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Autore: NotFadeAway    18/09/2012    1 recensioni
Severus, adesso tu sei libero, libero di andare avanti, di là c’è qualcosa che ti aspetta, potresti rivedere chi hai perso e chiudere qua la tua partita con il mondo. Hai già dato tanto, hai sofferto, adesso di meriti un po’ di pace. Oppure potresti scegliere di aiutare me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Cacciò un grido di frustrazione e, sbuffando, si mise a sedere sul letto, decidendosi a trattare quella ferita. Strappò un lembo della camicia che aveva comprato il giorno prima e se lo mise tra i denti, quindi, bacchetta alla mano, pensò: “Accio proiettile”. La pallottola sfrecciò fuori dalla sua carne, seguita da un fiotto di sangue. Severus rimase per alcuni istanti fulminato dal dolore, poi sputò il pezzo di stoffa e iniziò a pronunciare un mantra di parole, dopo un poco la ferita smise di sanguinare, quindi si richiuse. L’uomo si ripulì dal sangue e fece sparire la benda inzuppata, imprecando: non ci aveva messo niente a risolvere la situazione, se solo fosse arrivato pochi minuti prima, non avrebbe dovuto gettare al vento la sua Bevanda del Giullare.
Ma era inutile stare lì a piangersi addosso, così decise di abbandonare quel profilo d’azione. Al diavolo l’incognito, aveva un nuovo piano, molto più semplice, molto più veloce, molto più efficace.
Quel mattino c’era un bel sole su Londra, le nuvole erano rade e faceva quasi caldo. Tutte quelle cose erano perfettamente indifferenti a Severus. L’uomo, ancora infuriato per l’attentato fallito di quella notte, era pronto ad agire. Bacchetta già alla mano, si Smaterializzò.
Con un “crak” ricomparve nella stanza dove al St. Margaret’s tenevano i bambini di tre anni e anche lì era piena mattinata. Severus si guardò attorno, in cerca del bersaglio, i bambini erano tutti fuori dalle cullette, e giocavano, strillando e ridacchiando tra loro. Una donna gridò, spaventata e sorpresa, dal nuovo arrivato. L’uomo non le badò, ma procedette attraverso le file di cullette.
-Chi è lei? Che sta facendo? Come ci è arrivato qui?- strillava la donna.
Severus contava  i lettini.
-Cosa vuole? – iniziò a inseguirlo.
Severus si fermò davanti ad una delle poche cullette piene.
– Che ci fa qui? – diceva, ormai l’aveva quasi raggiunto.
L’uomo alzò la bacchetta.
-Cosa vuole da Tom? Aiuto. Che sta facendo con quella cosa? – adesso gli era praticamente affianco.
L’uomo non la guardò, bensì fissò il bambino, che ricambiava il suo sguardo: non gridava, non piangeva, non sorrideva, lo guardava e basta.
-Avada Kedavra! –
Ci fu il consueto lampo di luce verde e il bambino crollò all’indietro nella culletta, morto.
L’assistente urlò, sconvolta.
-Che cosa ha fatto? Che cosa ha fatto? Oddio! – guardava terrorizzata l’uomo, poi si lanciò sul corpo senza vita del bambino, sempre gridando.
Severus non volle vedere oltre, fece scattare l’ingranaggio della Clessidra e scomparve.
   
 
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