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Autore: iacomary97    15/09/2012    3 recensioni
Conteggio Parole: 37000 Capitoli: 15 (+ epilogo)
Cosa succede quando Lassiter scopre la verita'? Cosa fara'? Questa storia si basa dopo la sesta stagione di Psych. NON CI SONO SPOILER DELLA 7 STAGIONE, sono solo mie speculazioni su cosa potrebbe succedere. Ho inserito anche altri personaggi della serie Lie To ME.
AVVERTIMENTO: E' SCRITTO IN POV
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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A/N: Sono contenta delle recensioni e dei vostri pareri. In questi mesi sono riuscita a pensare ad un degno finale. Devo decidere solo se farlo finire in modo chiuso o con un cliffhanger... xD

Se il sequel si farà o no, (ve lo dirò in seguito) lo incomincerò a scrivere dopo aver finito questo. Spero di non avervi fatto aspettare troppo ma tra la scuola (iniziata il 10), problemi e altro, non ho potuto finire e inviare questo capitolo. Proprio il 15 Settembre (data che molti pensavano avrei inviato il capitolo)avevo finito il capitolo. Ma tornando a casa mi si è cancellato ed ho dovuto ricominciare tutto il POV di Cal da capo (Per non parlare di tutte le correzioni). Speravo di poter usare un programma per recuperarlo ma sembra non esiste per il mio telefono. Spero la qualità del capitolo sia come era originalmente. I contenuti sono gli stessi, ma ovviamente avevo scritto in un modo diverso. Comunque…

Enjoy :D

 

 

Capitolo 11 – Sveglia!

 

 

--- JULIET POV ---

 

Appena sveglia andai a prepararmi. Presi la borsa che avevo preparato il giorno prima e uscii di casa. Passai da Gus e gli diedi le mie chiavi. Due volte al giorno doveva venire a dare da mangiare alla mia gatta e a cambiargli l'acqua.

 

Era un po' a disagio ma accettò.

 

Una volta era venuto a casa e si era seduto sul tappeto per accarezzare la mia gatta. Il mio altro gatto, soprannominato da Shawn "Greyrish" (era grigio e gli piaceva dormire sulla coperta comprata in Irlanda) geloso, lo attaccò e gli strappo i suoi pantaloni preferiti.

Gli ricordai che ora a casa era rimasta solo Bianca, per Shawn BA-nca :

B.A.(4) perché è coccolosa e -nca perché è bianca.

Dopo tanto tempo però ero riuscito a convincerlo a chiamarla solo Bianca.

 

Era fastidioso per il nome in se... e perché così mi ricordava che spendevo troppi soldi per lei. Collari, giocattoli, cuccette e soprattutto una mini-poltroncina che non aveva mai utilizzato. Questo perché preferiva il tappeto. Poi Shawn senza dirmelo decise di rivendersi la poltroncina e mi portò poi a cena fuori con il ricavato. Davvero un buona idea.

Con il ricordo di quella serata, mi avviai verso l'aeroporto e cercai di stare calma. Il traffico era ingombrante e quindi ci sarei messa molto ad arrivare.

 

--- Qualche minuto più tardi... ---

 

Arrivata all'aeroporto, parcheggiai e mi diressi verso l'entrata. Ero molto sorpresa perché anche se fuori le vetture erano relativamente poche, (ed erano per lo più moto) dentro si stava molto stretti. Non che ci toccassimo, ma per quanta gente c'era, sembrava ti mancasse l'aria.

 

- NON POTETE LASCIARCI A TERRA!! -

 

C'era una quantità smisurata di gente al banco informazioni. Di solito era quasi vuoto. Era visitato solo da gente straniera, persone sbadate, poliziotti, o persone che volevano entrare nella pista. Quegli ultimi erano i “più numerosi”. Erano per lo più piloti dell'aeroporto ma c'era una piccola minoranza di ricconi che venivano con il proprio pilota, per viaggiare con un aereo privato.

 

Essendo una poliziotta, mi sentii il dovere di andare ad aiutare quella gente.

 

- Cosa succede? - Molti si girarono verso di me, tirai fuori il distintivo e cominciarono a guardarsi tra loro. Poi un coraggioso si fece avanti e mi spiegò tutto... Mentre mi spiegava però mi distrasse un movimento nella folla. Mentre tutti mi stavano fissando, (inclusi gli addetti del banco informazioni) un tipo riuscì a sgattaiolare fuori. Ero stata fortunata a notarlo perché ero stata l'unica per quanto era stato veloce.

 

- Ehi! Aspetta! -

 

Per i viaggi avevo sempre le scarpe da ginnastica. Meno male che quel giorno avevo fatto come al solito.

