A/N: Sono contenta delle recensioni e dei vostri
pareri. In questi mesi sono riuscita a pensare ad un degno finale. Devo
decidere solo se farlo finire in modo chiuso o con un cliffhanger...
xD
Se il sequel si farà o no, (ve lo dirò in seguito)
lo incomincerò a scrivere dopo aver finito questo. Spero di non avervi fatto
aspettare troppo ma tra la scuola (iniziata il 10), problemi e altro, non ho
potuto finire e inviare questo capitolo. Proprio il 15 Settembre (data che
molti pensavano avrei inviato il capitolo)avevo finito il capitolo. Ma tornando
a casa mi si è cancellato ed ho dovuto ricominciare tutto il POV di Cal da capo
(Per non parlare di tutte le correzioni). Speravo di poter usare un programma
per recuperarlo ma sembra non esiste per il mio telefono. Spero la qualità del
capitolo sia come era originalmente. I contenuti sono gli stessi, ma ovviamente
avevo scritto in un modo diverso. Comunque…
Enjoy :D
Capitolo
11 – Sveglia!
---
JULIET POV ---
Appena sveglia andai a prepararmi.
Presi la borsa che avevo preparato il giorno prima e uscii di casa. Passai da
Gus e gli diedi le mie chiavi. Due volte al giorno doveva venire a dare da
mangiare alla mia gatta e a cambiargli l'acqua.
Era un po' a disagio ma accettò.
Una volta era venuto a casa e si era
seduto sul tappeto per accarezzare la mia gatta. Il mio altro gatto,
soprannominato da Shawn "Greyrish" (era
grigio e gli piaceva dormire sulla coperta comprata in Irlanda) geloso, lo
attaccò e gli strappo i suoi pantaloni preferiti.
Gli ricordai che ora a casa era
rimasta solo Bianca, per Shawn BA-nca :
B.A.(4) perché è coccolosa e -nca perché è bianca.
Dopo tanto tempo però ero riuscito a
convincerlo a chiamarla solo Bianca.
Era fastidioso per il nome in se... e
perché così mi ricordava che spendevo troppi soldi per lei. Collari,
giocattoli, cuccette e soprattutto una mini-poltroncina che non aveva mai
utilizzato. Questo perché preferiva il tappeto. Poi Shawn senza dirmelo decise
di rivendersi la poltroncina e mi portò poi a cena fuori con il ricavato. Davvero
un buona idea.
Con il ricordo di quella serata, mi
avviai verso l'aeroporto e cercai di stare calma. Il traffico era ingombrante e
quindi ci sarei messa molto ad arrivare.
--- Qualche minuto più tardi... ---
Arrivata all'aeroporto, parcheggiai e
mi diressi verso l'entrata. Ero molto sorpresa perché anche se fuori le vetture
erano relativamente poche, (ed erano per lo più moto) dentro si stava molto
stretti. Non che ci toccassimo, ma per quanta gente c'era, sembrava ti mancasse
l'aria.
- NON POTETE LASCIARCI A TERRA!! -
C'era una quantità smisurata di gente
al banco informazioni. Di solito era quasi vuoto. Era visitato solo da gente
straniera, persone sbadate, poliziotti, o persone che volevano entrare nella
pista. Quegli ultimi erano i “più numerosi”. Erano per lo più piloti
dell'aeroporto ma c'era una piccola minoranza di ricconi che venivano con il
proprio pilota, per viaggiare con un aereo privato.
Essendo una poliziotta, mi sentii il
dovere di andare ad aiutare quella gente.
- Cosa succede? - Molti si girarono
verso di me, tirai fuori il distintivo e cominciarono a guardarsi tra loro. Poi
un coraggioso si fece avanti e mi spiegò tutto... Mentre mi spiegava però mi
distrasse un movimento nella folla. Mentre tutti mi stavano fissando, (inclusi
gli addetti del banco informazioni) un tipo riuscì a sgattaiolare fuori. Ero
stata fortunata a notarlo perché ero stata l'unica per quanto era stato veloce.
- Ehi! Aspetta! -
Per i viaggi avevo sempre le scarpe da
ginnastica. Meno male che quel giorno avevo fatto come al solito.
Ero stata sempre bravissima a correre,
ed ero la più brava del dipartimento a farlo sui tacchi. Ma lui era agile e
veloce.
Lo richiamai.
Improvvisamente incominciò a
rallentare, fino a quando si fermò del tutto.
Alzò le mani sulla testa in segno di
resa. Non avevo capito minimamente il perché. Era molto vicino a fare perdere
le sue tracce quindi perché arrendersi?
