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Autore: REAwhereverIgo    17/09/2012    4 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Attesa

 

Passarono dieci giorni, e Rea, Laura, Emma, Fabio e Johan rientrarono a scuola. Di comune accordo i due avevano deciso di non dire niente alle sorelle della possibile gravidanza, perché avevano paura che si lasciassero sfuggire qualcosa e, al momento, era l’ultima cosa che volevano.

Bentornati a tutti!” li accolse Jason, strizzando l’occhio alla mora quando entrò in classe.

Com’è bello?!” chiese lei retoricamente, perdendo subito la testa. Non c’era niente da fare: più passava il tempo e più il suo cervello friggeva quando pensava al suo “bellissimo, sexyssimo, stupendissimo ragazzo”. Ormai le sorelle avevano accettato l’idea di averla persa per sempre. Ogni tre giorni ripeteva con voce sognante che non sarebbe riuscita ad arrivare a luglio per esprimere i suoi sentimenti a tutto il mondo e per andare a spasso in giro per le strade mano nella mano con lui. Quando faceva partire quella lagna loro alzavano lo sguardo e cercavano di ignorarla.

Mentre Rea finiva, con sua somma soddisfazione, l’ultima pagina abbozzata del primissimo romanzo che aveva iniziato, e che aveva circa quattro anni, le sue orecchie captarono un pezzo di discussione dalle file accanto. Ringraziò di aver fatto cambio posto con Laura perché le aveva chiesto la finestra per poter disegnare il panorama, e allungò un po’ il collo a destra per ascoltare.

“Sì, pare che siano già un paio di mesi che va avanti questa cosa. Li hanno visti passeggiare mano nella mano e si guardavano con quell’aria da innamorati che hanno due ragazzini” disse Maria.

“Cioè, ma vi rendete conto? Un professore e una studentessa. Ma siamo matti? Ci credo che i suoi voti siano così alzati negli ultimi tempi” commentò Matilde.

“In effetti… secondo me lei lo fa solo per un motivo scolastico. Uno scambio di favori, se vogliamo chiamarlo così: lei ci va a letto e lui la promuove” ragionò Ginevra.

Rea strinse i pugni e fece per girarsi, ma una mano si posò sulla sua spalla e la bloccò. Da dietro anche Fabio aveva ascoltato e le fece segno con la testa di rimanere ferma.

Farai peggio se ti muovi” sussurrò. La ragazza chiuse gli occhi e lo ascoltò, trattenendo le lacrime.

 

 

Quelle… quelle vipere! Che stronze che saranno! Non è possibile che esistano persone simili. Emma non lo fa per sesso o per tornaconto personale, lei lo fa per amore! Non ci credo che a quest’età siamo già così crudeli da dire certe… certe cattiverie!” si sfogò durante la ricreazione. Dalla rabbia si era messa a piangere e Fabio la strinse forte a sé.

Non pensarci. Devi essere superiore e non badare loro” le consigliò.

Ma non posso! È mia sorella, devo proteggerla! Non è vero che si comporta così, mi fa male sapere che loro la pensano in quel modo” ribatté, guardandolo.

Io ti capisco, ma se intervieni peggiori la situazione e basta. Invece se rimani buona, buona da una parte non darai loro modo di pensare che ti arrabbi perché, magari, ciò che hanno detto è vero” le spiegò, asciugandole una lacrima. Rea rimase immobile e poi sbuffò.

Ti odio” esclamò. Lui rise.

Perché?

Perché so che hai ragione e che è meglio se sto zitta. Anche se io, zitta, non so starci!” ammise. Il ragazzo la baciò e poi sorrise, divertito.

Cambiando discorso, sappiamo niente su… sì, insomma… hai capito, no?” le chiese, adesso più titubante.

No, niente per il momento” rispose, portando automaticamente una mano alla pancia.

Sei in ritardo?” s’informò lui. La rossa scosse la testa.

