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Autore: lost in translation    16/09/2012    0 recensioni
C'è qualcosa che deve essere detto, che talvolta non può essere detto.
Ispirata alla canzone dei B2ST "Take Care of My Girlfriend (Say No)"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Taemin
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Say no part II E rieccomi dopo seeeeecoli e seeeecoli.

Le settimane prima dell'inizio della scuola sono state terribili. Sono riuscita a tradurre per miracolo. E sono anche riuscita a caricare questa seconda parte per miracolo, dato che avendo solo tempo tra le 9 e le 10 di sera sono rimasta bloccata, come molte persone del resto, dal fiume di gente che entrava a quell'ora.

Non c'è molto da dire, dato che ho detto tutto quello che si potesse dire sulla fic nella parte precedente. Ringrazio Raindrops ed eos_92 per avermi aiutato a correggere la bozza. In questa seconda parte, l'autrice ha notevolmente peggiorato l'organizzazione delle frasi. Mi è successo talmente tanto spesso di fermarmi e rileggere una frase più volte per capirne il senso. Frasi intere senza virgole e io puntualmente mi perdo. Effettivamente però è stata anche colpa mia, in parte. Mai più ascoltare i Pink Floyd mentre si traduce. Poi si perde la concentrazione.

Ad ogni modo, Buona lettura ♥

~

Taemin.


Non riuscivo a capirne il perché. Da quando l'ho incontrato poche settimane fa, non era lo stesso hyung che avevo conosciuto prima. Era ovvio che mi evitasse spesso. E qualche volta quando camminavamo per il campus non prendeva la mia mano e la manteneva al caldo nelle sue tasche per tutto il tempo. Oh, aspetta... Non potevamo più farlo. Non sono più suo. Sospirai. Mi ero impegnato davvero molto per riuscire ad avere dei voti buoni abbastanza da permettermi di frequentare questa università prestigiosa dove stai studiando. E' vero che ho perso i contatti con lui per quasi un anno, da quando ci eravamo lasciati. Non ero arrabbiato per le sue azioni dell'anno prima, quando lo vidi con un altra persona, mentre si godevano i loro momenti intimi. A dirla tutta, mi arrabbiai con lui, ma solo per un po'. Non ci parlammo per mesi interi e infine, dato che i mie voti scolastici non erano dei migliori, sapevo che avrei dovuto dirlo...

"Hyung, mi dispiace... Ma ho bisogno di una pausa."

Mi ricordo di avergli detto quelle parole. Quelle parole sofferte... Non le volevo dire. Ma lo feci e basta. Dentro di me, nel profondo, pregavo che mi avrebbe risposto di no. Ma non lo facesti.

"Se è questo quello che vuoi."

Sollevai lo sguardo di scatto non appena borbottasti quelle parole. Le mie sopracciglia aggrottate e le mie labbra erano aperte. Abbassasti lo sguardo e lo rivolgesti sul lato, non volendo avere nessun contatto visivo con me. Hyung... Le mie labbra erano aride; non sapevo cosa dire. E allora alzasti lo sguardo e sorridesti, provando ad essere felice con tutto te stesso. O pensai che tu lo fossi.

"Ma... Possiamo ancora essere migliori amici, non è vero?"

Mi prendesti la mano e sorrisi a mia volta. Sì, certo, possiamo essere migliori amici come ha detto. Ma i migliori amici si parlano ed escono insieme spesso tutti i weekend al centro commerciale, quando uno si sente solo il suo migliore amico dovrebbe essere lì a consolarlo, stando sempre al suo fianco. Ma tu non eri lì. Ho aspettato per te per così tanto tempo ma tu non sei mai venuto. Non c'erano messaggi, né chiamate, nemmeno e-mail. E ti sto ancora aspettando. Solo che tu non lo sapevi. Non potevo dire quanto mi mancassi e quanto ti volessi ancora, non riuscivo a dirlo. Qualcosa dentro diceva no; non ritornare da lui o ti ferirà di nuovo. Non mi importava un bel niente se mi ferivi ancora e ancora, l'unica cosa che mi importava è che avevo bisogno di te.