La cosa non aveva alcun senso.
Stava per dirmi qualcosa ma lo
interruppi.
- Più lentamente. Voltati più
lentamente. -
- Dai Juliet! Sono io. -
Lui sembrava ridere. La sua voce...
- Declan? -
Lui tirò un sospirò di sollievo e si
tolse gli occhiali. Era proprio lui, ma un tantino più abbronzato (per quanto
sia possibile!) ed era molto più tonico.
Riuscì a notare anche un luccichio provenire
da una mano... aveva un anello...
No.
Una fede.
- Sposato. -
Lui rise e si guardò l'anello.
- Me lo dicono tutti... No, per ora
solo "Promesso Sposo". Nella famiglia di lei hanno questa tradizione
che sia l'uomo che la donna portano un anello per tutto il fidanzamento. -
Sorrideva come non mai. Anche con me
era sempre solare, ma era uno sguardo completamente diverso. Forse aveva
trovato quella giusta. E forse già quando stavamo insieme sapeva che tra noi
non sarebbe durato...
Lo stesso era successo a me con Shawn.
Lui era stato l'unico a farmi provare certe emozioni... La gelosia è una cosa
che ad esempio non ho mai provato... Sono stata molto gelosa di mio fratello,
ma di un fidanzato mai. Forse era il fatto che ero solo ingenua o giusto perché
non era Shawn.
Non era quello giusto.
L'hanno scorso ho avuto molti motivi
per essere gelosa... in quei momenti mi divorava dentro quella sensazione così
egoista ma così naturale che è la gelosia...
Diciamolo.
Ho sempre evitato relazioni con tipi
come lui, come era lui.
Perché lui era cambiato con il tempo,
e anche molto, anche se molti non la pensavano così. Aveva cambiato tutto il
suo modo di vita "vagabondo" ad uno più "sedentario".
Quando lo avevo conosciuto e quando siamo diventati amici, lo vedevo e mi
raccontava pure.
Cambiava "ragazza"
(chiamarle così era anche troppo), da un minimo di 2 giorni passati insieme ad
un massimo di una settimana... Per la
casa era lo stesso... Ne cambiava una appena ne vedeva una più comoda o
conveniente.
Da quando stava con me stava
migliorando ancora di più, si era trasferito da me e mi sembrava più che
contento. Ora poteva benissimo capire tutti gli sposati, ora che poteva notare
e godere anche lui dei benefici che la convivenza porta...
Una volta questo me lo disse lui prima
di addormentarci.
Però ero comunque molto
nervosa...Molte persone dicono che certe persone non possono cambiare...
Ho vissuto molte volte con questo
pensiero, anche per colpa di mio padre... ma forse questa regola non vale per
tutti...
Ma sono gelosa.
Non perché non mi fido di lui, perché
lo vedo... a volte sembrava che era lui il più innamorato tra i due. Ma era
solo il mio passato che non mi fa vedere oggettivamente. Non credevo che le
persone potessero cambiare… E quindi un po’ avevo paura che ritornasse nelle
sue vecchie abitudini…
Solo quando ero sola, completamente
sola con lui mi rilassavo e non avevo altri pensieri...
- Juliet! -
Non so quanto tempo ero rimasta a
pensare, ma sicuramente molto.
- Allora... - Si schiarì la voce - Sei
qui per lavoro o... -
- Devo partire... Per Washington... -
Ero un po' impacciata.
- Beh... - Lui si avvicinò un po’ e mi
indicò un hangar li vicino. -
Se vuoi... Se a Shawn non da
fastidio... - Cercava sempre di fare l'amico... e lo ammiravo così tanto per il
suo perdono e per la sua comprensione. Shawn era stato molto maleducato con
lui… - ... Potrei accompagnarti io. Il prossimo volo per Washington è tra due
ore. -
Era troppo... – No no no no, grazie ma
non serve... non voglio essere di troppo. Posso aspettare 2 ore... non...non è
così urgente. - Guardai in basso perché anche se era vero per me rimaneva lo
stesso importante arrivare più presto possibile... Per la mia salute mentale
soprattutto.
- Ehi! - Richiamò la mia attenzione.
Si avvicinò a me e mi alzò il viso...
- Non so cosa è successo, ma
sicuramente mi hai mentito... - Deglutii - Per te è importante. E anche molto.
-
Lo guardai negli occhi.
- Non mi devi mentire… Non serve a
niente. –
Era uno psicologo...
- Questo viaggio… è per lui? Lo
riguarda vero? - Annuii
Abbassò la mano e me la mise dietro la
schiena.
