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Autore: Lily_Cams    16/09/2012    2 recensioni
Alex Mellark è una ragazza diversa. Alex è un vero e proprio maschiaccio e non crede nell'amore.
Finnick è il tipico ragazzo sicuro di sè e di bell'aspetto.
Sempre in conflitto, sin da bambini. Troppo diversi? Non così tanto.
Entrambi troppo orgogliosi, entrambi, forse, un po' troppo soli. Entrambi ignari di che cosa sia davvero l'amore.
Dal primo capitolo: "Roteo gli occhi. Che sfacciato. Adesso non solo è un bambino acido e viziato, ma un cascamorto. Sorrido sotto i baffi. Se vuoi giocare, giochiamo."
Confusi? Leggete per saperne di più.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Sono concentrata, anzi, concentratissima.

Il sudore mi riga la fronte, il braccio teso pronto a scagliare la freccia, un occhio socchiuso e l’altro che punta uno scoiattolo appollaiato tranquillamente sul ramo di un albero.
1,2 e….

“ALEXANDRA! Vieni subito a casa.”

L’urlo di mia madre squarcia il vuoto e fa scappare lo scoiattolo impaurito. Merda.

Sbuffando raggruppo arco frecce e mi incammino verso casa.

“Sa che odio quando mi chiama così!” penso tra me e me.

Percorro lentamente la piccola distanza che mi separa da casa per potermi godere quegli ultimi minuti di tranquillità e silenzio, assaporando l’aria fresca del tramonto.

Amo stare nei boschi, sentirmi libera e indipendente, dimenticando per un momento chi sono.
 

A proposito, mi chiamo Alexandra e ho 17 anni, Alexandra Mellark per la precisione. Ma odio il mio nome. Come mai?

Innanzitutto il mio nome ricorda quello di qualche principessina stupida e viziata mentre io sono tutto l’opposto, quello che la gente definisce genericamente un maschiaccio.Amo andare a caccia, lanciare coltelli e nuotare nel lago, mentre odio vestirmi elegante e tenere lunghe e frivole conversazioni con le ragazze della mia età su quanto sia carino questo o quel ragazzo.

Non sono strana, solo sono cose che non mi interessano. E non è una sorpresa dato che mia madre è Katniss Everdeen. Tutti mi dicono che sono uguale a lei. Ma non è vero, lei era molto più bella di me. E quando mio padre dice di essersi innamorato di lei per la sua forza di volontà e la sua tenacia, dice grandi balle. Se fosse stata brutta e grassa non sarebbe stato della stessa idea.

So che le mie maniere sono un po’ brusche, ma sono fatta così. Dico sempre quello che mi passa per la testa. I miei genitori non hanno mai cercato di cambiarmi, sanno che se sono così è perché rispecchio loro al 100%. Forse mio fratello è più simile a mio padre, calmo e riflessivo, che riesce a vedere solo il buono nelle persone. Io, tendenzialmente, vedo il male.

Mamma e papà hanno provato a insegnarmi un po’ di buone maniere, ma tutto è stato inutile.

Il distretto 12 non è più quello di un tempo. Sembra più una Capitol City alle prime armi dove gli abitanti, arricchiti, iniziano a conoscere gli agi dell’essere benestanti, tra cui la moda e tutte quelle sciocchezze che ne derivano.

Anche mamma pensa che siano solo sciocchezze, ma vuole che io abbia una vita il più normale possibile. Più volte è arrivata a casa con un nuovo abito per me o con un invito al “Tè delle Giovani Donne” ma entrambi finivano dentro al camino o, nel migliore dei casi, dentro a qualche cassetto.

E poi portare il nome dei Mellark non è una passeggiata, è forse la cosa peggiore. Sentirsi tutte le volte ricordare la triste storia degli sfortunati amanti del distretto 12 è frustrante! Odio incontrare persone che solo udendo il loro nome iniziano a parlare di qualche episodio estremamente romantico e patetico.

Di questo non parlo mai con loro. So che si amano davvero, dopo tutto quello che hanno passato sono gli unici che sono in grado di consolarsi a vicenda. Ma questo non fa decisamente per me. I ragazzi di adesso sono senza una spina dorsale. Nessuno sarebbe disposto a dare la sua vita per proteggere la persona amata, come faceva papà con mamma. Ma poi, ehi, io mi proteggo benissimo da sola (e credo anche mia madre, ma a papà meglio non dirlo.)


Entro sbattendo la porta che dà sul retro.

-Mamma quante volte devo dirti di chiamarmi Alex?-

-Sei in ritardo.- Il suo sguardo è duro e penetrante. Sembra che possa leggermi dentro.

-Uffa, ma non siete ancora a cena.- Mi appoggio al bancone e prendo una mela dal tavolo.

Mia madre rotea gli occhi. – Sapevo che te ne saresti dimenticata. Sono sempre stata comprensiva con te Alexandra ma per una volta che ti chiedo di ricordare una cosa….-

Mi do un colpetto sulla nuca. Ma certo come avevo fatto a dimenticarmene.