Quindi quella notte stavo guardando il nostro album di foto; le foto dei nostri momenti felici. Minho-hyung mi chiamò improvvisamente, dicendo quanto avesse voglia di vedermi. Quindi lo feci. Mi cambiai con un paio di jeans larghi e una maglietta altrettanto larga e misi un cappello per nascondermi il viso. Dicevano che quelli del primo anno non potevano uscire dopo le undici. Ma lo feci e basta.

Aspettai su una panchina davanti agli appartamenti di quelli del secondo anno e aspettai finché un'alta figura familiare non si avvicinò a me.

"Hey..." Mi colse alla sprovvista e guardai dietro, trovandomelo di fronte.

"Oh, hyung... Hey", sorrisi anche io e feci posto in modo che si potesse sedere vicino a me. "Come sta Jonghyun-hyung?", chiesi. Non lo vedevo da alcune settimane. Disse che doveva coprire il suo amico a lavoro. Per me sembrava solo una scusa per evitarmi. Sospirai, ma avevo ancora le mie labbra curvate in un sorriso mentre lo chiedevo; non volendo che Minho si preoccupasse per me o che altro. Minho-hyung era sempre così gentile con me. Era dell'ultimo anno in storia e nelle lezioni di danza, ma stavamo nella stessa classe d'inglese dato che aveva perso un anno. Quindi, così, ci siamo avvicinati. Sentivo che lui era una persona di cui fidarsi. Aveva quegli occhi dolci e gentili ed era quel tipo di sguardi affettuosi. Mi piaceva molto stare con lui. Forse perché lo avevo conosciuto come migliore amico di Jonghyun-hyung quindi mi sentii al sicuro con lui e mi potevo fidare di lui. Quindi mi misi a parlare senza sosta delle mie storie precedenti, come io e Jonghyun-hyung stavamo insieme qualche anno fa. Sorrise con i suoi occhi gentili mentre parlavo e ogni tanto le sue dita accarezzavano le mie ciocche brune. Eppure, tutte le volte che lo faceva, l'immagine che avevo davanti a me di Minho-hyung cambiava e diventava Jonghyun-hyung. Forse perché sono troppo legato a lui che qualche volta vedevo Minho-hyung come Jonghyun-hyung. E odiavo qualche volta quanto io fossi profondamente innamorato di Jonghyun-hyung e come non potessi liberarmi di questo stupido sentimento chiamato amore.

"Quindi... Come sono andate le lezioni?", Minho-hyung mi chiese e riposò il suo corpo sulla panchina, le gambe accavallate una sull'altra.

"E' andata bene. Ho finito tutti i miei incarichi", sorrisi verso di lui in maniera fugace.

"Minnie-ah..." Indietreggiai quando mi chiamò con questo nome. In verità, non mi piaceva essere chiamato Minnie da lui... L'unica persona che mi poteva sempre chiamare così era Jonghyun-hyung e solo lui. "Posso chiederti qualcosa?"

"Uhmm..." Ci pensai su per un po', giocando con le dita. "Certo, che succede?"

"Hai ancora dei sentimenti per Jonghyun-hyung?", chiese bruscamente, gli occhi che osservavano ancora il cielo di velluto.

Il mio cuore sobbalzò non appena il mio cervello interpretò quelle parole. Potevo sentire il mio sangue scorrere nelle mie vene e arterie e potevo sentire il veloce battito del mio cuore. Era ovvio che provassi ancora dei sentimenti per lui. Ma non potevo ammetterlo.

"No, perché..."

"Sei sicuro?"

Minho allora spostò lo sguardo verso di me. E io guardai in basso. Il suo sguardo bruciante che cercava la verità era semplicemente troppo per me.

"Sì... Sì!", mentii tra i denti. "Fa tutto parte del passato oramai" E miracolosamente fui in grado di alzare il mento e guardarlo con un sorriso.

"Perché penso che tu mi piaci."

E poi si confessò senza mezzi termini.

"Eh? Che intendi con questo?"

