Secondo
Capitolo
“Sirius,
noi
dobbiamo andare via.. Sai papà, le solite divergenze con il
Ministero Della
Magia...” spiegò
prendendomi da una
parte mia madre, Walburga Black.
“Quindi,
non
oltrepasserete con me la parete?” chiesi un po’
insicuro indicando il muro su
cui fra pochi minuti avrei dato sicuramente una bella capocciata.
“No,
ma mica
avrai paura?!” disse lei sbottando in una delle sue solite
risate cristalline.
“MAI”
risposi tirando il petto in fuori e il mento in su e mi sporsi per
stampargli un
bacio sulla guancia che lei, vaga, rifiutò scostandosi.
Abbassai lo
sguardo deluso. Quest’ultimo però si
fermò su una ragazza poggiata sul muro del
binario nove e fissava con lo sguardo spento e gli occhi gonfi di
lacrime il
muro nel centro tra il binario nove e dieci,
dove ci sarebbe dovuta essere la barriera per
l’Hogwarts Express.
Vedendo il
mio sguardo posato su di lei si coprì il volto con le mani e
cercò di
asciugarsi le lacrime.
“Mamma
quell-“ provai a dire avvicinandomi alla ragazza.
“NO!
Non avvicinarti,
non toccarla...” esclamò lei tirandomi indietro
con un braccio e puntando
l’indice su di me, in riguardo. A malincuore vidi la ragazza
distogliere lo
sguardo, Vergogna.
“Ora
vai.
Saluta tuo padre e Regulus così noi andremo per la nostra
strada e tu per la
Tua” e baciandomi sulla fronte con riguardo mi spinse verso
mio fratello minore
e mio
padre.
Regulus
piangeva in silenzio mentre mi diede la manina e la congiunse alla mi,
solo un
anno ci distanziava, ma per molto saremmo stati distanti ancora di
più, e non
per l’età.
“Ehi,
Reg.
Tranquillo tornerò il più presto possibile da te-
ma all’occhiataccia di mio
padre aggiunsi- e non a causa di un’espulsione padre!
Comunque- ripresi
rimoderando la voce per un poco alterata- ... TI scriverò
ogni domenica, Okay?
– e l’undicenne accennò ad un
sorrisetto- ti voglio bene e mi raccomando quando
torno fatti trovare preparato sempre di più
perché il tuo primo anno ad
Hogwarts si avvicina!” e strizzai l’occhio
rassicurandolo.
“Prometti
che ti siederai accanto a me nello scompartimento ?” e si
asciugò le lacrime a
goccioloni cadute.
“CI
puoi
scommettere!” e gli diedi il cinque scompigliandogli i
capelli neri raccolti in
una ben ordinata coda.
Il mio
sorriso scomparve e i miei occhi si posarono su mio padre.
“Vedi
di
tronare Serpe mi
raccomando” disse
serio .
“E
come non
posso !” risi amaramente confondendo la risata in
felicità inesistente.
Serpeverde =
uno stupido gruppetto di codardi.
Se fosse
andata come voleva Orion, sarei scappato o mi sarei buttato dalla torre
di
Astronomia (dicevano che Hogwarts ne aveva una!)
Mi
salutò
con la mano e girò le spalle, poi non lo vidi più
per un bel po’ di tempo.
Sospirai di
sollievo.
Speravo solo
che mio fratello minore avesse abbastanza anticorpi per sfuggire
all’epidemia che
dominava La nobile e Antichissima Casata
dei Black, il razzismo.
Con passo
svelto mia avvicinai alla ragazza e le porsi un fazzoletto per
asciugarsi il
volto, avrà avuto si e no una trentina d’anni, una
ragazza in effetti proprio
non lo era. Anzi per me poteva essere considerata anche una vecchietta.
“Come
ti
chiami donna?” le chiesi.
“Arabella
Figg...”
“Sei
una
Maganò giusto?”
“E tu
un
figlio di Purosangue”
“Sono
un
Black, ma credimi, non ho niente a che fare con Quelli
Là!”
Arabella
sorrise ma sapevo che sperava in qualcos’altro.
A quei tempi
i NonMaghi o almeno quelli che non lo erano completamente, non potevano
partecipare a nessun tipo di vita comprendente maghi o luoghi
altrettanto
magici.
Isolati,
Babbani in piena regola se non fosse per una piccola eccezione.
Infondo,
c’è
sempre l’eccezione che conferma la regola.
Se loro non
interagivano di volontà propria ma spinti da una Mago puro
(non di sangue)
potevano scorgere qualche misero lato della magia.