- Vieni. E non preoccuparti, devo
passare li vicino. -
All'hangar salii sull'elicottero. Era
a due posti. Ci sedemmo e posai lo zaino dietro il mio sedile. Io mi misi la
cintura mentre lui finì di impostare l'aereo e la destinazione.
- Quindi... cosa è successo? - Lo vidi
ancora smanettare con il navigatore. - Se posso chiedere... -
- Si... E' un po' lunga la storia... -
- Beh lo sarà anche il viaggio. -
- ... -
- Facciamo così. Prima racconto io e
poi tocca te. -
Dopo che l'avevo lasciato l'avevo
visto solo per un serial killer. Anche in quel caso Shawn, era stato geloso appena
ha saputo che ci aveva aiutato.
Comunque mi disse che aveva continuato
a fare l'imprenditore, e iniziò a seguire un centro di ricerca. Aiutava gli
scienziati quando avevano bisogno di un parere di uno psicologo esperto. Questo
perché aveva conosciuto, nel viaggio che poi aveva fatto ad Amalfi, il
direttore di questo centro e avevano fatto amicizia.
È in qui che conobbe la sua fidanzata.
Era venuta in un istituto affiliato a
quello del suo amico, perché suo fratello aveva un problema psicologico. Il
problema era abbastanza grave e dopo due settimane di terapie chiamarono la
consulenza di Declan. Dopo giusto una settimana capì
cosa gli era successo e iniziò la terapia con un approccio estremamente
diverso. Seguii davvero molto questo ragazzo e per questo incominciò a
frequentare anche la sorella. Dopo molto tempo, e dopo varie uscite si
innamorarono. Un anno dopo il loro primo incontro lui le chiese di sposarlo.
Durante il discorso era già decollato.
Il panorama era fantastico.
Lui si schiarii la voce.
- Allora... ora è il tuo turno... -
Il discorso sarebbe durato molto. Ero
sollevata. Mi avevano dato sempre fastidio i voli in aereo… e in elicottero era
ancora peggio per “le pareti” trasparenti… Anche se dovevo ammettere che era
proprio bello il paesaggio.
(4)= Baci e Abbracci per chi non avesse
capito xD
---
LASSITER POV ---
Ero già sveglio da una decina di minuti ma decisi
di rimanere ancora nel letto a pensare...
Quello che sarebbe successo oggi avrebbe cambiato
tutto... tutto il futuro.
Non sapevo se esserne contento o no... Infondo
avevo sempre voluto smascherarlo. Ma era cambiato... no. Il tempo CI aveva
cambiati... tutti quanti.
Ci stavamo avvicinando anche come amici... Quando
avevo detto in centrale che mi sarei sposato lui si era anche offerto di fare
tutti i preparativi, le varie feste (celibato, nubilato), ma io lo scansai...
Dopo alcuni punzecchiamenti cedetti e gli dissi che l'avrebbe fatto...
Ovviamente dopo tutto questo non sarà più così. Almeno
credo…
Fortunatamente io e Marlowe decidemmo di prendere
più tempo perché comunque lei aveva sempre sognato di celebrare il matrimonio
sulla spiaggia, con pochi intimi e in un mese estivo...
Avrei avuto quindi molto tempo per trovare un valido
sostituto.
Ma la cosa che mi aveva fatto più riflettere era
il lavoro. Come sarebbe stato senza di lui.
Grazie alla sua influenza, anche se a volte
irritantemente particolare e fastidiosa, ero riuscito a migliorare molto.
All'inizio davo sempre tutto per scontato e per
questo chiudevo il caso con la prima soluzione probabile... Ma grazie a lui ero
diventato molto più determinato a trovare la verità e sempre più competitivo.
Molte volte in questi ultimi anni ero riuscito a
chiudere un caso senza che lui mi aiutasse o contraddicesse.
Quindi perché esporlo? Perché cambiare tutto il
presente e tutto il futuro conosciuti, in presente e futuro ignoti? Perché
prendere un rischio così grande e compromettere la felicità dei miei amici, e
la sicurezza di tutti i cittadini? Perché?
Poteva solo essere uno il motivo.
Il fatto è che... Ho voluto...
Sono riuscito a realizzare finalmente il motivo
per cui voglio mettere tutto alla luce: io voglio solo...
- Tun Tuttutuuuu -
I miei pensieri si fermarono per la sveglia. La
chiusi. Mi alzai ma rimasi seduto sul letto.
Ero felice. Finalmente avevo scoperto il vero
motivo per tutto questo. Un motivo per continuare a combattere. Ma questa volta
non in modo egoistico…
Ma per il bene di tutti.
