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Autore: Medy    15/09/2012    2 recensioni
...DAL PROLOGO: Un silenzio imbarazzante scese in quell’auto e più volte si scambiarono sguardi sfuggevoli, segreti, sorrisi imbarazzati e sorrise nascosti. Lei non parlò , e lo stesso lui. Quel silenzio era snervante, era la prova che le parole da dire erano troppe e un viaggio di soli cinque minuti non sarebbe bastato. .....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- E...Vissero Felici e contenti?-
-Epilogo-
-Epilogo
 -

 
La felicità la si può trovare all’improvviso. Ti travolge con dolcezza, con cautela, senza che possa far sentire il rumore dei suoi passi, ma lascia che la sua presenza si radichi piano e ti innalzi verso l’alto.
Ron Weasley aveva con cautela assaporato la bellezza della felicità, lasciandosi alle spalle il vecchio dolore che lo aveva assalito anni prima. Lasciandosi alle spalle vecchie colpe che ormai aveva dimenticato per sempre. Aveva trovato la sua felicità, in due occhi cristallini, vispi, vivaci, in un sorriso accennato, timido ed incerto che non gli veniva mai negato.Quella felicità assaporata due volte, ma con la stessa frenesia ed emozione.
Le sue piccole creature,  erano state il tassello che aveva completato quel mosaico iniziato con Hermione, dopo la battaglia. Erano stati il tassello più importante , che aveva dato la bellezza ricercata in quella famiglia. Rose , nata  dopo due anni dal loro matrimonio, aveva inaugurato la sua vita, con il suo paffuto viso, sul quale  i suoi occhi si erano posati con gioiosa sorpresa, ammirando quel fagotto  , stretto da Hermione. E poi Hugo, nato un anno dopo, piccolo e magro, eppure forte e grintoso verso la vita. Ogni cosa, aveva assunto una forma diversa. Era stato amore a prima vista il loro. Si era creato quel legame senza il bisogno di parlare, o di conoscersi affondo. Perche  lui , gia li conosceva,  li aveva amati ancora prima di vederli, ancora prima della loro nascita.Con Rose si era creato un legame , nel momento in cui  Le sue manine lo avevano cercato, nonostante gli occhi , ancora socchiusi, non le permettevano la vista. E quando avevano trovato il volto di quel padre, non si erano staccate più da lui. Aveva percepito quella presenza, che per nove mesi aveva vegliato sul suo “guscio”, aveva sentito il suo amore, ricambiandolo, nonostante non conoscesse ancora , nemmeno il suono di tale parola. Quel legame si era creato senza chiedere che accadesse, senza progettarlo. Hugo era stato molto più difficile. Era stato più distante, meno curioso, eppure c’era stata la nascita di quell’amore inspiegabile e indissolubile. E adesso, Ron, assaporava ogni giorno quella felicità che le tre persone, divenute le   più importanti della sua vita, gli donavano ogni giorno, con semplici sorrisi e baci, di cui non avrebbe mai fatto a meno.
 
 Sette anni erano trascorsi velocemente. Erano scivolati sui loro volti, e su di loro con silenzio, senza che loro potessero sentire il peso di quella convivenza, il peso di quell’innocente bugia con la quale Ron era costretto a condividere ogni giorno. Mentire ad Hermione era una tortura giornaliera . Hermione lo amava, non mancava mai di mostrarlo apertamente, ma nonostante ciò, Ron , doveva convivere con la realtà, che solo lui poteva conoscere. Tutti avevano accettato quel “piano” architettato da Isey, e tutti avevano deciso di non parlarne più. Di mettere  quel segreto sottochiave e proteggerlo con cura.
Erano passati Sette meravigliosi anni, e Ron si saziava ogni mattina delle risa trillanti della sua piccola Rose,della pacata e dolce voce del suo Hugo  e delle carezzevoli attenzioni di Hermione, che nonostante il suo impiego nel giornale di Luna, divenuto impegnativo, non si azzardava, a fargli sentire la mancanza. Sette  anni dei loro sorrisi, delle loro attenzione, e della felicità ritrovata , di quell’amore, di cui si era impossessato nuovamente , e che non avrebbe ridato indietro. Sette anni in cui, la nascita di quei due meravigliosi bambini che avevano cambiato ogni cosa.
