Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: _nicksbum    17/09/2012    3 recensioni
Credevo di conoscere tutto della vita, credevo di comprendere l'amore e la gioia e la tristezza e il dolore.
Se ci ripenso mi devo dare della stupida. Si, una vera stupida.
Non avevo capito niente, fino a quando non ho incontrato lui e la mia vita è cambiata per sempre, prendendo una piega che mai mi sarei aspettata.
Lui, Nicholas.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Beautiful boy with big brown eyes, tell me who's that?
Who's that?

 

 

 

 

 

 

 

 

"Sai chi verrà a studiare qui?"

Mancavano esattamente due giorni all'inizio delle lezioni e Jenn, indaffarata come sempre con i preparativi per il ritorno a scuola, era super eccitata da un paio di giorni per la comparsa di un nuovo studente.

Solo oggi ne aveva scoperto il nome e quanto pare era impaziente di rivelarlo alla sorella.. come se a lei importasse!

"Sentiamo", disse Kirsten, alzando gli occhi dalla lettura del nuovo libro di Nicholas Sparks.

"Nick Jonas", esclamò febbricitante, guardandola con un moto di speranza del tutto inutile. Kirsten alzò un sopracciglio, poi tornò al suo libro. "Potresti almeno mostrati entusiasta una volta tanto, sai?", le chiese la sorella sbuffando e buttandosi in fianco a lei, facendola ondeggiare sul divano morbidissimo.

"Yu- uh", esclamò la castana con tono da funerale che fece sbuffare l'altra ancora. "Non so nemmeno chi sia..", continuò.
“Ma come? Nick Jonas.. i Jonas Brothers..... mai sentiti?”
Kirsten scosse la testa. “No e non m'interessa...”, esclamò. “Scusa, ma lo sai come la penso..”

"Già.. 'non bastavano la Cyrus e il suo branco di oche o la Gomez che mi copia i compiti e quell'idiota di Bieber che mi sta dietro come un cagnolino, ora doveva arrivare pure questo Jonas!'..", esclamò imitando perfettamente la voce di sua sorella. L'altra sorrise, suo malgrado.

Sua sorella era brava a farla ridere, dopotutto. "Hai dimenticato anche che ci saranno bambine urlanti in piena tempesta ormonale che, vedendolo, sverranno in mezzo ai corridoi come quando è arrivato Josh Hutcherson!"

"Già.. scusa se me ne son dimenticata!", le rispose alzandosi e dirigendosi in cucina.

Kirsten sperò che ora l'avrebbe lasciata in pace; voleva leggere quel libro, ma le venne in mente una cosa e non riuscì a trattenersi. "Non esci con Phe oggi?" chiese alzando leggermente la voce.

"Si, dovrebbe arrivare tra poco", le rispose con voce soffocata, segno che si stava ingozzando di qualche schifezza in cucina.

Kirsten non si capacitava del fatto che sua sorella mangiasse come una mucca in piena fertilità e non ingrassasse di un milligrammo. "Vieni con noi?", le chiese affacciandosi dalla soglia dell'altra stanza.

Scosse la testa.

Non le andava di fare il terzo incomodo. Certo, Christopher era il suo migliore amico, ma non voleva di certo disturbarli mentre si scambiavano effusioni fin troppo esplicite. Già dovevo sorbirsi ogni singolo dettaglio delle notti di fuoco che passavano a casa di lui, in dose doppia, ovviamente.

Amava definirli Phe², ChristoPHEr e JenniPHEr. Era una cosa ridicola, ma a lei piaceva.

"Sai.. potresti uscire qualche volta.. mica mangiamo!", commentò Jenn tornando in salotto. "E poi oggi non saremo soli, ci saranno anche gli amici di Phe"

"Non mi va.. voglio finire questo libro", le disse sventolando quelle pagine intrise di amore e passioni e avventure.

"Come vuoi sorellina.. sappi che rimarrai zitella e sola, con quel gatto grasso come unica compagnia, se continui così....", ribadì come ogni volta che toccavano l'argomento, interrompendola nuovamente.

"Preferisco essere così che fingermi qualcuno che non sono", rispose acida l'altra sapendo di averla punta nel vivo.