Girai lo sguardo verso il comodino. Il cellulare
era acceso.
Marlowe mi aveva avvertito che una sua collega era
andata in pensione e quindi le avevano dato il suo posto, finalmente aveva
ricevuto un lavoro a tempo indeterminato. Mi disse che però mi avrebbe potuto
chiamare solo questa sera. Attraverso un messaggio mi congratulai con lei e le
diedi l'appuntamento alla sera.
Mi andai a vestire e preparare, poi scesi a
mangiare al buffet dell'hotel.
Il buffet avrebbe fatto brillare gli occhi a
qualsiasi americano, conteneva qualsiasi cosa potessi cercare: dai cornetti
alle ciambelle, dal pane ai panini, dalle torte ai dolcetti e ogni tipo di
bevande disponibili. Il tipo dalla giacca scura prese quasi tutte le ciambelle,
quindi decisi di provare un cornetto alla doppia crema e il mio solito caffè
con 2 di zucchero e 3 di panna. Mi misi proprio alle spalle dell'orologio della
stanza. Non volevo affatto correre.
Non avevo nessuna fretta di andare al CLG(1)...
Qualcosa mi aveva insegnato che qualcuno era più dispettoso anche di
Spencer... (E non mi andava certo di aspettare un altro paio d’ore chiuso in un
cubo…)
Il caffè era buonissimo. Sembrava essere 100%
italiano.
Una tosse mi fece muovere lo sguardo.
Il tipo con la giacca nera aveva gli occhiali
addosso (strano) e si stava abbuffando di ciambelle ad una velocità
indescrivibile. Si vedeva benissimo dalla posizione in cui stava, che era
pronto per scattare.
Il suo sguardo continuava a puntare a momenti me
(non ero sicuro perché aveva gli occhiali) e il suo piatto.
- Tutto ok? - Un cameriere gli chiese
preoccupato.
Annui e alzò la mano per indicare che stava
bene.
Mi avvicinai con la scusa di dover
posare i miei piatti. Cominciava ad essere familiare...
Poi mi guardò e scappò via. Sembrava
spaventato. Senza correre troppo lo seguii.
Prima che potessi chiedergli qualcosa,
salì in taxi e partì.
Rientrai dentro per continuare la mia
colazione. Un cameriere uscì dalla cucina con un piatto pieno di fette
d'ananas. Sembrava guardarsi in giro...
---
SHAWN POV ---
- Al-al-alzatiiiiiiiiiiii!
-
- Gahhhhhhhh! -
Sobbalzai sul letto... il telefono cadde con me a
terra...
Quella sveglia avrei dovuto cancellarla...
Mi accarezzai la testa e la caviglia... Cadendo
avevo preso una bella botta.
Mi sentivo la testa implodere.
Chiusi la sveglia sul telefono.
Si aprii l'applicazione musicale.
Evidentemente mi ero addormentato con la musica
accesa. Perché non si era scaricato allora?
Il cavo dell’alimentazione…
La sera prima l'avevo attaccato alla corrente. Mi
tolsi allora le cuffie e mi riaccasciai sul letto. Ero stanchissimo.
La sera prima avevo dormito molto poco (pensando che come minimo dormo 11 ore al giorno!). Per
tutta la serata mi ero messo a pensare a quello che sarebbe successo oggi...
“Cosa
avrei dovuto affrontare? Come avrei dovuto comportarmi? Con chi avrei
parlato...”
Sul letto mi riaddormentai.
Fu un messaggio di Gus a svegliarmi. Prima di
addentrarmi nel mondo dei sogni avevo messo la vibrazione e non so come, il mio
cellulare finii sotto la schiena...
Era davvero rilassante, meglio di un massaggio
quasi, ma mi svegliai e lo lessi.
- Che diavolo ci fai a Washington DC? Risp. ASAP(2) -
…
"Oh cavolo!"
- L'APPUNTAMENTO! -
Mi vestii in fretta (stavo inciampando anche) e
presi il mio gel.
Andai al bagno e mi specchiai allo specchio...
I miei capelli erano un disastro!!
In questo periodo erano passati molto in secondo
piano... Erano cresciuti e ce li avevo tutti sul viso(3)... per non
parlare di come erano disordinati. Ma quello non era il problema principale
(beh...), sul viso avevo delle occhiaie profonde. Credetti fossero derivate
dalla mancanza di sonno un po' di tutto il periodo. Fortunatamente per la
conformazione del mio viso, le occhiaie non si notavano spesso... ma adesso
si...
Dovevo fare qualcosa.