La neve scendeva piano , ricoprendo le strade , i tetti, le finestre. Imbiancando il paesaggio, donandogli un aspetto romantico e malinconico. Natale era alle porte, e quel pomeriggio l’intera famigliola Weasley avrebbe raggiunto la Tana, per condividere i giorni di vacanze con tutta la famiglia. I piccoli passi di Rose risuonarono come un frastuono, mentre si precipitava in cucina, inseguita dal padre, che tentava , inutilmente, di convincerla ad indossare il cappotto in maglina.
“Rosei non fare la dispettosa vieni qui e indossa questo maledetto cappotto” Ron era paonazzo , e aveva il fiatone. Combattere contro i Maghi oscuri ormai per lui non era più un problema, soprattutto dopo aver rimpiazzato Woolstrong, mandato in pensione in netto anticipo. Ma combattere contro una bambina dispettosa e decisa a non eseguire gli ordini, risultava molto più complicato e impossibile. Rose scosse il capo.
“NO” Esclamò decisa , battendo un piede sul pavimento in segno di protesta. Imbronciò il volto e corse nuovamente verso le stanze, con Ron che cercava di tener il passo frenetico della sua “principessa capricciosa”.  Hugo era gia pronto, e attendeva i due accanto alla porta, con il volto del tutto sommerso dal pesante cappello e la sciarpa regalatagli l’anno prima da Nonna Weasley. Il cappotto ricopriva del tutto il corpicino esile del piccolo, che annoiato assisteva a quella lotta, che sembrava non aver fine.
“Hermione! Vieni a darmi una mano” Ron si appoggiò alla rampa di scale, che conduceva ai piani superiori, urlando il nome della moglie, sperando che potesse accorrere in suo aiuto. Era tornata da poco da Lavoro, e si era concessa un minuto di meritato Relax, interrotto subito  dalle urla della sua bambina, e dalle lamentela del suo maritino bambinone, che non riusciva a tener a bada una bambina vivace come Rose.
Si guardò allo specchio, cercando di trovare rimedio a quei capelli crespi, mai domati del tutto. Cercò mille soluzioni, e ne trovò una. La più pratica e semplice. Avrebbe indossato un cappello e una volta alla Tana avrebbe chiesto aiuto a Ginny o Fleure. Loro si che facevano miracoli. Prese il cappotto poggiato sul letto e il cappello che l’avrebbe aiutata a nascondere l’orrido crespo che affliggeva i suoi capelli, e si diresse verso i piani inferiori.
Ron era appoggiato alle scale. Il viso paonazzo e il fiatone. Stringeva il piccolo cappottino verde di Rose, che intanto era accanto a Hugo e lo incitava a togliersi quel peso, e giocare con lei. Proposta che non fu presa in esame dal piccolo Weasley, che scosse il capo in segno di rifiuto.
“Ron , caro, dai a me” Hermione baciò delicatamente il marito, e sfilandogli l’indumento dalle mani si avvicinò a Rose, che notando la madre, addolcì lo sguardo, ritornando l’angelo con gli occhi cristallini e i capelli scarlatti e ribelli come il suo animo. Hermione si abbassò , giungendo a guardare la sua bambina dritta negli occhi.
“Rosei, perché non ascolti papà?” Dolcemente la rimproverò, e Rose sentì quel rimprovero forte e chiaro, tanto da abbassare lo sguardo e riappropriarsi dello sguardo torvo.
“Non voglio andare alla tana… “ Confessò in un sussurro, lasciando stare il tentativo di corruzione rivolto a Hugo, che si era allontanato , per raggiungere il padre, anche lui pronto a partire.
“Perché non vuoi andare? Ci saranno tutti. Dominique e Lily  non vedono l’ora di giocare con te. Zia Ginny e Zia Fleure mi hanno scritto dicendomi che non chiedono altro da giorni. E Al ha detto che le manchi tanto…” Hermione vide Rose cambiare espressione al nome di Al. I due avevano un forte legame che li univa, nonostante la differenza di età. Erano più che cugini. C’era un innocente bene che li univa, privo di compromessi, di richieste o favori. Era limpido esattamente come le loro anime di bambini. Esattamente come Lily e Dominique, che ormai Rose considerava come sorelle. Nate tutte e tre a distanza di mesi, potevano essere considerata tali. Rose si morse le piccole labbra, incerta se svelare oppure no il piccolo problema che affliggeva la sua giovane vita, temendo di non essere capita dalla mamma, troppo grande per considerare un suo problema, un problema reale. Alzò appena lo sguardo sulla mamma , e si perse in quel caloroso sguardo. Privo di noia , o di rabbia. Pazientosa difronte a quei capricci.