Ero stata sempre bravissima a correre, ed ero la più brava del dipartimento a farlo sui tacchi. Ma lui era agile e veloce.

 

Lo richiamai.

 

Improvvisamente incominciò a rallentare, fino a quando si fermò del tutto.

 

Alzò le mani sulla testa in segno di resa. Non avevo capito minimamente il perché. Era molto vicino a fare perdere le sue tracce quindi perché arrendersi?

 

La cosa non aveva alcun senso.

 

Stava per dirmi qualcosa ma lo interruppi.

 

- Più lentamente. Voltati più lentamente. -

- Dai Juliet! Sono io. -

 

Lui sembrava ridere. La sua voce...

 

- Declan? -

 

Lui tirò un sospirò di sollievo e si tolse gli occhiali. Era proprio lui, ma un tantino più abbronzato (per quanto sia possibile!) ed era molto più tonico.

 

Riuscì a notare anche un luccichio provenire da una mano... aveva un anello...

No.

Una fede.

 

- Sposato. -

Lui rise e si guardò l'anello.

- Me lo dicono tutti... No, per ora solo "Promesso Sposo". Nella famiglia di lei hanno questa tradizione che sia l'uomo che la donna portano un anello per tutto il fidanzamento. -

 

Sorrideva come non mai. Anche con me era sempre solare, ma era uno sguardo completamente diverso. Forse aveva trovato quella giusta. E forse già quando stavamo insieme sapeva che tra noi non sarebbe durato...

 

Lo stesso era successo a me con Shawn. Lui era stato l'unico a farmi provare certe emozioni... La gelosia è una cosa che ad esempio non ho mai provato... Sono stata molto gelosa di mio fratello, ma di un fidanzato mai. Forse era il fatto che ero solo ingenua o giusto perché non era Shawn.

Non era quello giusto.

L'hanno scorso ho avuto molti motivi per essere gelosa... in quei momenti mi divorava dentro quella sensazione così egoista ma così naturale che è la gelosia...

 

Diciamolo.

Ho sempre evitato relazioni con tipi come lui, come era lui.

 

Perché lui era cambiato con il tempo, e anche molto, anche se molti non la pensavano così. Aveva cambiato tutto il suo modo di vita "vagabondo" ad uno più "sedentario". Quando lo avevo conosciuto e quando siamo diventati amici, lo vedevo e mi raccontava pure.

Cambiava "ragazza" (chiamarle così era anche troppo), da un minimo di 2 giorni passati insieme ad un massimo di una settimana...  Per la casa era lo stesso... Ne cambiava una appena ne vedeva una più comoda o conveniente.

 

Da quando stava con me stava migliorando ancora di più, si era trasferito da me e mi sembrava più che contento. Ora poteva benissimo capire tutti gli sposati, ora che poteva notare e godere anche lui dei benefici che la convivenza porta...

Una volta questo me lo disse lui prima di addormentarci.

 

Però ero comunque molto nervosa...Molte persone dicono che certe persone non possono cambiare...

Ho vissuto molte volte con questo pensiero, anche per colpa di mio padre... ma forse questa regola non vale per tutti...

 

Ma sono gelosa.

 

Non perché non mi fido di lui, perché lo vedo... a volte sembrava che era lui il più innamorato tra i due. Ma era solo il mio passato che non mi fa vedere oggettivamente. Non credevo che le persone potessero cambiare… E quindi un po’ avevo paura che ritornasse nelle sue vecchie abitudini…

Solo quando ero sola, completamente sola con lui mi rilassavo e non avevo altri pensieri...

 

- Juliet! -

 

Non so quanto tempo ero rimasta a pensare, ma sicuramente molto.

 

- Allora... - Si schiarì la voce - Sei qui per lavoro o... -

- Devo partire... Per Washington... - Ero un po' impacciata.

- Beh... - Lui si avvicinò un po’ e mi indicò un hangar li vicino. -

Se vuoi... Se a Shawn non da fastidio... - Cercava sempre di fare l'amico... e lo ammiravo così tanto per il suo perdono e per la sua comprensione. Shawn era stato molto maleducato con lui… - ... Potrei accompagnarti io. Il prossimo volo per Washington è tra due ore. -

 

Era troppo... – No no no no, grazie ma non serve... non voglio essere di troppo. Posso aspettare 2 ore... non...non è così urgente. - Guardai in basso perché anche se era vero per me rimaneva lo stesso importante arrivare più presto possibile... Per la mia salute mentale soprattutto.

 

- Ehi! - Richiamò la mia attenzione.

 

Si avvicinò a me e mi alzò il viso...

