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Autore: vale563    15/09/2012    2 recensioni
...La mattina seguente mi svegliai ed ero completamente senza fiato. Feci un sogno strano, ma bellissimo. Sognai un volto, un ragazzo bellissimo, con un sorriso che mi scaldava il cuore, riuscivo a distinguere perfettamente le linee del suo volto e i suoi occhi di un azzurro intenso che mi fissavano come se avessero visto un angelo. Ma l’angelo era lui, ne ero sicura. Ma era solo un sogno …
Se diventasse realtà?
In questa ff Bella è una diciassettenne, matura, responsabile e ... ancora vergine! Ma qualcosa in lei cambierà quando andrà a passare le vacanze estive con suo padre dopo 11 anni a New York e conoscerà Edward, ragazzo molto misterioso e soprattutto bellissimo, è più grande di lei e nasconde un misterioso segreto. Ma tutto ciò non la fermerà. Fino a che non dovrà fare una scelta...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Il mattino seguente sentivo tutto così lontano da me che dovetti uscire per prendere una boccata d’aria.
Andai al parco e mi sedetti sulla panchina dove conobbi Alice, con le cuffie nelle orecchie ascoltando: We might as well be strangers dei Keane.
Iniziai a piangere, di nuovo. Tutta la notte non era bastata.
Se quel giorno non avessi conosciuto Alice, ora, non starei cosi. Non le sto dando la colpa. Non è colpa sua se suo fratello nasconde un segreto e non è nemmeno colpa sua se io me ne sono innamorata.
Perché l’amore deve fare così male? E perché proprio a me?
Le altre ragazze della mia età mi passano d’avanti con i loro ragazzi e sembrano felici. Allora perché io piango? E poi sarà sempre così? O in Florida sarà ancora peggio?
Credevo proprio che tornarmene a casa fosse quello che mi ci voleva, anche se prima di quel giorno ne avevo avuto solo paura. Se prima non volevo dimenticarlo, in quel momento era la cosa che desideravo di più al mondo. E solo tornandomene a casa ci sarei riuscita. Così presi una decisione.
Tornai a casa e chiamai mio padre. Gli chiesi se potevamo incontrarci un attimo.
Accettò, e decidemmo di incontrarci nel locale dov’eravamo stati la sera precedente.
Arrivai per prima e mi sedetti nel posto più vicino alla vetrina del locale e mi misi ad aspettare.
Intanto sentii il mio cellulare vibrare nella tasca sinistra dei miei jeans e sapevo anche chi era: Edward.
Era la millesima chiamata. Ma non volevo parlargli perché sapevo che mi sarei lasciata andare e che sarei stata troppo fragile e non avrei trovato più il coraggio di andarmene, di tornare a casa. Era meglio così. Avrei salutato Alice, ma niente contatti con Edward. Dovevo togliermelo dalla testa.
Arrivò Charlie e ordinammo solo un caffè.
“Allora, di cosa volevi parlarmi?” Disse, sorridendo.
“Ecco … Non so da dove iniziare. Però devo. Ricordi cos’è successo ieri sera?”
“Si, hai litigato con Edward e sei stata giù tutta la serata.” Disse, il suo sorriso era scomparso.
“Appunto. Vedi papà … “ Mi interruppe.
“Ti sei innamorata di lui.” Disse abbassando gli occhi. Lo feci anche io, sentii che le lacrime stavano tornando.
“State insieme, è questo che vuoi dirmi giusto?” Disse. Magari. Pensai.
“No, Charlie.” In quell’istante si accorse che stavo piangendo e mi prese la mano.
“Hei, Bells. Che succede? Ti ha fatto qualcosa?”
“No, no. Charlie … “ Ritrassi la mia mano, altrimenti non sarei riuscita a continuare. “Charlie, voglio tornare a casa. Ma non per colpa tua. Perché io vorrei starti sempre vicino, ogni giorno. Sto benissimo con te e Madison. Ma ora ho solo bisogno di tornare da mia  madre, in Florida. Capisci, vero?” Dissi tutto d’un fiato.
Lui mi guardò per un minuto interminabile. Stava combattendo contro i suoi pensieri. Poi si alzò e lo feci anche io e mi strinse tra le sue braccia. “Oh, Papà.” E feci uscire a dirotto le mie lacrime bagnando tutta la sua camicia.
 
Tornati a casa, informai anche Renè del mio ritorno prematuro. Almeno lei fu la persona che riuscì a rendere felice. Anche se non gli avevo spiegato i motivi per cui tornavo. Meglio, meritava un po’ di felicità dopo le orribili cose che le avevo fatto.