“James e Fred mi rubano sempre Dream ,e le fanno del male…” Rose confessò con una certa timidezza il reale e unico motivo per cui voleva stare lontana dalla Tana, che lei adorava. Adorava trascorrere i pomeriggi con il Nonno Arthur, che la faceva ridere con i suoi oggetti buffi. Adorava ascoltare le canzoni di Zia Fleure e i biscotti fumanti di Nonna Molly , che le permetteva di mangiarne quanto ne voleva, fino a sentire il pancino gonfio e sazio. Adorava Zia Ginny, che ogni volta che glielo chiedeva, le leggeva le favole. Adorava Zio Harry, che la portava sempre in giro con la sua scopa, zittendo i lamenti della mamma, che considerava pericoloso quell’affare, che a suo parere era magnifico. E adorava Al, Domy  e Lily, con la quale giocava ogni giorno. Ma la sua bambola era preziosa e non poteva permettere ai due suoi cugini peggiori di farle del male.
“ E tu non lasciarglielo fare. Difendi la tua Dream. Sei cosi forte quando vuoi. Non posso credere che la mia Bambina non riesce a tener testa a due stupidini come James e Fred” Hermione sorrise , felice di trasmetterle tanta sicurezza da farle subito confessare quel suo disagio. La sua piccola Rose. Cosi forte, cosi viva e grintosa. Mostrarsi debole quando non doveva. Quel difetto , maledetto difetto, lo aveva ereditato da lei. Perdere il controllo e non riuscire a ragionare quando qualcosa di caro e prezioso le veniva sottratto. Un dolore forte le colpì la testa, e immagini contorte le si presentarono d’avanti agli occhi. Immagini che la tormentavano da anni, ma che lei non riusciva a capire. Chiuse gli occhi , per riprendere il controllo e il senso. Sentì le manine di Rose poggiarsi sul viso. Le stava dedicando una leggera carezza.
“Mamma, non ti senti bene?” La voce innocente e preoccupata le fece riaprire gli occhi, e nonostante il capo doleva, non le negò un sorriso.
“No, sono un po’ stanca. Piccola indossa il cappotto, che andiamo…” Hermione aprì l’indumento per permettere a Rose di indossarlo, e lei lo fece , questa volta , senza troppe storie o lamentele. Le piccole manine tentarono con difficoltà di abbottonarsi l’indumento, e i riccioli scarlatti furono schiacciati dal cappello in tinta con il cappotto. Erano tutti pronti per raggiungere la Tana. Si avviarono verso il camino. Avrebbero utilizzato la polvere volante. Nonostante Hermione non avesse rinnegato le sue origini Babbane, di alcune comodità magiche non ne poteva fare a meno. Guardò l’ora. Erano puntuali. Ron prese una manciata di polvere e si indirizzò verso il camino, ma quest’ultimo si illuminò di fiamme verdi. Una giovane donna, dai lunghi capelli biondi, luminosi e setosi uscì dal camino, puntando i grandi occhi azzurri su Rose e Hugo e poi su Hermione e Ron , rimasti a bocca aperta nel vederla. Al suo fianco, un enorme cane scodinzolò felice nel rivedere quella che un tempo era stata la sua padrona, ma che adesso non ricordava nulla di lui.
“Luthien” Hermione abbandonò l’espressione sorpresa per dare spazio ad un sorriso radioso e allegro. Pronunciò il suo nome in un sussurro e lasciando la manina della sua bambina si fiondò verso l’amica. Stringendola forte a se , e riacciuffando quel bene mai andato via , nonostante le loro vite si fossero divise. Luthien ricambiò quell’abbraccio, scoccando a Ron un delicato sorriso.
“Ho disturbato vero?” Sussurrò al suo orecchio, sentendosi un’intrusa.
“Non disturbi mai tu” Hermione la strinse ancora più forte a se, felice di rivederla li. Ron prese Rose per mano , allontanandola da quel quadretto.