- Non so cosa è successo, ma sicuramente mi hai mentito... - Deglutii - Per te è importante. E anche molto. -

Lo guardai negli occhi.

- Non mi devi mentire… Non serve a niente. –

Era uno psicologo...

 

- Questo viaggio… è per lui? Lo riguarda vero? - Annuii

Abbassò la mano e me la mise dietro la schiena.

- Vieni. E non preoccuparti, devo passare li vicino. -

 

All'hangar salii sull'elicottero. Era a due posti. Ci sedemmo e posai lo zaino dietro il mio sedile. Io mi misi la cintura mentre lui finì di impostare l'aereo e la destinazione.

 

- Quindi... cosa è successo? - Lo vidi ancora smanettare con il navigatore. - Se posso chiedere... -

 

- Si... E' un po' lunga la storia... -

- Beh lo sarà anche il viaggio. -

- ... -

- Facciamo così. Prima racconto io e poi tocca te. -

 

 

Dopo che l'avevo lasciato l'avevo visto solo per un serial killer. Anche in quel caso Shawn, era stato geloso appena ha saputo che ci aveva aiutato.

Comunque mi disse che aveva continuato a fare l'imprenditore, e iniziò a seguire un centro di ricerca. Aiutava gli scienziati quando avevano bisogno di un parere di uno psicologo esperto. Questo perché aveva conosciuto, nel viaggio che poi aveva fatto ad Amalfi, il direttore di questo centro e avevano fatto amicizia.

 

È in qui che conobbe la sua fidanzata.

 

Era venuta in un istituto affiliato a quello del suo amico, perché suo fratello aveva un problema psicologico. Il problema era abbastanza grave e dopo due settimane di terapie chiamarono la consulenza di Declan. Dopo giusto una settimana capì cosa gli era successo e iniziò la terapia con un approccio estremamente diverso. Seguii davvero molto questo ragazzo e per questo incominciò a frequentare anche la sorella. Dopo molto tempo, e dopo varie uscite si innamorarono. Un anno dopo il loro primo incontro lui le chiese di sposarlo.

 

Durante il discorso era già decollato. Il panorama era fantastico.

 

Lui si schiarii la voce.

 

- Allora... ora è il tuo turno... -

 

Il discorso sarebbe durato molto. Ero sollevata. Mi avevano dato sempre fastidio i voli in aereo… e in elicottero era ancora peggio per “le pareti” trasparenti… Anche se dovevo ammettere che era proprio bello il paesaggio.

 

 

 

(4)= Baci e Abbracci per chi non avesse capito xD

 

--- LASSITER POV ---

 

Ero già sveglio da una decina di minuti ma decisi di rimanere ancora nel letto a pensare...

Quello che sarebbe successo oggi avrebbe cambiato tutto... tutto il futuro.

 

Non sapevo se esserne contento o no... Infondo avevo sempre voluto smascherarlo. Ma era cambiato... no. Il tempo CI aveva cambiati... tutti quanti.

 

Ci stavamo avvicinando anche come amici... Quando avevo detto in centrale che mi sarei sposato lui si era anche offerto di fare tutti i preparativi, le varie feste (celibato, nubilato), ma io lo scansai... Dopo alcuni punzecchiamenti cedetti e gli dissi che l'avrebbe fatto...

 

Ovviamente dopo tutto questo non sarà più così. Almeno credo…

 

Fortunatamente io e Marlowe decidemmo di prendere più tempo perché comunque lei aveva sempre sognato di celebrare il matrimonio sulla spiaggia, con pochi intimi e in un mese estivo...

Avrei avuto quindi molto tempo per trovare un valido sostituto.

 

Ma la cosa che mi aveva fatto più riflettere era il lavoro. Come sarebbe stato senza di lui.

 

Grazie alla sua influenza, anche se a volte irritantemente particolare e fastidiosa, ero riuscito a migliorare molto.

All'inizio davo sempre tutto per scontato e per questo chiudevo il caso con la prima soluzione probabile... Ma grazie a lui ero diventato molto più determinato a trovare la verità e sempre più competitivo.

Molte volte in questi ultimi anni ero riuscito a chiudere un caso senza che lui mi aiutasse o contraddicesse.

 

Quindi perché esporlo? Perché cambiare tutto il presente e tutto il futuro conosciuti, in presente e futuro ignoti? Perché prendere un rischio così grande e compromettere la felicità dei miei amici, e la sicurezza di tutti i cittadini? Perché?

 

 

Poteva solo essere uno il motivo.

Il fatto è che...  Ho voluto...

 

Sono riuscito a realizzare finalmente il motivo per cui voglio mettere tutto alla luce: io voglio solo...