-Scusa mamma, io… davvero, ero impegnata…-

- Sì, come sempre!- La voce di mia madre inizia ad alzarsi e a diventare squillante. E non è un buon segno. Sono forte e indipendente, ma non riesco a fronteggiare mia madre arrabbiata.

- Che succede qui?- La voce tranquilla e calda di mio padre irrompe nella stanza.

Cinge il bacino di mia madre e poi mi dà una squadrata.

- Oh no Alex! Sei ancora vestita così? Dovresti già essere pronta! Tu fratello è in salotto che ti aspetta, sta intrattenendo Molly che è appena arrivata.

-Molly? Ma c’è anche lei?- sbuffo, innervosita.

- Certo, sai che io e Delly siamo carissimi amici e mi fa piacere abbia portato sua figlia. E oggi è una giornata importante.-

- Sì papà, hai ragione. Scusa. Corro di sopra a cambiarmi.-

- Sei piena di fango! Anche nei capelli. Fatti una doccia. Veloce.- scadisce mia madre.

Mi volto di scatto per andare verso le scale che conducono al piano superiore, quando mi scontro con qualcuno finendo a terra. - Oh scusami tanto! Alexandra sei tu!- Una voce squillante e odiosa mi entra nelle orecchie.

-Molly scusa devo scappare a cambiarmi.-

- Si vedo che sei ancora… così. Sono venuta per vedere se tua madre aveva bisogno di una mano a preparare la tavola, ma forse tu hai più bisogno.- ridacchia appena sbattendo le sue lunghe ciglia.

- No grazie, faccio da sola, so come ci si veste.- “Tu no a quanto pare.” penso tra me e me. Con quel vestito color rosa carta da zucchero e i capelli biondissimi attentamente acconciati con forcine e un cerchietto sembrava una caramella.

Corro al piano di sopra e m’infilo sotto la doccia.

Come ho fatto a dimenticare il pranzo con Annie e suo figlio Finnick? Per i mei genitori è così importante!

Non li vedo da quando sono bambina. Ogni tanto io e Finnick abbiamo giocato insieme da piccoli. Lui ha 6 anni più di me e si divertiva a prendermi in giro. Voleva sempre vincere e anche io ed era un litigio continuo. Era odioso quel bambino.

Sono 10 anni che non li vedo. Da quando si sono trasferiti nel distretto 4. Annie ha trovato lavoro e non è più venuta a trovarci. Ogni tanto passavano i miei da lei, ma molto raramente dato che il viaggio era lungo.

I miei genitori erano entusiasti quando lei ha scritto che si sarebbe trasferita nel Distretto 12 con il figlio.

Non ho voglia di incontrare Finnick. Spero sia cresciuto e diventato un po’ meno arrogante! Ma zia Annie, come la chiamavo, è sempre stata molto dolce con me, e poi so che per i miei genitori è una persona importantissima, come lo era soprattutto suo marito, quindi sopporterò anche lui nel caso sia presente.

Corro in camera e sul mio letto trovo un vestito che mia madre deve aver lasciato per me. E’ azzurro, di un azzurro intenso, come quello dei miei occhi, come quello dell’acqua. E’ un po’ troppo elegante per i miei gusti, ma questa volta dovrò fare un’eccezione. E poi quello è il mio colore preferito.

Lascio che i capelli ricadano morbidi sulla schiena. Niente coda di cavallo oggi, ma solo per oggi. Lo faccio solo per i miei genitori.

Io non sono quello che le persone definiscono “una bella ragazza”. E a me non è mai importato esserlo. Sono magra e alta, meglio dire asciutta. Niente curve, o, almeno, piccole protuberanze che nascondo sotto maglioni extra large.

I capelli sono lunghi e scuri come la notte, come quelli di mamma. Per fortuna, così si nota di meno il fatto che sono sempre sporchi di fango.

Come avrete capito, non mi interessa la moda. Sono agile e veloce, ma mettetemi un paio di trampoli che piacciono tanto ora e divento goffa e impacciata.

Le mie ciocche sono sempre fuori posto, mi spuntano lividi qua e là in continuazione e non mi preoccupo di nascondere le occhiaie.

Potrei risultare accettabile se, come dicono le mie pseudo amiche, mi prendessi più cura del mio corpo. Ma, davvero, non mi interessa. Ho provato una volta a truccarmi, ma mi facevo ribrezzo da sola e così ho desistito subito. Non posso farci nulla, sono così e non ho intenzione di cambiare, anche perché la mia vita mi piace così com’è.

La mamma, invece, è bella sempre. Ho visto qualche suo video agli Hunger Games. Sporca di fango, con graffi e febbricitante era comunque perfetta. Ed è ancora così.
 

In meno di dieci minuti sono pronta e scendo al piano inferiore.

Mi do un’occhiata veloce allo specchio. Sono sempre io. Il mio sorriso, la cosa che preferisco di me, è sempre quello. Sono io solo in versione un po’ più femminile. Ma che i miei non ci facciano l’abitudine.