“Hermione, noi andiamo, ci vediamo alla tana” Ron si sentì in dovere di lasciare le due amiche sole, e permetterle di recuperare quegli attimi rubati, negati dai diversi impegni che aveva occupato le giornate di entrambe. Salutò sua moglie con un leggero bacio, e trascinò i due bambini con lui dentro il camino. Hermione li vide sparire, e sorrise nel sentire  la voce di Rose, che si spense quando le fiamme l’inghiottirono .
“Papà, ma chi è quella bellissima signorina…? “ . Non fu ascoltata risposta, in quanto le loro sagome erano gia sparite lasciando il camino vuoto.
Hermione le fece segno di avanzare e accomodarsi nel piccolo e accogliente salotto . Il grosso cane era tranquillo accanto alla padrone, che non appena prese posto, si accasciò ai suoi piedi, poggiando il grosso capo sulle zampe. Luthien si guardò intorno , ammirando quella casa cosi ben tenuta, curata e accogliente. Si soffermò su alcune foto, poggiate su una deliziosa mensola in legno. Foto che ritraevano momenti di attimi di vita  resi immortali con un semplice “click”  . In quella casa ogni cosa manifestava la presenza di una famiglia, di bambini e d’amore. Luthien strinse i pugni, soffrendo per le bugie che era stata costretta a rivolgere a Hermione, motivo che l’aveva condotta ad allontanarsi da lei. Non poteva starle accanto e mentirle ogni volta che apriva bocca. Non poteva omettere verità accadute, verità che Hermione avrebbe voluto conoscere. Ma che gli erano state negate con prepotenza. Gli occhi cristallini di Luthien ritornarono su Hermione, che , per motivi pratici, aveva fatto apparire un vassoio colmo di pasticcini, accompagnati da del buon tè fumante , che versò in tazze in porcellana liscia e luminosa.
Era tempo che non vedeva la sua cara amica , e non avrebbe rinunciato quel piccolo attimo in sua compagnia. La neve continuava a sgorgare dal cielo, imbiancando ogni cosa.
“ Hai dei bambini stupendi” Esclamò Luthien incentrando la sua attenzione sulla foto che padroneggiava sulle altre. Raffigurava un bambino imbronciato, con i corti capelli rossicci accanto alla bambina, che sorrideva radiosa, a braccia aperte, con i boccoli che le ricadevano ribelli sul volto, non nascondendo i due grandi occhi identici a quelli di Ron. Luthien sentì un crampo allo stomaco, nell’immaginare un’altra creatura, che avrebbe potuto affiancare i due, forse con qualche tratto differente, ma comunque il frutto di un amore. Ad Hermione gli era stata negato la felicità, il destino le aveva strappato ogni cosa, ma le aveva dato la possibilità di dimenticare ogni cosa, e cosi era accaduto. Lei non avrebbe sofferto per quello spazio vuoto, perché inconsapevole che potesse esserci.
“Si. Hugo è tranquillissimo. È di una dolcezza infinita. Mentre Rose, ha ereditato la grinta di Ginny, ma è tutta sua padre” Hermione sorseggiò il suo tè, e si gettò in piacevoli aneddoti, tipici, e quotidiani, che raccontavano la storia della sua vita e dei suoi bambini. Risero come un tempo . Risero come se non si fossero mai allontanate, come se tra loro non si fosse mai creato quel baratro che avesse reso le loro vite diverse. Parlarono allungo , e il tempo scorse  e entrambe non si accorsero che la sera era calata su di loro e che Hermione era in un spiacente ritardo. Avrebbe dovuto raggiungere la Tana ore fa, ma la compagnia di Luthien aveva spento gli orologi e zittito il tempo.
“Ho una cosa per te… te l’avrei mandata via Gufo al Manor, ma adesso che sei qui, ne approfitto” Hermione non diede peso all’ora. Doveva ancora fare e dire molto a Luthien. Si alzò e non ascoltando le sue proteste si catapultò in camera sua, ritornando poco dopo con un piccolo pacchetto scarlatto. Luthien sentì un groppo alla gola. Non l’aveva dimenticata. Non aveva tralasciato la sua importanza. Non le aveva rinnegato alcuna attenzione. Lo prese con mani tremanti, e lo rigirò tra le mani. Era piccolo , ma per Luthien era un forziere contenente un tesoro prezioso.
