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Autore: vanessie    18/09/2012    3 recensioni
Dopo 8 anni dalla fine di Breaking Dawn la piccola Renesmee è diventata una bellissima quindicenne pronta ad affrontare i rischi e le insidie dell'adolescenza. Circondata dall'amore dei suoi familiari e degli amici di La Push, Nessie dovrà confrontarsi con il vero significato dell'amicizia e dell'amore. Riuscirà a trovare il suo posto nel mondo e a vivere come una ragazza normale? Troverà in Jacob quell'amore che le farà battere il cuore fino ad uscirle dal petto?
Una storia fantasy e romantica in cui tutte le ragazze possono riconoscersi, ma che non mancherà di stupirvi!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


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Capitolo 9

“Tutto per te”

 

 

Mi trovavo al Berries Lake, il luogo stabilito per la battaglia e stavo raccogliendo alcuni fiori. Ero serena e canticchiavo una canzoncina che Jacob mi aveva insegnato quando ero piccola. Mi girai di scatto e vidi Jake più bello che mai avvicinarsi a me. Ero emozionata e quando mi venne vicino notai che aveva una benda sul braccio, all’altezza del polso. Gli chiesi che cosa si fosse fatto così lui tolse la benda e vidi la ferita ancora grondante di sangue. Non capii più nulla e mi misi a succhiare quel nettare sotto lo sguardo schifato del mio migliore amico.

Aprii gli occhi di scatto ancora impaurita e per fortuna, mi accorsi che quello era stato solo un brutto sogno. Il grande giorno era arrivato. Mi vestii comoda e scesi in cucina. Trovai i miei parenti al gran completo pronti a partire.

Come stabilito mi recai con Bella, Esme, Alice e Carlisle al Berries Lake. Zia Alice disse che i lupi erano già alla mia sinistra e che gli altri Cullen si trovavano a destra, tutto si svolgeva come da copione. Arrivai al centro del campo e proprio come Jasper aveva previsto, Adam e i suoi scagnozzi saltarono fuori all’improvviso circondandoci. Mi isolarono dai quattro miei familiari che mi accompagnavano e Adam si avvicinò a me. Ero terrorizzata. “Ciao bel bocconcino, è proprio un peccato che sia proprio tu l’anello debole dei Cullen…sei così bella che sarebbe un vero spreco ucciderti!” disse quello schifoso. Mi bloccò le braccia dietro alla schiena con una mossa rapidissima. A quel punto vidi Edward, Jasper e Rosalie arrivare di corsa e saltare al collo di alcuni dei nostri rivali e lo stesso fecero Esme, Alice, Bella e Carlisle. Zio Emmett si precipitò da me e tirò un pugno ad Adam che lo fece rotolare a qualche metro di distanza da noi.

Papà mi disse di rimanere il più distaccata possibile, di combattere solo se qualche vampiro mi si fosse avvicinato e nessuno fosse stato in grado di aiutarmi.

Mi ritenevano tutti ancora troppo inesperta per coinvolgermi direttamente nello scontro. Osservavo la scena impaurita e desiderosa di tornare a casa il prima possibile, quando vidi che altri nemici stavano arrivando e minacciando i miei familiari. Gridai a Bella di avvertire gli altri e prontamente vidi Jake e i ragazzi del branco irrompere sulla scena per aiutarci. I lupi erano tutti impegnati a fare a pezzi i vampiri, mentre i Cullen si occupavano di dar fuoco ai corpi morti e aiutare qualche lupo in difficoltà.

“Wow ma che bella famiglia allargata che hai cara Renesmee” sentii dire alle mie spalle da Adam. “Che cosa vuoi da noi, la tua battaglia è inutile, noi non cerchiamo nessun tipo di supremazia, se il tuo gruppo è forte bene, non ci interessa” risposi decisa. “Che coraggio! Peccato che adesso ti debba fare a pezzi, non sei solo bella ma anche piena di carattere…” Ma come si permetteva? Non aveva di meglio da fare che venire a Forks a infastidirci? Papà aveva detto niente scontri, ma con una rapida occhiata vidi che nessuno dei miei alleati si era accorto che Adam era con me, infatti mi aveva fatto arretrare nel bosco dietro alberi e cespugli. Io vedevo loro, ma loro non vedevano me.

