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Autore: HaroldEdssmile    16/09/2012    5 recensioni
Lei: un migliore amico fantastico. Una pessima storia alle spalle, ma ama la vita e viene amata da tutti. Invisibile agli occhi di lui.
Lui: Popolare e gran figo. Invisibile agli occhi di lei.
Un giorno qualcosa...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'aveva detto? L'aveva detto davvero? L'aveva detto davvero davvero?

Era seduto, accasciato più che altro, sulla prima sedia che aveva trovato e guardava un punto indefinito del muro color pesca della cucina. Io non credevo a ciò che avevo appena sentito e non sapevo come reagire. Tra i muri di quella stanza, ancora rimbombavano le sue parole -Ma tu … tu non sei come tutte le altre e io non so se sarei capace di trattarti diversamente, non voglio che tu sia un gioco per me, ma non so se sarei capace di fare altrimenti.- poi si era accasciato nella posizione in cui in quel momento era immobile. Mi aveva lasciato da sbrogliare quel dilemma come un sentiero impervio e spigoloso. Mi aveva lasciato da fare tutto a me, da pensare, da rimuginare, da arrovellarmi e da rispondere. Risposi con una domanda a ciò che mi aveva detto perché nel mio cervello quello c'era e niente più. -Quindi..?- alzò lo sguardo e mi fissò, indeciso se essere sorpreso dalla mia risposta o dal fatto che gli avessi risposto in sé. -Che vuol dire?- aveva la voce rauca. Era perfetto in controluce, con il fascio dei raggi di sole che gli attraversavano i capelli biondi. Mi appoggiai al ripiano del lavandino, cercando un po' di coraggio. -Quindi cosa vuoi fare ora?- alzai la testa e lo fissai. Mi piaceva? Stavo pensando la cosa giusta? Era lui quello per me? Era lui quello con cui volevo camminare mano nella mano, festeggiare i miei diciotto anni e fare tante altre cose? Tante domande, una sola risposta. Sì.

-Non lo so, non voglio farti soffrire, ma non posso più stare senza te. Sei la mia droga, ormai- si alzò in piedi, aprì la finestra e indicò il cielo -Ormai sei questo e molto di più, ma proprio per questo, non so se possiamo stare insieme, non so se sarei capace di non farti soffrire.- una lacrima mi rigò la guancia e si fermò accanto alla bocca, ma non volevo raccoglierla. -Vedi? Già ti faccio piangere, me ne vado. A stasera- se ne stava andando e io non riuscivo a staccarmi dal lavandino, era diventato un arto fondamentale nel mio corpo. -Niall...- mi voltai verso di lui, volevo che vedesse i miei occhi, ma, in qualche modo, non trovai il coraggio di dirglielo. -A stasera Amanda.- uscì dalla porta e sentii la portiera del SUV sbattere un minuto dopo. Mi affacciai alla finestra, stava dentro la macchina che si teneva la fronte con una mano e il gomito poggiato sul finestrino, l'altra teneva il volante anche se l'auto era spenta. Aveva gli occhi rossi e notai un piccolo movimento della lingua verso l'angolo sinistro del labbro superiore. Si stava raccogliendo una lacrima. Istintivamente, mi toccai dove prima c'era la mia, ma ora, ce n'erano molte di più e sapevano tutte d'amore.

Appena vidi il SUV svoltare l'angolo e non giunse più alle mie orecchie il rumore del suo motore, scivolai a terra e piansi finché le lacrime non finirono.

 

A quel punto i miei occhi erano gonfi e la pelle delle mi guance mi tirava a causa delle lacrime, tutte asciutte ormai, che mi circondavano gli zigomi, che si erano fermate agli angoli della bocca, che erano a metà della guancia...

