Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: ely_comet    15/09/2012    2 recensioni
Oddio, oddio, oddio. Sto per imbattermi nel primo impegno serio di tutta la mia vita.
Questa fan fiction in sintesi parla di Sana e Akito, di come loro due affronteranno la vita di tutti i giorni, insieme. Ma prima che succeda.. beh.. ci vorrà un pochino di tempo, perché si sa: Sana è la solita zuccona e Akito il solito orgoglioso.
Buona lettura!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                        Capitolo 3. Voglio te.

Tu Akito Hayama hai fatto cosa?! “ gridò Tsuyoshi in preda ad una crisi isterica. Akito alzò le spalle. Quella frase gliel’aveva ripetuta circa trenta volte nell’ultima mezz’ora.
“ Ma perché l’hai fatto?!  Ti avevo detto di farci pace, non di baciarla di nuovo! E a tradimento per giunta!”
“ Non l’ho baciata a tradimento! Lei ha risposto. Eccome se ha risposto. Tsuyoshi devi sempre essere così melodrammatico?!” chiese stancamente Akito. Era mai possibile che il suo migliore amico dovesse essere più volubile delle donne?! Prima gli dice di farci pace e magari dichiararsi, poi gli spiega tutto il contrario e infine se la prende con lui perché fa di testa sua. Insomma che diavolo gli aveva fatto Aya La Santa per trasformarlo così?!
“ Ma questo significa che.. lei ti corrisponde! SI, SI E SI!” Tsuyoshi si era messo a saltare per il soggiorno dalla felicità che aveva dentro. Akito sbuffò.
“ Tsuyoshi smettila. Mi farai venire il mal di testa. “
Ma il ragazzo non gli dava retta. Era sicuro che Sana avesse aperto gli occhi, dopo anni di torture psicologiche per il suo povero cervello di cui ormai era rimasto gran poco, grazie a quei due imbecilli.
“ Tsuyoshi smettila. Sono le dieci di sera qualche vecchia befana probabilmente starà dormendo.”
“ Sei tu che sei venuto da me così tardi!” si difese il moro. Infatti Akito si era presentato sull’orlo di una crisi isterica davanti all’appartamento di Tsuyoshi alle dieci di sera, dopo ovviamente aver fatto una corsa per schiarirsi le idee e una doccia per non puzzare in maniera esagerata.
Intanto dall’altro lato della città c’era qualcun altro che inveiva contro Akito.
“ Lui cosa ha fatto?!” urlava Fuka. Stava per uscire di casa, prendere la macchina e andare a strangolare il poveretto. Ma grazie a chissà quale forza misteriosa, Aya La Santa l’aveva trattenuta.
“ Fuka calmati. “ ripeteva Hisae “ Ti verrà un infarto se continui ad agitarti così..”
Sana nel frattempo era seduta in un angolino, che continuava ad arrossire e a sorridere, ripensando a quel bacio. A cui aveva risposto. Eccome se aveva risposto. E di nuovo quella magnifica sensazione di non avere la terra sotto ai piedi, di roteare in aria, il suo cuore che batteva all’impazzata e le sue vene piene di adrenalina.
“ Sana smettila di sorridere come una cretina e finisci di dirci cos’è successo!”
“ Ok, ok. Mi ha colto alla sprovvista, ma credo di aver provato un certo gradimento mentre Akito mi baciava. “
“ Gradimento?!” dissero tutte e tre insieme.
Aya le puntò un dito accusatore sul petto.
“ Ti è piaciuto?! SI, SI E SI! Devo subito telefonare a Tsuyoshi per dirgli questa novità!” disse Aya, La Santa. Ma Sana era troppo occupata a salire di nuovo su quell’ottovolante che la faceva impazzire.
 
