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Autore: Fenrir_23    18/09/2012    9 recensioni
Sasuke e Itachi sono due fratelli con un legame particolare, fin da piccoli attaccati in modo morboso l'uno all'altro. Scopriranno di provare un sentimento "scomodo" e difficile da accettare, ma così forte da non poter essere ignorato ...
“Davvero provi qualcosa per me?” Chiese il minore, dimenticando la vergogna, solo impaziente di sapere. “Veramente te ne sei andato perché avevi paura dei tuoi sentimenti?”
“Sasuke …”
“Rispondimi, Itachi!”
(ITASASU)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Itachi mise sulle spalle di Sasuke una grande coperta pesante, sfiorandogli per un’ultima volta la fronte; suo fratello si era addormentato dopo aver finito di piangere, fra una carezza e l’altra.
Poi si avviò verso la cucina, in cerca di qualcosa da mangiare, trovando in frigorifero una golosa fetta di torta alla panna, che prese senza pensarci troppo: quando si trattava di dolci diventava tutt’altro che altruista.
Nel posare il piattino sul tavolo, si accorse che gli tremavano ancora le mani dal nervosismo.
S’impose di calmarsi, ma si sentiva ribollire di collera al pensiero di quello che Orochimaru avevo provato a fare ed aveva fatto a Sasuke per quei sei mesi. Quello che gli faceva più rabbia era che qualcuno avesse anche solo pensato di toccare suo fratello, ricattandolo moralmente ed arrivando a turbarlo a tal punto da farlo piangere in quel modo; ma c’era anche qualcos’altro di più nascosto. Sasuke era suo, solamente suo, e nessuno poteva permettersi anche solo di sfiorarlo.
Si concentrò sul gusto dolce della torta per provare a distrarsi, ma non servì a nulla.
Allora iniziò a muovere la gamba sinistra, nervosamente.
Ora cosa doveva fare con Orochimaru? Teoricamente avrebbe dovuto denunciare le molestie e rivolgersi alle autorità, ma sapeva benissimo che dopo ben sei mesi in cui nessuno aveva denunciato il fatto, difficilmente l’avrebbero preso seriamente in considerazione. E poi quali prove avevano? I segni sul corpo di Sasuke, ma effettivamente non c’era nessun modo per dimostrare che fosse stato davvero Orochimaru a provocarglieli.
In secondo luogo doveva tener conto di suo fratello, perché non era sicuro che lui volesse far emergere la cosa e quindi dirlo anche a Mikoto.
Lo guardò mentre sonnecchiava sul divano, sorridendo spontaneamente nel vederlo arrotolato nella coperta che gli aveva messo addosso.
Sentiva il bisogno di parlare con lui dell’argomento che avevano lasciato in sospeso ben sei mesi prima all’aeroporto, ma visto quello che era successo, avrebbe aspettato.
Si era convinto di essere una persona pessima per l’amore incontrollabile – oltre a quello fraterno – che provava nei suoi confronti, ma in quei sei mesi aveva imparato ad accettarlo e a prendere in considerazione anche i sentimenti che Sasuke gli aveva fatto chiaramente capire di provare a sua volta.
Se davvero, da entrambe le parti, quello che provavano non era ancora cambiato, allora voleva dire che non c’era proprio nulla da fare; si amavano non solo come due fratelli, era una realtà che doveva – dovevano – imparare ad accettare.
Finita la fetta di torta, si alzò per andare a sciacquare il piatto, e poi salì le scale ed entrò nella sua stanza per cambiarsi e mettersi dei vestiti più comodi. Notò che il letto era disfatto e si fece sfuggire un sorriso tenero, deducendo che probabilmente Sasuke aveva preso l’abitudine di dormire lì.
Indossò i pantaloni di una tuta da ginnastica, una semplice maglietta a mezze maniche ed una grande felpa grigia che un tempo era appartenuta a suo padre.