feci cadere pigramente e svogliatamente l'occhio sull'orologio. Le cinque e tre quarti. Per quanto avevo pianto? Quanto tempo era passato da quando Niall era andato via? Non lo sapevo. Mi erano parsi solo attimi interminabili e che superavano le soglie della logica spazio-temporale. Per quanto sarei rimasta lì a terra, però, lo sapevo: tutta la vita, se non fosse stato per Harry. Avevo lasciato l'iPhone nella sacca dell'Adidas e ora squillava ininterrottamente. Mi alzai sfiancata da terra e mi diressi verso il tavolo. Sullo schermo c'era la mia foto con Harry e la linea rossa per declinare la chiamata e quella verde per accettarla. -Pronto?- tentavo di non far sentire il mio naso tappato e la mia inquietudine interiore. -Piccola! Ho una sorpresa per te!- Harry era insolitamente elettrizzato, non accadeva mai se non al suo compleanno o a quello di uno di noi, in discoteca o in pochissime altre occasioni. -Davvero? Cosa?- sapevo già cosa mi avrebbe risposto, infatti i miei pensieri precedevano di qualche attimo ciò che lui poi ripeteva -Se te lo dicessi non sarebbe più tale- -Oh beh, hai ragione.- finsi di essere delusa dalla sua non-risposta -Se aspetti mezz'ora te la porto a casa.- l'ultima cosa che volevo era vedere gente, ma tanto la sera ci sarebbe stata la cena e il risultato sarebbe stato lo stesso. -Okay, ti...vi aspetto!- ci salutammo e terminò la chiamata. Stavo per salire le scale per andarmene in camera mia, quando mi cadde l'occhio sul telefono fisso di casa. Mamma. Mi ero scordata di lei. A quanto pareva, era diventata davvero una parte superflua della mia esistenza. Distolsi lo sguardo dall'apparecchio verde e salii le scale.

Vorrei solo passare stanotte e domani su questo letto, sdraiata, a fissare il soffitto e trovare una via di fuga. La dura verità è che dovrò scendere di sotto ad aprire la porta ad Harry e alla sua sorpresa, appena suonerà il campanello. Mi dovrò preparare e andare a cena fuori, in compagnia di tutti, compreso Niall. Non contenti, tutti opteranno per la discoteca e io, per non essere additata come la guastafeste, dovrò andarci. Così l'idea del letto si potrà affacciare alla mia mente offuscata, probabilmente, dall'alcool solo domani mattina alle sei o sette. Che gioia! Meglio che mi metta a cercare il vestitino nero che ha detto Lou, va. Così, mi misi a cercare nell'armadio e a spostare tutte le stampelle verso destra. Dopo circa cinque minuti, riuscii a scovare l'abito e, tra le miriadi di scatole di scarpe, mi misi a cercare quelle più adatte. In quel momento Harry suonò al campanello. -Eccomi!- urlai, anche se non mi avrebbe sentito, sicuramente. Scesi le scale di corsa e andai ad aprire la porta. Harry mi salutò senza entrare in casa -Saalve piccola.- lo guardai inclinando la testa, senza ben capire che cosa diavolo stesse facendo fuori della porta.

-Saalve Styles, perché non entri?- ci pensò su, ma non fece in tempo a trovare una risposta adeguata, Leen e Alli sbucarono da dietro Harry e mi si buttarono al collo. -Maaaaaaaaaaaaaaaan! Ci sei mancata tantissimo!- stavo respirando a fatica -G-grazie ragazze, anche voi, ma... sto..ehm... soffocando!- mi lasciarono e io feci entrare tutti e tre. -Non ci offri niente Man?-