Mi sistemai con cura i capelli (non potevo uscire
in quello stato), sistemando i capelli più lunghi all'indietro, e sinceramente
mi stava molto bene. Li preferivo prima, ma questi erano davvero molto di
classe.
Posai tutto nella mia camera d'albergo ed entrai
di soppiatto del bagno delle ragazze...
Come era ipotizzabile, questo albergo dava alcuni
campioncini di trucchi vari... andai sui fondo tinta e li provai tutti sulla
mano. Nessuno era del mio colore... Ce ne era solo uno gel, ma quello non era
adatto... Mi avrebbe solo evidenziato le occhiaie...
...
Beh... ogni tanto mi capitava di accompagnare
Juliet a fare shopping.
Io sono uno che impara in fretta!
Sentii la porta aprirsi. Entrai di fretta in uno
dei bagni, e accesi la luce.
Mi stupii della condizione del pavimento.
Perfetto.
Certi maschi non
sarebbero mai riusciti a tenere testa alla pulizia delle donne...
La tizia entrò in quello affianco al mio. Senza
farmi sentire, uscii fuori e vidi che aveva lasciato il porta trucchi sul marmo
del lavandino.
Lo aprii. Era davvero pieno di roba… tanti
trucchi. Rossetti, Eyeliner, fard, … e persino alcuni smalti.
Cercando ancora riuscii a trovare anche l'anti-occhiaie!
(Quello a stick! Erano i più comodi!)
Me lo misi ad entrambi gli occhi e lo chiusi...
Fece un rumore del genere: "hhhschtt"
Mi ero dimenticato di tirarlo dentro...
Aveva usato la mia stessa tecnica, perché aprì la
porta, ma senza farmi accorgere di lei.
- Ehi! Che diavolo stai facendo! -
Cercai di rimettere tutto dentro ma caddero alcune
cose a terra.
- I MIEI TRUCCHIIIIII! IDIOTAAAAAA -
- Scusaaaaaaaaaa - E
corsi fuori. Entrai nella mia camera in un attimo.
L'avevo scoperto con mia madre tanti tanti tanti anni fa. MAI e dico MAI toccare o rovinare i trucchi di una
donna... ... o sei un uomo morto.
Mi misi il giaccone nero ed entrai in bagno. Mi
sistemai il trucco con le dita e mi misi gli occhiali. Avrei fatto colazione
per poi volare verso il CGL... no aspetta... il CLG.
Quando sentii che se ne era andata, chiamai per il
servizio in camera, ma mi risposero che il servizio non era valido di mattina.
Per il disagio mi dissero che potevo scegliere un piatto speciale. Dissi
"piatto con ananas, tanto ananas" e attaccai.
Scesi piano piano le scale e senza poi più di
tanti problemi arrivai alla zona buffet. Evidentemente l'hotel era gigantesco
perché non era riuscita ancora a trovarmi.
Andai al buffet e mi riempii i piatti di
ciambelle. La mattina di solito mangiavo la metà e il tutto con molta calma,
ora mi toccava fare il contrario...
Mi sentivo osservato... Una sensazione davvero
brutta quando cerchi di non farti notare. Andai al primo tavolo disponibile con
due piatti pieni di ciambelle. Per quella sensazione non riuscii nemmeno a
sedermi bene… Ero tutto storto e quasi alzato…
Avevo una fame incredibile... non ricordavo
nemmeno se avevo mangiato o no la sera prima. Non ci pensai nemmeno più di
tanto.
Fatto sta che ingurgitavo una ciambella dopo
l'altra senza curarmene del cameriere affianco a me, che forse si chiedeva il perché
della mia velocità. Mi stavo davvero strozzando. Tossii un paio di volte. Alla
seconda, davvero rumorosa e anche parecchio dolorosa, un cameriere mi chiese se
stessi bene.
Gli mimai un tutto ok e mi girai per guardarmi
l’orologio. Ma era sbagliato il fuso orario… Allora mi girai intorno con lo
sguardo per cercare un orologio. Notai che Lassiter mi stava fissando... Era
proprio seduto sotto all’orologio della stanza… sul suo tavolino notai le sue
chiavi...
Avevo fregato a lui l'ananas.
Continuai a mangiare quando con la coda
dell'occhio notai due sagome avvicinarsi. Lassiter era il più vicino, ma quella
dietro di lui...
Era la ragazza che si guardava intorno.
Presi l'ultima ciambella, e dopo un ultimo sorso
scattai verso l'uscita.