Guardò l’ora; non mancava molto all’arrivo di Mikoto. Andò un attimo in bagno, e poi scese nuovamente, trovando Sasuke seduto sul divano, con la coperta sulle spalle, che fissava un punto con sguardo assonnato.
“Otouto, sei già sveglio?” Gli chiese, avvicinandosi, per poi sedersi di fianco a lui.
Sasuke lo guardò negli occhi, annuendo piano.
“Ora va un po’ meglio?” Itachi prese ad accarezzargli la testa, rilassandosi un poco quando lui gli rispose che sì, ora stava bene.
Passarono qualche secondo in silenzio, e il maggiore si stupì quando fu Sasuke a riprendere a parlare, scostandosi da lui per guardarlo negli occhi con decisione.
“Niisan, non mi sono dimenticato di quello che c’è in sospeso fra  noi.” Gli disse, senza troppi giri di parole.
Itachi rimase per un attimo immobile, non sapendo come reagire a quel desiderio di affrontare l’argomento in modo così diretto. Era lui stesso a voler parlarne, ma in quel momento si rese conto di non essere troppo sicuro di voler finalmente ammettere che amava davvero Sasuke in modo non solo fraterno, e di non saper da dove iniziare.
“Otouto, io …”
“Davvero provi qualcosa per me?” Chiese il minore, sembrando aver dimenticato la vergogna, solo impaziente di sapere. “Veramente te ne sei andato perché avevi paura dei tuoi sentimenti?”
“Sasuke …”
“Rispondimi, Itachi!”
Sasuke si rese conto di avere il respiro affannoso come se avesse fatto una corsa, si stava facendo davvero prendere da quella discussione. Voleva sapere, doveva sapere, non ne poteva più di aspettare. Anche se non aveva mai avuto gli stessi dubbi di Itachi, si era fatto molte domande in quei sei mesi trascorsi – e anche prima – per cercare di capire che cosa provava davvero nei suoi confronti, ma quando si era reso conto di voler qualcosa in più da Itachi – non solo i suoi abbracci e le parole di conforto – aveva capito di provare per lui quel sentimento che tutti consideravano proibito fra due fratelli.
In ogni caso non gli importava di quello che pensavano gli altri, anche se era solo un ragazzino sapeva esattamente quello che voleva, e non avrebbe rinunciato ad Itachi solo perché le altre persone credevano che fosse una cosa sbagliata. Sapeva anche che avrebbe dovuto inevitabilmente tenerlo nascosto a Mikoto, ma si sentiva abbastanza egoista da non voler rinunciare a suo fratello nemmeno per la felicità di sua madre.
Lo voleva e basta, e in parte non riusciva a capire le assurde paranoie di Itachi. Lui si faceva davvero troppi problemi e soprattutto si ostinava a trattarlo come un bambino incapace di decidere con la propria testa.
“Io so quello che voglio.” Gli fece presente, arrossendo poi per l’imbarazzo – rendendosi conto di quello che aveva detto – ed abbassando lo sguardo.
Era finalmente giunto il momento della verità fra loro due.
Sentì Itachi sospirare, agitato.
“Otouto … io … ormai non posso più negarlo. Provo davvero certi sentimenti sbagliati per te.”
Sasuke fu percorso da un tremito, sentendosi invadere di felicità. “Sono davvero questi i sentimenti che si provano quando si viene ricambiati dalla persona che si ama?” Si chiese, irritandosi subito dopo per le parole successive del fratello.
“Sei davvero sicuro Sasuke? Sei sicuro di quello che provi? Se davvero ci butteremo in questa strada, poi non potremo più tornare indietro.”
“Io sono sicuro.” Rispose il minore, con decisione e un po’ di rabbia mal celata. Itachi con la sua indecisione lo stava facendo innervosire. “Piuttosto, tu sei sicuro? O mi stai prendendo in giro?”
“Io so di che natura sono i sentimenti che provo per te, Sasuke, solo … è che ho paura, in verità ... sono un vigliacco.”
Il più piccolo rimase per un momento senza parole, non sapendo cosa dire. Anche lui in fondo aveva paura, ma finché sarebbero rimasti insieme che problemi c’erano?