 

- Tun Tuttutuuuu -

I miei pensieri si fermarono per la sveglia. La chiusi. Mi alzai ma rimasi seduto sul letto.

 

Ero felice. Finalmente avevo scoperto il vero motivo per tutto questo. Un motivo per continuare a combattere. Ma questa volta non in modo egoistico…

Ma per il bene di tutti.

 

 

Girai lo sguardo verso il comodino. Il cellulare era acceso.

Marlowe mi aveva avvertito che una sua collega era andata in pensione e quindi le avevano dato il suo posto, finalmente aveva ricevuto un lavoro a tempo indeterminato. Mi disse che però mi avrebbe potuto chiamare solo questa sera. Attraverso un messaggio mi congratulai con lei e le diedi l'appuntamento alla sera.

 

Mi andai a vestire e preparare, poi scesi a mangiare al buffet dell'hotel.

 

Il buffet avrebbe fatto brillare gli occhi a qualsiasi americano, conteneva qualsiasi cosa potessi cercare: dai cornetti alle ciambelle, dal pane ai panini, dalle torte ai dolcetti e ogni tipo di bevande disponibili. Il tipo dalla giacca scura prese quasi tutte le ciambelle, quindi decisi di provare un cornetto alla doppia crema e il mio solito caffè con 2 di zucchero e 3 di panna. Mi misi proprio alle spalle dell'orologio della stanza. Non volevo affatto correre.

 

Non avevo nessuna fretta di andare al CLG(1)...

Qualcosa mi aveva insegnato che qualcuno era più dispettoso anche di Spencer... (E non mi andava certo di aspettare un altro paio d’ore chiuso in un cubo…)

 

Il caffè era buonissimo. Sembrava essere 100% italiano.

 

Una tosse mi fece muovere lo sguardo.

Il tipo con la giacca nera aveva gli occhiali addosso (strano) e si stava abbuffando di ciambelle ad una velocità indescrivibile. Si vedeva benissimo dalla posizione in cui stava, che era pronto per scattare.

 

Il suo sguardo continuava a puntare a momenti me (non ero sicuro perché aveva gli occhiali) e il suo piatto.

 

- Tutto ok? - Un cameriere gli chiese preoccupato.

Annui e alzò la mano per indicare che stava bene.

 

Mi avvicinai con la scusa di dover posare i miei piatti. Cominciava ad essere familiare...

 

Poi mi guardò e scappò via. Sembrava spaventato. Senza correre troppo lo seguii.

Prima che potessi chiedergli qualcosa, salì in taxi e partì.

 

Rientrai dentro per continuare la mia colazione. Un cameriere uscì dalla cucina con un piatto pieno di fette d'ananas. Sembrava guardarsi in giro...

 

--- SHAWN POV ---

 

 

- Al-al-alzatiiiiiiiiiiii! -

- Gahhhhhhhh! -

 

Sobbalzai sul letto... il telefono cadde con me a terra...

 

Quella sveglia avrei dovuto cancellarla...

 

Mi accarezzai la testa e la caviglia... Cadendo avevo preso una bella botta.

Mi sentivo la testa implodere.

 

Chiusi la sveglia sul telefono.

Si aprii l'applicazione musicale.

 

Evidentemente mi ero addormentato con la musica accesa. Perché non si era scaricato allora?

 

Il cavo dell’alimentazione…

 

La sera prima l'avevo attaccato alla corrente. Mi tolsi allora le cuffie e mi riaccasciai sul letto. Ero stanchissimo.

La sera prima avevo dormito molto poco (pensando che come minimo dormo 11 ore al giorno!). Per tutta la serata mi ero messo a pensare a quello che sarebbe successo oggi...

 

“Cosa avrei dovuto affrontare? Come avrei dovuto comportarmi? Con chi avrei parlato...”

 

Sul letto mi riaddormentai.

 

Fu un messaggio di Gus a svegliarmi. Prima di addentrarmi nel mondo dei sogni avevo messo la vibrazione e non so come, il mio cellulare finii sotto la schiena...

Era davvero rilassante, meglio di un massaggio quasi, ma mi svegliai e lo lessi.

 

- Che diavolo ci fai a Washington DC? Risp. ASAP(2) -

 

 

"Oh cavolo!"

- L'APPUNTAMENTO! -

 

Mi vestii in fretta (stavo inciampando anche) e presi il mio gel.

Andai al bagno e mi specchiai allo specchio...

 

I miei capelli erano un disastro!!

