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Autore: gryffindor_ery    04/04/2007    5 recensioni
Rifacimento della storia Kill, Itachi Uchiha...
Sakura viene rapita da Itachi, incinta di Sasuke...
Ha molti generi e personaggi diversi, il rating cambia a seconda del capitolo...
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2- Lei è qui e tu sei lontano

Capitolo 2-  Lei è qui e tu sei lontano...

 

Parte Prima- *Sasuke* (Mi manchi tu, mi manca il nostro passato vissuto insieme, mi manca la nostra famiglia, il nostro bimbo che non vedremo mai nascere!)

 

Erano passati circa dieci mesi da quando era accaduto quel fattaccio a Sakura,

Sasuke ormai aveva perso le speranze da mesi e se ne era andato via,

via dal villaggio della foglia,

via dai suoi amici,

via dalla poca sanità mentale che gli era rimasta,

via dai ricordi di lei che lo facevano soffrire terribilmente,

voleva dimenticare tutto e tutti,

voleva sentirsi meno in colpa,

voleva tante cose,

prima fra tutte,

uccidere suo fratello,

vederlo soffrire come aveva fatto con lui,

voleva fargliela pagare,

aveva scoperto come,

si era recato quindi da Orochimaru,

e lui l’aveva preso sotto la sua ala,

aveva preso questa decisione solo per diventare più forte,

solo per quello,

poi se ne sarebbe tornato indietro,

lo aveva detto anche a Naruto e lui non aveva fatto storie,

capiva bene l’amico,

se fosse successo a lui avrebbe fatto più o meno lo stesso,

quindi perché fermarlo,

la mattina dopo Sasuke salutò i suoi amici e se ne andò.

 

In quei mesi di fatica,

in quei giorni di assoluto allenamento,

quei giorni in cui cercando di non pensarci continuava a odiarsi e a colpevolizzarsi,

durante quegli allenamenti che avrebbero dovuto renderlo abbastanza forte per permettergli di compiere il suo,

ormai,

unico scopo nella vita,

aveva pensato a lei,

soltanto a lei e alla creatura che sarebbe dovuto essere il loro figlio o figlia,

quel figlio che desiderava ardentemente avere con lei e crescerlo insieme,

un bimbo da amare,

di cui essere orgogliosi,

solo per il fatto che era il loro bambino,

vederlo crescere con la persona più importante che avesse nel cuore,

la sua prima parola,

i suoi primi passi,

i primi allenamenti,

l’inizio dell’accademia,

l’esame finale per diventare Genin,

quello per Chuunin e Jounin e anche se fosse diventato ANBU o un Jounin Speciale,

insomma,

i momenti più importanti che il piccolo crescendo avrebbe affrontato,

era quello che desiderava,

chiedeva troppo?

voleva una famiglia,

lo desiderava da quando gli era venuto in testa di chiedere a Sakura di sposarlo,

una moglie,

qualche bambino,

niente di più,

niente di meno,

una famiglia da amare,

da proteggere,

da adorare,

una famiglia che ti sostiene,

che ti è sempre vicina,

un qualcosa che ti tira su di morale,

anche se una missione va male,

se sei giù di corda,

che ti abbraccia e tu ti senti bene,

da quando era piccolo desiderava di nuovo una famiglia,

ma solo il giorno del suo matrimonio potè sperare di averla sul serio.

 

Peccato che si realizzò per poco,

anzi,

per pochissimi istanti.

 

 

Parte Seconda- *Sakura* (La mia vita dopo quel fatale errore...)

 

Durante l’atroce battaglia,

con un brutto colpo infertogli in testa,

Sakura Uchiha cadde a terra svenuta,

incosciente si sentì afferrare,

solo quello avvertì,

prima di svenire completamente.

 

Si svegliò il giorno dopo,

era mattina tarda,

non ricordava nulla di quello che era accaduto,

anzi,

non ricordava proprio nulla,

nemmeno il suo nome,

dopo svariati minuti passati a controllare la stanza spaventata,

dove vide,

una stanza abbastanza grande e spaziosa dalle pareti dai colori rosso al nero,

dove vi erano mobili lussuosi e pregiati,

un letto matrimoniale color rosso e nero in cui era seduta,

sotto le coperte invernali,

tende nere coi bordi rosso sangue che permettevano al sole di entrare difficilmente,

due armadi di legno pregiato tinteggiato di rosso coi bordi neri e due porte,

una aperta che conduceva a un grande bagno molto lussuoso sempre dai colori tra il rosso e il nero e l’altra chiusa dove dopo un po’ entrò una persona.

