi una sigaretta. Quel che vide non le piacque particolarmente: era mezza svestita, senza fascia e con la maglietta strappata, i capelli arruffati e il trucco nero colato fin sotto le guance. Sospirando si sedette sulla vasca da bagno mettendosi le mani nei capelli, poi di scatto afferrò una salviettina e incominciò a struccarsi rapidamente. Una volta finito si riguardò allo specchio; aveva gli occhi arrossati dagli struccanti incorniciati da due occhiaia profonde. Decise che quel giorno avrebbe provato a non truccarsi. Con un altro sospiro si legò i capelli in una disordinata cipolla e si accese una sigaretta, sedendosi sul divano. Incominciò a pensare alla serata precedente, non era stata male: prima era andata da Mischa, poi si era fatta qualche canna, in seguito aveva lasciato le amiche per andare al 77, un baretto molto frequentato di Portsmouth, con.. Oh beh, che importava, uno valeva l'altro. Improvvisamente però ebbe un blocco: per quanto si sforzasse infatti, non riusciva proprio a ricordarsi come si era svolta il resto della serata, le venivano in mente immagini a flash di lei che ballava con quel tale, o degli innumerevoli cicchetti che buttava giù come succo di frutta, ma soprattutto non riusciva a spiegarsi com'era finita in casa sua. E perché non avesse più metà dei suoi vestiti, ma quello era più plausibile, probabilmente si era scopata il mulatto dell'altra sera.. Uno dei tanti. Ma il suo flusso di pensieri fu interrotto da un'unico ben più importante:
-MERDA MERDA MERDA!LA SCUOLA!!"
Agitata buttò la cicca per  terra per dirigersi in camera sua, accendendo il cellulare; aveva cinque chiamate perse di Mischa e tre di Charlie, una di un numero sconosciuto. Diede una rapida occhiata all'orario constatando che a mezzogiorno era ormai inutile tentare di entrare a scuola simulando un'innocente ritardo, quindi decise di prendersela comoda andando in cucina per una tazza di cereali. Si avviò in salotto pregustando i cereali che avrebbe mangiato visto lo stomaco che reclamava disperatamente cibo, ma si fermò a qualche passo dal tavolo per poi tornare indietro e poggiarvici la tazza sopra. La sua attenzione era rivolta su un oggetto inusuale collocato nel centro tavola: una busta marroncina con sopra il logo dello Starbucks, e accanto le sue chiavi di casa. Becks la osservò sospettosa, per poi prenderla, annusarla ed aprirla; dentro vi trovò un cappuccino e un muffin al cioccolato ancora caldi. Impietrita passò lo sguardo un paio di volte dai cereali che ormai si stavano ammosciando e la busta che teneva ancora in mano, inebriata dal profumo che emanavano il cappuccino e il muffin. Risoluta andò a buttare la tazza nel lavandino per poi concentrarsi più felice che mai sull'inaspettata sorpresa che non poteva farla più contenta. Dopo essersi strafogata per bene con la tv accesa si fumò un'altra sigaretta, poi decise di chiamare Mischa e Charlie che erano ormai uscite da scuola.. Magari loro sapevano qualcosa della sua nottata.
-Becks, ci hai fatta preoccupare! Dove sei?-
-A casa.- 
Sputò con la voce impastata. Aveva l'umore più basso di quanto si aspettava, e la testa aveva ricominciato a pulsare più forte di prima. Era fissa con la mente a quel che non riusciva a ricordare, e se una cosa per lei era straziante, quella lo era sicuramente.
-Come stai? Perché non vieni fuori al college, penso usciremo tutti a pranzo fuori.-
Magari un po' d'aria non le avrebbe fatto male.
-Va be... Aspetta, tutti? Tutti chi?-
-Io, Charlie e i ragazzi! Ti ricordi, quelli di ieri sera?-
Le chiese con tono ovvio. Becks emise qualche verso di lamento ma in fondo in fondo non le dispiaceva tanto uscire anche con quei cinque ragazzi, quindi si mise d'accordo con l'amica che li avrebbe raggiunti una mezz'oretta dopo al locale dove avrebbero mangiato.
 