 

In questo periodo erano passati molto in secondo piano... Erano cresciuti e ce li avevo tutti sul viso(3)... per non parlare di come erano disordinati. Ma quello non era il problema principale (beh...), sul viso avevo delle occhiaie profonde. Credetti fossero derivate dalla mancanza di sonno un po' di tutto il periodo. Fortunatamente per la conformazione del mio viso, le occhiaie non si notavano spesso... ma adesso si...

 

Dovevo fare qualcosa.

 

Mi sistemai con cura i capelli (non potevo uscire in quello stato), sistemando i capelli più lunghi all'indietro, e sinceramente mi stava molto bene. Li preferivo prima, ma questi erano davvero molto di classe.

 

Posai tutto nella mia camera d'albergo ed entrai di soppiatto del bagno delle ragazze...

 

Come era ipotizzabile, questo albergo dava alcuni campioncini di trucchi vari... andai sui fondo tinta e li provai tutti sulla mano. Nessuno era del mio colore... Ce ne era solo uno gel, ma quello non era adatto... Mi avrebbe solo evidenziato le occhiaie...

 

...

 

Beh... ogni tanto mi capitava di accompagnare Juliet a fare shopping.

Io sono uno che impara in fretta!

 

 

Sentii la porta aprirsi. Entrai di fretta in uno dei bagni, e accesi la luce.

 

Mi stupii della condizione del pavimento. Perfetto.

Certi maschi non  sarebbero mai riusciti a tenere testa alla pulizia delle donne...

 

La tizia entrò in quello affianco al mio. Senza farmi sentire, uscii fuori e vidi che aveva lasciato il porta trucchi sul marmo del lavandino.

Lo aprii. Era davvero pieno di roba… tanti trucchi. Rossetti, Eyeliner, fard, … e persino alcuni smalti.

Cercando ancora riuscii a trovare anche l'anti-occhiaie! (Quello a stick! Erano i più comodi!)

Me lo misi ad entrambi gli occhi e lo chiusi...

 

Fece un rumore del genere: "hhhschtt"

Mi ero dimenticato di tirarlo dentro...

 

Aveva usato la mia stessa tecnica, perché aprì la porta, ma senza farmi accorgere di lei.

- Ehi! Che diavolo stai facendo! -

Cercai di rimettere tutto dentro ma caddero alcune cose a terra.

- I MIEI TRUCCHIIIIII! IDIOTAAAAAA -

 

- Scusaaaaaaaaaa - E corsi fuori. Entrai nella mia camera in un attimo.

 

L'avevo scoperto con mia madre tanti tanti tanti anni fa. MAI e dico MAI toccare o rovinare i trucchi di una donna... ... o sei un uomo morto.

 

Mi misi il giaccone nero ed entrai in bagno. Mi sistemai il trucco con le dita e mi misi gli occhiali. Avrei fatto colazione per poi volare verso il CGL... no aspetta... il CLG.

 

Quando sentii che se ne era andata, chiamai per il servizio in camera, ma mi risposero che il servizio non era valido di mattina. Per il disagio mi dissero che potevo scegliere un piatto speciale. Dissi "piatto con ananas, tanto ananas" e attaccai.

 

Scesi piano piano le scale e senza poi più di tanti problemi arrivai alla zona buffet. Evidentemente l'hotel era gigantesco perché non era riuscita ancora a trovarmi.

Andai al buffet e mi riempii i piatti di ciambelle. La mattina di solito mangiavo la metà e il tutto con molta calma, ora mi toccava fare il contrario...

Mi sentivo osservato... Una sensazione davvero brutta quando cerchi di non farti notare. Andai al primo tavolo disponibile con due piatti pieni di ciambelle. Per quella sensazione non riuscii nemmeno a sedermi bene… Ero tutto storto e quasi alzato…

 

Avevo una fame incredibile... non ricordavo nemmeno se avevo mangiato o no la sera prima. Non ci pensai nemmeno più di tanto.

 

Fatto sta che ingurgitavo una ciambella dopo l'altra senza curarmene del cameriere affianco a me, che forse si chiedeva il perché della mia velocità. Mi stavo davvero strozzando. Tossii un paio di volte. Alla seconda, davvero rumorosa e anche parecchio dolorosa, un cameriere mi chiese se stessi bene.

Gli mimai un tutto ok e mi girai per guardarmi l’orologio. Ma era sbagliato il fuso orario… Allora mi girai intorno con lo sguardo per cercare un orologio. Notai che Lassiter mi stava fissando... Era proprio seduto sotto all’orologio della stanza… sul suo tavolino notai le sue chiavi...

 

Avevo fregato a lui l'ananas.

 

Continuai a mangiare quando con la coda dell'occhio notai due sagome avvicinarsi. Lassiter era il più vicino, ma quella dietro di lui...

 

Era la ragazza che si guardava intorno.

