Ed eccoci quindi giunti
alla fine di questa storia…
Sono commossa, lo sapete?
*--* Mi avete dato un supporto incredibile! =D
Prometto che lavorerò
presto al seguito (come ho detto, appena riesco a regolarmi con i ritmi
dell’università… Che è iniziata oggi =..= Sono esausta) e siccome ho una Beta
fantastica che mi dà un sacco di ottimi consigli, vedrò di metterli in pratica
anche qui! =)
Grazie ancora di tutto! =)
Mi raccomando, fatemi
sapere cosa ne pensate…
E se volete qualche
anticipazione/spoiler ecc… O solo fare due chiacchiere in allegria… Vi ricordo
il mio profilo facebook: http://www.facebook.com/mitsuki.efp
Epilogo
“Voi
mi chiedete molto.”
Il
preside Dippet stava osservando attentamente i due ragazzi davanti a lui,
valutando la proposta.
“Per
Tom forse si potrebbe fare un’eccezione, dato che è orfano, ma tu Eva…”
“Mia
zia Emily sarebbe solo felice se non fosse costretta a rivedermi! Può anche
contattarla e chiederglielo di persona! La prego…” cercò di protestare Eva.
Dippet
sospirò.
“Vedrò
di fare il possibile… Ma che ben due ragazzi si fermino ad Hogwarts per le
vacanze estive…”
“La
ringraziamo professore.” disse Tom “Sappiamo quanto sarebbe problematico. Eva,
andiamo, è meglio non insistere.”
Tom
ed Eva uscirono dall’ufficio del preside.
“Non
voglio tornare da zia Emily.” disse lei, immusonita.
“Vedrai
che ci darà il permesso. Non ti preoccupare. Che vuoi fare ora?”
Mancava
una settimana alla fine di giugno. Gli studenti del quinto e del settimo anno
si godevano un po’ di relax dopo gli esami, mentre gli altri compagni erano
costretti a seguire ancora le lezioni. Tutti avevano saputo quello che era
successo nel bagno delle ragazze – Mirtilla si era preoccupata di dirlo a
tutti, guadagnandosi una popolarità che non aveva mai avuto prima d’ora – ma
siccome non era successo niente di ché dopo qualche giorno avevano lasciato
perdere. L’unico cambiamento evidente era avvenuto in Tom: ora il ragazzo non
si preoccupava più delle voci, le ignorava, e non provava più vergogna nel far
vedere quanto ci tenesse ad Eva. Andava con lei mano nella mano, la
abbracciava, giocava con i suoi capelli, la baciava persino… In mezzo a tutti,
indifferente al mondo. E la guardava con occhi colmi d’amore. Eva era
estasiata.
“Usciamo
un po’?”
Il
tempo era perfetto: faceva caldo ed era bellissimo godersi un po’ di fresco
stando sotto gli alberi in riva al lago, osservando la piovra gigante spuntare
dalle acque di tanto in tanto.
Nell’ingresso
si imbatterono in Rubeus Hagrid, che camminava con aria furtiva.
“Ehi!
Che stai facendo?!” gli chiese Tom. Hagrid sussultò, lasciando cadere quelli
che a prima vista erano enormi vermi.
“Non
mi dirai che sono per… Il ragno.” aggiunse il ragazzo, ben attento che non ci
fosse nessuno in giro, osservando disgustato il gigante che li raccoglieva.
Hagrid
arrossì.
“Ehm…
Ecco…”
“Lo
tieni ancora in un armadio?”
“No
insomma… Non proprio… Ci ho trovato una credenza giù che….”
“Così
non va bene Hagrid. Presto diventerà troppo grande, ed è pericoloso.”
Hagrid
si rizzò e lo osservò con uno sguardo di sfida, sebbene fosse ancora
imbarazzato. Tom sapeva cosa stava pensando: con che diritto lui, che aveva
quasi sguinzagliato un Basilisco per la scuola, gli faceva la paternale?
“Sentite…
Io avrei un’idea.” disse Eva, prima che i due si uccidessero con lo sguardo.
“Che
cosa?” le chiese Tom.
“Rubeus…
Perché non porti Aragog nella foresta? Ormai dovrebbe essere abbastanza grande
da sapersi difendere da solo… E anche da riuscire a cacciare, per procurarsi il
cibo… Potresti portarlo nel folto, in modo che non possa far del male e
nessuno, e poi andarlo a trovare…”
Il
volto del gigante s’illuminò.
“Ehi!
E’ un’idea!”
“Beh,
con la tua stazza e un’Acromantula gigante al tuo fianco neppure tu correresti
molti rischi addentrandoti nella foresta… Se non altro…” convenne Tom, comunque
contrariato.
“Dai…
Aiutiamolo, su…” gli disse Eva, dandogli un buffetto sul braccio.
Tom
sbuffò: pure questa? Ma era Eva a chiederglielo, e così si sarebbero liberati
dell’Acromantula.
“Mi
raccomando, non deve uscire dalla foresta per nessun motivo al mondo.”
“Certo!
Ma sicuro!” disse Hagrid, improvvisamente entusiasta.
Così,
dopo aver controllato che la via era libera, i due aiutarono Hagrid a liberare
Aragog nella foresta. Eva faceva da palo, perché non avrebbe sopportato la
vista dell’animale.
Tutto
filò liscio come l’olio, e i ragazzi salutarono il gigante poco dopo. Come
avevano deciso prima andarono a sedersi sotto una betulla, in riva al lago, per
poter godere di quella splendida mattinata.
“Chissà
se il preside ci farà rimanere ad Hogwarts.” disse Eva, pensierosa, appoggiando
la testa sul petto del suo ragazzo. Tom la strinse a sé, baciandole i capelli.
“Ma
certo. Vedrai, andrà tutto bene.” le rispose.