“Aprilo! Natale è tra una settimana, ma voglio vedere la tua faccia” Esclamò Hermione accomodandosi accanto , sorridendo raggiante. Luthien aveva gli occhi lucidi e un sorriso che sarebbe stato spezzato dalle lacrime. Acconsentì, e sfilando il nastro d’orato , liberò la piccola scatoletta. E quando l’aprì non riuscì a trattenere le lacrime di gioia. Un piccolo ciondolo ovale d’argento invecchiato pendeva da una sottile catenina.
“Leggi dietro…” Hermione aveva la voce tremante, anche lei coinvolta da quell’emozione. Aveva visto quel ciondolo mesi prima, girovagando per Londra e aveva pensato a lei, alla sua migliore amica, che non sentiva da anni. Che non aveva mai dimenticato. Aveva visto quell’oggetto , vecchio, antico, eppure splendido e resistente allo scorrere dei minuti e delle ore. Esattamente come la loro amicizia, che avrebbe resistito ad ogni cosa. Luthien aveva le mani tremanti e voltando l’oggetto  lesse silenziosamente la frase incisa su di esso: io ti sto vicina, non sarai sola mai”.
Luthien scoppio in un pianto fragoroso e abbracciò quell’amica cara, che avrebbe dovuto lasciare.
“Ehi, ehi… Non pensavo fosse cosi orrendo da farti piangere” Hermione cercò di strapparle un sorriso, e ci riuscì. Si staccarono, e Luthien recuperò qualche lacrima con il dorso del maglione che indossava. Riguardò l’oggetto, che Hermione, fece spalancare con un semplice tocco ai lati di esso. La foto ritraeva entrambe. Era piccola, ma si vedeva chiaramente. Erano ad Hogsmede , terzo anno per Luthien e quarto per Hermione. Facevano linguacce e smorfie, ridendo a crepapelle. Luthien ricordava alla perfezione quel giorno. Come ricordava alla perfezione ogni giorno trascorso con lei .
“Sei magnifica Hermione…” Sussurrò , questa volta sorridendo. Cacciando via quelle lacrime, e dando a quel momento la felicità.
“è una sciocchezza! Ma sappi che è vera quella frase. Non sarai sola mai! Avrai sempre me” Le strinse le mani e puntò i suoi grandi occhi nocciola in quelli cristallini e umidi di Luthien.
Quello sguardo era un ostacolo difficile da superare. Avrebbe dovuto dirle il reale motivo per cui era li, quel motivo che avrebbe chiuso ogni contatto, ogni sua notizie, che avrebbe lasciato Hermione solo nel ricordo. Strinse ancora di più la prese, e ricercò quel coraggio, che le era scivolato via con quel gesto imprevisto.
“ Hermione, io …sono venuta qui per salutarti. Questa notte partirò…”Luthien pronunciò ogni parola velocemente, come per renderle meno dolorose. Strappando con violenza il cerotto che avrebbe fatto male. Il sorriso di Hermione si spense e gli occhi divennero cupi.
“Partire? Stanotte? Dove… dove andrai?” Balbettava, e non capiva. Non voleva capire quelle intenzioni. Luthien calò lo sguardo. Non voleva guardare la delusione attraversarle gli occhi, non voleva vedere altro dolore passarle in volto.
“Ho una missione da compiere, e devo farlo il più presto possibile. Questo potere non mi da pace. Ho gli incubi ogni notte, ho dolori alla testa allucinanti. E non voglio attendere ulteriormente. Voglio andare in cerca di chi , a mia differenza,sarà felice di possederlo” Hermione ricordò le parole di Ginny di anni prima. Ricordò la minuziosa spiegazione sul compito di Luthien , sulla sua ricerca di colui o colui che avrebbe accettato quel potere enorme, che avrebbe messo pace nell’eterna lotta tra Licantropi e Vampiri. Luthien poteva farlo , ma non voleva. Luthien era degna di quel potere, era giusta, ma lei non voleva . Sarebbe andata in cerca di qualcuno meritevole. Ma Hermione capi che per farlo aveva bisogno di spazio, silenzio intorno a se. Aveva bisogno di allontanarsi, e inoltrarsi nei meandri della terra. Quella ricerca era importante, e avrebbe impiegato gran parte della sua vita. Questa volta fu Hermione a versare lacrime, ma non d’emozione. Lacrime di dolore. Luthien l’abbracciò. Lasciò che il capo si poggiasse sulla sua spalla, e le lacrime scendessero lungo i suoi occhi. Sentì le mani stringersi intorno al maglione, fare forza.