Iniziai a cercare un volo per la Florida su internet. Per fortuna ce n’era uno in giornata.
Non volevo rischiare di restare lì una giornata e cambiare idea il giorno dopo. Dovevo andarmene subito.
Comprai il biglietto via Internet e poi iniziai a fare le valigie con Madison che bagnava tutti i miei vestiti con le sue lacrime.
“Insomma, devi proprio andare eh?” Disse.
“Già … “
“Ma dai, Bella. E’ solo un ragazzo … “ Disse.
“Madison, è appunto questo il problema capisci? Per me non è solo un ragazzo. In questi due mesi io mi sono affezionata troppo a lui. Mi sono innamorata, e non poco. Ma ieri sera mi sono accorta, anzi, mi ha fatto rendere conto che per lui questi due mesi non sono stati così importanti come per me. Per lui rimarrò una semplice amica e niente più. Una ragazzina che non vuole che si intrometta nella sua vita privata. E io non posso farcela a stare qui un altro mese e vederlo.”
“E Alice?” Disse.
“Le ho mandato un messaggio. Tra poco dobbiamo vederci al parco. Tanto il volo parte alle sette di questa sera.”
“Le mancherai molto. In realtà ci mancherai molto a tutti, Bella.”
“Anche tu mi mancherai, Madison. Dico davvero. Sei una donna estremamente paziente, con me, con mio padre, con tutti.” Dissi sorridendo.
“E poi sei dolce, raffinata, intelligente, sei la donna giusta per mio padre insomma. Ed io, anche se ci ho messo troppo a capirlo e ti chiedo scusa, sono estremamente contenta che tu sia la compagna di mio padre. E si, ti voglio bene.” Continuai e ci abbracciammo tra un mare di lacrime.
“Sappi che ci sarò sempre, Bella. Chiamami qualunque problema tu abbia. Anche se per questo hai già una madre e un padre. Ma sappi che qui hai un’amica di cui ti potrai sempre fidare. Qualunque cosa accada.”
Finito di preparare le valige insieme a Madison mi preparai ad affrontare Alice e una nuova ondata di lacrime.
Arrivai al parco e lei era già seduta lì. Ci rimasi un po’ male a vederla da sola, una pulce malefica, nella mia testa, mi aveva fatto sperare che ci fosse anche Edward. Ma era meglio così.
“Hei, solitaria.” La chiamai.
“Bella! Eccoti!” Disse alzandosi e venendomi incontro.
Ci abbracciammo.
“Allora? Come mai tutta questa urgenza?”
“Alice, sediamoci.” Dissi.
“O, o. Quel tono non mi piace. Lo so, è perché ieri hai visto Edward e ti ha fatto arrabbiare di nuovo! Scusalo qualsiasi cosa abbia detto ok? Davvero, Bella. Ormai lo sai com’è fatto.” Fece una risatina isterica.
“Si lo so, Alice. Ma non è per quello che ha detto che me ne vado.”
Il suo sorriso scomparve, “che significa me ne vado?”
“Torno in Florida, Alice.” Dissi.
Aspettai che la notizia gli fosse ben chiara poi continuai: “ Non è per causa tua che me ne vado. Ma perché … Ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare. Mi sono innamorata di tuo fratello. E per me, lo sai, è una cosa nuova. Non mi sono mai interessati i ragazzi. Sei stata la prima persona a saperlo. Sai, non mi confido mai con nessuno. E per me è difficile lasciarti qui. Ma devo, Alice. Devo perché non sono coraggiosa quanto te e mi dispiace … “ Mi interruppe e si alzò bruscamente.
“No, no, no, no! Non dirmi quanto ti dispiace! Non farlo! Cosa ti costa restare un altro mese, Bella!?”
“Tanto, Alice. Tanto. Se io non me ne vado ora, non me ne andrò più! E in Florida ho una madre che si sente sola. Io devo tornare alla mia vita quotidiana, non vivrò sempre qui lo stesso, Alice.”
Fece per andarsene ma poi si fermò si volte in lacrime verso di me, mi alzai, mi corse incontro e ci abbracciammo.
“Mi mancherai tanto, Bella. Ti scriverò tutti i santi giorno, lo giuro.”
“Mi mancherai un sacco anche tu, Alice. E giuro che se non mi scriverai ogni santo giorno vengo a prenderti a calci.” Ridemmo.
“Quando parti?” Mi chiese sciogliendo l’abbraccio.
“Questa sera alle sette.” Dissi.
“Bhè, abbiamo ancora un po’ di tempo … “ La interruppi.