 

Presi l'ultima ciambella, e dopo un ultimo sorso scattai verso l'uscita.

 

Ad un cameriere che stava passando nella direzione opposta alla mia, lanciai le chiavi della mia stanza. Le prese con la mano destra. Sulla sinistra teneva un vassoio, forse il mio ordine.

Uscii e vidi che si era fermato un taxi. Da li scese una signora.

 

Mi ci imbucai subito io.

 

- Al Lightman Group, per favore. -

 

 

 

--- LIGHTMAN POV ---

 

   Ore 9:50

 

Eravamo già tutti in posizione per aspettarlo da circa 20 minuti. Avevo fatto in modo che sarebbe stato tutto perfetto. Molti dei miei dipendenti se ne erano andati, ed era un bene. Avevo impartito degli ordini a tutti, compresa Gillian, e per questo molti avevano preferito tornarsene a casa. Mentre tutti avrebbero fatto i loro compiti io sarei rimasto a guardare da lontano, a monitorare tutti ed a studiare il nostro soggetto.

 

Nel mio ufficio c’era una calma e un silenzio rilassante.

Ma il tempo passava e lui non si faceva ancora vedere.

Mi misi a guardare le e-mail, sentire un po’ di musica, navigare su internet e creare un nuovo livello del tester per i miei dipendenti. Qualcosa per far passare il tempo.

 

Sapevo bene che era un ritardatario, Gillian quella mattina me l’aveva ripetuto una ventina di volte. Ma se sai che hai un appuntamento molto importante, devi arrivare puntuale…

 

Avrei dovuto fare di testa mia e dirgli di venire un ora prima… così almeno ero sicuro che sarebbe arrivato in orario…

 

Poi presi il telefono e mandai questo messaggio a Lassiter:

 

“Lightman Group; La informiamo che il suo appuntamento

è stato posticipato di un ora.   Buona giornata! “

 

Di solito ero molto contrario a fare questo genere di cose che infatti lasciavo sempre fare ai segretari. Questa volta però ero così pigro di alzarmi ed andare a chiedere che alla fine l’avevo fatto io stesso. Il secondo motivo però era che forse non c’era più nessuno ma non avevo certo intenzione di andare a controllare.

 

 

   Ore 10:10

 

Erano passati altri 20 minuti e iniziavo davvero ad irritarmi… pensavo avrei dovuto chiamarlo, ma gli altri dipendenti non avevano voluto darmi il suo numero di telefono… Non sapevo davvero cosa fare, così decisi di andarmi a bere un caffè.

 

Uscii dal mio ufficio ed entrato nel corridoio notai che non c’era anima viva… Avevo ragione sul fatto che se ne erano andati allora!

Ma più camminavo e più avvicinandomi, sentii il volume di alcune voci alzarsi. Ad un certo punto, un dipendente uscito fuori mi vide e diede “l’allarme”. Questo perché successivamente dalla “Break Time Room” uscirono dalle 10 alle 20 persone, che ritornarono ai loro posti prefissati…

Non potevo nemmeno lasciarli alcuni minuti che…

 

…sfaticati…

 

Guardai lo stato della stanza in cui mi trovavo. La “Break-Time Room” era sostanzialmente piccola come stanza. L’avevo fatta costruire tanto tempo prima immaginandola con un massimo di 5-7 persone… non sicuramente 20!

La stanza naturalmente si era sporcata molto. Decisi quindi di chiamare il servizio di pulizie. Loro avevano il loro ufficio principale 3 piani sotto di noi, quindi sarebbero arrivati in una questione di minuti.

Andai comunque vicino al bancone e vidi che erano andati a comprare il caffè ad uno Starbucks qui vicino. Non riuscivo a capire cosa aveva di strano il nostro caffè…

 

Giusto per cambiare, bevvi una tazza del caffè comprato. Dovevo ammettere che era molto buono, ma il nostro era comunque accettabile. Dopo aver finito di bere e mangiare un piccolo panino al prosciutto che avevo trovato intoccato sul tavolo, salutai la donna delle pulizie che era già a lavoro (no come i miei dipendenti!), la pagai, e ritornai al mio ufficio.

 

Mi rimisi subito a sedere sulla sedia e ritornai al computer.

(5)

 

- Cal?-

 

Gillian era entrata nel mio ufficio. Lasciò la porta aperta e lentamente mi si avvicinò.

– Te l’avevo detto.– Mi mise una mano dietro al collo e mi accarezzò la testa. – Sei troppo testardo! L’ho studiato alla perfezione ed anche un ora fa ti avevo detto che come minimo sarebbe arrivato dopo le 10 e mezza… Metà dei dipendenti che erano rimasti se ne sono andati a causa dalla noia. Avresti dovuto darmi retta sul fatto che avrebbe fatto ritardo. Perché avevo ed ho ragione. – Mi tirò i capelli per sottolinearlo.