Gli porsi
elegantemente il braccio e sorridenti con me munito del baule e della
mia
civetta nera, Iaele, oltrepassammo ,condividendo la stessa emozione che
da me
traspariva ben poco ma in Arabella sprizzava da tutti i pori, il muro
tra il
Binario nove e dieci.
La donna a
fianco a me sgranò gli occhi alla vista di cotanta imponente
e così feci io ma
sempre con contegno mentre il baule portato con la sinistra scarsa se
ne andava
di qua e di là tanto che rischiai di finire nelle rotaie.
Il muro
dietro di noi era soli e duro ma ci scostammo perché ho
sempre avuto paura che
qualcuno chi venisse addosso! (Dai ditelo che anche voi ci avete
pensato è.è!)
Un treno dal
colore scarlatto accoglieva a vapori aperti i nuovi venuti e i vecchi
tornati.
Intorno a
noi l’atmosfera era calda e tranquilla, non
dimenticherò mai il momento in cui
salì sul Binario 9 e 3\4.
Fuori dalle
finestre numerose tante teste ordinate per essere generosi si
apprestavano a
salutare i genitori mentre gli animali lottavano fino
all’ultimo secondo per
non finire nelle loro apposite gabbie.
Arabella mi
ringraziò e mi giurò che ci saremmo rincontrati e
con le lacrime agli occhi
oltrepassò la barriera e sparì oltre il tornello.
Mi misi in
fila per salire quando un gruppetto Serpeverde mi derise e mi
passò davanti,
intimorito abbassai la testa; solo ora che lo racconto, mi vergogno,
mai uno
come Me, lo avrebbe fatto. Ma in poco, pochissimo tempo la tanta
insicurezza
sarebbe scappata a gambe levate vendendo un avversario così
potente come il mio
sarcasmo e il mio orientamento.
Tra gomitate
irritato mi feci spazio e entrai nel primo scompartimento non popolato
dalla
folla, ovvero il terzultimo dell’ultimo vagone.
Trovai due
neostudenti come me che chiacchieravano animatamente mentre la ragazza
gesticolava come una maniaca tant’è che qualche
secondo prima che si
accorgessero della prima presenta il ragazzo si beccò quasi
due schiaffi se non
fosse per i suoi riflessi, pregai per lui, poverino la prima persona
che aveva
conosciuto probabilmente, e guarda te chi si era trovato! Mai
più avrei pregato
per il ragazzo dai capelli unticci davanti a me.
Battei un
colpo di tosse ai due ragazzi per segnalarmi la mia presenza, i due mi
guardarono e l’unticcio distolse lo sguardo al finestrino,
disinteressato.
Chinai di nuovo il capo sentendomi a disagio.
“Piacere,
Sirius Black.” Dissi accennando un sorriso.
La ragazzina
sgranò interessata gli occhi verdi come il bosco
“Lily, Lily Evans. E lui è il
mio Migliore Amico, Severus.”
Severus
arrossi all’ Migliore Amico e con un cenno del capo aggiunse
“Piton, chiamami
Piton”
“Ok, Piton”
Chiusi la
porta dello scompartimento ma ben presto il vetro si ruppe di colpo e
alzai le
mani in alto come per segnalare che non avevo nessuna colpa mentre una
Cioccorana balzò sul sedile.
Mi sporsi
nello squarcio ma mi ritirassi subito. Un ragazzo dai capelli sparati
per aria,
forse per la foga, correva in modo buffo e ridicolo, con la schiena
dritta per
dritta e le
ginocchia alte, con le due
mani teneva un mangiata di dolci.
La donna del
carrello correva, inciampando e sbattendo, quando il ladro di dolci si
fermò
allo scompartimento dopo il nostro, davanti la porta. La donna
gridò
:”POOOOOOOTTERR! E io dovrei tenerti a bada per sette anni!
Oh, Nossignore” e
due ripresero a rincorsi nuovamente. Ma quel
“Potter” forse non sapeva che prima
o poi il treno sarebbe finito.
Risi di
gusto.
“Idiota”
Sentenziò una rossa accanto a me.
L’orologio
batté le undici in punto.
Rieccoci di
nuovo qui,
scusate non
ho potuto pubblicare prima perché avevo gli allenamenti;)
Io ho
iniziato la terza media da una settimana e voi ? Magari se lasciate
qualche
recensione aggiungeteci qualcosina su di voi così ci
conosceremo anche un po’.
Invito i
lettori a metterla tra le seguite e chi lo segue o la preferisce
già a
recensirla ;)
Bacioni,
Levicorpus.