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Autore: pollama    15/09/2012    3 recensioni
[cit. dal primo capitolo] "Aveva bisogno di qualcosa di fresco, qualcosa che potesse dissetare le sue labbra inaridite".
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Erano passati cinque anni felici dall'ultima volta che Harry e i suoi amici avevano messo piede nella scuola di Hogwarts. Ma qualcosa è cambiato... un evento ha cambiato le loro vite ed è proprio per questo che presto vivranno una nuova avventura.
Storia avvincente e piena di colpi di scena, mistero e amore, suspense e... tanto altro :)
Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Ricordo che le parti in corsivo sono ricordi ^__^
Buona lettura!



4° capitolo

Nevicava ancora.
Ginny stava ripetendo alla mamma per la quarta volta che lei stava bene, mentre Harry ed Hermione fissavano i fiocchi di neve che si andavano a posare sui vetri impolverati.
«Harry!» Arthur Weasley si precipitò nella stanza con il cappotto leggermente bagnato.
«Harry, ho chiesto al ministero, ho chiesto al dipartimento Creature magiche, ma nessuno sa nulla su questo grosso lupo bianco. Mi dispiace»
«Signor Weasley, non era grosso quanto un normale lupo mannaro, se si trattava di questo, era forse il doppio e… e aveva un collare e... una ferita» intervenne Hermione ancora scossa.
«Hermione cara, vieni con me e Ginny in cucina, preparo un bel tè caldo»
Molly la prese per mano e si avviarono in cucina dalla quale proveniva il solito rumore di ferraglie arrugginite.
«Stai bene Harry?» Arthur gli fece cenno di sedersi accanto a lui e così fece.
«Harry, nessuno sa dell’esistenza di questo lupo. Nessuno lo ha mai visto e se fosse un lupo mannaro nessuno ha la minima idea di chi potesse essere in realtà. Questa creatura apparentemente non ha un nome»
«E’ un lupo senza nome in pratica» definì Harry.
Arthur lo guardò annuendo e continuò «Mi ero preoccupato vedendo che non arrivavi al Ministero»
«Ha ragione, mi scusi. Ma ho preferito portare prima qui, Ginny e Hermione. Sarei venuto dopo ma lei mi ha preceduto»
Arthur si alzò e poggiandogli una mano sulla spalla gli chiese se aveva voglia di un tè, ma Harry rifiutò. In quel momento non aveva voglia di ingurgitare nulla.

«Sai Harry? Ieri mia mamma mi ha fatto bere tre, quattro, o che so io, tazze di tè, una dietro l’altra e sai perché?»
Harry scosse il capo.
«Perché mi voleva convincere che avere un nipotino per casa l’avrebbe resa molto felice. Ma Harry secondo te… sbaglio? Voglio dire… non mi sento ancora pronto, non ora»
«Ron, non è un obbligo diventare padre. E giusto così se non ti senti ancora pronto. E’ un passo importante e poi, hai una vita davanti a te per divenire tre o quattro volte papà»
«Harry, e se non ne avessi l’occasione? E se non posso vedere mio figlio crescere come…»
«Come mio padre?» concluse Harry, ma non si sentiva infastidito. Dopotutto erano domande che si era posto lui stesso.
«Harry, ho paura»


Quel ricordo apparteneva a due o tre giorni prima della scomparsa di Ron. E proprio quel ricordo gli fece affiorare nella mente un ipotesi.
«Hermione!» chiamò a gran voce la ragazza, che arrivò gettando a terra un po’ di tè dalla tazza che aveva in mano.
«Harry cosa succede?»
«Hermione, ti devo chiedere una cosa, ma concentrati. E’ importante»
Hermione annuì accigliata.
Harry prese un bel respiro, cercando di mettere ordine nella mente.
«Hermione, Ron ti ha mai detto di aver paura di qualcosa? Oppure che aveva litigato con qualcuno?»
Hermione fu sorpresa nel sentire quella domanda.
«No… non ricordo nulla del genere, ma…»
«Ma? Hermione è importante!»
«Ricordo… che stavamo al parco e guardavamo dei bambini giocare, ad uno di questi scivolò via la palla che andò a sbattere contro il piede di Ron. Io lo fissavo mentre lui ridava la palla al bimbo facendogli una carezza sulla testa. Poi gli dissi che sarebbe stato bello avere un bimbo nostro. Ricordo che la sua espressione divenne di colpo cupa e mi disse che quello non era il momento giusto, che aveva paura di non poter fare il padre o di lasciarmi sola a fare da mamma. Poi guardò in modo strano un uomo che passo di lì. Ma non feci molto caso a quest’uomo… Ero un po’ confusa per la risposta avuta»
Hermione sospirò, come se quel ricordo fosse stato nascosto fino ad allora in chissà quale angolo della mente.
«Hermione vado a casa tua. Se mi dai le chiavi vado a cercare delle prove. Probabilmente, prima della sua scomparsa, Ron ha avuto delle minacce. Spero di trovare qualcosa di utile»
«Io…»
«Tu rimani qui. E non dire nulla a nessuno. Per ora, fino a quando torno, nessuno deve sapere cosa sono andato a cercare»
Hermione annuì e lasciò andare l’amico sperando che le sue ricerche andassero a buon fine.
  
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