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Autore: VasHappeninFreeky    16/09/2012    1 recensioni
Dalilah. Una ragazza normale, stanca della sua vita, sempre più monotona e piatta.
Nasconde le sue paure dietro uno scudo da ribelle. Ma in realtà è molto diversa da quello che può sembrare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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In casa c'era un uomo che non avevo mai visto.
Era in piedi vicino al divano e vidi poi arrivare mia madre in ghingheri  dalla cucina con due bicchieri di non so che cosa in mano.
"E chi saresti tu?" domandai allo sconosciuto, un uomo alto, capelli scuri come gli occhi, sui 45 anni probabilmente, mia madre ne aveva 44.
"...ehm c-ciao Dalilah, che ci fai a casa? Sono solo le 5 e un quarto.." mi disse mia madre, si vedeva che era in difficoltà.
"E il tuo amante, vero?" dissi con voce tremante.
"No, ma che ti stai inventando...?!" sorrise mia madre cercando di nascondere la verità.
"Rispondimi." dissi mentre le lacrime stavano per usicre allo scoperto.
"Posso spiegarti.." si avvicinò a me ma io scappai in camera mia, su per le scale.
Zayn mi corse dietro e mi raggiunse in camera.

***ZAYN***
Appena aprimmo la porta trovammo un uomo, pensai fosse suo padre, ma invece lei si pietrificò, e dalle domande che pose a sua madre, capii subito che non lo era.
Dalilah corse in camera sua con una mano sul viso.
La seguii.
Chiuse la porta della camera, bussai ed entrai in camera.
"Dali..." dissi a bassa voce.
Era sul letto. Il suo viso nascosto nel cuscino,  asciugava lacrime e soffocava singhiozzi.
Pian piano mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei.
Prima era lei che consolava me, ora io a consolavo lei.
Misi una mano sulla sua schiena come gesto di conforto ma non cambiava nulla.
"So che è triste..io mio padre non lo conosco nemmeno. Non sarei nemmeno dovuto nascere. Sono nato da due persone che non si sono mai amate. Almeno i tuoi si sono amati, e si amano."
Si alzò dal cuscino e si sedette vicino a me.
"Posso abbracciarti?" mi chiesi col viso tutto rosso e bagnato.
"Certo" sorrisi.
Ammetto che ero un pò nervoso.
Lei aprì le braccia come feci io.
Appoggiò il suo viso sulla mia spalla.
Mi strinse e sentii una piccolissima scossa.
Ci allontanammo.
Quanto mi sarebbe piaciuto baciarla per farle capire che mi piaceva.
Perchè ormai era ovvio. Dalilah mi piaceva, e tanto.

***DALILAH***
Io e Malik, o meglio, Zayn ci abbracciammo.
Fu l'abbraccio più dolce e sincero che potessi ricevere.
Zayn mi strinse forte. Sentivo il battito del suo cuore.
Appoggiai il mio viso alla sua spalla per sentire il suo profumo.
Un ragazzo dolce, simpatico, intelligente e pure profumato. Pensai.
Quando ci allontanammo gli chiesi scusa.
"Scusa, ti ho bagnato la spalla..." sorrisi abbassando lo sguardo.
Lo rialzai e mi concentrai sulle labbra.
"Ah giusto, qui ci vuole un cerotto." mi alzai in piedi e andai a prendere in bagno la medicazione.
Tornai al mio posto, tamponai con un batuffolo di cotone e disinfettante la ferita per togliere il sangue e misi sull taglio un piccolo cerotto bianco.
"Non saresti male come infermiera." sorrise.
Io risi e lo ringraziai.
"Ehi aspetta, io non ho ancora il tuo numero di telefono!" tirò fuori il suo cellulare.
"Sta diventando tardi, credo sia meglio torni a casa."
Scendemmo le scale e lo accompagnai alla porta.
Per fortuna mia madre era nel retro. L'ultima cosa che volevo fare era vederla.
"...allora ciao." sorrise.
"Ci vediamo domani." gli schioccai un bacio sulla guancia.
Non so perchè lo feci...volevo farlo e basta.

***ZAYN***
Mi accompagnò alla porta, ci salutammo e mi baciò la guancia.
Sentii una cosa strana allo stomaco. Mi irrigidii immediatamente e il mio cuore cominciò a battere forte.
Io riuscii solo sorridere, mi girai.
Lei chiuse la porta e appena sentii la porta sbattere mi toccai la guancia dove mi aveva baciato.
Ero felice.
Mi dimenticai del dolore del labbro e dell'insulto di quel David.
Volevo solo tornare a casa e spedirle un messaggio col cellulare.
Non vedevo l'ora fosse domenica per poter tornare a casa sua.
Domenica dovevo fare la mia mossa.
  
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