“No, Alice. No. E’ meglio se ci salutiamo qui. E già dura dirsi addio.
“Ma questo non è un addio. Ci rivedremo, Bella. Ne sono sicura. Ti verrò a trovare durante l’inverno, e tu verrai a trovare me quando puoi, magari nei giorni di festa. Mi farebbe piacere conoscere la donna che ti ha messo al mondo, sai.”
“Oh si, la pazza.” Dissi e ridemmo.
Ecco, quella era la cosa che mi sarebbe mancata di più: Ridere insieme a lei.
Era la cosa più semplice, spontanea, libera, al mondo.
“Alice, vorrei chiederti un ultimo favore, se posso.” Dissi.
“Spara!” Finse un sorriso.
“Non dire nulla a Edward. Per favore. Se lo vedessi sarebbe peggio.”
“Certo, Non preoccuparti.” Un altro abbraccio.
“Grazie di tutto Alice, Davvero.” Lei ricambiò senza scogliere l’abbraccio.
“Allora a presto.” Disse, allontanandosi con un sorriso forzato.
“Si, a presto.” Dissi, salutandolo e vedendola allontanarsi mi si strinse un nodo alla gola e non ne capii il senso.
 
Come sempre il tempo si fece beffa di me e si fecero subito le sette.
Edward continuava a chiamarmi, finché arrivammo all’aeroporto e lo spensi, tanto lo avrei dovuto fare lo stesso una volta salita sull’aereo.
Mi accompagnò solo Charlie, Madison odiava gli addii e già stava piangendo a dirotto quando uscimmo di casa.
“Allora sei proprio sicura?” Disse ad un certo punto Charlie.
“Si, papà. E’ la cosa giusta.”
“Ma a me sembra una cosa assurda. Sprechi un mese che potremmo passare insieme per un ragazzo? Sei sicura che non mi nascondi nulla Bells?”
Non sapevo cosa risponde. Sai papà, ho visto Edward con una pistola in mano e mi sono spaventata capendo che tipo di lavoro faceva il caro ragazzo gentile ed educato di cui mi sono innamorata. Pensai.
Ma il problema non era fondamentalmente l’averlo visto con una pistola. Era immaginarsi tutto quello che c’era dietro che spaventava. Mio padre li catturava i tipi come lui e io me ne ero innamorata invece. E poi Alice. Cosa avrebbe fatto se avesse perso anche suo fratello in un modo così disgustoso?
Ovviamente non conoscevo i particolari del “lavoro” di Edward, ma la sera precedente mi era tutto chiaro. Ecco come venivano saldati i debiti, facendo lavori sporchi, e Dio solo sa cosa faceva. Con tutta me stessa mi sforzavo di sperare che non avesse ucciso nessuno. Non riuscivo proprio ad immaginarmelo mentre fa fuori un padre che sta tornando a casa dalla sua famiglia solo perché a commesso un torto a qualche mafioso, ad esempio. Lui era il mio Edward.
“Bells?” Charlie richiamò la mia attenzione.
“No, papà. Non c’è niente sotto, davvero.” Mi sforzai di sorridergli e di sembrare credibile.
Poi al microfono qualcuno annunciò il mio volo.
“Bhè, fa buon viaggio allora piccola.”
“Grazie di tutto, Charlie.” Dissi in lacrime. Quanto mi sarebbe mancato mio padre …
Mi strinse di nuovo tra le sue braccia e non potei fare a meno di macchiargli di nuovo la camicia. “Mi mancherai!” Dissi.
Mi avviai verso il mio imbarco e come una stupida mi voltai per vedere se qualcuno stesse correndo a fermarmi, come succede nei film. Ma lui non c’era. Vidi solo mio padre che commosso mi salutava con la mano.
Salì sull’aereo e poco dopo si alzò in volo facendomi provare un vuoto dentro. Ma questa volta i vuoti erano due, uno per l’aereo e un altro per la parte di me più importante che avrei lasciato a New York.
Mi lascai andare sul sedile e chiusi gli occhi. Rividi di nuovo il suo sorriso.
Si, avrei dimenticato tutto.

Angolo autrice: Eccomi! :D scusate l'attesa ma ... E' iniziato settembre xD quindi ho molte cose da fare. Ma non mi sono dimenticata della storia, figuriamoci, e tantomeno delle persone che seguono questa storia :).
Spero, come sempre, che il capitolo vi piaccia!
Si, Bella torna in Florida. o.O Sono pazza? Chi lo sa ... 
Voi che ne pensate? U.U Fatemi sapere!!!! 
Un bacio, Vale. <3
  
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