Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: keep_it_ugly    18/09/2012    0 recensioni
Questi quando si trasformano perdono il controllo di se stessi non sanno nemmeno loro come controllarsi e al loro risveglio dal quel loro incubo che è reale non ricordano niente. Non si trasformano tutti la stessa notte. Se no sarebbe la rovina, ma una volta ogni mille anni, in una sera d’inverno succede, viene chiamata bloody night, e se non sono un numero più che basso potrebbero uccidere due terzi della popolazione mondiale in quelle poche ore di oscurità.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vivevo a New York, la SL mi hanno mandata là per quell’anno. Frequentavo la Princeton high school. È una delle scuole più costose della città e dal momento che i licantropi hanno un cervello molto sviluppato, riescono ad avere lavori dove il guadagno è assai alto. Così visto che vogliono i figli ben istruiti in modo che vadano in buone università per poi avere un buon lavoro, li mandano in scuole tipo questa piena di ragazzi snob. Il lavoro che faccio è molto difficile infatti i licantropi quando hanno le loro sembianze sono identici agli uomini. Gli assomigliano molto più loro che noi, hanno molte cose in comune, per esempio hanno un’anima a differenza nostra. In realtà quando non assumono le sembianze di un lupo sono delle vere persone, non come noi che rimaniamo mostri in ogni momento della nostra vita. Noi persone né morte né vive. Siamo schiavi della morte, anche se scappiamo da essa. La prendiamo in giro vivendo per centinaia di anni, ma poi arriva per tutti. Puoi rallentare il suo passo ma arriverà sempre alla sua destinazione e una volta che è arrivata non puoi più scappare. Ogni essere prima o poi se ne va. Io do una mano alla morte per trovare i suoi figli licantropi, in fondo hanno una vita così breve che non se la godono nemmeno arrivano a mala pena a cent’anni. Quella scuola era come tutte le altre,ne avevo viste centinaia e quella non aveva niente di speciale. Ormai i volti delle persone mi parevano tutti uguali, consideravo le persone tutte uguali, ci sono quelle che mostrano di più il loro lato buono ma c’è sempre dentro di loro una goccia di male che riescono a tenere dentro a differenza di chi non ci riesce. Ognuno si esprime in modi diversi il suo dolore e la sua gioia anche per motivi diversi ma tutti soffrono, gioiscono e muoiono. Le loro vite sono del tutto inutile sono lì solo perché i loro paparini li hanno costretti a mandarceli per poi garantirgli una vita piena di agi ma vuota senza un vero obbiettivo nella vita tranne ottenere buoni voti per farsi regalare qualcosa di nuovo. Tutti con le loro speranze di gioia nella loro vita e non pensano nemmeno alle persone che muoiono per proteggerli. Mi dirigevo nella mia nuova classe e sapevo che per la fine dell’anno, se ci sarà stato chi speravo di trovare, non tutti sarebbero arrivati vivi a giugno. Le regole sono precise se trovi un licantropo bisogna trovare il suo branco e ucciderli tutti e se qualcuno scopre la tua vera identità bisognerà farlo tacere per sempre. Quest’ultima parte non la riesco a digerire. Non potevo proprio esprimermi meglio … Erano davanti a me quei ragazzi in quella piccola stanza con visi sereni e felici di iniziare il primo di superiori. Questa sarà stata la cinquantesima volta che iniziavo il liceo ma di tutte quei visi, mai una volta nella mi vita ho avuto un espressione simile. Sempre con quel mio viso cupo che non esprime nessuna emozione. Loro hanno avuto un’infanzia piena di gioie io non l’ho mai avuta. Hanno sempre avuto e hanno tuttora vicino dei genitori che li amano e che gli stanno accanto. Io non lo posso dire dal momento che i miei non ci sono più. La ricerca era iniziata. Sentii qualcosa, era lì. Ultima fila capelli castani, alto e occhi scuri. Mi avviai verso di lui ma un’altra già si era seduta vicino a lui. Mi sedei in un banco da sola. Come immaginavo nessuno si avvicinò a me. Io odio i licantropi. Eccolo già che faceva tutto il fighetto davanti a quella povera ragazza ignara con chi stava parlando. Tanto dopo due mesi e non lo vedrà più. La prof arrivò con quella sua aria accigliata per il ritorno a scuola dopo tre mesi di non far niente. Ed ecco che inizia il solito discorso noioso che ho sentito decine di volte. Mi chiedevo certe volte come sono le superiori per una ragazzina di sedici anni. Ci si sente più grandi, più maturi, io avevo duecentocinquantatre anni e non mi sono mai sentita così. Forse perché io non ho mai avuto una vera infanzia. Non sono mai stata una bambina come le altre. Mentre loro andavano all’asilo a giocare e a stare con gli amici a me veniva insegnato a combattere e a non avere pietà davanti a nessuno. Avevamo addirittura dei bambini licantropi per esercitarci. -posso sedermi accanto a te? Io sorpresa mi sono girata e ho visto un ragazzo che stava lì impalato aspettando la mia risposta e io: -è libero.- non l’avevo nemmeno guardato negli occhi. Era arrivato in ritardo e accanto a me era rimasto l’unico posto libero. La professoressa continuò a parlare e io e quel ragazzo non ci eravamo scambiati nemmeno una parola. Finalmente suonò la campanella e potei avvicinarmi al licantropo. Ma per la mia immensa gioia quando mi alzai anche lui lo fece e uscì dalla classe. Così dovetti rimanere seduta nel mio banco per tutta la ricreazione. Quando finì tutti tornarono a posto compreso il mio compagno di banco che avrei preferito non avere. Così non riuscì a parlare con il licantropo, anzi, non ho parlato con nessuno. Non sapevo nemmeno come si chiamava il mio compagno di banco e non mi importava nemmeno. Infondo era un ragazzo come gli altri, era molto alto, capelli castani e occhi marrone scuro. Era forse un metro e ottanta, come corpo era ben formato gambe lunghe e abbastanza magre. La parte superiore del suo corpo però era come le statue greche. Esatto, sembrava proprio una statua particolareggiata nel minimo dettaglio per renderlo perfetto. Invece in viso non lo era, aveva l’aria di un ragazzo maturo ma in quei suoi occhi scuri aveva uno sguardo innocente da bambino. Aveva i capelli di un colore marrone scuro, erano tutti spettinati ma in modo curato e definito. Si accorse che lo stavo fissando e si girò verso di me e per meno di un secondo ci siamo guardati negli occhi, sentivo che il mio cuore batteva anche se è morto. Era come se eravamo in un altro mondo dove c’eravamo solo lui ed io. Che cosa mi stava succedendo? Sentivo come un dolore allo stomaco e la testa mi andava a fuoco. Quel ragazzo aveva uno sguardo penetrante e magnetico che non mi permetteva di staccare lo sguardo. Era come se fossi incatenata. In quel momento così intenso, che non avevo mai vissuto in vita mia, suonò la campanella della fine della giornata e riuscii a liberarmi da quelle catene. Presi la mia roba e me ne andai. Ero così confusa che non avevo nemmeno parlato al licantropo.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: keep_it_ugly