Annie è appena arrivata e sta salutando calorosamente i miei genitori. Corro verso di lei e la travolgo con il mio abbraccio. Del figlio spocchioso nessuna traccia, forse, fortunatamente, non è venuto.

Proprio mentre questo pensiero mi attraversa la mente, qualcuno mi sfiora la spalla.

- Ed ecco la piccola valanga.-
Riconosco subito quella voce. – Odio essere chiamata così.- Ma quando mi giro non vedo il ragazzino paffutello di 8 anni, ma un ragazzo alto, biondo, con la pelle chiara e un sorriso splendente.

- Wow. Come ci siamo fatte carine. Pensare che da bambina assomigliavi a un troll. Sempre sporca di fango.- Dice sorridendomi.

- E lo ero fino a 5 minuti fa. Ma volevo apparire al meglio per zia Annie.- Acido e antipatico. Come sempre.

- Non iniziate a discutere voi due.- Ci riprende mia madre. Poi insieme ad Annie e papà si incammina verso la cucina parlando fitto fitto.

Finnick rimane lì fermo davanti a me. - Non scherzavo comunque quando dicevo che sei cambiata molto.- Dice lui con un tono dolce e delicato e una luce brilla nei suoi occhi. Ma questo devo essermelo immaginato.

-Anche tu sei cambiato Fin. Sei… un uomo.-

-Sicuramente non gioco più con le pistole finte o mini hovercraft.- Sorrido. Forse non è così acido.

- E comunque non scherzo: non sei più il maschiaccio di un tempo, mi sembra. Sei estremamente sexy. Perché ci siamo persi di vista? Dovremmo vederci più spesso ora che vivrò qui al Distretto.- dice sorridendo, mostrando la sua perfetta dentatura.Poi si passa una mano nei capelli biondissimi e si morde un labbro.

Roteo gli occhi. Che sfacciato. Adesso non solo è un bambino acido e viziato, ma un cascamorto. Sorrido sotto i baffi. Se vuoi giocare, giochiamo.

Sbatto le ciglia e lo guardo torva con un sorriso ebete sulle labbra. Poi mi avvicino al suo orecchio con fare seducente. -Mi dispiace deluderti, ma questo tuo repertorio è troppo banale. Sostituirei il morso al labbro con un occhiolino o magari una toccatina al culo della ragazza, tanto con il tuo fascino irresistibile nessuna si sentirà interdetta. Anzi, potresti portarla a letto in meno tempo. Questa volta, io passo, ma, ehi, penso che con Molly, quella ragazza biondissima là infondo, avrai successo, lei non ha problemi a fare la civetta con i donnaioli come te.- Il mio tono è cambiato, dico l’ultima frase con enfasi e con un’espressione di disgusto mista a ironia dipinta sul volto.

Me ne vado prima che possa replicare, dandogli una piccola spallata, ma mi gusto il momento in cui il suo viso cambia espressione e la sua sicurezza si trasforma in stupore.

Non faccio in tempo ad allontanarmi di 3 passi da lui che Molly gli si piazza davanti, iniziando con la sua parlantina sciolta. – Ciao mi chiamo Molly, mia madre è Delly, penso che i nostri genitori si conoscano e mi sembrava giusto venire a presentarmi e bla bla bla.- Quante parole, solo per dire “ ti trovo un gran figo e vorrei baciarti perché sono una sgualdrinella.”

Non resto ad ascoltare. Mi dirigo verso la porta che porta al cortile. Ho bisogno d’aria: ci sono troppe persone in una sola sale e il vestito pizzica.

Non mi giro per vedere che combinano i due piccioncini, ma secondo me sono perfetti insieme, potrebbero durare come coppia. Certo a patto che lui non la tradisca ogni giorno con una ragazza diversa e che lei non lo uccida con la sua parlantina o se il loro ego non si scontra.

Eppure, mentre apro la porta, vedo riflesso nel vetro il viso di Finnick che non presta alcuna attenzione a Molly che continua a parlare e gesticolare: lui è voltato verso di me. Ha la fronte aggrotta e sembra sinceramente dispiaciuto. Forse ho esagerato. Dovrei tornare da lui e scusarmi per la mia reazione esagerata e portare avanti una conversazione normale, di convenienza, per chi, come noi, non si vede da così tanto tempo.

Eppure non lo faccio. Chiudo la porta dietro di me, scuotendo la testa.
 

Angolo di Cams
Salve a tutti! Sono tornata, per la gioia o per la sofferenza ( eh adesso!) di qualcuno, questa volta con una FF tutta dedicata agli Hunger Games.
I personaggi in questo caso sono Finnick e Alex, una seconda generazione quindi.
Mi piace provare ad immaginarli insieme, per me sarebbero perfetti. Sicuramente posterò un secondo capitolo ma non so se avrà seguito.... Vi terrò informati.
Per ora, let me know your opinion! 
Commentate cari! tanti baciiiii
Lily_Cams

P.S. non fate il caso agli spazi tra le righe. Lo faccio perchè è più facile leggere anche se a volte risulta grammaticalmente scorretto.
  
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