“Sai che con il passare degli anni sarà sempre più difficile tenerlo nascosto, no?” Continuò Itachi, senza accorgersi di star avvicinando le labbra a quelle di Sasuke. Stava per cedere, ormai l’aveva capito. In fondo andava bene così … sarebbero stati felici entrambi, anche se con il mondo contro.
“Lo so … niisan, mi credi scemo?”
Sasuke sentì il suo cuore che iniziava a battere all’impazzata. Non ricordava di aver mai provato emozioni così intense – belle e brutte – come in quel giorno, tutte di fila. Si era liberato del peso che per mesi l’aveva schiacciato, e ora, finalmente, anche con Itachi si stava sistemando tutto.
Era incredibile, non aveva mai creduto di poter essere ricambiato da suo fratello.
“Niisan …”
D’impulso Sasuke posò le labbra su quelle di Itachi, impaziente. Non voleva più aspettare.
Lui rimase immobile per qualche secondo, ma poi ricambiò il bacio con trasporto. Era inutile farsi tornare i complessi che aveva superato in sei mesi di lontananza. Nemmeno quel tempo era servito a spegnere ciò che provavano uno per l’altro, quindi non c’era davvero nulla da fare.
Si sentì travolto da un’ondata di sentimenti fortissimi e capì, dal contatto delle loro labbra, che anche Sasuke li stava provando, e sorrise contro la sua bocca.
Si sentiva bene, era felice. Sasuke era suo. Lo spinse a sdraiarsi sul divano, e Sasuke lo assecondò immediatamente. Si trovarono così uno sopra l’altro.
Il più piccolo si aggrappò alle spalle di Itachi con forza. Sapeva che questa volta lui non sarebbe scappato, ma voleva tenerlo stretto a sé per sicurezza. Provò ad approfondire il bacio e si fece spazio nella bocca di suo fratello. Percepì che lui era un po’ incerto, ma poi le loro lingue si sfiorarono una con l’altra.
Quando Itachi andò a baciarlo sul collo, Sasuke non fu in grado di trattenersi, e sobbalzò, spaventato. Non gli aveva dato fastidio suo fratello, ma il ricordo di Orochimaru era ancora troppo vivido nella sua mente, e quel tocco, in quel punto, gliel’aveva portato di nuovo in mente.
“Niisan ...”
“Ho capito, ho capito.” Lo rassicurò Itachi, baciandogli una guancia. “Non preoccuparti otouto, ho capito.”
Si guardarono negli occhi.
“Sasuke, perdonami. A causa della mia indecisione ti ho fatto soffrire per molto tempo, quando invece sarebbe bastato …”
Il minore tornò a baciare, delicatamente, sfiorando le sue labbra. In quei sei mesi aveva provato anche rancore nei suoi confronti, l’aveva quasi odiato in certi momenti, ma ora non aveva importanza. Erano lì, sul divano, a dichiararsi finalmente quello che provavano tramite i gesti del corpo, e solo quello bastava a ripagarlo dei sei mesi infernali che aveva trascorso.
Le loro lingue tornarono a toccarsi.
Le labbra di Sasuke sono morbide.” Pensò Itachi, mentre continuava a baciarlo, staccandosi solo per riprendere fiato. Ormai non poteva tornare indietro, finalmente era riuscito a superare le sue barriere mentali.
Approfondì ancora di più il bacio, sprofondando di più nella bocca di Sasuke, ma in quel momento bussò qualcuno alla porta. Era sicuramente Mikoto.
Scattò in piedi, cercando un po’ di riassestarsi, ma comunque si prese un po’ di tempo prima di aprire, per ritrovare la calma.
“Itachi, sono la mamma, siete a casa?”
“Sì un secondo, non trovo le chiavi.”
Guardò Sasuke per chiedergli implicitamente se si fosse un attimo ripreso, e poi andò ad aprire la porta. Si ritrovò a fissare Mikoto, e in quel momento fu invaso da un’ondata di malinconia. Prima che potesse dire qualcosa, però, lei lo aveva già abbracciato.