-Alla buon'ora Becks!- 
-Vieni siediti, c'è un posto libero lì.-
Ironia della sorte, Liam le indicò l'unica sedia non occupata, situata accanto a quella di Zayn. Fece un cenno di saluto al tavolo col capo per poi accasciarsi in fin di vita sulla sedia. Non aveva camminato neanche dieci minuti ma sembrava avesse corso chilometri, non aveva molto fiato e le poche forze che aveva quella mattina l'avevano definitvamente abbandonata. Tra le animate chiacchiere dei sette anche lei mise qualche parola ogni tanto, ma necessitando di nicotina e di stare qualche minuto sola uscì per fumarsi una sigaretta in piena tranquillità, sedendosi sul muretto di fronte all'entrata. Neanche il tempo di accenderla, che già vide uscire Zayn. Sbuffò sommessamente constatando con fastidio che era diretto proprio verso di lei.
-Non entri? Stanno prendendo le ordinazioni.-
Becks non rispose, si limitò ad alzare la sigaretta accesa in segno che era occupata e non aveva intenzione di entrare.
-Posso dire io per te cosa prendi?-
Oh, stava diventando irritante.
-Ho mangiato da poco abbondantemente.-
Gli rispose secca con lo sguardo basso. Non aveva il coraggio di guardarlo, meglio non provare neanche a scoprire cos'erano quelle strane sensazioni appena lui le si avvicinava, le parlava o semplicemente la guardava.
-Ok.- disse di rimando, freddo -Spero ti sia piaciuta la colazione di Starbucks, era ancora calda vero?-
Sbigottita alzò gli occhi verso di lui, giusto in tempo per vederlo fare l'occhiolino e fare dietrofront, sparendo dietro la porta del locale. Quindi era stato lui.. Avrebbe dovuto aspettarselo. E non avrebbe mai dovuto mangiare quel muffin, era una cosa troppo intima per potergli permettere di farlo. Ok, avranno anche fatto sesso, ma nessuno dei due aveva la fede al dito. Una volta finita la sigaretta tornò dentro, e il resto del tempo passò fra uno scherzo e una risata tranne che per Becks, che anche se cercava di prestare attenzione ai discorsi che si svolgevano intorno al tavolo, non faceva che sentirsi intrappolata dal pensiero che Zayn fosse a pochi centimetri da lei, se avesse voluto avrebbe potuto toccarlo, parlargli, guardarlo, ma non fece nulla di tutto ciò. Inutile dire, però, che si accorse benissimo di quanto entrambi cercassero continuamente un impercettibile contatto fisico, semplicemente per sapere che l'una era davvero lì, accanto all'altro.
 
-Zayn, ti devo parlare.-
Appena usciti dal ristorante Becks prese coraggio e tirò la manica della giacca del ragazzo per farlo rallentare, facendo anche lei qualche passo in più in avanti per raggiungerlo. Liam e Niall, che stavano parlando con lui, gli diedero un'occhiata storta ma lui fece segno con la mano di raggiungere gli altri che erano più avanti. Camminarono per un po' in silenzio, nessuno dei due si decideva a dire qualcosa, e Becks più che impegnarsi di accocchiare delle parole che insieme avrebbero avuto un senso compiuto non faceva altro che pensare a che figura della stupida stava facendo. Poi Zayn si fermò nel bel mezzo della strada. Quando Becks se ne accorse si fermò anche lei, voltandosi a guardarlo qualche metro più avanti con sguardo interrogativo. Lui la guardò con quegli occhi così limpidi e infantili, che lei avrebbe voluto mandare a fanculo il mondo e correre tra le sue braccia, ma rimase dov'era.
-non abbiamo fatto sesso.-
Enunciò lui strozzando una risata. Becks sussultò, ma all'esterno si mostrò impassibile. Si avvicinò a lui fino a rimanergli ad un palmo di distanza dal viso, sussurrando:
-Ah no?-
-No.-
Disse lui prontamente di rimando, allontanandosi un po'. 
-Se vuoi ti racconto la serata...-
Riprese a camminare e lei gli andò dietro, senza rispondere. Ormai avevano perso il gruppo che stava molto più avanti.
-Niente di che. Siamo andati al 77, abbiamo ballato, ci hai provato ma io ti ho rifiutata, poi verso le tre e mezza stavi talmente male che ti ho accompagnata a casa. Lì ti sei praticamente spogliata davanti a me, ma io ti ho messa a letto e me ne sono andato prendendomi le tue chiavi, portandoti poi la colazione prima di andare al college. Contenta?-
Questa fu la volta di Becks di fermarsi. Aveva sentito bene? Gli aveva fatto quelle avances, e aveva pure rifiutato? Ma era stupido per caso? Indignata lo guardò di sbieco, cercando di mettere da parte almeno per qualche secondo l'idolatria che stava nutrendo nei suoi confronti in quel momento.
-Cioè... Mi hai rifiutata? E mi hai portato la colazione? Ma sei sano di mente o le canne ti hanno bruciato i neuroni?-
Lui cercò di velare un sorriso al sentire quelle parole, per poi riprendere a camminare velocemente, di nuovo affiancato da lei che non riusciva a tenergli il passo.
-Sto benissimo, sei tu che dovresti darti una calmata. Avresti dovuto vederti, ieri sera...- disse guardando dritto davanti a sè -E poi non mi approfitto delle ragazze ubriache.-
-Quel che faccio da ubriaca lo faccio anche da sobria.- Becks stava inziando ad arrabbiarsi -E per tua informazione, non ti ringrazierò e non mi butterò ai tuoi piedi per quel che hai fatto. Non è un gesto di galanteria sai, e non mi interessano neanche fiori e cioccolatini.-
Zayn si voltò di scatto verso Rebecca, che non aspettandosi una mossa del genere si fermò di colpo. Sentì vibrare il telefono, probabilmente era Mischa, ma Zayn si stava avvicinando sempre più al suo viso e lei non avrebbe interrotto per nulla al mondo quel momento. Sentiva il suo respiro caldo sulla bocca e sul mento che le procurava una morsa allo stomaco indicibile, aveva i nervi a fior di pelle e il sangue le ribolliva nelle vene.
-Mi fai impazzire.-
Le soffiò sulle labbra, prima di riallontanarsi e prenderla per mano, intrecciando le dita tra le sue.
  
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