No, però non è detto. Ormai sono passate quasi due settimane, quindi pensavo che magari potremmo… potremmo fare il test” suggerì. Fabio sospirò.

Non posso andare in farmacia a chiedere un test di gravidanza, e tu nemmeno. La farmacista ci conosce” le ricordò.

Lo so, però avevo pensato a una cosa” confessò, nascondendo un sorriso divertito. Lui alzò gli occhi al cielo e gemette.

Quando tu pensi a un piano, va sempre a finire con qualcuno che si fa male” commentò.

 

 

Scusa, ripeti un po’!

Abbassa la voce!

Porc… Rea, ma voi avete diciotto anni, per l’amor del cielo!

Lo so, siamo due deficienti e ce ne rendiamo conto, però abbiamo bisogno di prove. Non penso di essere incinta –non lo spero- ma senza un test rimarremo col dubbio altri dieci giorni. Non mi capita mai di avere un anticipo, semmai un ritardo, quindi ti prego, portaci in città e noi andremo in farmacia

E se ci vede qualcuno?

Ci metteremo poco, pochissimo. Dieci minuti, e tu rimarrai in macchina. Ti prego, Jason, sei l’unico che può darci una mano!” lo implorò. L’uomo si stropicciò gli occhi e poi la guardò.

Siete comunque due idioti, sia che il risultato sia positivo che negativo” commentò. La ragazza si illuminò.

Significa che ci aiuterai?” chiese.

Sì, lo farò” accettò. Lei si gettò tra le sue braccia, stringendolo forte.

Grazie, grazie, grazie, grazie, mille volte grazie! Sei il cognato migliore di questo mondo” esclamò felice. Fabio, che in tutto il discorso era rimasto zitto, si schiarì la voce.

Quando andiamo?” chiese.

 

 

L’appuntamento era stato fissato per il mercoledì pomeriggio. I due ragazzi non dovevano studiare, e avrebbero perso al massimo un’ora, non di più, per andare, comprare il test e rientrare.

Ma come sei malato? Che significa?

Che ho la febbre alta! Non ci vuole un genio per capirlo

Quindi mi mandi da sola a comprarlo? Io? Che mi sento male al sol pensiero?

Perché, io no?

Va bene, dai, riposati e cerca di star meglio in tempi brevi, ok? Ci sentiamo più tardi. Un bacio, a presto

Attaccò il telefono e, nello stesso istante, le arrivò il messaggio di Jason che le diceva di stare aspettandola in macchina dietro l’angolo.

Io devo uscire, ci vediamo tra un po’!” annunciò, prendendo la borsa.

E dove vai?” chiese Emma.

Ehm… esco con Fabio” inventò sul momento. La mora la fissò un po’ confusa.

Ma non aveva la febbre? Stamani a scuola stava da fare schifo” ricordò. Rea imprecò dentro di sé.

S-sì, ma vado da lui e vedo… come sta!” balbettò. Non convinse la sorella, che continuò a guardarla male, ma comunque aprì la porta.

Ci vediamo dopo!” salutò, fuggendo di casa.

Camminò a passo veloce e salì sulla macchina di Jason col cuore in tumulto.

Problemi a uscire?” chiese mettendo in moto.

Sì, la tua ragazza mi ha fatto il terzo grado. A parte questo, tutto ok” rispose.

Perché non le hai detto la verità?

Figuriamoci. Escludendo che Emma è bambinofobica, non voglio allarmare lei e Laura

Quella parola non esiste!

Dettagli. Tra quanto saremo arrivati?

Dieci minuti

 

 

Rea e Fabio erano seduti sul tappeto di camera della ragazza e stavano aspettando. Aspettavano di trovare il coraggio di fare, finalmente, quel benedetto test.

Io non ce l’ho la forza” ammise lei, alzandosi.

Figurati io” commentò l’altro, seguendola.

Ti va un pezzo di torta? L’ha fatta mia mamma” gli offrì, aprendo lo scaffale in cucina e prendendo il dolce.