Ad un cameriere che stava passando nella direzione
opposta alla mia, lanciai le chiavi della mia stanza. Le prese con la mano
destra. Sulla sinistra teneva un vassoio, forse il mio ordine.
Uscii e vidi che si era fermato un taxi. Da li
scese una signora.
Mi ci imbucai subito io.
- Al Lightman Group, per favore. -
---
LIGHTMAN POV ---
Ore 9:50
Eravamo già tutti in posizione per aspettarlo da
circa 20 minuti. Avevo fatto in modo che sarebbe stato tutto perfetto. Molti
dei miei dipendenti se ne erano andati, ed era un bene. Avevo impartito degli
ordini a tutti, compresa Gillian, e per questo molti avevano preferito
tornarsene a casa. Mentre tutti avrebbero fatto i loro compiti io sarei rimasto
a guardare da lontano, a monitorare tutti ed a studiare il nostro soggetto.
Nel mio ufficio c’era una calma e un silenzio
rilassante.
Ma il tempo passava e lui non si faceva ancora
vedere.
Mi misi a guardare le e-mail, sentire un po’ di
musica, navigare su internet e creare un nuovo livello del tester per i miei
dipendenti. Qualcosa per far passare il tempo.
Sapevo bene che era un ritardatario, Gillian quella
mattina me l’aveva ripetuto una ventina di volte. Ma se sai che hai un
appuntamento molto importante, devi arrivare puntuale…
Avrei dovuto fare di testa mia e dirgli di venire un
ora prima… così almeno ero sicuro che sarebbe arrivato in orario…
Poi presi il telefono e mandai questo messaggio a
Lassiter:
“Lightman Group; La informiamo che il suo
appuntamento
è stato posticipato di un ora. Buona giornata! “
Di solito ero molto contrario a fare questo genere
di cose che infatti lasciavo sempre fare ai segretari. Questa volta però ero
così pigro di alzarmi ed andare a chiedere che alla fine l’avevo fatto io
stesso. Il secondo motivo però era che forse non c’era più nessuno ma non avevo
certo intenzione di andare a controllare.
Ore 10:10
Erano passati altri 20 minuti e iniziavo davvero ad
irritarmi… pensavo avrei dovuto chiamarlo, ma gli altri dipendenti non avevano
voluto darmi il suo numero di telefono… Non sapevo davvero cosa fare, così
decisi di andarmi a bere un caffè.
Uscii dal mio ufficio ed entrato nel corridoio notai
che non c’era anima viva… Avevo ragione sul fatto che se ne erano andati
allora!
Ma più camminavo e più avvicinandomi, sentii il volume
di alcune voci alzarsi. Ad un certo punto, un dipendente uscito fuori mi vide e
diede “l’allarme”. Questo perché
successivamente dalla “Break Time
Room” uscirono dalle 10 alle 20 persone, che ritornarono ai loro posti
prefissati…
Non potevo nemmeno lasciarli alcuni minuti che…
…sfaticati…
Guardai lo stato della stanza in cui mi trovavo. La
“Break-Time Room” era sostanzialmente piccola come stanza. L’avevo fatta
costruire tanto tempo prima immaginandola con un massimo di 5-7 persone… non
sicuramente 20!
La stanza naturalmente si era sporcata molto. Decisi
quindi di chiamare il servizio di pulizie. Loro avevano il loro ufficio
principale 3 piani sotto di noi, quindi sarebbero arrivati in una questione di
minuti.
Andai comunque vicino al bancone e vidi che erano
andati a comprare il caffè ad uno Starbucks qui vicino. Non riuscivo a capire
cosa aveva di strano il nostro caffè…
Giusto per cambiare, bevvi una tazza del caffè
comprato. Dovevo ammettere che era molto buono, ma il nostro era comunque
accettabile. Dopo aver finito di bere e mangiare un piccolo panino al
prosciutto che avevo trovato intoccato sul tavolo, salutai la donna delle
pulizie che era già a lavoro (no come i miei dipendenti!), la pagai, e ritornai
al mio ufficio.
Mi rimisi subito a sedere sulla sedia e ritornai al
computer.
(5)
- Cal?-
Gillian era entrata nel mio ufficio. Lasciò la porta
aperta e lentamente mi si avvicinò.
– Te l’avevo detto.– Mi mise una mano dietro al
collo e mi accarezzò la testa. – Sei troppo testardo! L’ho studiato alla
perfezione ed anche un ora fa ti avevo detto che come minimo sarebbe arrivato
dopo le 10 e mezza… Metà dei dipendenti che erano rimasti se ne sono andati a
causa dalla noia. Avresti dovuto darmi retta sul fatto che avrebbe fatto
ritardo. Perché avevo ed ho ragione. – Mi tirò i capelli per
sottolinearlo.