Leen mi aveva spiazzata. Non volevo entrare in cucina, non dopo ciò che era successo, avevo paura che dalle pareti rimbombasse ancora il rumore delle parole di Niall, ma mi feci coraggio ed entrai nella stanza. -Hai ragione! Che volete microbe?- Alli mi fissò -Un caffè, anzi, come dici tu, dell'acqua sporca!- e mi sorrise, ricambiai non molto convinta -Fanne due!- mi urlò Harry -No tre!- Leen si era già seduta al tavolo centrale della cucina. -Bene, mi avete preso per una barista?- si misero a ridere -Non fate ridere- mi girai e feci loro la linguaccia. Mi misi a fare il caffè anche per me, quello italiano però. Aggirai il bancone da bar e mi diressi verso il tavolo. Poggiai il vassoio con le tre tazze e la tazzina piccola. Tutti ne presero una e ci misero la quantità di zucchero desiderata. Mi accorsi che Harry stava bevendo dalla tazza che aveva usato Niall la mattina. Mi prese un groppo al cuore, ma feci finta di niente. -Insomma com'è l'Italia per due londinesi?- Leen poggiò la tazza sul tavolo. -Bellissima e poi li fa un caldo bestiale! Roma è stupenda e poi i ragazzi lì sono proprio belli!- mi misi a ridere -Beate voi che ne avete incontrati. E' difficilissimo trovarne di 'proprio belli', ma ce ne sono, devo ammetterlo. Sì, Roma è proprio un bel posto, mi manca un po'- abbassai lo sguardo sulla tazzina di caffè, ormai svuotata del suo contenuto, che ancora era stretta tra le mie mani. Harry finì il resto del caffè in un sorso -Bene ragazze, vi porto le valigie dentro e poi me ne vado che mi preparo per stasera, a dopo, tanto le chiavi per portare la roba dentro le ho. Ciao piccola, ciao Leen, ciao Alli!- gli urlammo un 'Ciao Styles' in coro e io mi diressi verso le scale. -Ho capito che Harry ci porta dentro i bagagli, ma almeno a portarli su ci possiamo pensare noi!- Leen e Alli si erano fermate dinnanzi la porta d'entrata e così feci dietrofront e mi ci diressi anche io. Dopo tre minuti Harry ci lasciò le valigie e si dileguò, noi raccogliemmo tutto e salimmo al piano superiore. Loro buttarono le valigie nella mia stanza e io mi misi a gambe incrociate sul letto. Cathleen e Allison già avevano raggiunto la maggiore età e si erano trasferite da me da circa un mese. -Dopo riportate tutto nelle vostre camere vero gnome?- si voltarono e Alli mi rispose: -Certo nana- le tirai un cuscino e lei me lo tirò indietro. Mi accasciai su di esso stando attenta al vestito steso sul materasso. -Ti metti quello stasera?- -Sì Alli, Lou mi ha detto di infilarmi questo, quindi... - -Quindi lo prendiamo come un invito alla discoteca dopo.- annuii con la testa, anche se l'idea non mi allettava molto. Alli mi si avvicinò e così fece anche Leen, la prima mi toccò la fronte e l'altra mi fissava preoccupata. -Leen, non ha la febbre...- alzai lo sguardo -Ma che state dicendo?- Alli mi si sedette accanto -Non ti abbiamo mai vista così giù e non annuisci e basta quando i parla di discoteca-. Va bene, avrei dovuto vuotare il sacco altrimenti mi avrebbero fatto il terzo grado.

Cominciai a raccontare tutto. Spiegare bene e, man mano che andavo avanti, i loro sguardi erano sempre più sconvolti. -Niall? Niall Horan?- Leen mi fissava scandalizzata. In effetti io e lui non ci eravamo mai filati più di tanto e lo stupore era comprensibile. -Sì....Già, lui.- ci guardammo tutte e tre e decidemmo, silenziosamente, che era ora di prepararsi. Mi rimisi alla ricerca delle scarpe e Leen del suo vestito nella valigia, Alli si stava facendo la doccia. Tirai fuori una pila di scatole e le aprii una per volta. No, no, no. Nemmeno, dove cazzo sono finite? Dio mio. Aprii la decima e ci trovai dentro un paio di scarpe non mie. Le Chanel di mamma. -Leen!- mi voltai con una delle due scarpe in mano -ti piacciono?- mi guardò perplessa e poi annuì -Certo che mi piacciono! Sono delle Chanel fantastiche che costano una bella barca di soldi!- gliele lanciai, una per volta, accanto -Tienitele!- mi guardò spesata. -Non sono mie, non so cosa ci facciano qui... e poi sono troppo larghe per me.- Leen ne raccolse una e fissò il tacco -Grazie Man!- -Niente patata.-

alla fine trovai anche le mie scarpe e, quando finalmente fummo tutte pronte, ci fiondammo in salone. Aspettavamo che Louis ci venisse a prendere. Dopo un po' qualcuno bussò alla porta. -Eccomi!- aprii la porta e mi trovai di fronte Liam. -Lou passava a prendere El, così sono passato io- e sorrise. -Leehum!- gli schioccai un bacio sulla guancia. -Liam!! come stai?- Alli e Leen lo salutarono e lui sorrise imbarazzato. Dovevo trovare il modo di capire se a Leen interessasse Liam. -Bene! Sì va!- presi la pochette di Prada e chiusi la porta di casa. Io mi sedetti dietro con Alli e Liam e Leen stavamo davanti. Liam accese la radio e partì il CD di p!nk fermo ancora a quando l'avevamo sentito insieme. -DON'T BE FANCY JUST GET DANCY, WHY SO SERIOUS?- urlai e tutti mi fissarono per poi cominciare a ridere.