 

A questa provocazione, in pochi secondi girai la sedia e con le gambi la feci cadere su di me.

- Ah si?- La avvicinai e tentai di baciarla.

 

- Cal non ora. Ne abbiamo già parlato. – Mise tutte e due le mani sul mio petto, e cercò di spingersi indietro ma ero più forte io. – Caaaaal! Dai!! Lasciami andare.-

- L’hai detto tu che abbiamo ancora moltissimo tempo no?- Era riuscita quasi a rialzarsi, ma metà del suo corpo era ancora su di me.

- Non… non ho detto questo. E poi ne abbiamo già parlato. Non è proprio il caso! Non te la farò passare liscia, sappilo?-

- Ah si? Ne sei così sicura?-

- Certo!-

Il fatto che teneva ancora le mani sul mio petto era un grande punto a mio favore

Con una mossa ancora più precisa e calcolata, le feci perdere di nuovo l’equilibrio, così questa volta mi cadde in braccio. La sedia era molto reclinabile, io di solito la lasciavo proprio al massimo dalla sua flessibilità per poter, se volevo, mettere i piedi sulla scrivania.

Proprio per questo motivo, mi abbracciò istintivamente per non cadere.

- Caaaal!!!! – Dalla posizione in cui stavamo, la sentivo parlare vicino al mio orecchio… quando strillava faceva un po’ male…

- Ti ricordavo più professionale… Dai vieni qui…- La strinsi ancora più a me. Adesso che mi stava abbracciando aveva ancora più difficoltà a liberarsi. Tra la mia presa e la sua posizione, la possibilità di muoversi era davvero minima.

- Caaaaaal!!! Lasciami… Mi sto davvero arrabbiando! –

 

Si stava incominciando davvero ad irritare e la cosa mi iniziava a piacere molto… Il suo modo di opporsi a me mi intrigava parecchio… Sapevo benissimo che non le sarebbe dispiaciuto, ma ogni volta da quando stavamo insieme, quando avevamo un appuntamento davvero importante, non si avvicinava mai più di tanto. Né un abbraccio, né discorsi romantici, né tanto meno un piccolo bacio innocente (anche se da me era raro riceverlo). E sapevo davvero bene il perché… Se l’avessi abbracciata, o se le avessi detto parole dolci, o se l’avessi baciata, ero sicuro al 100% che si sarebbe sciolta e mi avrebbe lasciato fare. Lei era molto MOLTO più professionale di me, e per questo cercava sempre di resistere.

 

Sono o non sono IRRESISTIBILE?

 

Dato che mi stavo divertendo parecchio continuai con la mia tortura.

 

- Ah si?-

Le soffiai sul collo. Da come reagì, riuscii a capire che stava facendo molta fatica a non lasciarsi andare… Riuscii a sentire il brivido che le percorse la schiena… A lei piaceva molto questa sensazione… apparte in questi rari momenti. In questi casi era una delle cose che la facevano più arrabbiare…

- CAL.-

- Che c’è? Si vede benissimo che non ne vedi l’ora.-

- Non credo proprio.-

- Eppure il linguaggio del tuo corpo dice esattamente il contrario.-

- Cal… - Ora il momento più bello di tutti – Se non mi lasci…

 

Proprio così. Le minacce… Mi piacevano proprio.

Quella piccola scossa di adrenalina… Lasciare o continuare?

Dalle donne puoi aspettarti di tutto. Ma non potevo fermarmi ora.

-… Ah si?-

- Guarda Cal che se non la smetti… Te ne pentirai…-

 

Questa volta avrei dovuto ascoltarla… invece continuai con il mio punzecchiamento.

- Ah si?-

 

Dopo pochi secondi mi ritrovai con un dolore lancinante sulla spalla e per questo mollai la presa.

- GILLLLLLLLLL!!!!!!!-

Lei si approfittò di quel momento e si rialzò.

- Ti avevo avvertito.-

 

Mi misi la mano sulla spalla (più che altro la base del collo).

 

Mi aveva morso…

- Gill?! Che diavolo!! Mi rimarrà il segno per giorni!!-

 

In fretta mi rialzai. Stava uscendo dalla porta.

La presi all’ultimo secondo. La tirai a me e la bloccai tra il mio corpo e il muro…

 

Chiusi la porta e avvicinai la mano alla chiave, ma lei mi aveva anticipato e ora ce l’aveva nella sua mano sinistra.