Jennipher sapeva che sua sorella odiava il fatto che stesse sempre in mezzo a quelli popolari solo per farsi vedere ed era anche l'unica cosa sulla quale, puntualmente, litigavano.

"Sarà... in ogni caso il discorso su Nick Jonas non è chiuso", fece, tornando all'attacco, ma Kirsten fu salvata dal suono del campanello.

Phe era arrivato giusto in tempo. Diede un leggero bacio sulla guancia alla sua migliore amica, poi trascinò la sorella fuori casa, liberandola da quella tortura con un sorriso. Sapeva come farla felice, l'aveva sempre saputo.

 

Quando sentì il campanello suonare si precipitò alla porta e si affrettò ad aprire, convinta che fosse Jay, di ritorno dalla seduta di pilates.

Ciò che non si aspettava era una signora sui quaranta, bella e solare che le porgeva un pacchetto tenendolo in bilico su altri tre pacchi simili.

"Ciao cara.. sono Denise", esclamò con voce dolce. "Ti stringerei la mano ma sono impegnate entrambe.. comunque sono la tua nuova vicina di casa"

Annuì. Aveva sentito, forse da Jay che sarebbero arrivati dei nuovi vicini. "Piacere mio signora, io sono Kirsten, mia madre non c'è ma appena torna le dirò di passare a presentarsi.." rispose con il tono più stucchevole che riuscì a trovare.

"Oh, certo cara", le sorrise.

Le piaceva quella signora. Non sembrava la solita diva di Hollywood.

Le sorrise anche lei mentre si allontanava lungo il vialetto, poi si accorse di non averla nemmeno ringraziata. "Signora.... Denise.. aspetti!", lei si voltò sorridendole ancora. "Volevo dirle grazie per i dolcetti", rispose sincera.

Lei alzò le spalle e sempre con quel sorriso meraviglioso sul viso rispose: "Non preoccuparti cara.. spero ti piacciano, li ha fatti mio figlio! Lui li chiama Bluscotti!".

Così dicendo si allontanò per bussare alla porta dei Gomez, sempre con quel sorriso e quella gentilezza.

Kirsten tornò in casa e si diresse in cucina dove, con lentezza smisurata, aprì l'involucro di carta che conteneva quegli strani biscotti.. o Bluscotti, come aveva detto la signora.

Capì immediatamente perchè li aveva chiamati così. Erano blu, blu elettrico ed erano grandi quanto un pancake. Non sembravano molto invitanti, ma li assaggiò titubante e rimase piacevolmente sorpresa della dolcezza e del gusto eccezionale che facevano rimanere sul palato.

Il figlio doveva essere un cuoco provetto.

"Però..", mormorò tra sè come segno di apprezzamento, portandosi tutto il sacchetto con i Bluscotti in camera, dove tornò alla lettura del suo libro di Nicholas..... Sparks.

 

 

Era appena uscita dal bagno, quando sentì il campanello suonare. Si avvolse un asciugamano intorno al corpo e corse ad aprire la porta.
Questa volta era davvero Jayenne, di ritorno dalla sua seduta di pilates giornaliera.
La salutò e corse a vestirmi, poi tornò in salotto, dove trovò sua madre già distesa sul divano, intenta a sfogliare un giornale.

"Mamma”, esclamò. Aveva iniziato a chiamarla mamma il giorno di Natale dello stesso anno in cui era venuta ad abitare con loro e Jay ne era parsa felicissima. “Vado a fare una passeggiata..”

“Okay tesoro.. non tornare tardi....”, le rispose sorridendole. “Tua sorella è fuori con Chris?”
Annuì, prima di scoccarle un bacio sulla guancia, afferrare la sua tracolla e uscire di casa.
L'aria di Los Angeles in questa stagione era sempre umida; si avvicinava la stagione delle piogge anche se lì, le piogge, erano praticamente inesistenti.
Iniziò a correre per scrollarsi di dosso ogni minima confusione, ogni piccolo dolore o stress. Non correva da troppo tempo, anche se amava farlo, e le serviva.

