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Autore: stolenheart    15/09/2012    0 recensioni
Cinque elementi, cinque terre. Una vita da salvare. L'ascesa al potere e la corsa per la gloria.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta della camera di Arwen sbatté con violenza alle spalle di Canyaner, re di Aesnor. L’impugnatura in oro della spada scivolò via dalle mani sudate dell’uomo alla vista della stanza vuota; il rumore del metallo che sfiorava il pavimento risuonò per l’intera sala. Uno strano odore di incenso impregnava l’aria.
Canyaner, il terrore dipinto negli occhi; quegli occhi di un caldo color nocciola che trasmettevano una sensazione di sicurezza soltanto a incrociare il loro sguardo; cadde in ginocchio, si portò le mani alla fronte, poi le lascio cadere lungo i fianchi in segno di rassegnazione. Sudava freddo, le piccole gocce di sudore gli contornavano il viso, fino a poggiarsi sulla folta barba.
Dal centro della stanza, dove in terra vi erano delle macchie di sangue miste ad uno strano liquido nero si alzò una coltre di fumo, e una sagoma dai contorni bianchi iniziò a definirsi all’interno di essa. Alla vista della figura che si stagliava di fronte a lui, Canyaner si alzò da terra, gli occhi che divennero due piccole fessure, lo sguardo si fece tenace.
-Cosa ci fai tu qui? Alyon?- la voce era rotta a causa del nodo che gli si era formato in gola, deglutì e continuò a parlare –Da quando sai usare la magia?- il suo tono ora aveva assunto una sfumatura altezzosa. Un sorriso glaciale si formò all’angolo della bocca di Alyon, re della terra di Earine. –Da quanto tempo, mio caro- il tono di voce dell’uomo faceva trapelare un certo odio nei confronti dell’altro, adesso la tensione era visibile anche ad occhio nudo. –Cosa ci fai qui? Cos’hai fatto a mia figlia?- chiuse la mano a pugno, e si morse con violenza il labbro, fino a farlo sanguinare; il sapore metallico del sangue gli invase il palato, storse il naso in una smorfia di disgusto. –Non ti preoccupare, mi son dovuto servire di un mago molto potente, capace di praticare la magia oscura, per poterla sottrarre alle protezioni del tuo castello. Atarie, per essere un vecchio, sa ..- in quel momento irruppe nella stanza un terzo uomo, lunghi capelli bianchi raccolti in una coda, la fronte rigata dalle numerose rughe e un fragile corpo rivestito da un saio bianco, legato in vita da una vecchia cintura di cuoio marrone. Era il saggio di corte, capace di utilizzare la maggior parte degli incantesimi bianchi esistenti nella terra di Inkara –Mi hai appena dato del vecchio, Alyon, quando sulla tua faccia è già possibile leggere i segni della vecchiaia- disse l’ultimo arrivato in tono sarcastico. –Stavo per concludere facendoti un complimento, ma posso evitare. Comunque, Canyaner, sai benissimo che tua figlia sta bene, non sciuperei mai un bel fiore come quello, ha preso tutto dalla madre..peccato che non abbia potuto tramandarle i suoi poteri di fata- sospirò –Dove eravamo rimasti? Ah si, devo muovermi perché non posso stare in queste condizioni per più di mezz’ora..ciò che voglio in cambio è Erech, la famosa lancia che Beleg forgiò con tanta cura per te. Ho sempre pensato che fosse un’ingiustizia il fatto che l’arma più potente di tutte le cinque terre, quella capace di controllare tutti e cinque gli elementi; fosse in mano al re della terra del fuoco- Canyaner prese la parola prima che l’altro potesse continuare –Tu, che per tutti questi anni mi hai portato rancore,  se avessi preso parte all’ultimo Concilio, quattro anni fa, sapresti benissimo che Atarie si è personalmente occupato di lasciare che Erech venisse nascosta dagli gnomi, in qualche parte remota di Inkara, così che persone avide di potere come te, non potessero trovarla- l’altro scoppiò in una fragorosa risata –Gli gnomi, dio, fidarsi degli gnomi è veramente astuto- disse ironicamente -Non ci interessa avere quella lancia, Alyon, non ci interessa essere i più forti, perché sono anni che le cinque terre vivono pacificamente tra loro secondo gli Accordi stipulati dai nostri avi. Non si ripeterà un’altra guerra- era stato Atarie, a parlare questa volta. –Voglio la lancia, oppure scordati di tua figlia, codardo- pronunciò quelle ultime parole come fossero veleno da sputare via. –Penso proprio che dovrai correggerti sulle tue ultime frasi, vecchio mio- disse Canyaner rivolto ad Atarie –E’ guerra Alyon- detto ciò impugnò con forza l’elsa della spada, in precedenza caduta a terra, nella quale erano incastonati scintillanti rubini, che brillavano a causa dei raggi solari che li colpivano. –E che guerra sia- disse con aria soddisfatta l’altro, sparendo poi un con semplice gesto della mano.
-Hai idea di quello che hai appena fatto?- il tono di voce del saggio era carico di preoccupazione. –Dichiarare guerra al re della terra dell’acqua, senza prima aver consultato il Concilio, senza..- -Non lascerò che mia figlia faccia la fine di sua madre- spezzò la frase dell’amico con una secca risposta. –Esporrò le mie ragioni al Concilio, che non potrà far altro che darmi ragione- -Potevi soltanto parlare con il Concilio, avrebbero risolto la faccenda, lo sai. Non importava far scoppiare un’altra guerra- il tono di Atarie era pacato come al solito. –Lo voglio morto. Mentre io raduno l’esercito, tu pensa ad andare a chiamare Abigail e il tuo apprendista, saranno loro che si occuperanno della missione di salvataggio di mia figlia; dopotutto quella ragazza è nata per essere una guerriera ed è pronta ad affrontare la sua prima missione. E poi, a quanto so il giovane mago è promettente- Detto ciò, lanciò un ultimo sguardo alla camera della figlia, gli occhi colmi di lacrime, la voce che tremava; e se ne andò.
Il vecchio rimasto da solo, immerso nei suoi pensieri, corrugò la fronte in un’espressione di allarme; un orribile sensazione prese forma dentro di lui, proprio come l’ultima volta. Dovevano essere pronti però, Alyon non avrebbe scherzato, non adesso che aveva la situazione in pugno.
Sospirò, e si diresse verso la torre di vedetta del castello, dove era certo che avrebbe trovato Abigail e Alec.
  
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