 

Era una figura completamente vestita di nero,

aveva un codino e due occhi nero notte,

vestiva con una maglietta semplice,

un paio di pantaloni e scarpe da ninja,

la stava scrutando intensamente con un leggero ghigno sul volto e tanta impassibilità.

 

Lei era spaventata,

lui se ne accorse,

 

“non temere, non ti farò del male, probabilmente non ti ricordi di me...” disse lui ghignando di più,

prima di continuare a parlare,

“... Sono tuo marito!” disse alla fine avvicinandosi a lei sfiorandogli appena il viso,

 

il sangue della giovane si gelò nelle vene per quel tocco gelato,

si stupì da quell’affermazione e cercò di controbattere,

lui l’anticipò,

capendo i suoi dubbi,

 

“è così! la prova è che stai per darmi un figlio! hai avuto un brutto incidente, stavi per perderlo, quindi è meglio che ti riposi...” disse poi allontanandosi finendo col dire,

“... buona notte, amore!” disse pronunciando quell’ultima parola con una soddisfazione nascosta che la giovane avverti appena,

visto che era celata bene da un tono agrodolce che a quell’uomo così oscuro stonava,

infine chiuse lentamente la porta continuando a guardarla con un ghigno sempre più visibile e maligno.

 

Dopo pochi minuti che quello strano uomo era andato via,

lei si rilassò e si addormentò mentre lentamente si massaggiava la pancia,

nel punto in cui si trovava il suo piccolo,

fu in quel momento che nel suo viso comparve un dolce sorriso.

 

...

 

Quel lungo periodo che seguì l’incontro con quello strano tipo che diceva di essere suo marito,

fu abbastanza piacevole,

però si sentiva perennemente triste,

perché sentiva che gli mancava qualcosa,

o qualcuno,

ma non sapeva che cosa,

o chi,

fosse.

 

Aveva spesso dei cambi d’umore,

mangiava cose che nemmeno uno senza più il dono del gusto avrebbe mangiato,

dolci e contorni mischiati,

gelato col ketchup,

frutta o salse particolari come condimento per la pasta,

insomma,

cose disgusto anche solo da vedere,

in più aveva sempre delle voglie fuori dal comune,

un pancione fuori dalla norma,

ovvero la grandezza normale che doveva essere con un bimbo dentro,

i sensi fuori da ogni schema,

avvertiva una pizza con le acciughe o del sushi a un chilometro di distanza,

sentiva lo chef chiamare per gli svariati pasti anche se si trovava sotto la doccia o vicina a un forte rumore,

anche quando era molto distante,

il tatto e il gusto si erano caratterizzati per adeguarsi al suo stato di dolce attesa e alla fine,

pensò lei turbata ma allo stesso tempo rassegnata,

era diventata una mongolfiera con i sensi da superman e l’appetito di dieci elefanti.

 

La novella mamma infatti, doveva mangiare in separata sede se non voleva far venire da vomitare al resto dei membri dell’Akatsuki,

poche volte gli capitava infatti di condividere il pasto con il marito che ogni volta mostrava delle smorfie disgustate che le facevano perdere la pazienza,

così dall’euforia,

si trovava a d’essere furiosa,

senza una ragione particolare,

visto che agli atteggiamenti del marito,

c’era abituata,

e questo,

succedeva di solito a colazione,

visto che era difficile che potesse mangiare cose più disgustose del gelato con la maionese o la carne tritata con la nutella,

uvetta,

mandorle e uva secca,

gli era capitato di mangiare la peperonata o lo sfornato di carciofi a colazione,

ma mai cose di quel genere,

di chef per lei ne avevano cambiati otto,

quei tre che c’erano sempre,

si dovevano preoccupare solo di sfamare i membri dell’Akatsuki al completo,

ognuno con un gusto di mangiare diverso,

quelli che si occupavano della povera Sakura si licenziavano o si suicidavano per una grave forma di esaurimento nervoso acuto,

tutto perché era difficilissimo accontentarla o riuscire a finire di preparare un pasticcio di carne, pasta,

verdure e frutta col gelato al limone e cacao con pezzi di menta,

tutto tritato perfettamente,

senza farsi venire un collasso emotivo,

beh,

bisognava dire che ci voleva un grande spirito e una resistenza agli odori che non aveva eguali,

i pochi che resistevano le prime volte piano piano perdevano il senno e tutto perché se non veniva accontentata,

il marito lo torturava fino a farlo impazzire,

poi lo consegnava ad un manicomio.