 
“ Si, si, si. Ok, grazie Aya. Ci vediamo domani allora. Notte. “ disse Tsuyoshi chiudendo la telefonata. Il ragazzo si schiarì la voce e cominciò a strillare come una femminuccia.
“ Ma porca vacca! Tsuyoshi! Smettila e dimmi che ti ha detto la tua ragazza poco fa!” urlò Akito, sull’orlo di una crisi.
Il moro si bloccò.
“ No. Non te lo dico. Tu non te lo meriti.” Lo prese in giro Tsuyoshi.
Akito sbuffò e uscì di casa. Aveva una gran voglia di chiamare Sana, ma qualcosa  lo fermò. Paura, forse? No. Akito non aveva mai paura. E allora cos’era quella sensazione tremenda che gli saliva ogni volta che Sana non era con lui? Amore? Akito era realmente innamorato? Ma soprattutto: Akito Hayama era realmente innamorato di Sana Kurata?
Ma torniamo a Naozumi. Il giovane attore in quel momento era impegnato con le riprese pomeridiane di una serie televisiva molto importante e famosa. Erano le sei quando decise di chiamare Sana per uscire. Erano passate quasi due settimane da quando, tornando a casa, lui l’aveva baciata. Un bacio semplice, casto e dolce. Niente di che a dire il vero. Sana aveva risposto debolmente ma per lui era stata un’esperienza a dir poco magica. Anzi stare con Sana era un’esperienza a dir poco magica. Quella ragazza era spesso oggetto dei suoi pensieri. I suoi modi così spensierati e allegri lo mettevano sempre di buon umore. Per lei, Naozumi era stato un amico che poi si era evoluto in qualcos’altro. Qualcos’altro che doveva diventare il ragazzo giusto. Basta Hayama tra i piedi. Sana sarebbe stata soltanto sua.
“ Ciao Sana.”
“ Ciao Nao. Come stai?” aveva detto lei al telefono.
“ Tutto bene, tu?”
Tutto ok.”
“ Ti andrebbe di uscire stasera?”
Si, a che ora?”
 Per le sette va bene? Andiamo in un nuovo ristorante in centro. Ci vediamo dopo. Ciao Sana”
A dopo Nao.”
Quando Sana pronunciava il suo nome in maniera così dolce, a Naozumi veniva la pelle d’oca.
Sana sarebbe stata solo sua. E Akito Hayama poteva andare all’inferno, per quanto gli riguardava.
Alle sette meno venti minuti, qualcuno bussò alla porta dell’appartamento di Sana. La ragazza era appena uscita dalla doccia e si stava vestendo. Fuka era uscita per una cena di lavoro, Hisae e Aya invece si dovevano vedere con i rispettivi fidanzati.
“ Akito?” disse la ragazza, arrossendo. “ Ciao. Ehm, io mi stavo vestendo.. accomodati pure.” Ma il ragazzo era rimasto sulla porta a guardarla intensamente.
“ Sei praticamente nuda!” disse d’un tratto. Sana arrossì. In effetti indossava solo un semplice asciugamano.
“ La frase: io mi stavo vestendo, non ti è chiara?!”
“ E perché ti stavi vestendo? Insomma è un comune giorno feriale, non vedo perché dovresti uscire.” Ecco, pensò Sana.Adesso comincerà a fare il geloso come al solito.
“ Ma insomma cosa sei venuto a fare qui?!” sbottò la ragazza.
Akito alzò le spalle. “ Ero qua per caso.” Che sciocchezze. Il ragazzo aveva una voglia incredibile di vedere Sana. Ti poterla abbracciare e baciare, come aveva fatto la sera prima. Ormai stava diventando dipendente da Sana. Da lei, dalle sue labbra, dal suo profumo. Da tutto insomma.
“ Eri qua per caso?! Ma che storie vai blaterando Hayama?!” ma mentre urlava la ragazza gli si era avvicinata ancora di più. Anche lei aveva voglia di vederlo. Anche lei sentiva una piccola parte dentro di sé che dipendeva da Akito. I loro corpi erano separati solo da qualche centimetro.
“ E’ la verità, Kurata. “ disse con un tono di voce incredibilmente roco. Un brivido percorse la schiena della ragazza.
“ Cosa vuoi davvero Akito?” chiese Sana, che si era fatta straordinariamente seria.
Voglio te.” Disse lui, semplicemente, guardandola negli occhi, guardandola dentro. E Sana reagì d’impulso. Il suo cervello ebbe uno strano effetto di cortocircuito. Prese il viso di Akito e posò le sue labbra sopra di lui. Lui reagì subito. La tirò a sé con forza e decisione e approfondì il bacio. Si lasciarono trasportare. Tutti quei malintesi, quei litigi senza ragione, quelle sfuriate e quei baci rubati si mescolarono con una sola azione. Ora Sana capiva cosa voleva dire Hisae quando litigava con Gomi e subito dopo lui la baciava e lei si dimenticava tutto. Dimenticare. Dimenticare e dimenticare. Perdonare. Lasciarsi andare. Ecco. Sana stava facendo tre azioni in una sola mossa.
