Gemelli
I
Gemelli avevano visto la luce nelle prime ore dell'alba, quando la
foschia si dissolve e il cielo si tinge dapprima di violetto, poi di
rosa ed infine di arancio vivo ed energico.
Ecco com'erano loro: pura carica vitale, pronti a sorridere fin dal
principio della loro esistenza.
Erano in due, lo stesso sesso maschile. Gli era bastato guardarsi per
capire che si piacevano ed abbracciarsi, salvo poi litigare per
stabilire chi dei due fosse nato per primo. E poi per decidere a chi
spettasse la prima poppata. Ed il primo vestitino. Ed il primo gioco. E
così via, in tutte le cose.
Potevano discutere accanitamente per ore fino a smettere di parlare
all'unisono e scoppiare a ridere. In fondo che utilità aveva
tenere il muso quando c'erano tante cose più
divertenti da fare? Ad esempio infastidire Ariete e Toro. In
questo si rivelarono da subito bravissimi.
Non erano che due ragazzetti biondi che non sarebbero più
cresciuti in corporatura, dall'espressione vivace e dallo sguardo
azzurro accattivante: eppure sapevano far inferocire Ariete,
già di suo così accaldato. Oppure pizzicare i
rotolini sui fianchi di Toro, finché lui irritato non
sbuffava forte dalle grosse narici.
Sapevano però farsi adorare l'attimo dopo, quando entrambi
si precipitavano fra le braccia dei due uomini per domandare scusa,
godersi il perdono e le coccole che ne conseguivano. Erano due
demonietti, vestiti da candidi angioletti immacolati.