- Dammi quella chiave?-

- Ah si?- Mi stava facendo il verso. – Tanto non la prenderai mai.-

- Questo lo vedremo.-

Presi l’altra mano e la portai su con l’altra, e gliele bloccai con la mano sinistra. Iniziò a scalpitare con le gambe… le bloccai avvicinandola ancora di più al muro.

Adesso che avevo una mano libera tentai di prenderle la chiave.

Ma aveva una presa davvero forte.

Poi però notai una cosa…

 

Oggi indossava una camicetta rossa smanicata…

 

Allontanai un po’ la mia mano destra per fargliela vedere bene. Poi la mossi velocemente facendole capire cosa avevo intenzione di farle.

 

- No Cal.-

- Eh si… Tu non vuoi collaborare no?-

- No Cal, quello no…-

- Allora dammi la chiave.-

- Non ci penso per niente.-

- Sai cosa ti aspetta.-

- Dai no… Quello no. Sei cattivo.-

- Tu mi hai morso… Io voglio soltanto utilizzare a mio favore un tuo punto debole… per una cosa che piacerà ad entrambi… -

- … - Respirò profondamente.

- Allora?-

- Io non mollo.-

 

Iniziai a farle il solletico… Conoscevo già da un bel po’ questa sua debolezza. A volte sul letto ci capitava di giocare così… Amavo tantissimo il suono della sua risata e il suo sorriso, e questo me li portava entrambi.

 

Dopo poco incominciò a ridere e a chiedermi di smettere.

Era già diventata tutta rossa… Bellissima.

 

- Dai fermo… -

- Tu dammi la chiave.-

- No!-

 

Provai a scendere proprio sul punto giusto e iniziò a cedere un po’.

 

- Dai Caaaaaal!!!!!-

- Ehm EHM!-

 

Ci girammo tutti e due verso la porta che ora stranamente era aperta…

Sull’uscio c’era un Locker molto imbarazzato, e con la sua solita faccia da imbecille…

 

Smisi subito di farle il solletico… ma non pensai minimamente a spostarmi da lei…

 

A quello ci pensò lei, pestandomi il piede (CON I TACCHI) e spostandomi con una capocciata.

- Ehm… ritorno più tardi?? Forse non è un gran momento.-

Stavo per rispondergli “Certo idiota! Certo che ho da fare con la mia donna!! Non vedi??” Ma qualcuno mi batté sul tempo e sulla spalla dolorante.

- Nono… Non stavamo facendo proprio nulla. Vero Cal?-

- Ahhh… eh… ehhhh… si.-

 

Locker ci stava fissando. Per quello che penso, aveva sicuramente notato il mio morso sul collo, il fatto che stavamo appiccicati un paio di secondi prima… e che la faccia di Gillian era completamente rossa.

 

- Ceeeeeeeeeeeeeerto… come no.–

- Locker dimmi che diavolo vuoi e non perdere tempo…-

- Qualunque cosa stavate facendo dovete assolutamente rimandare. – “E dai! Parla!” – Il sensitivo è arrivato…-

- Ok –Disse Gillian. Lei si incamminò fuori con Eli.

 

Io mi girai e tornai alla scrivania.

 

-Cal?- Era affacciata allo stipite. – Non vieni? –

- Arrivo subito.-

 

Presi il cellulare e incominciai a pensare…

Locker aveva questa straordinaria e fastidiosa abilità nell’interrompermi nei momenti più importanti… Se non fosse per lui, avrei perso meno anni con Gillian…

Adesso mi accorgevo che questa abilità non era solo sua. Non lo avevo ancora incontrato è già incominciava a “fare numero”. Speravo davvero che dopo questa grande avventura non l’avrei mai più dovuto vedere.

 

Mi bastava Locker come mio “Rovinatore di Momenti Personale” e non me ne serviva certo una copia…

 

Uscii da questa porta con questa grande preghiera.

 

 

(4)= Baci e Abbracci per chi non avesse capito xD

 (1)= Cal Lightman Group

(2)= "As Soon As Possible" Più presto possibile

(3)= Come nel disegno che avevo fatto per uno dei capitoli precedenti

(5)= Qui ho un piccolo vuoto di memoria… erano solo delle riflessioni comunque… niente di decisamente importante per la storia.

 

 

 

A/N: Ben 5085 parole xD Grande record. Correggerò eventuali errori grammaticali successivamente.

Secondo una piccola e veloce previsione penso riuscirò a finire non superando il 15esimo episodio. Almeno spero; voglio avere il tempo per iniziare il sequel.

Spero vi sia piaciuto questo 11esimo capitolo e non dimenticatevi di recensire ;D

 

   
 
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