Corse per tutta Toluca Lake, fino al bar dove lavorava una certa Lish, una ragazza con cui parlava spesso; lavorava part-time al bar e faceva dei piccoli lavoretti per le famiglie ricche della zona, il tutto per mantenersi gli studi alla Los Angeles University. Era una ragazza intelligente, a differenza di molta gente che conosceva, era simpatica e amava parlare con lei.
Le loro conversazioni erano interessanti e Kirsten passava ore al bar solo per parlare con lei.
Quel giorno però non poteva fare tardi, così passò solo a salutarla e a prendere una bottiglietta d'acqua fresca.

Tornando a casa, infilò le cuffie e alzò il volume al massimo per escludere ogni suono.
Amava la musica e ne approfittava sempre, quando correva, per ascoltare le nuove canzoni che sua sorella aveva l'abitudine di caricarle sull'iPod ogni sera.

Correva, persa nei pensieri, quando sentì un forte contraccolpo e cadde a terra.
La testa le doleva e la fronte pulsava leggermente.
“Ahia..”, mormorò massaggiandosi la fronte, rialzandosi e osservando la scena.
Davanti a lei, un ragazzo alto, moro, bellissimo e con una faccia da prendere a schiaffi, si massaggiava il petto, dove probabilmente era andata a sbattere Kirsten con la testa.
“Hey.. stai bene?”, chiese allungando una mano verso di lei, ridacchiando.
Annuì. “Tu?”

“Bene... hai la testa dura, eh?”, commentò ancora ridendo.

“Già... scusa, io.. non ti ho visto e..”
Scosse la testa, avvicinandosi ancora un po'.
Kirsten arrossì, non sapendo bene per quale motivo; di solito non era timida con i ragazzi anzi, era una stronza, anzi nemmeno quello; era così timida che si mostrava stronza per evitare che la gente la prendesse in giro più del dovuto; ma con quel ragazzo sembravo essere tornata quella bambina che, alle elementari, arrossiva quando qualcuno le rivolgeva la parola.

“Non preoccuparti.. l'importante è che tu stia bene”, sorrise gentile.

Era davvero bello e i suoi occhi scuri.. oh, i suoi occhi. Kirsten si perse a guardare quelle iridi scure, ma poi, per evitare figure, cosidette 'di merda', esclamò “Non.. non ti ho mai visto qui”.

Il ragazzo scosse la testa e spiegò “Ci siamo appena trasferiti, io e la mia famiglia..”, disse indicando la casa in fianco a quella di Kirsten. Lei la osservò per un attimo, ripensò a quella signora gentile con quei fantastici biscotti, fece due più due ed esclamò “Li hai fatti tu quei biscotti?”
“Quali biscotti?”
“Ehm.. tua madre si chiama Denise, giusto?”, chiese lei, per assicurarsi di non aver preso un abbaglio.
“Si, è mia...”, commentò, poi si interruppe. Kirsten lo vide allargare lo sguardo, in un lampo di consapevolezza. “Oh, hai assaggiato i Bluscotti di Nick?”, le chiese ridacchiando.
Annuì. “Sono buoni”, rispose lei, come per giustificarsi.
“Oh, si, buonissimi.. ma non mangiarne troppi, ti fanno impazzire!”
“E tu lo sai perchè...”, esclamò scherzando.
Lui rise e Kirsten pensò fosse ancora più bello, con quei denti bianchi e perfetti.
“Perchè Nick li cucina fin da quando è piccolo e io e Kevin abbiamo fatto una gara una volta e poi siamo stati svegli per due notti di seguito... c'erano troppi zuccheri!”, rise mentre le spiegava quella storia assurda e divertente.

“Mmmh, Nick? Kevin? Sono i tuoi fratelli?”, chiese Kirsten curiosa.
Lui si sedette sul muretto che divideva le loro case e lei, con titubanza, si accomodò in fianco a lui, osservandolo.
“Si.. Kevin è il più grande, poi ci sono io, poi c'è Nick e infine Frankie..”, spiegò indicando sulle dita affusolate il numero dei suoi fratelli.
“Caspita! Tutti maschi?”
Annuì. “Mia madre ha sempre desiderato una femmina, ma dopo il quarto maschio ci ha rinunciato”, rise, illuminando il suo sguardo.