A questa provocazione, in pochi secondi girai la
sedia e con le gambi la feci cadere su di me.
- Ah si?- La avvicinai e tentai di baciarla.
- Cal non ora. Ne abbiamo già parlato. – Mise tutte
e due le mani sul mio petto, e cercò di spingersi indietro ma ero più forte io.
– Caaaaal! Dai!! Lasciami andare.-
- L’hai detto tu che abbiamo ancora moltissimo tempo
no?- Era riuscita quasi a rialzarsi, ma metà del suo corpo era ancora su di me.
- Non… non ho detto questo. E poi ne abbiamo già
parlato. Non è proprio il caso! Non te la farò passare liscia, sappilo?-
- Ah si? Ne sei così sicura?-
- Certo!-
Il fatto che teneva ancora le mani sul mio petto era
un grande punto a mio favore
Con una mossa ancora più precisa e calcolata, le
feci perdere di nuovo l’equilibrio, così questa volta mi cadde in braccio. La
sedia era molto reclinabile, io di solito la lasciavo proprio al massimo dalla
sua flessibilità per poter, se volevo, mettere i piedi sulla scrivania.
Proprio per questo motivo, mi abbracciò
istintivamente per non cadere.
- Caaaal!!!! – Dalla
posizione in cui stavamo, la sentivo parlare vicino al mio orecchio… quando
strillava faceva un po’ male…
- Ti ricordavo più professionale… Dai vieni qui…- La
strinsi ancora più a me. Adesso che mi stava abbracciando aveva ancora più
difficoltà a liberarsi. Tra la mia presa e la sua posizione, la possibilità di
muoversi era davvero minima.
- Caaaaaal!!! Lasciami… Mi
sto davvero arrabbiando! –
Si stava incominciando davvero ad irritare e la cosa
mi iniziava a piacere molto… Il suo modo di opporsi a me mi intrigava
parecchio… Sapevo benissimo che non le sarebbe dispiaciuto, ma ogni volta da
quando stavamo insieme, quando avevamo un appuntamento davvero importante, non
si avvicinava mai più di tanto. Né un abbraccio, né discorsi romantici, né
tanto meno un piccolo bacio innocente (anche se da me era raro riceverlo). E
sapevo davvero bene il perché… Se l’avessi abbracciata, o se le avessi detto
parole dolci, o se l’avessi baciata, ero sicuro al 100% che si sarebbe sciolta
e mi avrebbe lasciato fare. Lei era molto MOLTO più professionale di me, e per
questo cercava sempre di resistere.
Sono o non sono IRRESISTIBILE?
Dato che mi stavo divertendo parecchio continuai con
la mia tortura.
- Ah si?-
Le soffiai sul collo. Da come reagì, riuscii a
capire che stava facendo molta fatica a non lasciarsi andare… Riuscii a sentire
il brivido che le percorse la schiena… A lei piaceva molto questa sensazione… apparte in questi rari momenti. In questi casi era una
delle cose che la facevano più arrabbiare…
- CAL.-
- Che c’è? Si vede benissimo che non ne vedi l’ora.-
- Non credo proprio.-
- Eppure il linguaggio del tuo corpo dice
esattamente il contrario.-
- Cal… - Ora il momento più bello di tutti – Se non
mi lasci…
Proprio così. Le minacce… Mi piacevano proprio.
Quella piccola scossa di adrenalina… Lasciare o
continuare?
Dalle donne puoi aspettarti di tutto. Ma non potevo
fermarmi ora.
-… Ah si?-
- Guarda Cal che se non la smetti… Te ne pentirai…-
Questa volta avrei dovuto ascoltarla… invece
continuai con il mio punzecchiamento.
- Ah si?-
Dopo pochi secondi mi ritrovai con un dolore
lancinante sulla spalla e per questo mollai la presa.
- GILLLLLLLLLL!!!!!!!-
Lei si approfittò di quel momento e si rialzò.
- Ti avevo avvertito.-
Mi misi la mano sulla spalla (più che altro la base
del collo).
Mi aveva morso…
- Gill?! Che diavolo!! Mi rimarrà il segno per
giorni!!-
In fretta mi rialzai. Stava uscendo dalla porta.
La presi all’ultimo secondo. La tirai a me e la
bloccai tra il mio corpo e il muro…
Chiusi la porta e avvicinai la mano alla chiave, ma
lei mi aveva anticipato e ora ce l’aveva nella sua mano sinistra.
