Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: ashtonssmile    15/09/2012    8 recensioni
Non darò ancora retta a te, stupido cuore, per una volta cercherò di dare retta al mio cervello, così almeno non potrò stare male. Dimmi che bisogno c'era ora di farti a pezzi? Sei un po' masochista, piccolo cuore.
-FF con Conor Maynard.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kelsey.
Quella mattina uscimmo un po'. Dovevo assaporare l'aria di Brighton. Intrecciò la sua mano alla mia e sul volto mi comparve un sorriso misto ad imbarazzo e felicità. Conor si avvicinò a me e mi diede un bacio su una guancia, per poi sussurrandomi «Sei perfetta, piccola mia». Camminavamo tranquilli, come sempre, fino a quando una ragazzina si fermò. «Tu sei quel ragazzo che ha postato il video su internet» disse, quasi agitata. «Sì, sono io» . «Sei davvero bravo!». Nulla di strano, cioè mi sembra una cosa normale. Dopo una ventina di minuti un enorme gruppo di ragazze si fiondarono addosso a Conor e mi spinsero fuori, sbattendomi a terra. Conor sembrava nemmeno accorgersene. Faceva foto e tutto un po'. Lo guardai e dentro me sentii un vuoto, sentii il cuore che pian piano si spezzava. «Conor!» urlai, ma lui non se ne accorgeva. Mi voltai e misi le mani in tasca. Me ne andai da quella massa di ragazzine. Avevo il viso basso, le lacrime mi rigavano il viso come non mai. Mi aveva appena promesso di non lasciarmi mai per quelle, ma era appena successo. Ero appena tornata, volevo passare del tempo con lui. Nulla era come volevo. Non ci credevo. In un secondo era cambiato tutto, in un singolo secondo. Io lo amavo e in quel momento stavo male. Entrai in casa e salii le scale lentissima, fino a che non entrai in camera, gettandomi a peso morto sul letto. Il cellulare cominciò a squillarmi, ma non avevo intenzione di parlargli. Mi faceva male. Non risposi. Chiamai subito Marco. «Marco..» dissi con voce tremante appena rispose. «Kelsey, che succede?!» chiese allarmato. «Conor..» . «Che ha fatto?» . «Stavamo passeggiando e una ragazzina l'ha riconosciuto. Nulla di strano. Il problema è stato quella mandria che ci è venuta addosso. Sono caduta e nemmeno se n'è accorto. Ora ha realizzato che me ne sono andata!» . «Kelsey, tu sei gelosa delle sue fans» . «NO!» . «Kelsey?» . «D'accordo, un pochino» . «Vedi? Ha sbagliato anche lui, certo. Ora, Kelsey, devo andare. Ti chiamo più tardi. Per qualsiasi cosa, ci sono». Attaccò e affondai il viso nel cuscino, piansi tanto. Poi sentii dei passi sulle scale. «Kelsey!». La voce di Conor sembrava preoccupata. Mi fiondai in bagno e chiusi a chiave la porta. Sentii che si avvicinava. Cominciò a bussare. «Kelsey, che succede?» . «Va' via!». Si sentiva chiaramente la mia voce piena di pianto. «Che ho fatto?» . «Non ti sei nemmeno accorto che sono caduta! Conor, mi avevi promesso che nulla sarebbe cambiato!» . «Esci dal bagno, non possiamo parlare così!» . «Tanto vale non parlare!». Sentii Conor che tirava un pugno al muro. Sapevo di esagerare, ma sapevo benissimo come sarebbe finita. Mia madre ci chiamò per la cena. «Non ho fame!» urlai dietro la porta del bagno. Nei giorni seguenti cercai di evitare in tutti i modi Conor. Jeremy mi portava da mangiare in camera, sapeva ciò che era successo. Quando Conor entrava in camera io entravo in bagno. Andò avanti per qualche settimana. Era complicato evitarlo per dormire, ma in bagno avevo tutto ciò che mi serviva. «Kelsey, non possiamo continuare a stare così!». Non gli risposi. «Kelsey!». Continuai a non rispondergli. Ero esagerata, ma nemmeno si era scusato.

Conor.
Era furiosa e non mi voleva nemmeno vedere. Mi faceva male. Dormiva in bagno! Quella notte rimasi sveglio, quando la porta del bagno si aprì. Si muoveva e cercai di metterla a fuoco nel buio. Cavolo, era dimagrita tantissimo, ma era sempre bellissima. Mi alzai e mi parai davanti a lei, bloccandola al muro. «Kelsey. Allora, se lo vuoi sapere ho cancellato il video, così nessuno potrà più vederlo. Ora nessuno mi riconosce più. L'ho fatto solo per te, perché sei tutta la mia felicità. Mi dispiace di averti trattata così, ma ti prego, ti prego, perdonami. Senza te non ce la posso fare». Kelsey si avvicinò e mi diede un bacio. La abbracciai. All'improvviso sentii come peso morto, si era lasciata andare e aveva lasciato la presa. Era appena svenuta. La misi sul letto, cercandola di farla rinvenire, ma non ci riuscivo. Chiamai i nostri genitori nella stanza accanto. Sua madre accorse allarmata. Non l'aveva mai vista così. Ci stava male, era preoccupata. Mio padre prese le chiavi della macchina e urlò di sbrigarci. La presi in braccio e la caricai in macchina. Mio padre ingranò la marcia e premette così forte sul pedale dell'accelleratore che avemmo un sussulto. Tenevo la testa di Kelsey sulle mie gambe, cercando di svegliarla. Le piangevo addosso. Era colpa mia, lo sapevo benissimo. Arrivati al pronto soccorso la portammo dentro. Dicevano che non era una priorità, che c'era di peggio. La rabbia mi stava avvampando, stringevo i pugni. «Non è una priorità?! E' svenuta! Potrebbe avere qualsiasi cosa!». Urlavo e tutto il pronto soccorso si era voltato a guardarmi. Non avevo vergogna, stavo cercando di far riprendere la ragazza che amavo. Per farmi smettere di urlare, l'hanno subito portata inuna stanza per accertarsi che andasse tutto bene. Aspettavo nella saletta la risposta. Avevo un'ansia tremenda.

Finalmente ce l'ho fatta a pubblicare l'altro capitolo. Scusate l'attesa!
Spero vi piaccia, davvero.
Un bacio c:

   
 
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