“Mamma …”
“Sta bene il mio tesoro?”
Sasuke spalancò gli occhi esterrefatto sentendo Mikoto usare quell’appellativo con suo fratello, e nello stesso tempo arrossì d’imbarazzo.
“Mamma, per favore …”
Lei lo baciò velocemente sulla guancia, per poi staccarsi e rivolgergli un largo sorriso.
“Lo so che non posso trattarti come farebbe qualsiasi madre con il suo bel figlio … però cerca di capire, Itachi, non ti vedo da sei mesi.”
Itachi si lasciò abbracciare per un po’ di secondi, e poi lui e Mikoto rientrarono in casa.
“Sasuke, tutto bene?” Chiese la donna, vedendo il suo secondo genito. “Mi sembri molto stanco.”
“Sono solo un po’ stanco come hai detto tu mamma, non c’è niente di cui ti devi preoccupare.” La rassicurò lui, e Itachi dedusse che voleva tenerla fuori dalla questione Orochimaru. Comunque avrebbero ripreso il discorso appena restati nuovamente soli.
“Mi raccomando, vedi di non stressarti troppo, Sasuke.” Gli raccomandò lei.
“Vi preparo il pranzo, intanto Itachi preparati un discorso, perché a tavola mi dovrai raccontare tutto quanto.”
Lui annuì pacatamente, mentre la osservava. Era bello essere di nuovo a casa.
 
 
 
 
 
 
Itachi uscì dalla doccia coprendosi immediatamente con un grosso accappatoio e tamponandosi i capelli con un asciugamano. Andò a sedersi sul bordo della vasca, ascoltando il suono monotono dello scaldabagno. Rimase lì fermo a riflettere nell’attesa di asciugarsi un po’. Quella giornata era stata intensa.
Ancora non era riuscito a togliersi di dosso il nervosismo per quello che aveva saputo su Orochimaru, e nello stesso tempo – nonostante quello – provava una gioia immensa, perché finalmente aveva potuto concedersi di amare Sasuke. Si sentiva un po’ insicuro, ma almeno era definitivamente riuscito ad accettare quei sentimenti, anche se ancora non gli sembrava vero.
Anche se era già capitato prima, in modo sfuggente, questa volta si erano baciati sul serio. Il loro non era stato un semplice bacio, ma una vera dichiarazione, uno scambio di sentimenti. Ed era incredibile che anche Sasuke ricambiasse quello che provava lui.
Sorrise fra sé e sé, mentre ricordava le labbra morbide di suo fratello e il sapore della sua bocca.
Improvvisamente, gli venne di nuovo in mente il viso triste di Sasuke e quel suo pianto così disperato, e si sentì invadere nuovamente da una prepotente ondata di rabbia nei confronti di Orochimaru.
Si tamponò i capelli nervosamente, rivestendosi in fretta, e poi accese il phone per asciugarli.
Tornò in camera dopo una decina di minuti, trovando suo fratello seduto sul letto; gli sorrise spontaneamente, avvicinandosi con calma, e lo salutò con una veloce bacio sulle labbra, pensando che fosse magnifico poter comportarsi in quel modo, come in fondo aveva sempre desiderato.
Per un attimo, tutti i timori che aveva difficilmente sconfitto, tornarono a galla; ma poi si diede immediatamente dello stupido.
Si amavano entrambi, a cosa sarebbe servito cercare di negarlo? Il sorriso accennato di Sasuke gli fece capire che reprimere i sentimenti che provavano era solo un modo per soffrire gratuitamente.
“Itachi, posso …”
“Si che puoi.” Lo anticipò Itachi, prima ancora che lui avesse il tempo di fare la domanda, alzando le coperte per invitarlo a dormire insieme. Era un gesto che potevano permettersi, non era certo la prima volta, e Mikoto non avrebbe quindi sospettato nulla.