- Dammi quella chiave?-
- Ah si?- Mi stava facendo il verso. – Tanto non la
prenderai mai.-
- Questo lo vedremo.-
Presi l’altra mano e la portai su con l’altra, e
gliele bloccai con la mano sinistra. Iniziò a scalpitare con le gambe… le
bloccai avvicinandola ancora di più al muro.
Adesso che avevo una mano libera tentai di prenderle
la chiave.
Ma aveva una presa davvero forte.
Poi però notai una cosa…
Oggi indossava una camicetta rossa smanicata…
…
Allontanai un po’ la mia mano destra per fargliela
vedere bene. Poi la mossi velocemente facendole capire cosa avevo intenzione di
farle.
- No Cal.-
- Eh si… Tu non vuoi collaborare no?-
- No Cal, quello no…-
- Allora dammi la chiave.-
- Non ci penso per niente.-
- Sai cosa ti aspetta.-
- Dai no… Quello no. Sei cattivo.-
- Tu mi hai morso… Io voglio soltanto utilizzare a
mio favore un tuo punto debole… per una cosa che piacerà ad entrambi… -
- … - Respirò profondamente.
- Allora?-
- Io non mollo.-
Iniziai a farle il solletico… Conoscevo già da un
bel po’ questa sua debolezza. A volte sul letto ci capitava di giocare così…
Amavo tantissimo il suono della sua risata e il suo sorriso, e questo me li
portava entrambi.
Dopo poco incominciò a ridere e a chiedermi di
smettere.
Era già diventata tutta rossa… Bellissima.
- Dai fermo… -
- Tu dammi la chiave.-
- No!-
Provai a scendere proprio sul punto giusto e iniziò
a cedere un po’.
- Dai Caaaaaal!!!!!-
- Ehm EHM!-
Ci girammo tutti e due verso la porta che ora
stranamente era aperta…
Sull’uscio c’era un Locker
molto imbarazzato, e con la sua solita faccia da imbecille…
Smisi subito di farle il solletico… ma non pensai
minimamente a spostarmi da lei…
A quello ci pensò lei, pestandomi il piede (CON I
TACCHI) e spostandomi con una capocciata.
- Ehm… ritorno più tardi?? Forse non è un gran
momento.-
Stavo per rispondergli “Certo idiota! Certo che ho
da fare con la mia donna!! Non vedi??” Ma qualcuno
mi batté sul tempo e sulla spalla dolorante.
- Nono… Non stavamo facendo proprio nulla. Vero
Cal?-
- Ahhh… eh… ehhhh… si.-
Locker ci stava fissando. Per quello che penso, aveva
sicuramente notato il mio morso sul collo, il fatto che stavamo appiccicati un paio
di secondi prima… e che la faccia di Gillian era completamente rossa.
- Ceeeeeeeeeeeeeerto… come
no.–
- Locker dimmi che diavolo
vuoi e non perdere tempo…-
- Qualunque cosa stavate facendo dovete
assolutamente rimandare. – “E dai! Parla!” – Il sensitivo è arrivato…-
- Ok –Disse Gillian. Lei si incamminò fuori con Eli.
Io mi girai e tornai alla scrivania.
-Cal?- Era affacciata allo stipite. – Non vieni? –
- Arrivo subito.-
Presi il cellulare e incominciai a pensare…
Locker aveva questa straordinaria
e fastidiosa abilità nell’interrompermi nei momenti più importanti… Se non
fosse per lui, avrei perso meno anni con Gillian…
Adesso mi accorgevo che questa abilità non era solo
sua. Non lo avevo ancora incontrato è già incominciava a “fare numero”. Speravo
davvero che dopo questa grande avventura non l’avrei mai più dovuto vedere.
Mi bastava Locker come mio
“Rovinatore di Momenti Personale” e non me ne serviva certo una copia…
Uscii da questa porta con questa grande preghiera.
(4)= Baci e Abbracci per chi non avesse capito xD (1)= Cal Lightman Group (2)= "As Soon
As Possible" Più presto possibile (3)= Come nel disegno che avevo fatto per uno dei capitoli precedenti (5)= Qui ho un piccolo vuoto di memoria… erano solo
delle riflessioni comunque… niente di decisamente importante per la storia. |
A/N: Ben 5085 parole xD
Grande record. Correggerò eventuali errori grammaticali successivamente.
Secondo una piccola e veloce previsione penso
riuscirò a finire non superando il 15esimo episodio. Almeno spero; voglio avere
il tempo per iniziare il sequel.
Spero vi sia piaciuto questo 11esimo capitolo e
non dimenticatevi di recensire ;D