“Prometto che tornerò. Non starò via per sempre…” Non sapeva se quella promessa fosse reale , non sapeva dove l’avrebbe condotta quel viaggio. Se non avesse trovato nessuno degno, sarebbe stata costretta a prendere le redini del suo destino e sacrificarsi, per comandare un’armata di esseri mitologici e immortali.
“Quando lo farai, sarò io ad accoglierti. Quando ritornerai corri qui… non fermarti da nessuna parte, ma vieni qui…” esclamò Harmione tra le lacrime, non lasciando la presa. Rimasero abbracciate ancora un po’. Lasciarono che le lacrime si asciugassero, e infine si salutarono ancora, questa volta per l’ultima volta.
Luthien si indirizzò nuovamente verso il camino, con Bruthus alle calcagne. Lui sarebbe stato la sua guardia del corpo. Lui l’avrebbe protetta. Il grosso cane, che non l’aveva più abbandonata. Prese una manciata di polvere e rivolgendole un ultimo sorriso, fu inghiottita tra le fiamme, sparendo .
 
 
 
Hermione raggiunse la Tana poco dopo. Le lacrime del tutto sparite dai suoi occhi.
L’accoglienza fu calorosa. Fu travolta da innumerevoli abbracci. Era tra le persone che l’amavano , era con la sua famiglia, e aveva trovato la sua piccola semplice ma pura felicità in quei sorrisi , sinceri, che mai l’avrebbero mentita. Hermione aveva finalmente trovato il suo “E vissero felici e contenti…”
 
 

Angolo Posta:
Ciao a tutti!!! Ecco siamo giunti alla fine (?) …Non proprio! Questa è la fine della prima parte della mia storia! Inizialmente non aveva questa idea…Infatti nei primi capitoli si può capire che l’idea iniziale era quella di dar vita ad una semplice Fic incentrata solo su il triangolo amoroso Draco-Hermione-Ron, ma purtroppo la mia testolina ha voluto strafare e dar vita a questo “casino” di roba mischiata e contorta. L’epilogo ha accennato un po’ di cosa, come ad esempio che piccoli ricordi si fanno vivi nella mente di Hermione. Luthien è partita per la sua missione, in cerca di qualcuno degno di possedere quel potere, che le fu trasmesso, involontariamente, anni e anni prima….Ma non ho accennato a Scorpius o Narcissa…lo farò nel sequel,  che , come gia accennato nell’ultimo capitolo, sarà centrato sulla Nuova generazione, e vi dico che sarà una Rose/Scorpius…quindi per chi non sostiene questa coppia, voglio dirvi che non ci saranno solo loro… Non potranno mancare Teddy, James Sirius, Albus Severus, Fred Jr , Dominique, Lily, Hugo, Molly , Lysander e Lorcan, e naturalmente il mio Rigel Dolohov…. Che introduco in qualunque fic sulla nuova generazione. Ma non solo! Appariranno vecchi personaggi…tra cui anche Luthien …ritornerà, certo che ritornerà!! Perché non sarà tutto rosa e fiori…. Ok, sto dicendo un po’ troppo! Comunque spero che vi sia piaciuta la mia fic…anche se le recensioni non sono state assidue… vi ringrazio lo stesso. Ringrazio chi mi ha seguito, chi l’ha inserita tra le preferite, chi tra le ricordate, chi ha recensito, chi l’ha letta soltanto…Vi ringrazio soprattutto per essere giunti fin qui..ci vuole fegato , tanto fegato!!!!.... Ultima cosa….avrei dovuto inserire una MAGNIFICA COVER , fatta da Hakigo …che ringrazio infinitamente, ma non ho potuto…però nel Sequel cercherò di farlo, perché questa ragazza fa miracoli con le immagini! è un genio! Vi consiglio di farci un salto!... Detto questo…Vi ringrazio di vero cuore!!!! A prestissimo mie fedeli lettrici!!!!! Sperando di ricevere piccole recensioni, almeno conclusive! Fate questo sforzo vi prego!!
Un bacio!!! A presto!!!!
Sfiammella! <3 …. 
  
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