Sì, mi piacciono le torte” accettò il ragazzo, sedendosi a tavola. In quel momento arrivò Emma, che li vide e si bloccò.

Torta?” le chiese la rossa, sorridendo. Lei la guardò con gli occhi sgranati, sul punto di dire qualcosa, poi decise di stare zitta e se ne andò, senza proferire parola. La sorella fissò la porta, confusa.

Avete litigato?” chiese Fabio.

Non che io sappia. Anche se, da quando sono uscita mercoledì per andare a comprare il test, si comporta in modo strano. Più tardi, magari, vado a parlarle con una tazza di cioccolato e una fetta di pane e nutella e vedo se riesco a tirarla su di morale

Servirebbe a noi qualcosa che ci tiri su di morale. Non abbiamo il coraggio di affrontare il responso di quello stupidissimo affare” osservò il ragazzo.

Senti, facciamo così, finiamo di mangiare e poi controlliamo, ok?” propose Rea.

Ok” acconsentì lui. Ma il solo pensiero di quello che il test avrebbe potuto dire lo spaventava, così si irrigidì. La ragazza se ne accorse e sorrise.

Ehi, non è tutto questo gran problema, tranquillo” gli assicurò, andandogli alle spalle.

Che fai?le chiese preoccupato. Le sue mani gli premettero le spalle, iniziando a massaggiarlo lentamente sulla cima della schiena. Quel tocco lo rilassò.

Cavolo, che bella sensazione. Sei brava” commentò, facendola ridere.

Dove hai imparato?” domandò lentamente. Le dita della ragazza premevano i punti giusti, sciogliendo la sua ansia e lasciandogli addosso solo un benessere dolce.

Non ho mai imparato. In verità non ho idea di cosa sto facendo” ammise lei.

E come fai a… a essere così… brava?” s’informò tra un sospiro e un altro.

Da piccola facevo il pane e la pizza con mia nonna, così so come si impastano gli ingredienti e come si spiana poi la base, massaggiandola con forza fino a farla diventare morbida e elastica. Il principio, più o meno, è quello anche qui” spiegò.

Allora sei una brava pizzaiola” decise Fabio, dimenticandosi per dieci minuti del bambino.

 

 

Quanto manca?

Sessantacinque secondi

Ancora?

Smettila! Mi fai venire l’ansia

Il ragazzo sbuffò e incrociò le braccia, impaziente. Stavano aspettando il campanello che dicesse loro che il tempo era finito e che il test era pronto per il responso, ma il timer del cellulare sembrava non voler squillare mai.

Hai pensato a che succederebbe se il risultato fosse positivo?” gli chiese Rea, appoggiandosi con la testa al letto.

No, perché, al momento, non mi rendo conto di poter essere padre, quindi non saprei proprio come comportarmi. Tu?

Io sì. In realtà è da quando ero piccolissima che sogno di avere una bambina bellissima che chiamerò Emi

Emi? Perché proprio Emi?

Non so. Perché è un nome dolce e simpatico, e sa di zolletta di zucchero” spiegò ridendo.

Tu non stai bene” osservò Fabio.

Mai stata, altrimenti non mi sarei messa con te” ribatté lei, con un’alzata di spalle.

Non sei simpatica” la punzecchiò il ragazzo.

Ehi, quella battuta è mia!” si arrabbiò, lanciandogli contro un cuscino. Lui rise.

Lo so, ma il copyright non c’è, quindi posso copiarti. Ha - ha” la prese in giro.

Sbruffone” lo accusò, scherzando.

Tornarono entrambi silenziosi e aspettarono zitti che il tempo passasse. Quando il timer scattò, i loro cuori persero un battito per uno.

E ora?” chiese lui, avvicinandosi al bastoncino di plastica bianco che avevano messo in terra.

E ora guardiamo” rispose la rossa, prendendogli la mano.

In cuor suo nemmeno lei sapeva cosa stava sperando.

Presero in mano il test e controllarono la risposta…

 

  
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