"Non lo so nemmeno io...", fece una pausa. "All'inizio uscivo così spesso con te, così che potessi dimenticare quella persona... E alla fine in qualche modo mi sono legato così tanto a te che mi sento strano quando stiamo insieme. Ho tipo un bisogno irrefrenabile di abbracciarti forte o che altro", disse e sospirò.

"Sei un po' melodrammatico", ridacchiai. "Stavi cercando di dimenticare qualcuno?"

"Diciamo di sì... Una persona che amavo molto. Ma non sono riuscito a renderla felice. Quindi ci siamo lasciati." Adesso che l'aveva detto, mi sentivo un po' più aperto verso Minho-hyung. Abbassò lo sguardo e sembrò quasi come se la sua tristezza lo avvolgesse in quel momento. Non mi aveva mai detto niente sul suo precedente amante. Di solito ero io che parlavo e lui che ascoltava semplicemente. Allora buttai le braccia intorno a lui e lo tirai vicino a me in un abbraccio. Si sentiva un debole pianto nella quiete della notte. Affondò il suo viso nel mio petto e continuò a bagnarlo e io continuai ad accarezzare la sua schiena, calmandolo. Fu la prima volta che vidi questo lato di Minho-hyung. Non avrei mai potuto immaginare che qualcuno con un aura che strabordava di carisma avrebbe potuto piangere per il suo ex. E quando riuscì a calmarsi mi disse ogni cosa su questa persona.

Kim Kibum era il suo nome. Era conosciuto, però, con il nome di Key. Non l'avevo mai incontrato ma doveva essere un ragazzo molto popolare conosciuto da tutto il corpo studentesco. Allora mi raccontò come si incontrarono al bar, questo Key era molto ubriaco ed era pure il barista là, lavorando part-time, e il suo turno era quello di mezzanotte. Il tizio riversò letteralmente le sue emozioni disordinate su di Minho, mentre lui ordinava bicchieri di vodka forte e di whiskey di diverse qualità di cui non gli importava, tutto quello che voleva era ubriacarsi talmente tanto da dimenticare il dolore che avrebbe poi provato la mattina dopo. Alle tre e mezzo di notte, le uniche due persone nel locale erano Minho-hyung e Key. Stava dormendo sul bancone, la faccia quasi fusa con la superficie. Minho-hyung mi disse che nel momento in cui accarezzò via le ciocche dalla faccia di quella persona si innamorò, dicendo che sembrava un angelo. La sua pelle era perfettamente candida e i suoi tratti erano scolpiti sul suo viso. Quindi Minho-hyung mi disse che lo portò a casa sua quella notte e lo svestì con molta cura in modo da poter rivestire lo sconosciuto con la sua divisa da calcio, che era ovviamente troppo larga per la figura magra che dormiva sul suo letto. Il giorno dopo, quando di sveglio, Key era completamente sotto shock e Minho-hyung rise quando si ricordò che Key lo voleva denunciare per rapimento. Ma quello fu l'inizio della loro amicizia, che molto presto cominciò a fiorire. Eppure più si avvicinavano più Minho sentiva di non piacere a Key. Condividevano notti insieme che erano solo piene di lussuria e non c'era amore tra di loro. Era un amore unilaterale, penso di poter dire. Ma gli piaceva molto Key e non riusciva a dirgli di no. Nemmeno una volta. Finché un giorno, riuscì a prendere una decisione e lasciò Key, perché si sentiva come se Key fosse annoiato da lui, dopo tutto. E non voleva che Key si sentisse soffocare da lui. Quindi lasciò andare Key.
Era così triste; potevo sentire tutto il dolore che aveva dovuto affrontare. Minho-hyung non era molto diverso da me. Entrambi avevamo preso stupide decisioni e avevamo rimpianti delle nostre storie passate, quando avevamo lasciato andare le persone che amavamo di più. Ed era per questo che mi sentivo così legato a lui, per la stupida somiglianza che avevamo.