“Ma prima di ucciderti piccola Renesmee in onore alla tua bellezza voglio farti un ultimo regalo…” si avvicinò a me e io prontamente feci qualche passo indietro. Mi prese per la maglietta e me la strappò, provai a scappare, a liberarmi dalla sua presa ma fu inutile. Era troppo forte. “Su non fare così, vedrai che ti piacerà” disse buttandomi per terra. Lottavo contro quell’essere ripugnante e speravo che qualcuno si accorgesse delle mie urla, ma ovviamente i rumori provenienti dal campo di battaglia erano forti e coprivano le mie grida. Nella frazione di un secondo realizzai che non avevo possibilità di salvarmi e che la mia prima volta non sarebbe stata romantica con il ragazzo dei miei sogni, ma quel mostro mi avrebbe violentata…iniziai a piangere, a pregarlo di non farlo dicendo che avrei preferito essere uccisa subito. Ma non mi ascoltava. Aveva preso a sogghignare e stava per togliersi i pantaloni. Si chinò di nuovo su di me, ma qualcuno lo allontanò con una botta violenta. Vidi un lupo rossiccio che lo affrontava, ma Adam riuscì con un salto a scappare verso il campo. Jake si trasformò e venne da me che tentavo di coprirmi con i brandelli della mia maglietta, mentre ancora piangevo.

“Dimmi che non ti ha toccata!” urlò Jacob furioso “No, ma ho avuto tanta paura Jake”. Mi aiutò a tirare indietro i capelli pieni di foglie e terra e ci abbracciammo. Adam tornò come un pazzo e prese Jacob da dietro spintonandolo e tirandogli un calcio nello stomaco. Mi alzai e provai a difenderlo. Per tutta risposta Adam prese la testa di Jake e gliela fece sbattere contro una roccia. Il mio amico rimase a terra, allora mi avvicinai a lui per accertarmi che non fosse grave…presi la sua testa tra le mie mani e vidi Edward e Bella occuparsi di Adam…lo allontanarono da noi per sicurezza ed io sapevo che lo avrebbero ridotto in poltiglia, soprattutto dopo che papà guardando JJ aveva capito quello che quell’essere disgustoso aveva tentato di farmi. Chiamai Jake e accarezzai la sua testa, lui sorrise poi lo appoggiai sul terreno e mi accorsi di avere sulle mani il suo sangue…

Fu tutto improvviso: mi trovai a leccarmi le dita macchiate da quel fluido rosso e profumato. Non avevo assaggiato nulla di simile in vita mia, a parte nel primo “anno” di vita accelerata, il sangue umano aveva proprio un buon sapore e non riuscivo a smettere, continuando a guardarlo come fa una leonessa prima di avventarsi sulla sua preda. Non ragionavo più razionalmente. Avevo solo voglia di berne ancora.

Jacob si mise a sedere e lo vidi sfregare il polso destro contro la roccia. Si procurò un taglio e mi mostrò il sangue che cominciava a scorrere. I miei occhi e i miei sensi annebbiati da quella sensazione mi spinsero a tirare il suo braccio fino alla mia bocca e a succhiare da quel taglio quel nettare irresistibile.

Lo vedevo guardarmi poi, dopo qualche momento disse “Potrei fare tutto per te, anche donarti la mia vita se ne avessi bisogno”. Quelle parole mi colpirono facendomi vergognare e capii quello che stavo facendo. Mi sentivo sciocca e fuori controllo…stavo cibandomi dell’amore della mia vita, l’unico ragazzo che volevo. Intanto i rumori dal campo di battaglia erano finiti e tutti sarebbero stati lì tra poco. “Oh Jacob che cosa ho fatto? Dovevi allontanarmi e non darmi il tuo sangue, sono un mostro!” dissi piangendo e mi rifugiai tra le braccia dei miei parenti che erano attoniti a osservare la scena. I Quileute aiutarono Jacob e dissero che sarebbe stato meglio tornare a La Push. Anche il nonno era della stessa opinione, diceva che era più prudente aspettare che il sangue di Jacob fosse stato smaltito dal mio corpo prima di permettermi di rivederci.

Tornammo a casa e per tre giorni non riuscii né a vederlo né a sentirlo. Volevo chiedergli scusa, dirgli che non sarebbe successo mai più…per la seconda volta avevo messo in pericolo la sua vita. La prima volta avevo solo desiderato bere il suo sangue, ma mi ero frenata, la seconda volta invece avevo materialmente attentato alla sua esistenza! Realizzai che il sogno fatto la notte della battaglia dove bevevo il sangue di Jake dal suo polso, si era avverato…quindi era stato una specie di sogno premonitore! Forse avevo ereditato da mia madre quella capacità. Mi avevano più volte raccontato che anche Bella, da umana, faceva molti sogni che poi si rivelavano avere un fondo di verità. Promisi a me stessa che da quel giorno in avanti sarei stata più accorta a quello che il mio inconscio tirava fuori durante il sonno.

I miei parenti fecero a turno per starmi vicino, ma l’unica persona che desideravo (e questa volta non per cibarmene) non era lì.

   
 
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