Si staccarono solo quando il campanello squillò improvvisamente.
“ Merda.” Sussurrò Sana. “ Dovevo vedermi con Naozumi stasera.” Continuò, appoggiando la sua testa contro il petto di Akito. Lui la guardò male.  
“ Digli che stai male.” Disse il ragazzo, iniziando a baciare il collo della rossa. Sana abbandonò la testa all’ indietro. Ma il campanello continuava a suonare.
“ Magari se ne andrà.” Continuò Akito, per poi baciare la fronte, poi il naso, le guance ed infine le labbra di Sana.
“ No. Ma potrei sempre dirgli che mi è venuto un mal di testa atroce e che me ne andrò a dormire.. Akito.. smettila.. dopo..” il ragazzo si fermò.
“ Vai a dire a Kamura che il vostro appuntamento è annullato.” Disse con tono deciso Akito. Sana sospirò.
“ Ok. Ma tu vatti a nascondere. Se ti vedrà, penserà subito male. “ Il ragazzo ghignò e la ragazza andò ad aprire.
Akito corse verso la grande terrazza. Aprì la porta finestra e si mise ad ascoltare. Sana che gli diceva che aveva mal di testa, Kamura che frignava come una femminuccia e si lamentava che voleva uscire con Sana e che le voleva parlare di una cosa importante. Sana che procrastinava e ripeteva domani, Nao, domani. Kamura che si avvicinava a lei, le sussurrava parole strane e Sana che arrossiva. Kamura che si avvicinava a lei e la baciava. Sana che si allontanava e gli diceva che era solo un amico. Kamura che s’innervosiva e picchiava i pugni sul tavolo. Sana che gli ripeteva di andarsene. Lui che insisteva, voglio baciarti, diceva. Intanto Akito era seriamente combattuto se rimanere al suo posto o spaccare la faccia di quell’insignificante attore da strapazzo. Kamura che riprovava a baciare Sana ma lei si tirava indietro e gli mollava uno schiaffo. Lui che se ne andava sbattendo la porta e lei che scoppiava a piangere. Akito capì che doveva andarsene.
“ Akito?” chiese una voce tremula. Il ragazzo stava uscendo dalla porta d’ingresso. La guardò un attimo. Era bella ma anche tremendamente fragile. Sembrava un uccellino spaventato.
“ Non te ne andare. Resta con me. “ disse Sana. Era seduta accanto al divano, con gli occhi gonfi e le lacrime salate che scendevano senza controllo. Akito appoggiò la giacca sul divano e sedette accanto a lei.
“ Hai sentito tutto vero?” chiese Sana. Lui annuì. Non le disse che Kamura era solo un verme viscido e che se osava sfiorarla ancora, lui gli avrebbe spaccato il muso. Akito le passò una mano dietro la schiena e Sana si strinse a lui. Rimasero lì diverse ore. Stretti in un abbraccio che sembrava eterno. Alla fine si addormentarono entrambi. Stretti nel loro amore.
Quando Fuka tornò finalmente a casa era l’una di notte. Era stanchissima. Aveva appena chiuso la conversazione al telefono con Aya, la quale le diceva che non sarebbe tornata a casa. Hisae le aveva detto lo stesso qualche ora prima. Fuka girò le chiavi nella serratura e si sorprese di non trovare la cucina come un campo di battaglia. Si sorprese ancora di più vedendo due persone sedute per terra che si sorreggevano a vicenda. Sorrise. Appoggiò le chiavi sul tavolo e si diresse in camera sua.
Tanto quei due si sveglieranno da soli, domani , pensò Fuka chiudendo la porta.
                                                







 

Mio amato popolo! Salveee :) allora... iniziamo.
Grazie mille a tutti per le recensioni! Ormai la mia pelle è più rossa che altro! :3 
Ora veniamo al capitolo. Mmmmh... Non mi convince più di tanto ma si sa che a me non convince nulla... 
Che accandrà? Muahahahaha lo scoprirete nel prossimo capitolo! 
Adios! :D

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: ely_comet