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Autore: REAwhereverIgo    15/09/2012    4 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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I problemi ti attaccano alle spalle

 

Quando aprì gli occhi non ricordava dove fosse, né come c’era arrivata.

Si mise a sedere sul letto e il lenzuolo le cadde lievemente da una parte, lasciandola scoperta e facendola rabbrividire. “Ma sono nuda?” si chiese.

Sbadigliò e si stirò, poi si guardò intorno alla ricerca di qualche segno per ricordarsi cosa fosse successo. Quando vide Fabio appoggiato al cuscino che dormiva beatamente, tutte le immagini della sera precedente si riversarono nella sua testa e lei arrossì, portandosi le mani al viso. “Oddio!” esclamò dentro di sé. In quell’istante il ragazzo fece un verso strano e poi aprì assonnato un occhio.

Che ore sono, mamma?” domandò. La mise a fuoco un istante dopo.

Rea? Ah, giusto” disse, stropicciandosi gli occhi. La ragazza sentì il cuore accelerare.

Buongiorno” la salutò sorridente, baciandola. Quel contatto le fece dimenticare tutti i problemi che stavano nascendo nella sua mente e la fece rilassare.

Anche a te” ricambiò. Lui si stirò, poi sbadigliò e infine si sedette sul letto.

Ho fame” annunciò. Si tolse di dosso il lenzuolo, rimanendo nudo e facendo girare Rea, che non voleva vederlo per semplice pudore.

Ehi, non devi mica vergognarti!” la prese in giro Fabio, ridendo. Si infilò i boxer e il pigiama e poi la fissò divertito.

Hai intenzione di osservare le tende per molto tempo ancora?” domandò.

Sei vestito?!

Certo che si” la tranquillizzò. Rea sospirò sollevata e poi si voltò.

Allora mi faresti un favore?” lo implorò.

Del tipo?” chiese lui.

Mi passi i vestiti?” disse, indicando a terra l’abito che aveva la sera prima. Il ragazzo scoppiò a ridere, poi le lanciò tutto sul letto.

E adesso girati” continuò lei, facendogli segno di voltarsi col dito.

Sei seria?!” si stupì lui, sgranando gli occhi.

Certo che lo sono!” rispose, continuando a muovere l’indice. Controvoglia, fece come lei aveva detto, e la senti scendere e infilarsi i vestiti.

Tutto questo è ridicolo” commentò.

No che non lo è. È normalissimo” ribatté Rea, mettendosi le calze.

E invece no. Ti ho vista nuda, perché tutto questo pudore?” sbottò.

Perché mi vergogno, tutto qui” rispose semplicemente la ragazza.

Ieri sera non ti vergognavi” le ricordò. Lei lo colpì con un cuscino.

Maleducato!” lo aggredì. Fabio rise e la abbracciò.

Sei adorabile quando ti arrabbi, te l’ho detto?” le sussurrò. Anche lei rise e si appoggiò al suo petto.

No, ma se me lo ripeti cento volte forse ci crederò” disse. Rimasero fermi qualche secondo, poi il ragazzo sospirò.

Io ho fame, andiamo a fare colazione?” la implorò, sciogliendo l’abbraccio.

Colazione? Ma è mezzogiorno e mezzo!” rise l’altra, aprendo la porta della camera.

Va beh, colazione pranzata

O pranzo colazionato” suggerirono.

Quando entrarono in cucina trovarono i genitori di Fabio seduti a tavola con un’enorme tazza di latte e caffè davanti. Rea s’immobilizzò e arrossì violentemente.

“Oh, buongiorno” li salutò la donna, stupita. Il ragazzo imprecò mentalmente e si stampò in faccia un sorriso da poker.

Buongiorno a voi. Come è andata la festa ieri sera?” ricambiò, trascinandola su una sedia e facendocela accomodare.

“Bene. Come solito” rispose piatto l’uomo. “Mio caro Daniels, hai fatto una cazzata” pensò lui.