Non so come siamo finiti così; lui che mi tiene vicino al suo petto nudo e io che potevo sentire il calmo battito del suo cuore. Mi svegliai prima di lui e gli alzai il mento per guardarlo in faccia. Il suo viso era molto più rilassato di ieri e le sue lacrime si erano asciugate. Avvicinai le mie mani ad accarezzare le sue ciocche e le portai dietro al suo orecchio e lui indietreggiò un po'. Stava dormendo così beatamente che non ebbi il coraggio di svegliarlo. Con molta attenzione tolsi le sue mani dalla mia vita e mi alzai, prendendo la maglietta che indossavo ieri notte e vestendomi solo con quella.

Eravamo finiti nel mio appartamento e accidentalmente spaventai il mio compagno di stanza Dongho.

"Uhhh...." Giuro, i suoi occhi si spalancarono come mai avrebbero potuto fare.

"Scusami" borbottai, grattandomi la nuca mentre lui buttò un occhiata nella mia stanza; lì dentro un Minho addormentato giaceva disteso sul mio letto.

"Non è un tizio dell'ultimo anno? Wow, devi essere davvero una bomba per esserti portato a letto uno come lui" Alzò il sopracciglio e io roteai gli occhi. Perfetto, adesso sarò uno degli argomenti più discussi tra i pettegolezzi. "Cooomunque, bleah, puzzi, va' a farti una doccia" e mi buttò un asciugamano pulito e mi spinse in bagno.

Rimasi in piedi sotto la doccia, con l'acqua che scorreva sul mio corpo. La mia testa era confusa; tutto sembrava andare così velocemente e tutto sembrava così lontano. Jonghyun-hyung sembrava lontano da me e Minho-hyung sembrava andare troppo veloce per me. Non riuscivo a capire, ma i suoi dolci sussurri di ieri, le sue profonde suppliche della notte prima e la sua voce amorevole che scivolò avvolgendo il mio cuore, tutto continuava a ripetersi ancora e ancora e l'ho odiato perché era successo.

"Taemin, ti prego, sii mio."

"Dimentichiamo tutto e andiamo avanti."

"Siamo uguali... Aiutiamoci a vicenda per alleviare il nostro dolore..."

Scossi la testa, mi coprì le orecchie e infine caddi, mentre ansimai pesantemente cercando di respirare tra le lacrime. Non potevo... Non potevo accoglierlo quando il mio cuore continuava a battere per Jonghyun. Tuttavia, a quanto lui mi aveva detto, a Jonghyun non gli dava fastidio che lui mi avesse; lui mi disse che non sono più suo e che a Jonghyun non gli importava. Mi faceva male davvero sentire queste parole da qualcuno come Minho-hyung. Ma conoscendolo non avrebbe mai potuto mentire. Non avrebbe mai potuto mentire per farmi sentire triste, vero? Cercai di trattenere le lacrime che continuavano a scendere all'infinito, tracciando le mie guance fino alla  mascella e infine sul pavimento mischiandosi con l'acqua calda. Non riuscivo a pensare a quello che dovevo fare. Portai le ginocchia al petto e le abbracciai strette. Non potevo dire di no a Minho-hyung; non se questo lo avrebbe ferito ancora di più. Ma non potevo tradire Jonghyun-hyung. Anche se lui stesso mi aveva già tradito tempo fa.

"Jonghyun-hyung..."

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Key.

"Hey, Key! Key apri! Sono mesi interi che stai qui dentro, adesso esci e basta."

Qualcuno stava picchiando alla mia porta e sicuramente era quel dannato Jinki di nuovo. Grugnii.

"VA' VIA! KEY E' GIÀ MORTO", gli urlai contro, mentre mi coprii con il cuscino che avevo.

Era vero che erano oramai mesi. Ma tutto sembrava successo ieri. Come le sue parole mi pugnalarono al cuore. Mi sentii come se non appartenessi più a questo mondo. Non senza Minho al mio fianco. Non sono niente senza di lui. Nemmeno un granello di polvere.