 

Sakura oltre a quello passava molto tempo con Deidara e Sasori quando non avevano delle missioni e insieme,

non facevano che parlare di cose da donne,

come la gravidanza.

 

...

 

Era il quattordici giugno,

il giorno che il bambino che doveva rappresentare il grande amore tra Sakura e Sasuke nacque.

 

L’akatsuki al completo,

ormai affezionati alla donna,

erano tutti lì,

a dare manforte a Itachi,

impassibile come al solito,

e tutti vestiti in borghese per non farsi riconoscere,

cercavano di sembrare normali.

 

Nella stanza dell’ospedale dove Sakura Uchiha stava partorendo,

si sentivano da ben due ore,

strazianti urla,

parolacce che avrebbero scandalizzato uno scaricatore di porto e imprecazioni a chi aveva osato metterla in quella situazione così dolorosa.

 

Tre ore dopo nacque quel tanto sospirato bambino,

ma...

 

Parte Terza- *Itachi* (Se solo potessi vedermi, fratellino caro!)

 

L’aveva appena afferrata per portarla via con se,

che gli si affiancò Kisame confuso,

 

“perche la stai portando via con noi? lei è solo un peso!” disse serio il pescione,

 

“lei porta in grembo un bambino che custodisce lo Sharingan, figlio di mio fratello, ha preso un brutto colpo alla testa, probabilmente ha perso la memoria, per questo ho intenzione di prendere il posto di Sasuke... crescerò il bambino per mandarlo contro il vero padre, Sasuke ne soffrirà infinitamente quando lo scoprirà, per il momento pensa che lei e il marmocchio siano morti” disse mostrando un leggero ghigno ricambiato dall’uomo squalo dopo averlo sentito.

 

...

 

“Quindi sarebbe questo il tuo piano, Itachi?” chiese il capo dell’organizzazione,

 

“esatto, il bambino, potrebbe servirci!” disse lui,

 

“allora d’accordo, prenditene cura tu! da oggi in poi, la ragazza che porta in grembo il nuovo possessore dello sharingan verrà considerata TUA moglie, madre di TUO figlio!” disse sempre il capo con intorno il resto del gruppo che assecondava ghignando maleficamente,

 

...

 

Dopo svariati mesi,

tra Itachi e Sakura cominciò a nascere un po’ di intimità,

cominciavano ad andare d’accordo come una coppia di sposi,

erano più affiatati,

sebbene il moro fosse sempre freddo e impassibile anche quando si trovavano da soli nella loro stanza.

 

A Sakura d’altro canto,

non gli importava molto se lui era impassibile e freddo nei suoi riguardi,

infatti,

aveva già capito che a lui importava solo del bambino,

quindi ne avrebbe approfittato,

solo questo,

gli poteva dare un po’ di soddisfazione a vivere con un uomo così surgelato,

molte volte le era capitato di pensare che a forza di stare con l’uomo findus era divenuto anche lui,

una sottospecie di surgelato,

non ancora identificato come cibo commestibile.

 

...

 

Era il giorno che il bimbo nasceva,

tutta l’organizzazione era in attesa,

sembrava che gli altri fossero più tesi di Itachi stesso,

seduto composto su una sedia mentre sorseggiava un bicchiere di the caldo con due cucchiaini di zucchero e un po’ di limone spremuto dentro,

il capo e il resto degli scagnozzi erano invece molto nervosi,

Deidara si contorceva i capelli,

Sasori stava facendo per la trentatreesima volta il giro della sala d’attesa,

Zetsu tutto infagottato per evitare di rivelare la sua vera forma stava sudando e non faceva altro che lamentarsi che aveva sia caldo che fame,

Hidan in un angolino pregava chissà che Dio che il bambino fosse nato maschio e infine il resto del gruppo che faceva un gran casino.

 

Dopo altre due ore,

il bambino nacque,

e quando l’intero gruppo si affacciò per vedere com’era,

rimasero tutti scandalizzati...

  
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