Prese da mangiare sia per sé che per la ragazza, poi si mise vicino e lei e iniziò a mangiare. Era sceso uno strano clima glaciale nella stanza.

“Allora, Rea, come procede?” chiese la madre, cercando di essere più gentile possibile. La nominata alzò lo sguardo e tentò con tutte le sue forze di non sembrare più impacciata di come già non era.

Bene, grazie” rispose sorridendo. Scese altro silenzio, rotto solo dal tintinnare dei cucchiai nelle tazze.

Lei deglutì e sperò con tutta sé stessa che i due signori non si arrabbiassero troppo.

Cazzo, non aveva pensato all’eventualità che fossero in casa. Eppure avrebbe potuto: in fin dei conti era loro, quell’appartamento.

Rimasero tutti zitti fino a che non ebbero finito di mangiare, poi Fabio si schiarì la gola.

Noi andiamo” annunciò alzandosi e tirandosi dietro Rea. Lei lo seguì docile.

Ci vediamo dopo” li salutò il ragazzo.

Arrivederci, signori Daniels” disse la ragazza, agitando lievemente la mano.

I due rimasero zitti a fissarli, mettendole addosso una terribile sensazione.

 

 

Ho i brividi” commentò la rossa quando furono per strada, stringendosi nel giaccone.

Per il freddo?” s’informò l’altro, guardandola. Lei scosse la testa.

Per la figuraccia fatta con i tuoi” spiegò. Arrossì solo a pensarci.

Non è niente, tranquilla. Non sono abituati a ospiti improvvisi, tutto qui” le assicurò.

Comunque non è stato il modo migliore per presentarmi stamani” commentò.

Ma va’, cosa vuoi che sia? In un modo o nell’altro se ne sarebbero comunque accorti, giusto? Per cui non c’è niente di cui preoccuparsi

Sicuro?

Al cento per cento” confermò. Rea sorrise, poi lo guardò.

Da qui in poi posso proseguire da sola. Devo passare da dietro per rientrare, non voglio farti nascondere” disse. Ormai era quasi arrivata, in fin dei conti.

Mi piacerebbe accompagnarti fino a casa, invece. Cioè, sempre se non ti dispiace” ribatté Fabio, arrossendo leggermente.

No che non mi dispiace” lo rassicurò.

Camminavano vicini, ma le loro mani non si sfioravano. Nella testa della ragazza c’erano mille mila domande: sono la sua ragazza a questo punto? Ne vale la pena? E se fosse stata una cosa da una notte e via? Sarà il tipo che si vanta con gli amici di aver fatto sesso con le ragazze?

A che pensi?” le domandò lui a un certo punto, fermando quel flusso infinito di problemi che stavano piano, piano prendendo possesso della sua mente.

A niente in particolare” mentì lei, arrotolando una ciocca di capelli con le dita.

Bugiarda” sorrise il moro, guardandola divertito.

Chi? Io?” esclamò la rossa, continuando a giocare con i capelli. Il ragazzo si fermò e la fece voltare verso di sé.

Quando sei nervosa giochi con i tuoi capelli e distogli lo sguardo, e quando dici una bugia diventi rossa” spiegò. Rea deglutì a fatica: rischiava di perdersi in quegli occhi profondi.

M-ma ero sincera. Non pensavo a nulla” cercò di ribattere. Le prese il viso tra le mani e la baciò lentamente. “Ora mi sciolgo” si disse lei, sentendo le gambe cedere.

Ok, farò finta di credercidecise Fabio, staccandosi. Rea rimase con gli occhi chiusi e il fiato corto un paio di secondi, poi abbassò lo sguardo.

Direi che questo è un saluto” dedusse. Ormai vedeva casa sua in fondo alla strada.

Penso che sia meglio, sì. Non vorrei far arrabbiare i signori Stevens” rise il ragazzo, accarezzandole una guancia.

Ok” annuì lei. Rimasero fermi così, finché la rossa non si decise a parlare.