"Allora uso una di quelle pinzette per capelli che hai per aprire questa dannata porta e trascinarti all'aria aperta" urlò Jinki da fuori la stanza e distolsi lo sguardo altrove, coprendo la mia testa con la coperta distesa sul mio corpo e mi girai. La porta si aprì troppo presto e forzai i miei occhi a chiudersi, fingendo di dormire.

"Oh, buon dio... Quand'è l'ultima volta che hai pulito qua dentro?"

Continuai ad ignorarlo, non mi mossi nemmeno di poco.

"Dai, Key... E' ora che ti alzi", piagnucolò e mi tirò per il polso, costringendomi a sedere.

"Cosa vuoi da me adesso?" mi lamentai, chissà perché infastidito da quella sua cura eccessiva nei miei riguardi.

"Sono preoccupato per te...", borbottò, aggrottando le sopracciglia come se fosse davvero preoccupato per me. Ruotai gli occhi e incrociai le braccia sul petto.

"Beh, puoi anche smetterla con questa gentilezza, mi stai infastidendo."

"Aigoo, Bummie-yah", si massaggiò le tempie e alzò lo sguardo verso di me. "Vieni allora... Andiamo. Ti porto nel tuo posto preferito." Mi sorrise dolcemente, prima di trascinarmi nel bagno e costringermi a lavarmi. Alcuni miei vestiti puliti erano pronti sul letto e li indossai; una maglietta semplice bianca con pantaloni neri aderenti e la mia giacca di pelle.

E così mi sedetti al bancone. Musica jazz scivolava nel mio orecchio e penetrava verso l'altro orecchio, l'ambiente poco illuminato riempito dalla musica lenta, le pareti in legno, le sedie classiche nere e vetrinette piene di una vasta gamma di diverse bottiglie di liquori; tutto portava dei ricordi. Mandai giù il mio... Forse sesto o settimo, molto probabilmente ottavo, bicchiere di tequila che avevo ordinato, mentre i miei occhi seguivano quella persona che stava lavorando e serviva qualche altro cliente nel bar. Jinki mi serviva e nel frattempo era occupato anche a servire qualche stupido cliente che aveva voglia di spendere miliardi solo per rovinarsi. No, io non sono uno di loro... Io bevo gratis, quindi non posso essere considerato stupido, vero? Mah... Sono un idiota. L'idiota più stupido che sia mai esistito.

"Cosa ho sbagliato Minho?"

Seppellii la mia faccia nel bancone, le mani che mi coprivano la testa. La sentivo pesante e più tempo passavo lì più il mio cuore batteva dolorosamente e sempre più scene dei nostri momenti felici venivano riprodotte nella mia mente; come un vecchio registratore rotto. E non c'erano più lacrime da versare perché non riuscivo più a piangere. Si erano asciugate tutte.

"Hey..."

Quella voce familiare si avvicinò a me e alzai la mia testa pesante. Il mondo girava vorticosamente e scivolai da dove stavo seduto, sorpreso che non caddi dalla sedia quando un paio di braccia forti mi presero all'altezza della vita.

"Hey, sta' attento..."

Mi aiutò a sedermi per bene e alzai lo sguardo verso di lui, guardandolo in obliquo mentre cercai tra i suoi tratti facciali qualcosa che mi permettesse di ricordare.

"Jjong-hyunnie... Ciaaaao" Il mio sorriso raggiunse le orecchie e notai come le sue sopracciglia si arcuarono verso l'alto.

"Che diamine, sei combinato proprio male", si mise a ridere e ordinò una bottiglia di vodka per lui. "Se ti vedo qui adesso quando non sei sobrio vuol dire che ritornerai a lavorare domani, eh?"

"Lavoro?" Mi venne il singhiozzo.

"E un bicchiere d'acqua fredda, grazie", ordinò di nuovo.

"Ah, già... Non ho lavorato per un bel po'." Ridacchiai senza pensare. Perché mi metto a ridacchiare stupidamente e senza motivo? Bah...