Quella sera però dormivano uno accanto all’altro non solo come fratelli, ma come amanti.
Itachi s’infilò sotto le coperte, e Sasuke lo raggiunse immediatamente. Finalmente non era più da solo in quel letto.
Per un po’ ognuno rimase nei propri pensieri.
Quel pomeriggio, dopo mangiato, erano usciti tutti insieme, loro due e Mikoto, e Itachi non aveva mai smesso di parlare per raccontare tutto quello che aveva fatto. Nonostante il disagio iniziale, si era poi adattato perfettamente alla vita di New York – anche se, aveva precisato, continuava a preferire Kyoto – aveva imparato perfettamente l’inglese, ottenuto ottimi risultati negli studi, sia in pratica, sia in teoria, e conosciuto anche dei pezzi grossi in campo medico, conoscenze importanti per la sua futura carriera.
“Niisan, ascolta.” Esordì Sasuke.
“Ti ascolto.”
“Non dire nulla alla mamma, ti prego …”
Itachi puntò il suo sguardo in quello del fratello.
“Sasuke, stai scherzando? Quel che ti è successo è molto grave, va denunciato.”
“Aspetta niisan, ascoltami, per favore.” Lo pregò lui. “ è tardi per sporgere denuncia, dopo sei mesi …”
“Non è mai tardi per queste cose, otouto.”
“E poi non voglio che lo venga a sapere la mamma.” Continuò Sasuke, imperterrito.”Ha avuto molte preoccupazioni in questi mesi, non voglio che lo sappia.”
“Ti stai rendendo conto di quello che mi chiedi?”
Itachi fissò negli occhi Sasuke, e lo vide annuire con decisione.
Lo strinse un po’ a sé, prendendo ad accarezzargli la testa.
“Non posso prometterti di non dire nulla … è una cosa troppo grave. Prima di tutto, però … voglio andare da Orochimaru a parlargli di persona. Quando aprirà nuovamente dopo le feste, mi accompagnerai? Si pentirà amaramente di quello che ha osato farti.”
Sasuke si rannicchiò contro il petto del fratello, sentendosi protetto. Ora che Itachi era di nuovo a casa, non doveva più temere nulla.
Andò a baciarlo sulle labbra, come aveva sempre desiderato di fare ed esultò mentalmente quando lui ricambiò quel gesto senza farsi troppe assurde paranoie.
Sapeva benissimo che per loro due era solo l’inizio, ed erano ancora un po’ impacciati nell’amarsi in quel modo, ma era sicuro che col tempo si sarebbe stabilizzato tutto. Già avevano superato un enorme ostacolo.
“Niisan … io ti … io …” Sussurrò contro le labbra del fratello, mentre continuavano a baciarsi.
“Anch’io otouto, anch’ io …”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Anche questo direi che è stato un capitolo importantissimo per lo sviluppo della fan fiction; anzi, probabilmente il più importante. Siamo arrivati ad un dunque, a un punto di non ritorno XD … comunque ho ancora un po’ di cose da raccontare; innanzitutto devo chiarire la questione su Orochimaru (quindi almeno due capitoli penso saranno occupati da quello), anche se il prossimo capitolo vi anticipo già che parlerà di tutt’altro, giusto per “alleggerire” l’atmosfera … e magari per conoscere meglio la famiglia Uchiha XD … poi penso si entrerà nella “saga finale” che … non lo so, forse mi occuperà sui cinque capitoli ma non sono sicura. Quindi approssimativamente potrei dire che la fiction si concluderà più o meno intorno al capitolo 20 … ma non ne sono per niente certa XD
 
Grazie mille per i commenti, se non si è ancora capito mi rendono molto felice X°D
Alla prossima! Vi anticipo che potrebbe esserci una settimana di pausa perché vorrei lavorare anche ad un’altra fiction (long di circa 5-10 capitoli) che è il seguito della prima fiction che ho scritto “Un’altra possibilità” … ma vediamo, insomma. Comunque più di due settimane non passeranno XD
   
 
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