Mi chiami?” domandò speranzosa.

Non avrai nemmeno il tempo di accorgerti che sono andato via” le assicurò, sorridendo.

La baciò un’ultima volta sulla fronte e poi la fissò scomparire nel giardino della sua abitazione.

 

 

Quando varcò la porta di casa, con sul viso stampato uno di quei sorrisi ebeti che ti danno un’aria più che mai stupida, Fabio non se l’aspettava. Né pensava che sarebbe successo.

Sono tornato” annunciò, mettendo il giacchetto all’attaccapanni.

“Puoi venire qui un momento?” lo chiamò la madre dalla cucina. Lui ubbidì tranquillo ed entrò nella stanza. Lo schiaffo che lo prese in pieno viso lo fece barcollare.

Ma che…?” si portò una mano alla guancia e guardò il padre, stralunato.

“Sei. Un. Irresponsabile” sillabò l’uomo, furibondo.

Scusami?” chiese lui, sperando di aver capito male.

“Da quando in qua porti la prima ragazza venuta a casa e la fai dormire qui?” lo aggredì. La moglie gli mise una mano sulla spalla.

“Tesoro, calmati un secondo” gli suggerì, ma lui non l’ascoltò.

La prima ragazza venuta? Intanto quella è la MIA ragazza, e poi sai benissimo che non l’ho mai fatto, per cui non vedo perché farne un dramma. Ieri sera abbiamo festeggiato e si è addormentata qui. Qual è il tuo problema?” domandò, iniziando anche lui ad arrabbiarsi.

“Tu hai fatto venire qui Rea, approfittando del fatto che noi non c’eravamo perché eravamo andati a festeggiare l’ultimo dell’anno, e ci sei andato a letto!” lo accusò.

Ok, era ufficiale: Fabio ora non capiva sul serio come mai tanta irritazione.

E anche se fosse? Cavolo, papà, ho diciotto anni, lei sta con me. Se l’ho fatta dormire qui non dovresti prendertela tanto” sbuffò.

“Ragazzino, questa è casa mia, e qui ci entra solo chi dico io. Lei mi sta simpatica, non fraintendermi, ma il tuo comportamento mi ha fatto imbestialire. Non posso fidarmi di mio figlio”

Ma allora ti sei bevuto completamente il cervello! Non era una cosa programmata, è capitato per sbaglio! Cosa avrei dovuto fare, stamani alle quattro? Rimandarla a casa da sola con tutta la gentaglia che c’è in giro? Ma ti ascolti quando parli?

“Non mi interessa! Dovevi prima chiedermelo!” continuava a ripetere l’uomo.

Sei un testone” lo accusò Fabio, incrociando le braccia.

“E tu sei in punizione, caro mio. Per un mese”

Che cosa?! Papà, questo non è giusto! L’ultima volta che mi hai messo in punizione avevo cinque anni e avevo rotto il vaso di mamma! Non mi sembra altrettanto grave aver fatto rimanere qui Rea per la notte” si ribellò lui, infiammandosi.

“Impara una cosa: questa è casa mia e qui non sei tu a comandare, ma io. Quindi non  controbattere, o peggiori la situazione” rispose freddo il padre, alzandosi e andando in camera.

Ma certo: voi decidete cosa volete, invitate chi vi pare e va tutto bene. Io faccio dormire qui la mia ragazza e vengo punito. Logico, no?chiese retorico. La donna, che era rimasta zitta tutto il tempo, strinse le labbra.

“Ha ragione lui, mi dispiace dirlo. Sei stato un irresponsabile” disse.

E perché?” si arrabbiò il ragazzo.

“Fabio, ti farò una domanda ben precisa, ma tu rispondi sinceramente senza vergognarti, ok?” ordinò. Lui annuì.

“Avete usato precauzioni? Perché io non ne ho trovate di usate in giro” gli chiese gravemente.

Il moro strinse gli occhi e il suo cuore perse un battito.

Merda

 

  
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