"Tieni. Ti aiuterà a ritrovare un po' di lucidità." Portò quel bicchiere d'acqua verso di me e mi fece capire a gesti di doverlo bere e io feci quello che mi si stava dicendo. Mi sentii rinfrescato dall'acqua fredda che lavo via l'alcool che ostruiva il mio cervello e inspirai per quanto mi sentii meglio. Rivolsi verso di lui un sorriso meraviglioso.

"Mi sei sembrato triste. Peeerché mmmh?", chiesi, toccando con un dito la sua guancia, mentre appoggiavo la mia sull'altro palmo.

Non mi rispose, né si mosse. Sorrise semplicemente alla mia domanda e passò la sua mano tra i miei capelli. Era calmante e calda e...

"Minho..."

Sorrisi, mormorando il suo nome, mentre riposai la mia testa nelle mani di Jonghyun.

"Ti ha lasciato. Per questo ti stavi nascondendo?"

Indietreggiai alle sue parole. Come faceva a saperlo? Gli occhi mi schizzarono fuori dalle orbite e abbassai lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime che stavano minacciando di cadere.

E fallii.

"Cosa ho sbagliato?" Nascosi il mio viso con i palmi, stingendo le labbra con i denti e cercai di ingoiare le lacrime. Ma era tutto inutile. Il suo paio di forti braccia mi circondarono e mi portarono vicino al suo petto. Dopo tutto quello che sapevo era che stavo già afferrando la sua maglietta e non volevo lasciarla andare mentre bagnavo il suo petto con le mie lacrime salate. Cosa era successo alle lacrime asciugate, mi chiedo?

Sorrisi alzando la testa e risi di me stesso dicendo quanto potevo sembrare patetico in quel momento. Jonghyun mi disse tutto. Di come Minho e Taemin, il ragazzo che ricordo frequentasse il mio migliore amico pochi anni fa, stavano insieme. Il mio cuore smise di battere quando Jonghyun lo disse e i miei occhi si spalancarono per quanto triste sembrò il suo viso in quel momento. Abbassò lo sguardo; e so che tutto è successo per colpa mia.

"M-Mianhae."

Mi coprii la bocca, il mio corpo tremò. Era tutta colpa mia, giusto? Se solo non mi fossi messo in testa di volerlo un anno fa. Se solo non fossi andato a letto con lui un anno fa. Se solo non l'avessi baciato davanti a quel ragazzo innocente che ci guardò con un paio di occhi da bambino, spalancati. Se solo non mi fossi ubriacato a causa di un tizio qualunque. Se solo Jonghyun non fosse il mio migliore amico e l'unica persona su cui potessi davvero contare. Allora niente sarebbe successo. Tutti noi avremmo potuto trovare la vera felicità, ma non abbiamo potuto. Ed era stata tutta colpa mia. Caddi dalla sedia da dove ero seduto e ansimai. Era troppo doloroso per me respirare ossigeno mentre sentivo il peso dei miei peccati incombere su di me, impedendomi di respirare.

"Key", Jonghyun si sedette di fianco a me, tenne le mie guance nei suoi palmi e portò la mia faccia verso l'alto incontrando i miei occhi. Sembrò davvero molto calmo. Non provava nessun sentimento? Dovrebbe essere lui quello che piange. Dovrebbe gridare ad alta voce di amare Taemin talmente tanto che morirebbe per lui e invece adesso Minho l'aveva preso.

"Sei davvero uno stronzo! Perché non piangi?!" Singhiozzai, asciugando via le lacrime.

Non mi rispose, né voleva rispondermi.

"Perché sei ancora così tanto gentile con me? Sai che è stata tutta colpa mia se Taemin ti ha lasciato? Dovresti odiarmi e smetterla di essere il mio migliore amico. Ma perché..."

Allora sentii le sue labbra fredde come marmo sbattere contro le mie, zittendomi all'istante. Il suo bacio non era appassionato oppure bisognoso. Era per calmarmi e lo fece. Il suo bacio non era caldo come quelli amorevoli di Minho; era freddo e triste. "Non voglio perdere anche quello che ho adesso, Key."

E mi abbracciò forte.



"Promettimi di non lasciarmi mai..." 
   
 
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