Annuì anche lei, senza sapere cosa dire.
“E tu?”
“Io... abito qui”, spiegò Kirsten indicando la sua casa e lui si stupì. “Si, sono la tua vicina di casa.. e abito con mio padre, con la mia matrigna e con la mia sorellastra che amo con tutto il cuore..”, sorrise; non pensava di averlo mai detto a nessuno, ma era la verità.
Amava sua sorella forse più di sè stessa.

“E' una bella cosa”, fece lui, sorridendole teneramente.

Lei annuì, poi si alzò.
“Beh.... io vado”, commentò sorridendo a sua volta, nell'imbarazzo più totale.

Lui annuì, si alzò e si diresse verso la cassetta della posta, alla quale, prima dello scontro con Kirsten, stava attaccando il cartellino con il nome della famiglia, che lei non riuscì a leggere.

Alzò una mano in segno di saluto e la ragazza si diresse verso il vialetto di casa sua.
Era quasi alla porta quando lo sentì chiamarla. Si stava sbracciando per attirare l'attenzione. “Come ti chiami?”, esclamò.
“Kirsten!”, urlò lei di rimando.

“Io sono Joe!”, le disse. “Ciao Kirsten!”
“Ciao Joe”, sorrise ed entrò in casa.
Si appoggiò con la schiena al legno caldo della porta, mordendosi il labbro per trattenere un sorriso, ripensando allo sguardo luminoso di Joe.
Era entusiasta dell'incontro con quel ragazzo, tanto che sua sorella, tornata circa mezz'ora prima di lei, se ne accorse subito. Era curiosa, continuava a chiederle cos'avesse, ma Kirsten cercò di tenerlo per sè, anche se ci riuscì per poco.

Sua madre, abituata a tenere d'occhio il vicinato, si era subito accorta che aveva parlato con Joe prima di tornare a casa e durante la cena ne approfittò per farle alcune domande spinose.
Sua sorella, ovviamente, era tutt'orecchie.


“Così si chiama Joe?”.
Era tardi.
Avevano visto un film insieme alla madre e adesso si erano rifugiate in camera e Jennipher non aveva perso nemmeno un secondo per chiederle informazioni su quel ragazzo.
Annuì alla sua domanda, senza alzare lo sguardo dal suo libro.
“E com'è?”
“Carino”, mormorò fingendosi poco interessata alla conversazione. In realtà pensava fosse molto più che carino, ma non voleva darle nessun pretesto per provarci con Joe. Sua sorella, nonostante fosse la fidanzata storica di Christopher, amava cinguettare con i ragazzi, senza mai fare nulla. Si divertiva così.

Kirsten lo trovava squallido, ma Christopher ne era a conoscenza e non le diceva nulla. Se era contento lui, a lei andava bene.

Comunque, in qualche modo voleva tenere Joe tutto per sè, anche se era un pensiero assurdo.. poteva essere fidanzato, poteva essere gay.
“Solo carino?”
“Si, Jenn. Solo carino”, annuì chiudendo il libro con un gesto secco e infilandosi sotto le coperte.
“Non ti credo.. domani voglio verificare con i miei occhi”, pigolò ancora, annuendo tra sé.
“Come preferisci..” rispose l'altra con una scrollata di spalle. “Io ora provo a dormire.. quindi se ti deve chiamare Chris, vai in camera tua”
La sentì sbuffare e allontanarsi, chiudendosi la porta alle spalle.

Kirsten si rannicchiò su sè stessa e si addormentò quasi all'istante.








Holaaaaaa!
visto che due persone si sono degnate di recensire, ho deciso di postare subito il primo capitolo.
lo so, non è granchè.... ma spero vi sia piaciuto comunque :)

entra in scena Ccciosef che sarà fondamentale in questa storia (da un certo punto di vista, molto più di Nicholas, lol) coooomunque.... nel prologo ho dimenticato di dirvi che ovviamente Miley non penso veramente che sia così stronzetta e oca come la descrivo qui... ma mi pareva adatta a fare la 'reginetta' della scuola... PERCHE' E' FIGHISSIMA! gosh!

eee.. ecco, non so che altro dirvi. Sono a corto di fantasia, perciò... adios!
LOVE YOU ALL.


Sil, :3 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: _nicksbum