 

Il ristorante era un bel posto. L'atmosfera accogliente dava una parvenza di casa. Vidi Niall nel giardino che camminava su e giù parlando al telefono. Dovevo affrontarlo, così prelevai le sigarette dalla pochette e mi dileguai -Ragazzi vado a fumarmi una sigaretta, a tra poco!- -Okay tanto il tavolo lo sai qual è no?- annuii mi diressi verso l'uscita del ristorante. Il cielo era poco più che arancione e c'erano delle piccolissime striature rosse o viola. Era estate. Intravidi i capelli biondi di Niall e mi incamminai verso quella direzione. Tirai fuori dal pacchetto una sigaretta e l'accendino che mi aveva regalato Lou. Mi poggiai col sedere al muretto, il più vicino possibile a Niall. -Sì, come vuoi Chris. Ciao.- sempre lui, sempre quello della volta che abbiamo dormito insieme. Che gli avrà detto Niall stavolta? Infilò l'iPhone nella tasca e cominciò a camminare verso la porta. L'entrata era accanto a me, quindi quando alzò lo sguardo mi vide. -Ciao Amanda- esalò fermandosi, aveva le mani nelle tasche dei Jeans neri, la maglia bianca faceva risaltare il suo fisico.

-Ciao Niall- mi preparai a dire tutto d'un fiato il mio discorso che, però, risultava un'impresa ardua. Mi spiazzò quando cominciò lui -Riguardo a oggi, sappi che lotterò per te, per me, per noi.- mi fece venire le lacrime agli occhi il modo in cui lo disse. Così cominciai a parlare dando sfogo a ciò che voleva dire il mio cuore. -Niall, anch'io voglio lottare. La lacrima che hai visto oggi era una lacrima di gioia. Volevo spiegarti tutto, ma mi risultava difficile, non sono mai stata brava con le parole. Devo ammettere, però, che dopo ho pianto davvero. Mi sono affacciata alla finestra e ti ho visto nell'auto e tutto mi ha fatto male. Niall, ti prometto che d'ora in poi lotterò per noi, perché se non ci possiamo amare ora, qui, adesso, per tutta la vita e anche dopo, ti prometto che ci ameremo ora, adesso e per tutta la vita in un altro universo perché quando due persone, come lo siamo noi, sono destinate ad amarsi, da qualche parte ci riusciranno.- ormai il mio viso era solcato da piccolissime righe di lacrime che, però, non mi ero nemmeno accorta stessero scendendo. -Posso cambiare per te, ma tu sarai paziente?- mi prese le mani, ormai il mozzicone di sigaretta era a terra -Sì.- e mi baciò. Il primo bacio che ci davamo non rubato, non voluto da solo uno di noi, non dato per gioco o per stuzzicare. Un bacio com'è giusto che sia.

 

 

Saaalve! Scusatemi, mi prostro in ginocchio dinnanzi a voi per chiedervi scusa del ritardo.

Ci ho messo tanto perché tenevo davvero molto a questo capitolo e così l'ho pensato e poi l'ho scritto mettendoci tutte le emozioni che ho provato scrivendolo.

Sono 2514 parole. Spero di riuscirvi a farvele capire anche a voi attraverso ciò che ho scritto. Giuro che il prossimo sarà scritto e pubblicato il più presto possibile, ma, come sapete, causa compiti non posso darmi una data di scadenza (sono uno yogurt!).

ED ORA I RINGRAZIAMENTI *voce del presentatore di Xfactor* Ringrazio chi ha recensito enormemente perché il mio obiettivo era quello: poter capire cosa ne pensate, quindi Grazie mille! Ringrazio chi ha messo la storia tra preferite/seguite/ricordate...

Spero recensirete e che questo capitolo vi piaccia!

Baci, Mad.

  
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